30 novembre 2011

BIRTH RITE - Dono di sangue

di Devin Hamilton, con Natalie Sutherland, Danny Wolske e Laura Nativo. USA/2003

Birth Rite (2003) on IMDb

Ho deciso di guardare questo film convinta di aver scovato un DeCoteau sotto pseudonimo. Presto però mi sono accorta della mancanza di elementi fondamentali come i soliti ragazzi in boxer e calzini e ho capito: si tratta di un seguace di David, un suo abile ma ancora inesperto discepolo! 
Ci sono una setta, una strega, un medaglione magico e un tizio palestrato che ammicca anche al suo comodino, direi quindi di goderci speranzosi la visione. 

Allo scoccare del suo diciottesimo compleanno, Rebecca viene avvicinata uno sconosciuto che, apparendo e scomparendo in pose da figo, la informa sulla sua reale identità... 
La ragazza scopre così di essere:

a) la figlia (orfana) di due stregoni e quindi lei stessa una strega;
b) la “Gran Dama” di una setta di stregoni di cui il tizio sconosciuto, Roman, è l’unico superstite;
c) la sua promessa sposa.

Dopodiché le viene affidato un “potentissimo” medaglione, col quale Rebecca farà cose troooppo fighe come accendere e spegnere lampadine, far rotolare palloni e dondolare altalene. Molte lampadine dopo la nostra cara protagonista si stancherà (solo pochi eletti tra voi avranno la fortuna di sopravvivere a tanta noia) e comincerà a sedurre e uccidere gente a caso, tra questi riuscirà a portarsi effettivamente a letto solo il fratellastro.

[SPOILER]
L’avventato gesto la rende però impura, indebolendo il potere del medaglione, Roman tenterà dunque di convincerla (indovinate come...) ad uccidere la causa del suo peccato e l’avrà infine vinta. L’affettuosa sorellastra di Rebecca però comincerà ad insospettirsi, saranno i compagni di scuola che muoiono decapitati o inghiottiti da gabinetti ogni giorno, sarà il cadavere nel letto del fratello, ma il suo intuito la spinge a sospettare di Rebecca, a cui ruberà quindi il medaglione, dando così inizio ad un’esilarante lotta con Roman.
Dopo salti, capriole, ruote e verticali, tutti rigorosamente inutili, lo stregone riuscirà a spezzare il collo alla giovane, per la gioia dello spettatore. Solo a questo punto Rebecca si pentirà del male fatto, decidendo di sacrificare poteri e vita per tornare indietro nel tempo e cancellare il suo ricordo dalla memoria di tutti, amata sorella esclusa.
[FINE SPOILER]

Pur assomigliando terribilmente ad un DeCoteau questo film ha alcune, evidenti differenze. In primis il budget, o l’uso che se ne è fatto: ben sapendo di non essere in grado di introdurre effetti speciali degni di questo nome, la loro presenza è ridotta a persone ed oggetti che compaiono e scompaiono con tanto di “puff”, ed è abbastanza triste. David non lo avrebbe mai permesso! Avrebbe aperto Paint, colorato di fucsia gli occhi di Rebecca, messo una lampadina lampeggiante nel medaglione e soprattutto non avrebbe mai fatto vedere delle scene di nudo, come in effetti in questo caso avviene.
Ovviamente non sto troppo a soffermarmi su cose prevedibilmente ridicole come la recitazione, le location e insomma...tutto? 
Imitando grossolanamente un DeCoteau il film risulta nel complesso divertente, godibile e purtroppo anche molto noioso. Da guardare a tratti velocizzato per sopravvivere.


Recensito da: Leotorda

VOTI
TRASH: 86/100
Noia: 87/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 80/100
Presunzione della regia: 38/100
Incompetenza degli attori: 92/100



Se ti piace guarda anche: un DeCoteau, possibilmente con qualche scena etero.

26 novembre 2011

GRANO ROSSO SANGUE (Aka Children of the Corn)

Di Fritz Kiersch, con Peter Horton, Linda Hamilton, Courtney Gains, Anne Marie McEvoy, USA 1984.

Children of the Corn (1984) on IMDb

Si, lo so, facendo questa recensione mi attirerò le antipatie di tutti gli amanti dei racconti di Stephen King da cui sono stati tratti dei film, ma dovrete ammettere che non tutti sono dei capolavori incontrastati (parlo dei film), soprattutto se si distaccano visibilmente dall'originale su carta.
In particolare il riottoso e scontroso collega Vidur che mi considera il re degli imbecilli perchè non mi è piaciuto "The Mist".
Grano rosso sangue rientra in quella categoria di film dove nulla è spiegato ma tutto è permesso, in cui si estrapolano dei brani dalla bibbia per esigenza scenica e si agisce contro ogni logica pur di permettere la prosecuzione della pellicola, il tutto condito da una apparizione mostruosa veramente ridicola, con dei pixel che si impadroniscono di corpi assolutamente proni e ben disposti alla macellazione.

 LA TRAMA
In un villaggio della pianura americana tutti gli under 18 (21 in verità essendo il film americano) decidono di sovvertire l'ordine costituito accoppando i genitori e dando via al dominio di una misteriosa stirpe di imberbi comandata da Isaac, pivello che fa da tramite tra il dio malvagio e i ragazzi.
Passato qualche tempo Burt e Vicki, di passaggio da quelle parti, investono il cadavere di un giovane.
Cercano dunque, con molta calma, una stazione di servizio nella vicina città di Gatlin per chiedere soccorsi, o forse per bersi una birra.
Quando finalmente la trovano, e ce ne vuole, si rendono conto che la città è deserta, Vicki viene rapita dai già citati giovincelli che la intendono sacrificare al loro dio.
Burt, che purtroppo madre natura ha reso lento e impacciato, ci mettè un po' ma alla fine capisce tutto con l'aiuto del bimb veggente Job e di sua sorella Sara.
Dopo avere strappato Vicki dalle manine delicate dei bambini trova anche il modo di dar fuoco al campo, con l'aiuto di Job, ritorna così a casa con Vicki e i due bambini buoni.
Certo, la trama è grossomodo quella del libro e non è minimamente attaccabile, mi sento però in dovere di far notare alcune cose che rendono questo film più vicino al genere trash che a quello horror.
Soprassedendo sulla scanzonata verve vacanziera di Burt, che più di una volta viene aiutato da Job e che riesce ad avere la meglio sul capo della banda demoniaca Malachia semplicemente schiaffeggiandolo, la maggior parte delle scene sono estremamente lente  e noiose, soprattutto perchè non è mai affatto chiaro quello che sta succedendo (almeno ad una prima visione), il discorso di "conversione" fatto da Burt ai bambini poi è ad un livello di banalità a cui nemmeno un politico saprebbe arrivare.
Alcuni episodi sono chiaramente inseriti senza una logica, nella scena finale Burt abbatte una pericolosissima teenager con una sportellata, l'ispezione della banca dura un tempo spropositato, il mostro cerca di legare Burt con delle spighe di grano da cui il nostro eroe si libera con facilità più che irrisoria.
Notevoli gli effetti speciali con il mostro che non appare mai, se non come un megatalpone che scava sottoterra (e fin qui ci sta), divora le vittime in maniera assolutamente ridicola come già descritto e altrettanto pietosamente sparische con delle luci rosse risucchiate dal campo di grano in fiamme.
Il quesito che mi pongo è il seguente: perchè voler fare a tutti i costi un film su questo racconto?

p.s. avevamo provato una volta, tanto tempo fa, a vedere questo film tutti noi del cineforum ma avevamo desistito dalla lunghezza asfissiante di alcune scene, lo ho rivisto intero su Rai Movie tra mezzanotte e l'una, secondo me è lì che deve stare.

Recensito da: Ortnid

VOTI
TRASH: 67/100
Noia: 78/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 79/100
Presunzione della regia: 82/100
Incompetenza degli attori: 74/100


Se ti piace guarda anche: uno dei centomila film tratti da romanzi di Stephen King

15 novembre 2011

IL RITORNO DI KENSHIRO (Aka The Fist of the North Star)

Di Tony Randel. Con Gary Daniels, Malcolm McDowell, Costas Mandylor, Chris Penn, Isako Washio, “Downtown” Julie Brown. USA/1995

Fist of the North Star (1995) on IMDb

"You are already dead.."

IL FILM DI KEN IL GUERRIERO CON ATTORI VERI. Ho detto tutto. Questa pellicola peró merita una menzione d'onore. Ricordo la prima volta che l'ho vista anni ed anni fa' in camera mia accompagnato da un imberbe Vidur, in uno dei nostri primissimi esperimenti "So bad it's so good". All'epoca ci era sembrato una porcata immonda ma ne é passata di acqua sotto i ponti, e tra varie Croci dalle sette pietre, grazie Padre Pio e Bloody Psycho vari la nostra percezione del bello e del brutto si é pesantemente modificata.

Due pillole di trama per chi proprio non sa nulla di Ken il Guerriero (vergognatevi). Una guerra nucleare ha prosciugato i mari e decimato la popolazione mondiale, che ora vive in accampamenti in una specie di futuro post atomico molto simile all'ambientazione dell'Australia di Mad Max (se anche questo nome non vi dice nulla siete gentilmente invitati ad andarvene e sotterrare la testa da qualche parte). In questo mondo post-atomico Ken il discendente di una scuola di arti marziali (Hokuto) si scontrerá per ragioni "amorose" con Shin, un membro della sacra scuola di Nanto. La serie narra le peripezie dell'eroe per riconquistare la sua amata Julia. 

Il film segue in maniera approssimativa (anche per ragioni "tempistiche") la prima parte dell'avventura di Ken fino allo scontro finale con Shin (Costas Mandylor, pornodivo che annovera nella sua filmografia capolavori come "il delta di Venere"). Per il resto siamo di fronte a quello che ci si potrebbe aspettare. Un eroe pompato e monoespressivo che fa' esplodere le persone ma che alla fine ha un grande cuore, tanto da circondarsi di bambini cinesi petulanti. La realizzazione tecnica e gli effetti sono, riconsiderandoli a posteriori, piú che decorosi ed il film vanta inoltre un discreto ritmo. Tony Randel se la cava tutto sommato bene, anche perché é un regista di discreta esperienza con produzioni decorose alle spalle, come il secondo capitolo della esalogia di Hellraiser. Probabilmente quello che fa' piú ridere di questo prodotto é l'espressione spaesata e gli occhi perennemente sbarrati di Gary Daniels. A controbilanciare la pessima prova del protagonista un'ottimo e cattivissimo Chris Penn (il fratello di Sean, Eddie il bello nel capolavoro "le iene" di Tarantino, per intenderci) nei panni di Jagger, attore di grandissimo talento purtroppo prematuramente scomparso nel 2006. 


La pellicola é abbastanza innocua ed anonima ma ad alzare il livello trash generale é l'idea di fare un film con attori in carne ed ossa su un'icona delle Anime giapponesi come Ken Il Guerriero. Vista la nobiltá delle licenze, forse si poteva aspirare un po' piú in alto. Se volete vedere un film davvero bello tratto da un Anime guardatevi Star Battleship Yamato. 

Curiositá: Non so se é una cosa voluta, ma i personaggi che nell'anime avevano un nome orientale sono interpretati da attori caucasici, e quelli con un nome occidentale sono interpretati da orientali.

In ogni caso film divertente e consigliato.

Recensito da: Imrahil

VOTI
TRASH: 77/100
Noia: 58/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 73/100
Presunzione della regia: 30/100
Incompetenza degli attori: 60/100




Nulla meglio di questo video riassume l'intera pellicola

Se ti piace guarda anche: Mad Max fatto di crack

VAN HELSING - DRACULA'S REVENGE (aka Dracula 3000)


di Darrell Roodt, con Casper Van Dien, Erika Eleniak e Coolio (!). Germania/2004/Film Africa Worldwide.

Dracula 3000 (2004) on IMDb

«C’è qualcosa di strano riguardo al cadavere, sembra che si sia legato da solo alla sedia.»
Spiegazione completamente idiota su un cadavere con entrambi i polsi legati, che viene però presa per buona dal resto dell’equipaggio.

«A un certo punto mi hanno riprogrammato...fino al allora ero un Proteus 3.2 PB, paga e bacia.»
«Le famose squillo...devi essere ricco per fartele»
«Non frignare, sta volta sei fortunato...»
«Me la faccio per 12 ore e gratis pure! Andiamo robot!»
I due superstiti decidono di spassarsela (ma salteranno in aria poco dopo).


È difficile descrivere a sole parole quanto questo film faccia schifo, tenterò quindi di darvene almeno una vaghissima idea. 
Siamo nell’anno 3000 e una piccola nave spaziale, la Mother III, viene guidata dal Capitan Abraham Van Helsing (ebbene si...) verso un’astronave “fantasma” molto grande, la Demetra. Il piano è riuscire a portare questa nave sulla terra per poi rivenderla e guadagnarci una fortuna, per far ciò il capitano si farà aiutare dal peggiore degli equipaggi: la bella e pignola Aurora, il fattone 187, il navigatore (che non ci mostrerà mai le sue doti) Mina, il professore geniale ma paranoico e disabile e infine Humvee, tutto muscoli e niente cervello.
La nave è molto vecchia e, per fortuna del professore, tutta a scale...durante l’esplorazione verrà scoperta una stiva piena di bare, naturalmente alcune di queste con la sorpresa! 187 è il primo a farsi mordere mentre cerca qualcosa da fumarsi. Nella bare. E per qualche strano motivo dopo la trasformazione comincia a propinarci il copione di un porno. 

[SPOILER]
C’è chi viene ucciso, chi scompare per sempre, mentre la Mother III decide di ripartirsene da sola; intanto il professore ci spiega che hanno a che fare con Dracula in persona e che il capitano è sicuramente un discendente di QUEL Van Helsing. Ma certo. Mandandolo a quel paese il Capitano e Aurora, che intanto si è scoperta essere un robot, vanno ad aprire una ad una le bare, impalettando eventuali corpi e ritrovandosi davanti al Conte Dracula (che esce ogni volta da una bara diversa, facendola esplodere!).
Purtroppo anche il professore e il capitano verranno vampirizzati e poi uccisi dagli unici due superstiti, Humvee l’armadio scemo e il sexy robot Aurora, che faranno rotta verso il Sole per riuscire a eliminare definitivamente il conte.
Peccato che l’astronave sia completamente cieca. Ma non sarà un problema dato che, senza alcun motivo, esploderà. Degna conclusione direi.
[FINE SPOILER]

Cosa dire...copione volgare e imbarazzante, a tratti son stata costretta a togliere del tutto il volume perchè mia nonna non pensasse che stessi guardando un porno. E vi assicuro che in quei momenti non stava succedendo nulla. 
Non dimentichiamoci di un Dracula inguardabile e della conclusione insensata, il “classico” taglio netto (a quella che poteva benissimo essere metà film) probabilmente per assenza di voglia e idee. Come vi immaginate Dracula su un’astronave nell’anno 3000? Non sforzatevi troppo, nemmeno il regista l’ha fatto: è vestito con il più classico dei costumi di carnevale, con tanto di mantello svolazzante. 
Il film è del 2004 e la visione che si ha degli anni 3000 è ridicola, a partire dalla strumentazione obsoleta delle navi e dell’equipaggio, fino ad arrivare alla totale ignoranza dei personaggi, che non sanno cosa sia Dio ne un vampiro e scambiano i crocifissi per delle “piccole spade”, senza che ci sia un motivo (infatti il Capitano riconosce questi oggetti e tutte le informazioni vengono facilmente trovate sul motore di ricerca del computer di bordo).

Sarebbe minimamente godibile se non fosse anche noioso, quindi siete avvisati...
Da vedere armati di pazienza e poche aspettative.


Recensito da: Leotorda

VOTI
TRASH: 69/100
Noia: 83/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 70/100
Presunzione della regia: 41/100
Incompetenza degli attori: 78/100



SE TI PIACE GUARDA ANCHE: appiccicate un’immagine di Dracula sul vostro schermo e poi godetevi un qualsiasi film con dei mostri su un’astronave.

14 novembre 2011

GODZILLA CONTRO BIOLLANTE (aka Gojira tai Biorante)

Di Kazuki Ohmori. Con Kunihiko Mitamura, Yoshiko Tanaka, Megumi Odaka, Godzilla, Biollante. TOHO/GIAPPONE/1989

Ok, lo ammetto non sono stato molto attento, ma di questo film non c'ho capito un cazzo. La trama infatti non rasenta la follia, la oltrepassa abbondantemente per irrompere in una nuova dimensione. Gli altri film di Godzilla erano sì deliranti, ma alla fine avevano una loro linearità. Umani inutili-arriva Godzilla che distrugge un pò di città-avversario di Godzilla- casino vario-umani inutili-scontro finale-fine. Qui invece no. Sarà la sua relativa modernità e sarà che al diciottesimo episodio sul dinosaurino avevano voglia di cambiare, ma il risultato è un pasticcio sconclusionato in cui seguire il filo logico è davvero difficile.
Degli scienziati raccolgono delle cellule di Godzilla, arrivano degli altri scienzati, agenti americani della società americana Biomechanic, una spia di un inventato paese arabo chiamato Saradia, sparatorie, casino, un professore, la figlia muore...
Tre anni dopo dei bambini sognano Godzilla e una ragazza con dei poteri psichici dice che sta per arrivare. Infatti una scossa di terremoto libera il Re dei Mostri. In questo frangente, i giapponesi non sono contenti di vederlo e infatti il nostro inizia a tirar su il solito bordello. Poi arriva Biollante. Che tu dici, cos'è Biollante? Beh, è presto detto: è l'incrocio nato in laboratorio tra delle cellule di Godzilla e una pianta, il tutto animato dalla figlia morta del professore. Il risultato è una rosa gigante, con dei tentacoli grossi e cattivi. Biollante chiama Godzilla e i due si affrontano e vince facilmente il mostro di casa. Poi...poi...ah sì! C'era una sottotrama su un ''battere anti-nucleare'' che gli scienziati avevano creato per uccidere Godzilla. Riescono ad iniettarglielo, ma non fa effetto perchè come tutti sanno, Godzilla è a sangue freddo. Quindi decidono di usare il T6000. Un pratico strumento che crea dei tuoni che dovrebbero scaldare il mostro. Del resto, quale nazione non ce l'ha? Allora Godzilla viene portato su queste piastre che dovrebbero abbrustolirlo, ma intanto ritorna in vita Biollante con una polverina d'oro, sotto le sembianze di un coccodrillo-ragno con dei tentacoli e che sputa acido verde. I due si menano per un pò e poi colpo di scena: Biollante ascende al cielo. Sì, così, ascende al cielo con una polverina d'oro e lo spirito della figlia morta dello scienziato. Godzilla se ne torna in mare, ma non è finita perchè hanno voluto regalarci la chicca finale. L'agente della Saradia, non so per quale motivo fosse lì e chi stesse inseguendo e perchè, muore fulminato da una delle piastre che doveva uccidere Godzilla. Cioè, muore fulminato è improprio, visto che scompare letteralmente nel nulla. Ah già, il sottomarino volante 1X2...vabè.

Come notato in sede di visione, il film procede per espedienti pazzi. Ogni svolta narrativa è dettata da una delirante soluzione inventata dal nulla e questo lo porterebbe ad essere potenzialmente infinito. Per fortuna ad un certo punto hanno finito le idee e l'hanno piantata lì.
Comunque non male, consigliato a tutti i Godzillofili. In quanto a delirio li batte tutti, ma in quanto a divertimento cialtrone, Ai Confini della Realtà resta un paio di gradini sopra.

Recensito da: Vidur

VOTI
TRASH: 88/100
Noia: 65/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 70/100
Presunzione della regia: 68/100
Incompetenza degli attori: 40/100

SE TI PIACE GUARDA ANCHE: i soliti noti.


LA GUERRA DEL FERRO - IRONMASTER (aka Vindicator)

Di Umberto Lenzi, con Dardano Sacchetti, Lea Martino, Pamela Field, Benito Steffanelli, William Berger, Elvire Audray, Sam Pasco, ITA/FRA 18000 a.c.-1983

Ironmaster (1983) on IMDb

Bene cari 25 lettori, osservate attentamente la locandina qui a fianco, si è proprio quella originale tratta dalla fornitissima pagina wikipedia del film.
Cosa osservate? Un impavido eroe muscolosissimo armato di un'ascia enorme e dei muffetti in pelo alle gambe, una succinta e fedele compagna anch'essa armata, degli pterodattili nel cielo e dei barbuti cavernicoli che minacciano l'incontrastata forza del mangiasteroidi in primo piano.
Naturalmente trattasi della più classica locandina attirabeoti del più classico dei film fantasy anni 80', ad una prima visione (almeno per chi ha visto il film) sembrerebbe trattarsi di Ela, l'oliatissimo eroe buono, trattasi invece di Vud, il non muscolosissimo eroe cattivo in compagnia di Isa, la compagna pacifinta di Ela con uno sfondo di pterodattili non presenti nel film, nemmeno dell'alabarda in mano a Vud c'è traccia nella pellicola.
Fatta questa doverosa premessa passiamo alla trama.
In un tranquillo e sonnacchioso villaggio-caverna di una non ben precisata epoca del paleolitico, Vud pare essere l'eletto alla successione al potere dell'ultracentenario Iksay e dello stregone Rag, purtroppo la stupidità cronica di Vud lo porta ad essere mogio e depresso in quanto non è in grado nemmeno di cacciare un cinghiale nè di essere di utiltà alcuna al suo popolo.
Una notte la tribù dei cavernicoli infangati decide di fare una sortita nella caverna di Vud a spargere un po' di odio barbaro, con irridente facilità vengono respinti ma Vud, la cui utilità nel respingere l'attacco è stata pari a quella di un attaccapanni, decide spinto dalla frustrazione di uccidere Iksay, sotto il vigile ma spento occhio di Ela, l'altro candidato alla successione al trono.
Ela però, il cui unico paleoneurone è perennemente in ritardo, si ricorda di questo solo durante i funerali di Iksay urlandolo a squarcia gola, Vud nel maldestro tentativo di colpire Ela abbatte anche Rag e viene messo in fuga dal resto del villaggio, che nel giro di due ore ha perso tutta l'eminenza grigia dell'intero popolo.
Nella sua fuga Vud si rifugia nei pressi di un vulcano in eruzione dove trova accidentalmente una spada forgiata nel ferro che aspettava solo lui dando così inizio all'età del ferro.
Compiaciuto del gentile regalo di Lenzi  Efesto, Vud inizia subito a farsi bello squoiando dei leoni finchè non si imbatte, inaspettatamente, in Pamela Prati che gli rivela che il villaggio dietro la montagna è già entrato nell'età del ferro da un po' di tempo ma non avevano mai pensato di usarlo per farne delle armi, decide però di abbandonare il capo del suo villaggio (Pippo Franco si presume) e di seguirlo fedelmente. 
Vud, ormai rassegnato a far diventare la sua ascendente epopea di pioniere del ferro in una scialba commedia sexy all'italiana accetta.
Come prima cosa ritorna al villaggio dove detronizza Ela e raduna un esercito col quale conquistare tutto il paleomondo.
Ela girovaga un po' nel vano tentativo di farsi venire un'idea facendo cose da consumato eroe  tipo sconfiggere degli scimmiotti quasi al suo livello intellettuale, finchè il nostro svogliato e inespressivo eroe si imbatte in Isa, pacifista, ambientalista e attivista che lo conduce al suo villaggio.
Il padre di Isa, il capovillaggio  filosofo Mogo, cerca di redimerlo dall'uso delle armi sciorinando delle micidiali frasi antiguerra tipo "la violenza che oggi ti da la libertà domani te la toglierà", "siamo tutti uomini", "fate l'amore non fate la guerra", "altezza mezza bellezza" e così dicendo. Gli mostra anche il suo felice e pacifico villaggio in cui l'onore non è  misurato dalla spada ma da chi appende più pannocchioni gialli alle case, dove si costruiscono pontili sulle pozzanghere e si cazzeggia come in ogni buon posto di pacifisti che si rispetti.
Insomma per farla breve, il villaggio di Mugo è il primo della lista dei villaggi da conquistare da Vud, e il giorno successivo viene preso con facilità estrema.
Mugo, una volta accortosi che forse il paleomondo non è proprio il luogo ideale dove costruire la pace, incarica allora il desso Ela di riconquistare il villaggio.
Ela inventa per l'occasione degli archi temibilissimi coi quali arma il suo esercito di 5 persone (non che quello di Vud fosse molto più cospicuo) e punta sull'effetto sorpresa per riprendere il villaggio.
I soldati di Vud, sorpresissimi dall'arco di Ela, cadono sotto i docili e prevedibili colpi delle nuove armi assolutamente non convenzionali, nel giro di una mattinata il villaggio è ripreso e Wood ucciso.
Mugo, Isa ed Ela decidono di gettare tutte le armi negli abissi delle loro pozzanghere, disponibili per il primo esercito di passaggio, e decretano che l'unico modo per mantenere la pace sempiterna del mondo è non avere armi e che così facendo non ci saranno mai più guerre.
Fonti storiche di una certa attendibilità giurano il contrario tuttavia pare che la pace nel villaggio di Mugo durò per quasi sei giorni e mezzo.
 
"Lexikon des Internationalen Films", il più grande e autorevole dizionario dei film tedesco lo definisce "Dilettantistico film d'avventura, ignobilmente arrangiato e miserabilmente interpretato", credo che non sia necessario esprimere ulteriori commenti.


Recensito da: Ortnid


VOTI
TRASH: 83/100
Noia: 82/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 85/100
Presunzione della regia: 81/100
Incompetenza degli attori: 92/100
 



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11 novembre 2011

DARK DESCENT (Aka Descent into Darkness)

di Daniel Knauf, con Dean Cain, Scott Wiper e Biliana Petrinska. UFO/2002/USA.
Descent Into Darkness (2002) on IMDb
“Murdock sei un coglioneeeeeeeeeeeee!”
Toccante urlo finale del cattivo di turno.


Will Murdock è un efficiente poliziotto, uno dei migliori, ha un solo difetto: è claustrofobico. Ovviamente non poteva fare la guardia al parchetto, o inseguire i malviventi in bicicletta in stile “Pacific Blue”...mannò! Lui pensa bene di andare a lavorare in una base sottomarina.
Questa enorme base pare serva a trivellare il fondale, alla ricerca di non si sa bene quale minerale, ed è quindi dotata di un ampia gamma di operai, un dottore cattivo, dei bulgari armati, un night club pieno di spogliarelliste e una sola persona che controlla tutti: lui.

Presto Will dovrà indagare su una lunga serie di suicidi (ridicoli) tra gli operai e scoprirà così che la causa sono le allucinazioni provocate dai medicinali, distribuiti dal dottore di bordo.
Nel frattempo un gruppo di bulgari incazzati e pagati da un’agenzia (?) per distruggere la documentazione sui farmaci incriminati riuscirà ad arrivare alla base e sarà compito di Will fermare i loro terribili piani (?), cercando di sopravvivere alle loro mitragliette e a certi effetti speciali agghiaccianti...

[SPOILER]
In realtà, documenti a parte, i malviventi ce l’hanno solo con il nostro caro poliziotto, che verrà quindi invitato dal suo capo a lasciare immediatamente la base.
Will invece ha una idea tutta sua su come risolvere la spinosa situazione, decide infatti di far saltare in aria l’intera base!
Per la gioia di tutti.
Anziché prenderlo a testate, l’equipaggio evacua in tutta fretta, permettendo a Will di dedicarsi all’abbattimento uno per uno dei soliti cattivi, per poi zoppicare via all’ultimo con una tuta da sub.
[FINE SPOILER]

Non sforzatevi...tutto ciò non ha affatto senso.

Durante il film si è costretti a sopportare una serie di sfortunati eventi, come la situazione sentimentale del protagonista (che ha perso la sua famiglia mentre se la faceva con l’amante), la sua fobia, il suo rapporto conflittuale con gli operai e con il suo fedele amico e poliziotto, che sarà cacciato a calci nel sedere dal nostro eroe nel giro di due millisecondi. Così.
Se state pensando che tutto ciò possa avere un minimo sviluppo o una qualche utilità per la trama....vi sbagliate di grosso! Tutte queste cose ci vengono dette, vengono ribadite...e basta, non servono a nessuno!
In questo film tutto si risolve con una mezz’ora buona di sparatorie ridicole e un’inutile esplosione finale.

Mi sono fatta abbindolare dalla presenza di Dean Cain (ormai ricorrente in un certo genere di film vergognosi) ma mi son pentita dopo 10 minuti.
Lasciate perdere.


Recensito da: Leotorda


VOTI
TRASH: 65/100
Noia: 77/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 80/100
Presunzione della regia: 54/100
Incompetenza degli attori: 49/100





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10 novembre 2011

BARBIE E LA MAGIA DELLA MODA

Di William Lau. Con Barbie, Ken e compagnia bella. USA/2010/Barbie Entertainment
Barbie: A Fashion Fairytale (2010) on IMDb
Si, lo so che i miei amici non mi guarderanno mai più con gli stessi occhi e probabilmente neanche voi, affezionati lettori, ma sentivo la necessità di esplorare nuovi orizzonti, senza cimentarmi in cose decisamente più grandi di me, come lo sconfinato cinema indiano. Tutti sanno che Barbie, la bambola più famosa della storia dell'umanità, ha un intero distaccamento che si chiama Barbie Entertainment, dedicato alla produzione di lungometraggi d'animazione che hanno per protagonista il giocattolo di Ruth Handler. E, con decine di film all'attivo, non si può certo dire che se ne stiano con le mani in mano. Dunque da perfetto profano e da persona allergica ad i buoni sentimenti mi addentrerò in questo mondo totalmente nuovo per me e scegliendo un titolo assolutamente a caso tasterò con mano il lavoro di questa attivissima società.

Barbie è al tracollo più assoluto, è appena stata licenziata, Ken l'ha lasciata vigliaccamente al telefono. Le sue inseparabili amiche le consigliano dunque di fare un viaggio per ''staccare''. La sua destinazione sarà Parigi, dove una sua zia ha una casa di moda, che però non attraversa un buon periodo a causa della concorrenza. Utilizzando le sue fatine-schiave, che possono far diventare glitterosi i vestiti, e con l'opinabile idea di far sfilare la propria insopportabile barboncina parlante con una collezione canina, riporterà alle vette del successo la sua cara zietta.

Pellicola estremamente lineare e prevedibile, proprio come piace ai bambini, con un comparto tecnico più che sufficiente e personaggi estremamente stereotipati ma nel complesso ben doppiati e caratterizzati.

Barbie viene giustamente licenziata dal set de ''la principessa sul pisello'' in quanto si oppone all'idea assolutamente illuminante del regista di inserire nella produzione dei fantastici piselli zombie. Sarebbe stato un capolavoro assoluto della storia del cinema. Abbastanza inutile la sottotrama riguardante Ken, rimodernato in un biondiccio scombinato per piacere alle ragazzine di oggi, che vuole a tutti i costi ricongiungersi con Barbie, dal momento che non l'aveva affatto lasciata, era tutto un artifizio studiato dalla perfida Rachele. Ovviamente l'amore trionfa sempre, l'amicizia bla bla bla bla. Questa Barbie con i-phone, facebook e quant'altro tuttavia lascia un po' di amaro in bocca, considerato il pubblico a cui è rivolta la pellicola, ma del resto questo decadimento dei costumi che rende le nostre figlie di 6-7 anni delle piccole troiette snob sembra inevitabile e sicuramente non imputabile solo a questo genere di produzioni. Tuttavia nel mio mondo ideale le bambole fanno le bambole, non le attrici. Vabè, nel mio mondo ideale c'è ancora l'Unione Sovietica ed il muro di Berlino, la benzina super ed è il 1983.

In ogni caso, c'è molto di peggio anche in carne ed ossa...


Recensito da: Imrahil  


VOTI
TRASH: 49/100

Noia: 81/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: -/100 : Merdosità della realizzazione tecnica 66/100
Presunzione della regia: 72/100
Incompetenza degli attori: -/100 : Incompetenza dei doppiatori: 35/100



L'invitante promo pubblicitario

Se ti piace guarda anche: Penso tutti i film di Barbie si equivalgano (e non intendo indagare, quindi prendete per buona questa mia supposizione)

FROGS


Di George McCowan, con Ray Milland, Sam Elliott, Joan Van Ark, USA 1972
Frogs (1972) on IMDb
Per la categoria "film che non hanno dignità" signori e signori ecco al mondo "Frogs", eco-horror vigliacco che non si vergognerà di rubarvi 72' minuti della vostra vita senza ritegno alcuno.
In realtà il film potrebbe tranquillamente chiamarsi Snakes, Lizards, Butterflies, Spiders e via dicendo in quanto dei mille e cento rettili proposti nella pellicola le rane sono in assoluto le più pacioccose, inoffensive e tranquille, si limitano ad osservare per tutto il tempo senza tentare offensive di ogni sorta e scroccando un'immeritata parte da protagoniste.

LA TRAMA
Pickett sta facendo foto in una palude infestata da grossi e innoqui ranocchioni quando viene affondato dal motoscafo del playboy nullafacente Clint Crockett e della sorella Karen. Come indennizzo viene invitato ad un picnic organizzato per il compleanno di nonno Jason, gli viene offerta eterna dimora nonchè l'affetto di Karin, lo portano così a casa Crockett, definita inserita in un vero e proprio "paradiso naturale".
Perchè un posto su di un isola in mezzo al nulla infestato da serpenti, ragni, rane, coccodrilli e ogni tipo di rettile esistente al mondo dal 10.000 a.c. ad oggi sia considerato un paradiso terrestre lo ignoro completamente, fatto sta che tutta l'allegra famigliola se la spassa facendo niente, l'attività più faticosa è preparare tartine per il picnic, al resto pensa la servitù. Nel giro di nemmeno troppo poco tempo TUTTI vengono sterminati da qualunque tipo di animale presente sull'isola, NESSUNO da rane o simili, persino tartarughe e farfalle contribuiscono al massacro, i simpatici anfibi salterini no, osservano pigramente emettendo qua e la un debole crac crac.
Il cugino Kenneth cade in un imboscata di veleno tesagli da dei temibilissimi lucertolini verdi, la zia Iris decide di immolarsi alla causa gettandosi in pasto a degli assopiti biscioni, Bella addirittura si fa sopraffare da una tartaruga, altri cadono sgambettati da coccodrilli, altri ostacolati da varani birichini, persino lo scettico nonno Jason è abbattuto dal continuo e incessante gracchiare delle rane [e vorrei vedere voi, disturbati all'infinito da un regista folle e un cast di menomati mentali].

[SPOILER]
Per finire in modo originale, si salvano solo Pickett e karen, mentre la sequenza finale è troncata di netto in maniera greve e scombinata.
[FINE SPOILER]

Nè Eco nè Horror il film si propone come una scombinata sequenza di scene di serpenelli e rettili presi da chissà quale zoo, la trama è debolissima, manca persino il patetico messaggio pseudo-ambientalista che il film vorrebbe custodire, la maggior parte delle sequenze sono inutili, se non ripetitive o impalpabili, non si salva niente e il finale mozzo è la degna conclusione di una pellicola pensata male e realizzata peggio.

Recensito da: Ortnid

VOTI
TRASH: 67/100

Noia: 90/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: n.p.
Presunzione della regia: 70/100
Incompetenza degli attori: 73/100


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9 novembre 2011

GHOST LAKE

Di Jay Woelfel. Con Tatum Adair, Timothy Prindle, Gregory Lee Kenyon. USA/2004/Young Wolf.
Ghost Lake (2004) on IMDb
Rebecca si sente in colpa per l'accidentale morte dei suoi genitori, tanto da soffrire di allucinazioni: li vede in giro per casa, trova i loro cadaveri ed essi la ammoniscono e la incolpano dell'accaduto. La disperata figlia cerca allora rifugio sulle sponde del lago Rushford, dove la sua famiglia possiede un ameno cottage. Per quanto riguarda le allucinazioni la biondissima Tatum Adair cadrà dalla padella alla brace: infatti, dove ora c'è il lago, una volta sorgeva una cittadina, rimasta allagata dopo la costruzione della vicina diga. Gli abitanti della cittadina, invece di fare causa allo stato o appellarsi alle proprie assicurazioni, hanno deciso di intraprendere la carriera di fantasmi/non-morti. 

Horrorino direct-to-video con discrete pretese. Il regista tenta (invano) di creare un film intricato e ''stimolante'', aggiungendo elementi cari ai fan del mistero, come la cabala del numero 13 (che fantasia..), il paranormale, il ''vedo la gente morta ma non me ne rendo conto" che forse poteva essere interessante nel 1999 all'uscita de ''Il Sesto Senso". Il film si trascina noiosamente per quasi due ore mescolando a caso i sopracitati ingredienti ed ottenendo quindi nel complesso una pietanza con un fortissimo sapore di minestra riscaldata. La protagonista inoltre cambia la sua teoria così tante volte durante il film che secondo me neppure il regista riesce a stare al passo, rendendo la trama ancora più confusionaria di quello che già sarebbe.

[SPOILER]
In buona sostanza, ogni 13 anni, il 13 di ogni mese (preferbilmente di venerdì) vengono uccise 13 persone perchè i fantasmi sono molto affezionati al numero 13. Bisogna riuscire a spezzare il ciclo per spezzare la maledizione, e Rebecca lo farà fingendosi morta. 
[FINE SPOILER]

Un piccolo inciso: Rebecca viene a conoscenza di questa farloccata del numero 13 andando in biblioteca e guardando i giornali negli archivi, notando che gli omicidi sono tutti sul giornale di venerdì 13. Ora, io capisco bisogni andare incontro alle limitate facoltà intellettuali del medio pubblico americano, nonchè delle persone che potrebbero vedere questo film, ma se la notizia compare sul giornale di venerdì 13, vuol dire che il fatto è avvenuto giovedì 12. Che i fantasmi usino ancora il calendario Giuliano? 

Recitazione mediocre, effetti speciali molto poco utilizzati, non si sa bene se per esigenze sceniche o per vergogna. Gli scheletri sembrano essere coperti di melassa. Però vabè dai, ammetto di aver visto di peggio. Ogni tanto il regista impazzisce e ci offre delle improbabili inquadrature con lo schermo diviso in due se non addirittura in tre, tipo quando fanno vedere la pubblicità durante il motomondiale. 

...Forse dovevo guardare Qui Studio a Voi Stadio invece che questo film...

Recensito da: Imrahil

VOTI
TRASH: 55/100

Noia: 92/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 75/100
Presunzione della regia: 88/100
Incompetenza degli attori: 70/100



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8 novembre 2011

SHAKMA - Morire per gioco (Aka La scimmia che uccide)

Di Tom Logan. Con Christopher Atkins, Amanda Wyss, Roddy McDowall. USA/1990/Number One Video

Shakma (1990) on IMDb

Per la sconfinata serie Animali-Killer ecco a voi Shakma, la scimmia che uccide!
Al Politecnico di non si sa bene dove si svolgono controversi studi medici e si effettuano test farmacologici su animali di vario genere. All'ordine del giorno oggi c'è iniezione nel cervello di un babbuino di un fluido che aumenta l'aggressività del soggetto di centomila volte "ma che ogni tanto dovrebbe avere l'effetto contrario" (???!!). Cosa ciò dovrebbe servire alla storia della medicina o perchè scegliere un feroce babbuino invece che una cavia peruviana sdentata per questo esperimento lo lascio decidere a voi. Beh, si, ovviamente il film avrebbe dovuto chiamarsi ''Salsicciotta - la caviotta che uccide" e non avrebbe probabilmente spaventato molti telespettatori, ma a conti fatti neppure Shakma fa' così paura. Primo perchè i babbuini, benchè pericolosi, con il loro culo spelacchiato non fanno paura a nessuno. Secondo perchè Shakma in realtà è grosso più o meno come un cane da appartamento, quindi non fa' paura neanche per essere un babbuino.

Ma torniamo a noi, prima di perdere il filo della trama; già pochi minuti dopo l'operazione si capisce che qualcosa non ha propriamente funzionato e che Shakma è diventata molto più aggressiva, si decie così di abbatterla con una super dose di tranquillanti, e la si lascia in uno stanzino in attesa dell'autopsia. Evidentemente la dose non era sufficiente.

 La sera stessa, i giovani medici universitari, in combutta con il professor Soresen, hanno organizzato una specie di caccia al tesoro a metà con dungeons & dragons dentro l'edificio deserto. E ''nessuno può uscire dall'edificio fino a quando non viene liberata la principessa". Come anni di b-movies ci hanno ormai insegnato, giovani universitari chiusi in un luogo buio + mostro assassino + dividiamoci = massacro epico in cui se va' bene se ne salva uno. Appunto. Nella quasi totale indifferenza dello spettatore i giovani cadono come mosche sotto i morsi dello scimmiotto e saltella sui muri si accanisce contro le porte ed emette il verso più che di una scimmia di un maiale sgozzato. Tutti sono spaventatissimi tranne lo spettatore.

[SPOILER]
Dopo un tot di peripezie (il film procede in maniera assolutamente regolare e prevedibile) l'ultimo supersiste riuscirà ad ingabbiare Shakma nel forno crematorio del politecnico e a darle allegramente fuoco
[FINE SPOILER]

Per la verità il film ha un discreto ritmo, anche se non è proprio al fulmicotone, e in alcune parti è addirittura godibile. Gli effetti speciali sono abbastanza low-budget ma non volendo esagerare si è riuscito a ricreare un effetto tutto sommato gradevole e non eccessivamente pacchiano. La cosa pacchiana è l'idea, perchè la scimmia assassina veramente non fa' paura a nessuno. Ok, abbiamo visto di tutto, tra cui le lumache assassine, le formiche assassine, i vermi assassini, le rane assassine ecc ecc ecc... ma almeno questi animali fanno ''schifo''. E se un animale non fa' nè paura nè schifo almeno lo si rende gigante o fortissimo. No, Shakma è un normalissimo babbuino, anche un po' sottopeso. Se non avete proprio nulla da fare di meglio, come me oggi pomeriggio, potete intraprenderne la visione, ma vi avviso, non aggiungerà nulla al vostro repertorio e non lascerà molto neanche dentro il vostro cuoricino di shit-hound.

Recensito da: Imrahil

VOTI
TRASH: 72/100

Noia: 70/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 65/100
Presunzione della regia: 43/100
Incompetenza degli attori: 67/100




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SCONTRI STELLARI OLTRE LA TERZA DIMENSIONE (Aka Starcrash)

Di Luigi Cozzi, con Caroline Munro, Marjone Gortner, Christopher Plummer, David Hasselhof. ITA 1978

Starcrash (1978) on IMDb

Stella Star è la migliore nonchè unica guidatrice di navicelle spaziali di tutta la galassia, Akton è un supereroe con dei poteri eccezionalmente straordinari purtroppo concessi ad un uomo eccezionalmente pigro, stupido e svogliato.
Entrambi bighellonano per lo spazio facendosi beffa delle astronavi della polizia spaziale, facendo inversioni a U nelle autostrade spaziali e raggiungendo zone proibite, il tutto dileggiando le pattuglie al loro inseguimento e paventando un'assoluta superiorità verso le autorità.
Nemmeno a dirlo, nel giro di pochi cicli e qualche periodo (unità di misura del tempo in tutto il film che varia dai 15 secondi ai 20 minuti a seconda delle esigenze di scena) vengono catturati, processati e condannati ai lavori forzati, Stella a vita e Akton per 230 cicli.
Non dura però molti cicli la loro prigionia, Stella si stanca presto di buttare palloncini in un buco (questo il suo lavoro) e organizza una rivolta interna tra i lavoratori che si immolano senza motivo per permettere a lei di fuggire.
Nel giro di altri due cicli viene riacciuffata dagli scagnozzi del conte Zarth Arn, che inviano sia lei che Akton alla ricerca della navicella del principe Simon dispersa fra le stelle proibite.
Il motivo di ciò è ignoto non solo a noi, a Stella e ad Akton, ma anche al regista e al cast tutto del film, del resto Stella è la miglior pilota e Akton il miglior navigatore della galassia.
In compagnia di un uomo dalla testa ricoperta di farina, Thor, e un robot chiamato Elle partono alla ricerca.
Il primo pianeta su cui atterrano è abitato da delle scosciate amazzoni molto anni 70' che uccidono gli uomini ma sono sopraffatte dalla forza bruta e invereconda di Stella che riesce a fuggire, al loro inseguimento si lancia (si fa per dire) il più lento, malfermo e scalcinato mostro ferroso della storia che viene abbattuto con facilità irrisoria dall'astronave.

Il secondo pianeta non ha nememno la grazia di un abitante, è un pianeta freddo dove scopriamo del tradimento di Thor che stordisce l'inetto Akton, il quale però resuscita dopo qualche ciclo e sconfigge Thor, qui ci viene rivelato che fra i poteri supernormali di Akton, oltre a creare delle inutilissime luci dalle mani, c'è anche quello di riflettere raggi laser. Nella scena anche un gustoso congelamento di Stella che viene mantenuta in vita da Elle e successivamente scongelata e sbrinata in un grosso forno a microonde.

Arrivano al terzo pianeta, abitato da cavernicoli che fanno letteralmente a pezzi Elle, Stella è salvata all'ultimo da un uomo misterioso che la conduce nella sua grotta.
Scopriamo che trattasi del principe Simon, indossante per l'occasione la maschera di Agamennone spara laser.
Il film, abbondantemente e già da diversi cicli ad un punto morto, non potrebbe affatto proseguire senza qualcosa di totalmente senza senso, e puntualmente eccolo qua:
Arriva Akton, tranquillamente rimasto sull'astronave a pensare a quanto è figo avere superpoteri a propria discrezione anche se sei nato stanco, che si inventa un'altra capacità:  sapere cosa accade nel futuro.
Questo potere risulta indubbiamente utile, visto che conduce dritti dritti i quattro alla sala di comando svelando loro la trama del film.
Purtroppo ad attenderli c'è il conte Zarth Arn che decide di farli saltare in aria con tutto il pianeta, per l'occasione ha anche invitato l'imperatore che arriverà di lì a poco.
Lascia però a sorvegliarli due robot con una sciabola che assomigliano più a due appendini, almeno nel loro muoversi.
Con estrema calma e semplicità vengono presto sconfitti, cade solo Akton, ferito di striscio ma che decide di rimanere lì nonostante le suppliche disperate e lagnose di Stella.
Le suppliche disperate e lagnose di Stella terminano in vero presto, quando si accorge di avere un principe con cui amoreggiare invece che un sottosviluppato con superpoteri inutili.
In quel momento arriva l'imperatore, che quando scopre che il pianeta sta per scoppiare fa quello che un po' tutti gli imperatori spaziali fanno: ferma il tempo per due cicli.
Inizia così la guerra Imperatore versus Conte.

Se il conte spara raggi laser potentissimi, dall'altra parte l'imperatore lancia dei capsulotti gialli che sfondano le vetrate della navicella dell'imperatore, si aprono ed escono due soldati armati di cerbottana che non hanno nemmeno il  tempo di alzarsi in piedi che vengono subito colpiti.
Nonostante questo effetto a sorpresa sia redicolarmente inefficace l'imperatore sacrifica tutte le sue truppe così ed è molto stupito quando si accorge che non ha più un esercito, già scarno in partenza a dire il vero.
Ma è l'imperatore, foriero di idee e strategie di battaglia, non un cretinetti qualunque!
Come fanno i grandi della storia se messi alle strette, decide ancora una volta di contare sull'effetto a sorpresa, e cosa c'è di più sorprendente che attaccare il conte con un'isola spaziale proveniente dalla quarta dimensione?
L'isola pilotata da Stella e da Elle, inspiegabilmente ricomposto ( "il perchè te lo spiego dopo [ il film]" risponde alla sbigottita Stella), si schianta contro l'astronave del conte sorpresissimo da una trovata tanto cialtrona quanto pretestuosa, Elle e Stella si salvano e tronano all'astronave dell'imperatore a nuoto nello spazio.

Plagio clamoroso e senza ritegno di Star Wars (uscito l'anno prima) Star Crash si propone arrogantemente come un filmaccio vigliacco e senza senso, ogni situazione contorta del film è risolta con superpoteri pazzi,  spiegazioni frettolose o addirittura senza motivare l'accaduto.
La piattezza degli attori, lo squallore degli effetti speciali, l'inconsistenza della trama classificano questo film  molto in alto nella nostra classifica, è goffamente evidente la trasposizione nello spazio di personaggi provenienti da un'altra epoca, che rendono cosmico ogni oggetto semplicemente postponendoci la parola "spaziale"  (cannone spaziale, elmo spaziale, tergicristallo spaziale e via dicendo), i costumi poi variano dal completo Luigi XIV in vestaglia del conte alle cuffiette d'oro dei soldati.
Come scritto da Gerry Shamray sul "Sun Newspaper of Cleveland" e come esposto dal nostro Vidur in sede di commento Caroline Munro è l'unico motivo per il quale una persona dotata di cervello dovrebbe vedere questo film. La pellicola ha comunque vinto un non troppo prestigioso Saturn Award nel 1980 come miglior film straniero, era però l'unico in gara (ahimè è vero!)
Insensato, inconcludente, inespressivo, in altre parole: Imperdibile!

Recensito da: Ortnid

VOTI
TRASH: 95/100

Noia: 64/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 95/100
Presunzione della regia: 95/100
Incompetenza degli attori: 89/100


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1 novembre 2011

ZOMBIE SELF-DEFENCE FORCE - Armata Mortale (Aka Zonbi jieitai)


Di Naoyuki Tomomatsu. con Miyu Watase, Jun Yamasaki, Kenji Arai. JAP/2006/Museum

Zonbi jieitai (2006) on IMDb

"Quando non ci sarà più posto all'inferno i morti cammineranno sulla terra."
Il regista omaggia George Romero per bocca di Yuri

"Oh merda!"
Alienino puccioso che viene diviso in due da una katana

Come avrete intuito dal titolo, questo film è una allegra puttanata gigantesca. Appartiene a quel genere di commedia-splatter-horror che ha i suoi fondamenti in Bad Taste di Peter Jackson, la serie di The Toxic Avenger, Tromeo & Juliet e compagnia bella. Solo che questa pellicola è giapponese ed il suo regista è palesemente fuori di melone. Ad avvalorare la mia teoria riguardo la pazzia del signor Tomomatsu, il delirante proclama stile cinegiornale lungo 5 minuti buoni nel quale il regista inneggia alla gloria del popolo giapponese, condanna le stragi di Hiroshima e Nagasaki, inneggia alla ribellione dal neocolonialismo americano sostenendo che le uniche cose buone degli USA siano gli hamburger e George A. Romero (vale a dire il regista di ''Zombie''!!!), convince la nazione della necessità di armarsi contro il nemico cinese e nordcoreano. Il tutto con l'unico ausilio sullo sfondo di una bandiera giapponese riprodotta (male) al computer. Per la verità se vedrete il film scoprirete che questo incipit non è affatto l'unico indice che sostiene la mia tesi.

TRAMA
Un disco volante precipita nei pressi del monte Fuji, in Giappone, e sprigiona delle radiazioni verdastre che risvegliano i morti. Protagonisti della vicenda saranno un gruppo di impreparatissimi soldati giapponesi, una pop-star insopportabile e troia, una donna incinta e Yuri, una lady terminator versione giapponese. Pretesto il più semplice e banale possibile per dare il via ad un'olocausto di zombie, ma visto il tono assolutamente non serioso della produzione ci può anche stare.

Il film è un vero splatter-gore ma i mezzi del regista sono talmente limitati dal far risultare gli sbudellamenti redicoli. A questo va' aggiunta la follia di alcune scelte narrative ed il generale squallore del set (nell'unico interno che compare in tutta la proiezione si può apprezzare il pavimento bellamente ricopreto di pellicola trasparente.. per la serie ''la stanza ve la prestiamo ma non osate sporcare in giro con la vostra merda''). Spruzzi di salsa di pomodoro in assoluta profusione misto a sangue fatto con after effect versione 1.0 beta. Questa è la norma, e già di persè vi assicuro che è assolutamente esilarante, ma il meglio giunge dalle scene madri che con le mie limitate proprietà linguistiche cercherò invano di narrarvi, fallendo sicuramente nel tentativo di rendere loro giustizia.

Scena madre 1: Ho citato una donna incinta pocanzi, e di per se in un film di zombie la sua presenza è assolutamente ininfluente, se non per l'eventuale inserimento nella trama di un fantastico feto-zombie che vola da una parte all'altra della stanza (!!!!) e strangola un malcapitato con il cordone ombelicale (!!!!!!). No, non avete capito, ve lo spiego con un'immagine:



Scena madre 2: Yuri non sa di essere un cyborg, ma un altro militare quando siamo agli sgoccioli glielo rivela. Yuri è un ibrido umano-robot, un supersoldato avanzatissimo (che, tra le altre cose, avrebbe dovuto conquistare l'america vendicando l'impero del sol levante...). Schiacciando il praticissimo bottone presente sul suo molare sinistro, il cyborg si trasforma in cyborg super saiyan di secondo livello, viene circondato dall'aura come Goku e prende una katana e fa' esplodere gli zombie.

Scena madre 3: Fuggendo dal ''boss finale'' (uno spirito giapponese di cui a nessuno importa) il cyborg troverà il disco volante causa di tutto questo quarantotto. Da esso esce un tenerissimo alienino manga che dice ''ciao veniamo in pace vi vogliamo un mondo di bene''. Per tutta risposta verrà affettato come un salame.

[SPOILER]
Il film si concluderà in maniera assolutamente imprevista con alienini incazzati per l'assassinio del loro tenero collega che causeranno una zombie apocalypse su scala planetaria (almeno così ho inteso io: la figata del finale è che si presta a più interpretazioni).
[FINE SPOILER]

Una cagata titanoterica ed assolutamente imperdibile, pensata bene ma realizzata malissimo e con una sceneggiatura tra il risibile e l'inutile. Menzione d'onore per la colonna sonora in midi e gli effetti da console 8-bit. Inoltre il regista nel 2009 ha prodotto il promettentissimo ''Vampire Girl vs Frankenstein Girl" che personalmente non vedo l'ora di visionare.
Perla.

Recensito da: Imrahil

VOTI
TRASH: 93/100
Noia: 61/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 95/100
Presunzione regia: 0/100
Incompetenza degli attori: 79/100





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LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni

Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;

1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.

2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere

3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.

4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.

5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani

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