21 aprile 2024

GRABBERS (aka Grabbers - Hangover Finale, aka L'Invasione degli Ultrasbronzi)

Di Jon Wright. Con Richard Coyle, Ruth Bradley, Russell Tovey, Lalor Roddy. 2012 / The Irish Film Production / Irlanda

Era diventato un piccolo caso al momento dell'uscita nell'ormai lontano (!) 2012 questo Grabbers -sottotitolo e titolo alternativo ovviamente opere dei distributori italiani- horror comedy tutta made in Ireland, capace di riscuotere risate e apprezzamenti nei festival di mezzo mondo, in particolare al Sundance. Peccato però che al momento dell'uscita in sala venne praticamente ignorato, per poi riprendere un certo status di culto nel circuito streaming. 

In effetti non si può volere male a questo filmetto che ha la sola pretesa di intrattenere giocando sugli stereotipi non solo dell'horror, ma anche della cultura irlandese, in particolare quella delle isole, tanto meravigliose quanto ripiegate in loro stesse e dimenticate dal mondo esterno.

In breve, degli alieni succhiasangue invadono l'isola di Erin e toccherà al poliziotto alcolizzato O'Shea e alla sua nuova avvenente collega il compito di sconfiggerli e salvare la gente del villaggio. E il modo migliore è quello di essere ubriachi, visto che gli alieni non sembrino amare il sangue pieno d'alcol!

Stereotipi si diceva, che scorrono a fiumi come la Guinness in ogni pub irlandese che si rispetti: il poliziotto alcolista, la nuova collega carina, la storia d'amore tra di loro, lo scienziato terzo incomodo un po' sbruffone, il beone del luogo, il medico incompetente, una piccola comunità isolata contro una misteriosa minaccia e bla bla bla. Tutto visto e stravisto, ma Grabbers porta in seno una tale levità che ci si passa tranquillamente sopra, anche nella prima parte dove le cose ingranano con un paio di giri di ritardo. 


Molto meglio la seconda, con la festa nel pub e gli scontri frontali con gli alieni, anch'essi caratterizzati da un umorismo citazionista (Alien e i suoi fratelli in primis) che non faranno altro che strapparvi un sorriso o una sonora risata, anche perché i nostri eroi nei momenti clou sono quasi tutti ubriachi fradici. 

Anche gli alieni, tentacolari e con una grossa bocca dentata circolare in mezzo, più che schifosi e spaventosi appaiono grossolani e ridicoli, almeno per chi ha una certa confidenza con film di tal risma


E a questo proposito bisogna fare un plauso ad una CGI che, considerando anno d'uscita e budget, risulta decisamente convincente e molto migliore di tanti film dal portafoglio più gonfio.

Buona anche la regia -eccetto il vizio di concludere ogni scena con una dissolvenza- così come gli interpreti, classe media di cinema e tv irlandese e britannica; in particolare i due protagonisti Richard Coyle e Ruth Bradley, mi hanno dato l'impressione di essersi divertiti un mondo.

Grabbers è un ottimo divertissement per passare una serata spensierata con gli amici, magari bevendo una mezza dozzina di pinte di birra in attesa che un mostro alieno tenti di mangiarvi.

Recensito da: Vidur

VOTI

TRASH: 65/100

NOIA: 41/100

RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: 22/100

PRESUNZIONE DELLA REGIA: 31/100

INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: 35/100


12 aprile 2024

SLAVE GIRLS (Aka Slave Girls from infinity Beyond)

Di Ken Dixon. Con Elizabeth Cayton, Cindy Beal, Don Scribner, Carl Horner. USA / 1987 / TITAN PRODUCTIONS

Slave Girls from Beyond Infinity (1987) on IMDb


Ebbene sì, cari amici, il Vostro Vidur ci è cascato di nuovo. Il titolo sollucheroso, una locandina spettacolare, quella bizzarra commistione tra fantascienza ed erotismo che solo gli anni '80 potevano vantare, mi hanno attratto come un marinaio viene attratto dal canto delle sirene.
E in realtà, questa volta, il tutto non si è concluso con un naufragio, ma con un placido attracco al molo. Slave Girls (From Infinity Beyond) infatti non mente e non tradisce le attese: ti aspetti ragazze discinte e ci sono eccome. Le due protagoniste, Elizabeth Cayton alias Daria e Cindy Beal alias Tisa, sono due gran pezzi di figliole che passano il 99% del film indossando minuscoli bikini di finta pelle di cammello, sexy lingerie di seta oppure nessuna delle due cose.


Per il resto si tratta di un film di fantascienza piuttosto canonico, con alcune idee valide affossate però da un'evidentissima povertà di budget, da una colonna sonora totalmente inadatta e da alcune difficoltà produttive. Nel ruolo principale infatti era stata scritturata originariamente Ginger Lynn, un'attrice pornografica che però venne licenziata dopo tre giorni di riprese, con l'ovvia conseguenza di riduzione di tempo e di aumento dei costi. 

Fatto sta che tutto quello che accade è totalmente decontestualizzato. Non abbiamo idea di chi siano Daria e Tisa, da dove vengano, cosa facciano, perché lo facciano e pure che rapporto c'è tra loro. Sono sorelle, amiche, compagne? Sono soldatesse, mercenarie, guerriere, scienziate, cameriere, cittadine della galassia? E perché e da chi vengono rapite all'injzio del film? E perché girano la galassia in bikini di pelle di cammello? E perché i due soldati incaricati di sorvegliarle quando salgono sull'astronave non cercano di fermarle e si dicono solo "Vabbè, troppo tardi", quando sono là a 10 metri?

Non si sa, però dopo essere fuggite dai due soldati più ebeti dell'universo, le nostre due eroine finiscono dalla padella alla brace, infatti precipitano sul pianeta del fratello segreto di Christian Bale, perché chiaramente quest'uomo è il fratello segreto di Christian Bale. 


Ci vuole poco per capire che il fratello segreto di Christian Bale è un sadico a cui piace cacciare gli essere umani e spassarsela con le pulzelle che hanno la sventura di passargli fra le mani.

Notevoli i due androidi camerieri del fratello segreto di Christian Bale. Uno si fa pure sedurre da una delle due ragazze, perché si sa, anche agli androidi piace la gnagna e poi battibecca con l'altro manco fossero Stanlio e Ollio.

Il finale con un Predator dei poveri che sparisce in un globo blu quando viene colpito e la fuga dell'ultimo minuto prima dell'esplosione del pianeta costituisce quanto di più classico in opere di questa risma, che ha pure il buon cuore di durare meno di un'ora e un quarto. 


Slave Girls vanta un vero e proprio parterre de roi, a giudicare dai curriculum. Il regista Ken Dixon ha diretto ben due lungometraggi oltre a quello in oggetto: Afrika Erotika e Zombiethon, senza contare The Best of Sex and Violence e Filmgore che sono solo raccolte di clip di altri film. Però.

Cindy Beal vanta un altro credito e il doppiaggio di una serie di Dragon Ball, mentre Elizabeth Cayton (o Kaitan, a seconda del film) assomma una serie di B movie che farebbe invidia a Donald Pleasance. Il fratello segreto di Christian Bale che, essendo il fratello segreto di Christian Bale è pure bravino, si è fatto una rispettabile carriera nell'underground e pure la composizione di qualche colonna sonora.  


Vabè, concludo che questa recensione sta diventano più lunga delle sceneggiatura del film stesso. Guardatelo, se avete 94 minuti da buttare e se...no, niente, basta.

Recensito da: Vidur


VOTI

TRASH: 79/100

NOIA: 51/100

RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: 82/100

PRESUNZIONE DELLA REGIA: 41/100

INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: 65/100


VOTO BONUS:

ELIZABETH CAYTON

VISO: 8

FISICO: 8.5

CINY BEAL

VOTO: 8

FISICO: 9

8 aprile 2024

141 A.D Missione in Dacia

Di Octavian Repede, con Alexandru Belciu, Paul Bondane, Alexandru Bornea. Romania 2018

141 A.D. Mission in Dacia (2018) on IMDb
Siamo nel 141 dopo cristo e non tira affatto una buona aria nell’accampamento romano a ridosso del limes dacico. Una cometa ha appena solcato il cielo e quasi tutto l’avamposto, a cominciare dal sudaticcio Prefetto Cornelius Fuffus soffre di una misteriosa malattia che sta decimando la guarnigione.
Per fortuna non tutti i soldati sono stati colti dal morbo, così dopo una dura selezione viene scelto il Centurione Marcus, ovvero il bipede più pigro e svogliato del campo per un’importante spedizione oltre confine.
Tanto tempo prima infatti un tizio, che potrebbe essere un medicus, aveva fatto un disegno su di un foglio di una pianta in possesso di una misteriosa (e disobbediente) popolazione dacica.
Questa pianta, a detta sua, permetterebbe la cura di ogni male.
Tutto a posto quindi, basta mandare il suddetto centurione con un potente esercito di tre legionari (Aquila, Tertius e Nerva) a trovare questa misteriosa (e disobbediente) popolazione delle montagne e fargli riportare indietro questa pianta prodigiosa.

Il medicus che cerca di ricordarsi come si usano le matite
Il medicus che cerca di ricordarsi come si usano le matite

La spedizione, che secondo le pretese del regista dovrebbe durare settimane, ma che chiaramente si protrae per non più di 2 giorni per complessivi 500 metri, si trascina lenta seguendo perennemente lo stesso schema:
  • Il gruppo arriva in un posto (che è poi sempre lo stesso)
  • Il legionario Aquila fa una domanda banale al centurione Marcus, tipo “ dove stiamo andando?
  • Il centurione lo osserva con sguardo spento
  • Non ottenendo risposta un altro legionario mormora “Centurio….”
  •  Il centurione continua a non proferire parola e ad ostentare il suo sguardo beota e perso
  • Il terzo legionario mormora “Centurio…..”
  • Il gruppo riparte e arriva in un altro posto, ripetendo la scena


    Centurio.....

Dopo un paio di ridicole scaramucce con un (disobbediente) popolo dacico a caso e dopo aver perso metà corpo di spedizione (i due legionari di prima) il taciturno centurione arriva in una grotta dove una fanciulla (la principessa dei serpenti o qualcosa del genere) sta riposando con di fianco una pianta.
Il centurione viene morso da un serpente e, senza motivo e molto vigliaccamente, uccide la principessa. Si trova così con una ferita avvelenata insanguinata ed una prodigiosa pianta che cura tutte le malattie fra le mani.
Non ci arriva subito, ma dopo qualche tempo ha la geniale intuizione che forse quella pianta potrebbe salvarlo, ne bruca un po’ e torna all’accampamento. Fine.

Confidavo in meglio, speravo in peggio.
La trama è estremamente semplice ma lineare, i costumi non sono nemmeno fatti male e si sono viste battaglie ben peggiori in questo genere di film, per quanto la scarsità di mezzi a disposizione del regista non permetta evidentemente scene memorabili.
La vera pecca è lo svolgimento, estremamente lento, ripetitivo e noioso, se venissero tolte le scene in cui i soldati scalano la montagna il film durerebbe venti minuti scarsi.
Vedibile ma non troppo.

La "Cima del diavolo", vera protagonista del film


Recensito da: Ortnidus

VOTI

TRASH: 70/100
NOIA: 141 a.d./100
RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: 60/100
PRESUNZIONE DELLA REGIA: 75/100
INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: 75/100




15 marzo 2024

FRATELLO DELLO SPAZIO

Di Roy Garrett (alias Mario Gariazzo). Con Martin Balsam, Agostina Belli, Silvia Tortosa, William Berger. SPAGNA – ITALIA / 1988 / Turbo Films

The Brother from Space (1988) on IMDb

Ci sono film che ti piacciono, ci sono film che ti rimangono dentro, ci sono film che ti fanno schifo, ci sono film che ti fanno odiare l’umanità, ci sono film che dimentichi il secondo dopo averne terminato la visione, e ci sono film che ti fanno dire…boh! Fratello dello Spazio è uno di quei film che mi hanno fatto dire…boh!

Misconosciuto al limite dell’oblio, quest’opera fantascientifica è diretta da Mario Gariazzo, nascosto dal proverbiale pseudonimo angolofono, già apparso su queste sciagurate pagine virtuali per l’imperdibile Incontri molto ravvicinati del…quarto tipo. Ma se quest’ultimo era un pietoso tentativo di commistione tra fantascienza e commedia erotica, la qui presente pellicola dall’abisso è una deprimente e inspiegabile cacofonia visuale il cui senso di esistere sfugge ad umana comprensione. Non per niente il film, una coproduzione italo-spagnola, è sparito nel nulla senza essere pubblicato da nessuna parte per poi rispuntare come un fungo negli ultimi anni, prima grazie al canale TV Iris e adesso, ovviamente, grazie ad Amazon Prime Video, il quale, analogamente ad una ragazza dai facili costumi, non riesce dire di no a nessuno.

La trama vuole che una nave spaziale aliena abbia un'avaria e che gli occupanti finiscano sulla Terra. Ne sopravvive solo uno: un tenero alienino con una tutina argentata e un enorme testone simile ad una prugna secca. L'esercito inizia le ricerche per catturarlo, ma una ragazza cieca che è anche un po’ medium (E CIT. PURE STAVOLTA!), con i suoi due compagni di viaggio, un prete e un'amica, cercherà di aiutarlo a tornare a casa e a difenderlo dagli umani cattivi


Ma quanto erano belli i pupazzini delle Sunsweet???

La già elisissima trama viene ulteriormente martoriata da un andamento pachidermico e maldestro, in cui le cose si ripetono senza soluzione di continuità, come lo sceriffo della città che non fa che andare da un posto A ad un posto B e dire ai suoi sottoposti di andare dal posto C al posto D. 

Crea un certo sconcerto anche l’incredibile flemma, se non quasi indifferenza, con cui alcuni avvenimenti vengono trattati. I tre protagonisti (la cieca, l’amica e il prete) quasi non fanno una piega davanti ad un alienino-prugna con poteri telecinetici, mentre anche le autorità sembrano prendersela con molta calma, tanto che le supposte scene di azione, quasi prive di musica, si svolgono con la stessa intensità di una siesta messicana dopo un pranzo a base di fajitas e sangria. Il riferimento al Messico non è casuale perché la stessa ambientazione povera e desertica, esaspera ancora di più il senso di desolazione e straniamento che il film trasmette.

Il significato recondito è probabilmente quello di un sottotesto religioso: il prete (interpretato da un decrepito Martin Balsam, che tra gli anni ’60 e ’70 aveva recitato in filmetti quali Psyco, Tutti Gli Uomini del Presidente e Assassinio sull’Orient Express) insiste sulla similitudine tra Gesù e l’alienino-prugna: entrambi scesi dalle stelle e dotati di poteri straordinari, alla fine condannati dalla cattiveria dell’uomo. Tra l'altro l'alienino farà il miracolo dando la vista all'ex non vedente grazie ad un visore stile Geordie LaForge, ovvero un pezzo di plastica arancione. Va bene, ma quindi? Il messaggio qual era? Viva Gesù e/o gli uomini sono malvagi e non imparano mai? Boh.


Da segnalare anche gli effetti speciali altamente risibili: pur ammettendo la povertà di budget, non si può non sorridere amaramente di fronte ai modellini simili a dei lampadari delle astronavi schiaffati sopra a delle immagini di repertorio di bassissima qualità; in particolare il fondale statico della terra non sarebbe stato perdonabile neanche in un film di Ed Wood.


Consigliamo di starne ben alla larga e di guardarlo solo se volete essere la quinta o sesta persona nella storia dell’umanità a martoriarsi gli zebedei con questa mediocre montagnola di sterco di mucca.


Recensito da: Vidur

VOTI

TRASH: 78/100

NOIA: 91/100

RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: 84/100

PRESUNZIONE DELLA REGIA: 71/100

INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: 45/100


 



5 marzo 2024

GACY

Di Clive Sounders. Con Mark Holton, Adam Baldwin, Charlie Weber, Tom Waldman, Allison Lange, Edith Jefferson. USA / 2003 / DEJ Productions

Gacy (2003) on IMDb

Dal mare infinito dei film sui serial killer, emerge dall'abisso questo inconsistente "Gacy", filmetto direct-to-video del 2003 che cerca disperatamente di navigare le acque torbide della biografia di uno dei criminali più efferati ed insaziabili della storia recente americana senza però mai veramente salpare. L'opera si immerge nella vita di John Wayne Gacy, un uomo di mezza età che sotto la facciata di cittadino modello, imprenditore edile di successo e clown di quartiere, nasconde un' orrida verità: quella di essere un vorace assassino che in carriera ha ucciso, stuprato e brutalmente torturato almeno 33 ragazzi tra i 14 e i 24 anni, terrorizzando l'intera città di Chicago fino al suo arresto. Sarebbe roba che Jeffrey Dahmer spostati ma, vuoi per la pigrizia generalizzata, vuoi per il basso budget, vuoi per i 20 anni di età che pesano come macigni sulle spalle di questa cenciosa produzione, riuscirà solo ad annoiare e far apparire questo tremendo ed inquietante soggetto come un ciccio-pasticcio qualunque. 

Cucù

Infatti anziché esplorare le profondità psicologiche di Gacy o fornire un'indagine acuta sulle sue atrocità, il film si accontenta di galleggiare in superficie, tratteggiando un ritratto non solo incompleto, ma anche tutto sommato poco lusinghiero del protagonista, lasciando lo spettatore a interrogarsi sul motivo per cui stia perdendo tempo davanti a questa pellicola. Il tentativo di farci entrare nella doppia vita di Gacy si traduce in una serie di sequenze che alternano momenti di (pallosissima) vita quotidiana a esplosioni di limitata violenza e scene sugli insetti che infestano lo scantinato della casa del protagonista. Questo approccio si rivela totalmente incapace di riflettere veramente la complessità o il terrore dei crimini di Gacy. Non aiuta il fatto che a doppiare il protagonista nella versione italiana sia il grande Pietro Ubaldi, il doppiatore di Doraemon e di tutti gli altri personaggi grassi e buffi dei cartoni animati della nostra infanzia. Non perchè faccia un cattivo lavoro, tutt'altro, ma in certe scene ti aspetti davvero che l'assassino se ne esca con un "Non preoccuparti Nobita, adesso tiro fuori...". 

Tanto grottesco quanto peculiare il fatto che John Wayne Gacy in quelle situazioni, come il Doraemon del mondo dei meme, tirasse fuori effettivamente il cazzo. 

Gli attori sono tutti o quasi irrilevanti e non particolarmente capaci. Si salva forse il nostro protagonista Mark Holton, già attore comprimario nel non eccezionalissimo Leprecauno di Mark Jones, che invero offre una performance quasi convincente. Citiamo come unica "stella" la presenza di Adam Baldwin (Il soldato "Animal" di Full Metal Jacket) nel ruolo, consistente in una singola scena, del padre di Gacy. Tutti sembrano quasi stanchi ed annoiati dei loro stessi ruoli, navigando attraverso il copione con l'entusiasmo di chi deve andare all'Esselunga il sabato mattina. La figura di Pogo il Clown, l'alter ego di Gacy e grande contribuente alla perturbante aura che circonda il protagonista è sfruttata pochissimo e male, pur essendo una delle caratteristiche peculiari e trionfando in copertina. Non penso sarei in grado di citarvi una scena memorabile, ma le varie situazioni sono narrate con tanta sciatteria e noncuranza che in certe scene ti chiedi davvero come Gacy sia riuscito a rimanere nascosto per 6 anni. Parliamo di cadaveri trasportati in pieno giorno alla macchina, al gran numero di omicidi operati con in casa mamma moglie e due figlie e l'incontro con arrendevoli poliziotti che lui liquida con agilissimi "Il signor tal dei tali? mai sentito nominare.". Ah ok, allora mi scusi per il disturbo, sarà un caso che lavorava da lei come gli altri cinque ragazzini tutti scomparsi. 

Una delle rare occasioni in cui Gacy appare travestito da Pogo

Gacy è un'opportunità mancata, perchè raramente si ha la possibilità di trattare un personaggio così interessante e che potrebbe avere innumerevoli svolti narrativi. Tipo un certo Stephen King leggendo la cronaca dell'epoca e romanzando il tutto ci avrebbe tirato fuori qualcosa come il Pennywise di It, che tuttora popola gli incubi di così tante persone. Ma è chiaro che se ti chiami Clive Sounders, non hai una pagina su Wikipedia e hai a disposizione un budget di tremila lire, non si può certo pretendere chissà che grandi risultati. 


Recensito da: Imrahil


TRASH: 48/100

Noia: 87/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: -/100

Presunzione della regia: 11/100

Incapacità degli attori: 78/100





LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni

Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;

1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.

2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere

3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.

4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.

5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani

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