28 novembre 2010

AGAINST THE DARK (aka Last Night - Morte Nella Notte)

Di Richard Crudo con Steven Seagal, Tanoai Reed, Jenna Harrison USA, 2009, Metro-Goldwin-Mayer
Against the Dark (2009) on IMDb

Delusione, cocente delusione. Ecco come descrivere in poche parole questo “Last Night – Morte nella notte”. Forse sono stato tradito dalle mie eccessive aspettative, ma che ci volete fare, mica capita tutti i giorni di poter assistere allo scontro tra Steven Seagal e orde di vampiri! Purtroppo questo semplice concetto é stato realizzato in maniera talmente sciatta da risultare avvilente. Partiamo dalla trama: all'inizio ci viene raccontato che un virus misterioso si diffonde nel mondo, i contagiati si trasformano in vampiri, abbiamo da una parte le orde di vampiri che avanzano, dall'altra gli uomini che cercano di resistere rifugiandosi in poche roccaforti sotto la protezione dell'esercito. Abbiamo dunque un gruppo di civili umani che cerca scampo in una città infestata dai vampiri, e sceglie di rifugiarsi in uno ospedale, il quale é guarda caso infestato dai vampiri (come il resto della città peraltro) e nel quale oltre i vampiri si trova un gruppo di armati, che capitanati da Steven Seagal, hanno come hobby l'uccidere i vampiri, ma non é finita qua, quell'ospedale é pure l'unico edificio della città che l'esercito ha deciso, senza apparente motivo, di distruggere bombardandolo!
Ora, volendo soprassedere sulla scarsissima originalità della trama (la città abbandonata, gli infetti che inseguono i sani, i militari ottusi e via dicendo), quello che rende veramente avvilente la visione del film é la totale assenza di eventi di rilievo che caratterizza tutta la durata del film! In pratica lo svolgimento é il seguente, il gruppo di civili gira per l'ospedale alla ricerca di cibo e medicine, usando l'astuta tattica del dividersi il più spesso possibile, un po' alla volta i vampiri li attaccano, quelli scappano, alcuni di loro muoiono mentre altri vengono salvati da Steven Seagal e dai suoi, e si va avanti così per un'ora e venti fino all'esaurimento dei civili da dare in pasto ai vampiri o da far salvare a Steven; a quel punto tutti si decidono finalmente ad uscire dall'edificio, si salvano e l'edificio viene distrutto, fine. Zero snodi narrativi, zero colpi di scena, zero pathos.
Cioé io dico, ma se non hai uno straccio d'idea (usare parole come ispirazione mi sembra fuori luogo), era proprio necessario, caro Richard Crudo, girare un film? Tra l'altro la confezione tecnica é più che dignitosa, vedi il make up dei vampiri, quindi asinaccio che non sei altro avevi pure un budget decente a disposizione!
E il buon Steven? Purtroppo può fare ben poco per salvare il film, un po' per colpa sua, ormai é in una forma fisica pietosa, quando fanno primi piani della sua faccia sembra di vedere Luciano Gaucci, ma bisogna anche riconoscere che il personaggio che gli hanno affibbiato é improponibile. Lo hanno conciato con un impermeabile di pelle e uno spadone in stile Blade dei poveri, non solo, Mr Crudo ha pure l'assurda pretesa che ogni frase pronuncita da Steven (in tutto 5 o 6 e tutte assolutamente insignificanti), debba sempre e per forza suonare con una frase ad effetto, quindi abbiamo dialoghi del tipo:

“Tu chi sei?”
“Il mio nome é Tao”
Parte la musichetta: tadadadan!!!

Ah beh quindi ti chiami Tao... Sticazzi...

Recensito da: Azagthoth

VOTI:
TRASH 52/100
Noia 92/100
Ridicolaggine effetti speciali 45/100
Presunzione della regia 88/100
Incapacità degli attori 70/100

22 novembre 2010

HERCULES NEGLI INFERI (aka Hercules nell'inferno degli dei)

Di Bill Norton, con Kevin Sorbo,  Gino Bramieri Anthony Quinn, Tawny Kitaen. USA/1994
Hercules in the Underworld (1994) on IMDb
"Mangia. Diventa Alto." 
Kevin Sorbo su Spaghetti n° 5 Barilla

Hercules ormai non è più un giovane scavezzacollo.  Ha messo su famiglia ed ha tre pargoli. Sta giocando amabilmente con loro quando viene richiamato da un ragazzino proveniente dalla vicina città: un gigante sta ballando la quadriglia sulle schiene dei contadini locali. Ordinaria amministrazione per il prestante e capelluto Kevin Sorbo, che si esibisce nelle vesti del suo personaggio principe (dopo l’istruttore di basket americano dello spot della Barilla, si intende..) in questo lungometraggio direct-to-video basato sulla serie tv che ha spopolato a partire dalla metà degli anni 90. Fatto polpette (anzi, spiedino) del gigante Hercules se ne va’ a casa, da una botta alla moglie, batte il ferro insieme ad un centauro. Insomma, una vita tranzolla. La svolta della pellicola, che per ora sembra sembra intitolarsi "Hercules in pantofole a casa", viene data dall’arrivo di una giovine ed avvenente ragazzina che chiede il disperato aiuto dell’eroe delle dodici fatiche: nel suo villaggio si è aperta una voragine. La sedentarietà di Hercules e la sua poca dimestichezza con le voragini di qualsivoglia genere portano ad un iniziale rifiuto dell’eroe, ma alla fine l’insistenza e la figaggine della ragazzina lo convincono. La moglie, che effettivamente è un cesso, teme che Hercules glielo appoggi tempo zero, il centauro intanto lo appoggia alla moglie però poi muore mentre glielo appoggia.. insomma sta diventando un casino. Certo, è costruito come una serie tv, ma non si possono mettere troppe sottotrame in un film, se no mandi il cervello della gente in pappa. Per farla breve nel villaggio si era aperto un buco di collegamento con il mondo dei morti ed Hercules va’ e dopo un tot di peripezie lo chiude. Il film non è nulla di particolaree sembra effettivamente di vedere una puntata di Hercules/Xena/Young Hercules eccetera: effetti CGI poverissimi, insulti di volgarità massima come ‘Marrano’ o ‘Bifolco’ e grazie al cielo anche un paio di scene confuse e memorabili. In particolare quella che vado a descrivere ora: Hercules tanto per cambiare non sta facendo nulla e sta guardando la voragine. “non ce la farò mai” si dice “rischio di morire” “che sbatti” “ora ho dei figli” eccetera. Giunge alla conclusione che sia di gran lunga meglio andarsene e lasciare il villaggio infestato nella merda; è mentre sta partendo che indossa il mantello che gli aveva donato sua moglie, il quale cerca di strangolarlo (!). Dopo una lotta furibonda l’eroe se ne libera ed esso esplode (!!), si trasforma in un pavone (!!!). Alla vista di ciò Hercules si mette a correre fortissimo urlando cose a caso e si getta nel mondo degli inferi senza apparente motivo (!!!!!!).
Ci sono altre perle sparse, tipo uno che aveva sgrippato e stava radendo al suolo una città perché si era scottato con la minestra (!) ma è roba discretamente rara. Un film fondamentalmente senza senso che ho recensito esclusivamente perché Azagtoth mena il torrone che ne ha recensiti più di tutti gli altri.

Recensito da: Imrahil

VOTI
TRASH: 62/100
Noia: 68/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 66/100
Presunzione della regia: 51/100
Incompetenza degli attori: 45/100






Se ti piace guarda anche: La serie tv omonima o un'altra serie tv povera in costume. Oppure la pubblicità della barilla. 

21 novembre 2010

GRAZIE PADRE PIO

Di Amedeo Gianfrotta con Gigione e Jo Donatello ITA, 2001, Nobile e Rossini Associati

Grazie Padre Pio (1999) on IMDb

“ Un tipo strano mi ha detto di darti queste mille lire e di dirti: che le grazie si ottengono con la fede e non con i soldi”

“Grazie Padre Pio” é uno dei grandi capolavori del cinema trash, protagonisti assoluti di questo piccolo (e breve, circa 40 minuti) gioiello sono il cantante Gigione e il di lui figlio, anch'egli cantante, Jo Donatello. I due, abbandonando il loro repertorio tradizionale (basato su canzoni tipo ti piace il gelatino, uno due tre il biscotto in bocca a te) decisamente biricchino, cambiano registro, ma non qualità, per celebrare la loro devozione al santo di Pietralcina.
La storia inizia così con Gigione che se ne va in tourneé, il figlio Jo Donatello ci rimane male, perché sperava di poter realizzare il suo sogno ovvero cantare con il padre:

“...avevi promesso?!”
“E manterrò la promessa, canteremo assieme”
”Ma quando?”
“Appena torno”
“Tra un mese?!”
“Tu sei giovane, un mese passa in fretta, ti raccomando pensa a studiare e stai attento a mamma”

Jo Donatello però é un giovane scavezzacollo, così invece di studiare se ne va a pranzo a Posillipo con gli amici, tra i quali c'é Sara, a cui deidica una delle tre canzoni presenti nel film. Ora soffermiamoci un'attimo sulla recitazione, sin da questi primi minuti é evidente che siamo su livelli indecorosi; prendete una recita parrochiale, togliete gli interpreti dotati di un minimo di talento naturale, e tenete gli altri, ecco forse adesso potete farvi una minima idea delle vette che raggiunga la recitazione in questo film. Non solo la dizione latita, ma persino la correttezza della grammatica é del tutto assente, a riprova l'immortale dialogo tre Jo Donatello e Sara:

“Scusa Donatello, non perché non mi piace...”
“Non ti é piaciuta la canzone?”
“No anzi mi é piaciuta tantissimo”
“Perché sei triste?”
“E' che penso a tutta quella gente che soffre e combatte quotidianamente per la liBBertà”
“Già questo rattrista molto anche A me”
“Ma adesso basta! Via la tristestezza non stava forse per baciarmi?”

Dopo questa epocale scena, Jo Donatello, per raccogliere soldi per aiutare Sara e la sua causa, si mette sotto la protezione di Don Franco ed inizia a vincere corse clandestine di auto (roba talmente ridicola, che al confronto persino quelle di Speed Demon riescono a fare un figurone), conquistando così il cuore di Sara. Se nonché Gigione torna a casa, e trova la moglie afflitta perché Jo Donatello non studia, non torna a casa, sta fuori la notte e via dicendo... Gigione da buon padre decide di affrontare Don Franco, ma il suo tentativo fallisce miseramente, allora decide di giocarsi il tutto per tutto e di andare a Petralcina a chidere una grazia a Padre Pio.
Jo Donatello, dopo aver detto addio a Sara, che parte per andare in aiuto della gente che combatte per la libertà, torna a casa ma qui non trova suo padre ma solo sua madre:
“E papa andò sta?”
“A Petralcina, a chiedere una grazia”
“Che grazia?”
“Che quello ti fa tornare a casa e ti fa uscire da quel brutto giro”
“Già avuta, vado a prenderlo io. Mammà di' ai ragazzi del complesso di farsi trovare al ristorante La Villa stasera é festa grande... Mammà e quella gente non era poi tanto brutta” (per carità non offendiamo la criminalità organizzata).
Nel frattempo Gigione se ne é andato a Petralcina, regalandoci, durante il viaggio in pullman, una delle vere chicche di questo film ovvero una canzone su Padre Pio. Qui infine incotrerà il figlio, con memorabile abbraccio tra i due. Nel trionfo dei buoni sentimenti il film si conclude al ristorante La Vela, dove i due, finalmente non più in singolo ma in duetto, eseguono una canzone dal refrain trascinante: “E dai cantiamo insieme, cantiamo questa canzone, che ci dà figlio mio tante emozioni, nanainanaina nanainanaina nanana...”
Cult

Recensito da: Azagthoth

VOTI
TRASH: 97/100
Noia 79/100
Ridicolaggine degli effetti speciali np
Presunzione della regia 82/100
Incapacità degli attori 99/100

13 novembre 2010

KILLER BASH (aka Vendetta di Sangue)


Di David Decoteau con Raquel Riskin, Cory Monteith, Sebastian Gacki. USA/2005/Rapid Heart

Killer Bash (2005) on IMDb

Il giovane Robert Hyde viene ucciso per sbaglio dai membri della confraternità “Delta Boys”, gli anni passano, finché il suo spirito desideroso di vendetta, non si reincarna nella giovane studentessa Becky.

Ma come ancora un film di Decoteau?!
Ebbene si, ancora una volta mi accingo a recensire una pellicola di David Decoteau, che volete farci, ormai per me é una missione a cui non posso sottrarmi.
Venendo al film, ci troviamo di fornte alla solita pellicola in pieno Decoteau style, non lasciatevi abbindolare dalla trama che vuole come protagonista una ragazza, a farla da padrone saranno come sempre i giovinetti definiti in boxer. Insomma sapete cosa aspettarvi, ragazze con pigiamoni che vanno dalla caviglia alla gola e ragazzoni in boxer e calzini che si strusciano a destra e a manca.
Ma allora cosa permette a questo Killer Bash di ottenere una valutazione così alta? Cosa lo rende, a mio giudizio, così meritevole di una visione?
Innanzitutto la presenza nel cast di Sebastian Gacki, qui al terzo film con David, il quale dopo aver interpretato la parte del giovane sbarbatello in Brotherhood IV e quella dell'implacabile angelo vendicatore in Beastly Boyz (non due film qualsiasi tra l'altro, ma due pietre miliari del cinema decoteaniano, già recensite in questo blog), qui si erge a mattatore assoluto della pellicola. E' lui a divorarsi la scena ogni volta che entra in gioco, denudandosi ad ogni occasione, bagnandosi i pettorali con qualsiasi liquido, versando della vodka nei boxer dei giovinetti durante il rito d'iniziazione (si, ve lo giuro, fa pure questo) e via dicendo. Insomma, pur non essendo protagonista, riesce a dominare la scena con la personalità di un veterano.
E non é tutto, per sollazzarci David ci regala una girandola di uccisioni ultra ridicole, che meritano di essere elencate una ad una:

SPOILER:
La mattanza di giovinetti si apre con un ragazzo soffocato dal suo stesso bilanciere; il tutto accade nell'indifferenza dei suoi compagni troppo impegnati a pomparsi per accorrere in suo aiuto (della serie fitness or death). Segue la morte di un confratello, il quale durante un allenamento di calcio, inciampa goffamente e picchia la testa contro un gradone di granito. E per chiudere in bellezza il terzo muore soffocato da uno sneakers.
FINE SPOILER

Autentica ciliegina sulla torta é poi l'apparizione di un ragazzo in boxer, la quale può essere considerata la più pretestuosa che la storia del cinema di Decotau (ergo della cinematografia mondiale) ricordi.
In pratica, un ragazzo esce da un portone, scende in strada ed inizia a palleggiare, ovviamente tutto ciò in boxer. Cos'é qualcosa non va? Non dite che non vi é mai capitato nulla di simile...

Recensito da: Azagthoth

VOTI:
TRASH 88/100
Noia 71/100
Ridicolaggine degli effetti speciali 72/100
Presunzione della regia 40/100
Incapacità degli attori 78/100



9 novembre 2010

MORTUARY – OBITORIO

Di Howard Avedis, con Christopher George, David Wallace, Bill Paxton. USA/1983

Attirati dall'assoluto squallore della confezione del DVD, totalmente privo di alcuna informazione in merito a regista, attori o quant'altro, decidiamo di buttarci su questo misterioso “Mortuary” (da non confondere con l'omonimo film di Tobe Hooper del 2005, una merda inguardabile).
Mai giudicare un libro dalla copertina si dice, ma in questo caso possiamo tranquillamente affermare che la povertà della confezione, rispecchia pienamente la fiacchezza e la prevedibilità di questo film.
Il prologo ci mostra l'assassinio del Dottor Parsons nella sua piscina. Anni dopo Greg e il suo amico Josh si recano alle onoranze funebri dove lavorava Josh, per recuperare dei copertoni in qualità di risarcimento per l'ingiusto licenziamento (che fa anche rima). Lì scopriranno però il capo di Josh, il signor Andrews, e la madre della ragazza di Greg, Christie, impegnati in una seduta spiritica. Mentre Greg è ancora intento a guardare la seduta, Josh viene brutalmente ucciso da uno strano individuo col mantello e il face painting. Da qui in poi, Greg e Christie, cominceranno a cercare Josh e a scoprire chi è l'assassino. Intanto la ragazza continua a soffrire di incubi e sonnambulismo per la drammatica morte del padre, il dottore ucciso all'inizio.
Sembra un po' contorto, ma in realtà non lo è affatto, tanto più che nei primi quaranta minuti non succede assolutamente nulla e il ritmo è catatonico. Nella seconda parte si ravviva un po' con il rientro in scena dell'assassino, la cui identità misteriosa è talmente scontata da far cadere le palle.
[SPOILER]
Ovviamente si tratta dello strano figlio di Andrews, Paul, interpretato da un giovanissimo Bill Paxton (Apollo 13), che offre una prova più che dignitosa, soprattutto se raffrontata alla totale insipienza del resto del cast.
[FINE SPOILER]
In realtà “Mortuary” non è così male: dalla seconda metà in poi il film riprende ritmo e si lascia abbastanza vedere e c'è anche una discreta quantità di cagate con cui farsi quattro risate, in particolare nell'infinita sequenza dell'inseguimento.
Per gli amanti, c'è anche una buona quantità di splatter, un paio di tette e anche un interessante finale aperto, totalmente inutile e senza senso.
Insomma ci troviamo davanti ad un prodotto mediocre un pò in tutti i settori, del tutto perdibile ma con qualche spunto divertente e affascinante.
Solo per i duri e puri.

Recensito da: Vidur

VOTI
TRASH: 72/100
Noia: 75/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 56/100
Presunzione della regia: 81/100
Incompetenza degli attori: 45/100

SE TI PIACE GUARDA ANCHE: i thriller/horror anni '80 che fanno su 7 Gold a mezzanotte (se non c'è un porno).

LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni

Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;

1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.

2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere

3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.

4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.

5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani

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