13 gennaio 2014

CLOUD ATLAS

Di Tom Tykwer, Andy e Lana Wachowski. Con Tom Hanks, Halle Berry, Jim Broadbent, Hugo Weaving, Jim Sturgess, Hugh Grant, Susan Sarandon. USA/2012
Cloud Atlas (2012) on IMDb
Ve l'avevamo detto che Pellicole dall'Abisso will never die ed eccoci ancora qua, non si sa per come e per quanto, ma eccoci qua, anche solo per condividere ciò che ho appena visto. Ciò che ho appena visto si chiama 'Cloud Atlas', ma avrebbe dovuto chiamarsi 'Delirio totale senza senso, di 6 storie parallele che non c'entrano un cazzo le une con le altre, in cui degli attori famosi interpretano personaggi diversi indossando delle ridicole parrucche'.

Adesso, non voglio fare lo snob e voglio anche essere giusto: 'Cloud Atlas' non è un brutto film. Ed è questo che sconcerta, così come sconcerta il fatto che mi è impossibile stabilire se i fratelli Wachowksi (quelli di 'Bound-Torbido Inganno' e, vabè, 'Matrix') siano dei geni, dei cialtroni o ci prendano solo per il culo. Forse l'ultima ipotesi è quella più accreditata. Perché non si può credere che qualcuno possa prendere sul serio questo film. Che è anche subdolo: perché per tutta la durata (e sono ben 172 cazzo di minuti) ti chiedi se tutto quello che stai guardando prima o poi avrà un senso, un nesso logico, una spiegazione...no. No, niente di tutto ciò. Perché la reazione, unica, ultima e possibile è: 'ma che cazzo???!!!'

Dunque. C'è una popolazione primitiva che parla come Luca Giurato che viene visitata da una razza superiore. C'è un musicista gay negli anni '30 che va a vivere da un vecchio compositore. C'è una giornalista nera negli anni '70 che cerca di incastrare le lobby del petrolio. C'è un avvocato-commerciante di schiavi nell'800 che fa amicizia con un nero. C'è un editore nel presente che, braccato dagli strozzini, viene rinchiuso in una casa di riposo dal fratello. C'è una cameriera robot coreana di un fast food che nel 3000 viene liberata dal Keanu Reeves dei poveri per dar vita ad un qualche movimento di ribellione.

Basta, rispetto alla 'trama' non dirò altro, perché sarebbe lungo, noioso e incredibilmente arduo descrivere tutti gli sviluppi di tutte le storie. Quello che mi preme dire è che i segmenti, presi singolarmente, sono anche realizzati bene e interessanti, tralasciando quello pseudocomico - assolutamente nonsense e con delle scene degne di Carlo Vanzina - del vecchio editore chiuso nella casa di riposo e che organizza la fuga con degli altri vecchietti. Ma ciò non basta per dare un minimo di coerenza ad un pastrocchio indefinito, pretenzioso, prolisso e che si bea della sua cripticità, mettendo lo spettatore in una costante posizione di sconforto e smarrimento.

Perché la storia di 'siamo tutti interconnessi, dopo la morte si apre un portone, le vite passate, la reincarnazione, le tue azioni si ripercuoteranno per secoli, quelli che hanno una voglia a forma di cometa sono speciali', può anche essere un concetto valido e interessante, ma esprimerlo prendendo 6 storie parallele in 6 diverse epoche che alla fine della fiera, non si interconnettono praticamente MAI, è più che altro uno sterile esercizio di stile. Una carnevalata inutile e incomprensibile. Per non parlare della tragica idea di far interpretare tutti i personaggi principali dei segmenti agli stessi attori, truccati per l'occasione. E se qualcuno può essere azzeccato, altri sono solamente ridicoli tipo la coreana resa bianca e irlandese nella storia ambientata nell'800, Tom Hanks biondo negli anni '70, Hugh Grant vecchio nel presente e pure qualche travestito (maschio-femmina ma anche femmina-maschio) sparpagliato qua e là.

Ora, a me i film particolari, che ti fanno riflettere, che ti danno spunti di riflessione, che ti lasciano basiti, che ti fanno chiedere 'ma che cazzo ho appena visto?' piacciono (bellissimo a tal proposito, il recente 'Le streghe di Salem' di Rob Zombie), ma ci deve essere un limite. E il limite in 'Cloud Atlas' viene travalicato troppe volte. Perché troppo è proprio la parola cardine di questo film: troppe storie, troppi personaggi, troppi attori, troppi trucchi, troppi nasi finti, troppe cazzate, troppo lungo e troppa poca gnocca.

Epico? Sicuramente. Visivamente straordinario? Certo. Coraggioso? Assolutamente sì. Pericolosamente al confine tra opera geniale e stronzata galattica? Non sarebbe su Pellicole dall'Abisso.
E quindi, si ritorna alla domanda dell'incipit. I Wachowski sono dei geni, dei cialtroni o ci prendono per il culo? O forse dei geni che ci prendono per il culo? Non lo so. Forse lo scoprirò nella mia prossima vita, quando sarò un musicista coreano che viene rinchiuso in casa di riposo da suo fratello, mentre indago sulle lobby del petrolio in una tribù primitiva che tratta gli schiavi.

Recensito da: Vidur

VOTI
TRASH: 81/100
Noia: 66/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 10/100 (però 'ste cazzo di parrucche...)
Presunzione della regia: 100/100 (o 0, decidete voi o chiedetelo ai Wachowski)
Incompetenza degli attori: 31/100 

SE TI PIACE GUARDA ANCHE: non so, un caleidoscopio.

LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni

Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;

1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.

2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere

3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.

4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.

5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani

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