26 marzo 2023

PELLICOLE AFFIORATE IN SUPERFICIE (Parte 2): Altri 10 B-Movies che ce l'hanno fatta

LE IENE – 1992, Quentin Tarantino

Budget: $ 1.200.000

Botteghino: $ 2.900.000

“Ve lo dico io di cosa parla Like a Virgin.”

Lo sapevate che il budget era così basso che gli attori erano gentilmente incoraggiati ad usare i propri abiti, tanto che Mr. Pink indossa dei jeans neri e non dei pantaloni di un vestito? Così, per dire una cosa che forse non tutti sanno di un film di cui tutti sanno tutto e che ha tenuto a battesimo uno dei cineasti più influenti degli ultimi trent’anni. A partire dall'estetica, per passare dai dialoghi, alla colonna sonora, Reservoir Dogs (titolo originale) è un film praticamente perfetto, indimenticabile, iconico, derivativo eppure originalissimo. Gli incassi ai tempi non furono clamorosi, eppure questa ora e quaranta, opera di un regista esordiente - con una testa enorme e affetto da una certa logorrea verbale - che parla di una rapina finita male di cui non ci viene mostrato neanche un fotogramma, ha stabilito dei nuovi standard per il cinema di genere, generato un’infinita serie di cloni e ispirato un popolarissimo programma televisivo. Scusate se è poco.

"Non do mance, così potrò finalmente comprarmi i pantaloni di un completo"



TREMORS – 1990, Ron Underwood

Budget: $ 11.000.000

Botteghino: $ 16.600.000

6 seguiti e una serie TV

“Sai volare testa di cazzo??? Sai volare testa di cazzoooooo???!!!”

È una tarda sera di estate, state facendo zapping davanti alla TV, quando vi sintonizzate su Italia 1 ed eccoli, bellissimi e inconfondibili: i vermoni di Tremors! Fate un sorriso, pensate: “Vabè, l’ho già visto cinquanta volte…Guardiamolo per la cinquantunesima!”. Nato come un omaggio ai B-Movie anni ’50 con i mostroni atomicamente modificati, Tremors è un vero spasso e un piccolo gioiellino: storia semplice ed efficace, personaggi a cui viene naturale affezionarsi, ritmo sostenuto, effetti speciali credibili e il fatto che non ci venga spiegato nulla sulla natura dei mostri del sottosuolo è solo un altro punto a favore. Mostruosa anche l’infinita serie di seguiti straight to video, le cui sole costanti sono la loro merdosità e la presenza di Michael Gross.

"Gnam!"




STARSHIP TROOPERS – 1997, Paul Verhoeven

Budget: $ 100.000.000

Botteghino: $ 122.000.000

4 seguiti

“L’aeronautica pensi a volare, la fanteria pensi a morire!”

Un governo mondiale militare e parafascista, astronavi, insetti alieni giganti, soldati che sparano ad insetti alieni giganti con fucili d’assalto, bombe, esplosioni, cervelli succhiati, arti amputati, one-line indimenticabili, belle figliuole discinte e Michael Ironside…Che diavolo volete di più??? Altro film che ha avuto una seconda vita con il noleggio di videocassette e DVD dopo il passaggio in sala, con orde di ragazzini a cui era stato negato l’accesso al cinema, ansiosi di vedere tutte quelle figate citate all’inizio. Seguiti di basso livello, videogiochi e numerose ipotesi di reebot, poi per fortuna sempre abortite, sono l’eredità di questa opera assolutamente cult di Verhoeven. No, della satira politica non ce ne frega un cazzo.

"Mi piace l'odore di un aracnide sventrato al mattino"




LA CASA – 1981, Sam Raimi

Budget: $ 350.000

Botteghino: $ 2.900.000

3 seguiti, (un quarto in uscita), una serie TV, un reboot


"Beh, non è Via Col Vento, ma magari riusciamo a tirarci su qualche soldo"
Irvin Shapiro, produttore, dopo aver visto La Casa per la prima volta.

La Casa ha proiettato Sam Raimi nell’olimpo delle produzioni hollywoodiane, stravolto in modo totalizzante la vita e la carriera di Bruce Campbell, inventato un nuovo sottogenere horror (le case infestate!), dato vita ad una pletora di seguiti ufficiali e apocrifi, serie TV, videogiochi, fornito un’ispirazione sterminata per fumetti, musica e qualsiasi altra forma d’arte. Non male per un film costato 350.000 dollari, girato da un regista di vent’anni, in una catapecchia, aiutato da una combriccola di scappati di casa (ahaha! Capita, no?). La sua artigianalità primitiva sprigiona sudore e passione da ogni poro ed è proprio questo il motore trainante di un film che spaventa, diverte e intrattiene lo spettatore con una serie di allucinazioni visive che hanno fatto semplicemente scuola. Originariamente avrebbe dovuto chiamarsi Book of Dead, ma i distributori spinsero per escludere riferimenti letterari che avrebbero potuto scoraggiare i ragazzini, ottima mossa! La Casa è poi riuscito in un altro miracolo: produrre un seguito superiore all'originale, ovvero il leggendario L'Armata delle Tenebre.

  "Groov..." ah, no, nel primo non lo dice.



LA MOSCA – 1986, David Cronenberg

Budget: $ 15.000.000

Botteghino: $ 60.000.000

1 seguito

"A cosa sto lavorando? Uuumh, sto lavorando a qualcosa che cambierà il mondo e la vita dell'essere umano così come la conosciamo!"

Raro caso di film fenomenale sotto praticamente ogni aspetto: storia, dialoghi, recitazione, regia, effetti speciali e spietatezza nel mostrare il peggio del peggio. La metamorfosi di Seth Brundle è un indimenticabile e terrificante discesa agli inferi, i cui effetti mostruosi sul fisico e la psiche dell’eccentrico scienziato ci vengono mostrati con dovizia di particolari e con compiaciuta perversione. I vari stadi della trasformazione sono impressionanti ancora oggi e solo uno con la genialità e la classe di Cronenberg avrebbe potuto gestirli in modo così efficace e disturbante. Semplicemente uno dei migliori horror di tutti tempi, essenziale quanto visionario, ancora quasi impareggiabile.

"Cucù!"



CANNIBAL HOLOCAUST – 1980, Ruggero Deodato

Budget: $ 100.000

“Continua a girare!”

Un dono e una dannazione: questo è stato Cannibal Holocaust, non solo per il regista Ruggero Deodato (ciao Ruggero!), ma anche e soprattutto per tutto il cinema di genere. Uno dei film più celebri della storia, uno dei più censurati, uno dei più disprezzati, uno dei più imitati, uno dei più citati e, semplicemente, uno dei più belli. L’accecante verde della giungla colombiana, le efferatezze compiute dai protagonisti, la straniante colonna sonora di Riz Ortolani, effetti prostestici mozzafiato e una camera a mano che ti proietta direttamente dentro l’azione, fanno di Cannibal Holocaust non un film cult, ma IL film cult per eccellenza. La traccia lasciata dall'opera di Deodato non accenna ad affievolirsi neanche dopo quarant'anni dalla sua uscita, anzi; il fascino non fa che aumentare e Cannibal Holocaust rimane un punto di riferimento a cui molti registi tendono a continuare a guardare e l'esplosione del genere "found footage" che ha imperversato negli ultimi anni ne è la testimonianza. Impossibile stabilire con precisione gli incassi visti gli innumerevoli problemi di censura affrontati praticamente in tutto il mondo, in Italia si stima un incasso di circa 360 milioni.

"Mi raccomando, Luca, primo piano sull'impalata..."




BEETLEJUICE – 1988, Tim Burton

Budget: $ 15.000.000

Botteghino: $ 75.000.000

"Lift six foot, seven foot, eight foot, BUNCH!"

Tutto Tim Burton in un lampo: horror, gotico, commedia e musical. La seconda opera del regista di Burbank, fu un inatteso successo finanziario e il trampolino di lancio per uno degli autori più riconoscibili e profittevoli degli ultimi anni. Merito di tantissime trovate originali, sia concettuali che visive, che trasportano lo spettatore in una bizzarra e grottesca favola nera e cartoonesca, in cui Michael Keaton è assoluto mattatore nonostante il ridotto minutaggio sullo schermo (neanche un quarto d'ora!). Peccato per la proverbiale legnosità di Geena Davis e un Alec Baldwin assolutamente fuori parte. Per il 2024 è atteso un sequel, forse diviso in due parti, confermati Keaton e Wynona Rider nel cast. Ne lasciassero stare uno...

Il sogno di ogni uomo



DONNIE DARKO – 2001, Richard Kelly

Budget: $ 6.000.000

Botteghino: $ 7.000.000

1 seguito

"28 giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi..."

“Ho visto un film strano, sicuramente non lo hai mai sentito nominare...è figo, anche se non ci ho capito un cazzo!”. Questo è il modo in cui sono venuto a conoscenza di Donnie Darko a seguito di una conversazione con un amico ed è probabile che la storia si sia ripetuta innumerevoli volte, visto che al botteghino il film di Kelly non ha guadagnato quasi nulla, salvo poi diventare un fenomeno di costume, soprattutto tra i g-g-giovani. Il mix tra problemi adolescenziali, filosofia, fisica quantistica e viaggi nel tempo è tanto ambizioso, geniale, originale e splendidamente confezionato, quanto criptico e metaforico. Proprio la sua difficile interpretazione è diventata col tempo un punto di forza del film, tanto che svariate teorie prosperano ancora su internet a più di vent'anni dalla sua uscita. Per l'allora ventiseienne Richard Kelly si è trattato di una sorta di Quarto Potere: così come Orson Welles, Kelly ha toccato l'apice al primo film e da lì è stata soltanto discesa.

"Chissà se piove"




VENERDI 13 – 1980, Sean S. Cunningham

BUDGET: $ 550.000

BOTTEGHINO: $ 40.000.000

9 seguiti, un crossover, un reboot

“Ki ki ki ma ma ma…”

Progenitore di tutti gli slasher e di una serie interminabile di seguiti, reboot, parodie e cloni quasi tutti malriusciti, fu una vera rivelazione e un botto inaspettato, spinto anche dal successo del quasi omologo Halloween. Ad essere onesti, il film non è davvero nulla di che, soprattutto visto con gli occhi di oggi: noioso, dozzinale, scontato e povero nella messa in scena, tanto che fu nominato per un Razzie Award come film peggiore dell’anno. Solo gli effetti speciali di Tom Savini e il twist finale risollevano quello che è un prodotto che ha obiettivamente poco da offrire. Tuttavia, nella sua semplicità, grazie essenzialmente ad una violenza gratuita ed esagerata, è riuscito a creare un villain a dir poco iconico e dato da mangiare al filone horror/slasher/splatter per più di quarant'anni. And counting…

Scopa, scopa, guarda cosa ti succede.




CLERKS – 1994, Kevin Smith

BUDGET: $ 27.000

BOTTEGHINO: $ 3.000.000

2 seguiti


“37! La mia ragazza ha succhiato 37 cazzi!”
“In fila?”

Dopo aver venduto la sua sterminata collezione di fumetti e raccolto i rimanenti soldi in svariati modi, un nerd maniaco di cinema del New Jersey decide di girare un filmetto con gli amici nel supermercato in cui lavora. Nasce così l'universo Clerks e il fenomeno Kevin Smith; ispirato in modo incontrovertibile da Tarantino, Smith colpisce grazie ad una serie di dialoghi esilaranti e situazioni che danzano sul confine tra il realistico e l’assurdo, riuscendo a rendere incredibilmente coinvolgente una banale giornata di lavoro di due commessi in un negozio di generi alimentari. Un vero e proprio trionfo del cinema indipendente, rimasto al momento quasi un unicum irripetibile. Per apprezzarlo ci vuole pelo sullo stomaco, gusto per il politicamente scorretto e, molto probabilmente, essere uomini. Una perfetta Pellicola dall'Abisso che ce l'ha fatta.

Alla voce del dizionario: attori miracolati. 


20 marzo 2023

PELLICOLE AFFIORATE IN SUPERFICIE (Parte 1): 10 B-Movies che ce l'hanno fatta

Orbene, cari e affezionati lettori di Pellicole dall'Abisso. I vostri devotissimi Imrahil e Vidur avevano una mezza idea di creare una rubrica mensile: volevamo recensire una volta al mese un B-Movie che ce l'ha fatta. Film che sono quasi immediatamente diventati cult, hanno mietuto successo anche tra il pubblico dei "normies" e i vari Cosminscontra86, o che semplicemente hanno spaccato il culo al botteghino decuplicando l'investimento iniziale. Perchè ce ne sono un buon numero, lo sappiamo bene. Poi ci siamo guardati in faccia e abbiamo decretato che non avremmo mai avuto la costanza di sostenere una rubrica del genere. Quindi beccatevi questa carrellata in ordine assolutamente casuale di capolavori insperati e film divenuti imprescindibili, ma tutti comunque di umili origini. Ce li siamo divisi come i bravi fradei, ecco a voi i dieci che sono capitati a me.

A cura di: Imrahil


INTERCEPTOR - 1979, George Miller. 

Budget: $350.000
Botteghino: $100.000.000
2 sequel e un reboot

"I am the Nightrider. I'm a fuel injected suicide machine. I am the rocker, I am the roller, I am the out-of-controller!".

Un bel giorno un cineasta dilettante e un medico australiano decisero di girare un film post-apocalittico con due lire e, per mancanza di budget, dovettero affidarsi a questo spiantato ragazzino americano di nome Mel Gibson. Gli cucirono addosso un personaggio noto all'estero come "Mad Max". Pur non trattandosi di un'idea particolarmente originale il prodotto era confezionato così bene che fu un successo planetario. Crisi petrolifera, imminente guerra nucleare, e soprattutto la stupenda Ford Falcon XB GT Coupè, venduta solo sul mercato australiano e modificata magistralmente. Il film toccò tutti i soft-spot di noi maschietti contemporaneamente e nel momento giusto. Il risultato fu un ventennio nel Guinness dei primati come film di maggior successo al botteghino a fronte del budget (verrà soppiantato solo nel 1999 da "The Blair Witch Project", di cui parleremo più avanti).

A regazzì, passace la merenda mortacci tua (cit)



GODZILLA - 1954, Ishiro Honda.  

Budget: $175.000
Botteghino: $2.800.000 
32 tra sequel e reboot, e un'infinita sequela di imitazioni

"Immaginavo Godzilla come la personificazione della violenza e dell'odio per l'umanità, poiché fu creato dall'energia atomica. Portò in sé questa ira a causa delle sue origini. È come un simbolo della complicità umana nella sua propria distruzione. Non ha emozioni, lui è un'emozione." - Jun Fukuda

I nostri amici nipponici meno di dieci anni prima si erano presi in testa due bombe atomiche, ed il loro terrore sulle conseguenze del nucleare prorompe e trova sfogo in una serie infinita di film con protagonista questo enorme lucertolone preistorico di nome "Gojira", risvegliato e potenziato dalle radiazioni. Questo semplice concept unito alla cura certosina nella realizzazione di modellini e ad un mimo con un costume di gommapiuma pronto a distruggerli conquistarono letteralmente prima il Giappone e poi il mondo intero. Se si guarda al botteghino del film capostipite sembra nulla di che, ma sommando tutto il franchise penso che si superi in scioltezza il miliardo di dollari di incassi globali. Fenomeno intergenerazionale. 

Il lavoro più divertente del mondo? Forse questo.



PER UN PUGNO DI DOLLARI - 1964, Sergio Leone. 

Budget: $200.000
Botteghino: $19.900.000
2 sequel

"Mi piace Clint Eastwood perché è un attore che ha solo due espressioni: una con il cappello e una senza cappello." - Sergio Leone

Passati gli anni d'oro di John Wayne e John Ford, il cinema western aveva decisamente perso di appeal, almeno fino a quando non salì in cattedra Sergio Leone, che diede il via ad un vero e proprio genere a sè, lo spaghetti western. Aiutato non poco dalle straordinarie musiche di Ennio Morricone questo film, che insieme ad altri due titoli immortali e ispiratissimi come "Per qualche dollaro in più" e "Il buono, il brutto e il cattivo" compone la cosiddetta "Trilogia del dollaro", riportò alle luci della ribalta il moribondo genere western e servirà da ispirazione per registi di un certo calibro, uno su tutti Quentin Tarantino. 

Il celebre sguardo dell'uomo senza nome



ESSI VIVONO - 1988, John Carpenter. 

Budget: $3.000.000
Botteghino: $13.500.000

"I've come here to chew bubble gum and kick ass... and i'm all out of bubble gum."

Non un enorme successo al botteghino, va detto. Ma del resto questo capolavoro di Carpenter non è stato immediatamente capito vista la fortissima critica alla Reaganomics ed al neoliberismo che il regista (non) nascondeva dietro i fotogrammi del suo film. Diventato cult negli anni successivi, questa pellicola è imperdibile sia per l'ancora attualissimo messaggio che porta allo spettatore sia per il fatto che vedere Roddy Piper smusare gli alieni con un fucile a pompa proclamando frasi tipo quella che apre questo paragrafo è intrattenimento puro. Divertente e allo stesso tempo impegnato. Per esperienza vi assicuro che non è un connubio facile. Capolavoro vero.  

Una carrellata di messaggi subliminali presenti nel film



LA VERA GOLA PROFONDA - 1972, Gerard Damiano. 

Budget $27.000
Botteghino: $120.000.000
6 sequel e un documentario

"E' meglio avere il clitoride in fondo alla gola che non averlo."
"Per lei è facile dirlo. Vorrei vedere se avesse il suo coso in un orecchio!"

"Come diavolo ci riesce? Il film ha a che fare con l'ingegneria fisica più che con gli svariati piaceri legati al sesso." - Vincent Canby

Questo è probabilmente il film pornografico più famoso di tutti i tempi. Già solo per questo motivo non dovrebbe essere in elenco: ci vogliamo dare un tono noi qui a Pellicole dall'Abisso! Però c'è un però: 27.000 dollari di budget per un ritorno di 120.000.000 solo al cinema. La cifra, se si considera il comparto home-video e si arriva ai giorni nostri, lievita fino all'astronomico ammontare di 600.000.000 di dollari. Roba da Titanic o Avatar. Solo che qui l'unico effetto speciale è la totale assenza di riflesso faringeo di Linda Lovelace. Inoltre parte del ricavato di "Gola Profonda" è stato utilizzato per produrre due anni dopo "Non aprite quella porta", cosa volete di più? A proposito...

Il Dr. Young scopre la particolare collocazione del clitoride di Linda



NON APRITE QUELLA PORTA - 1974, Tobe Hopper. 

Budget: $140.000
Botteghino: $30.859.000 (solo in Nord America)
8 tra sequel e reboot

"Durante le riprese nel corso del giorno c'erano circa 35-38 gradi. Non mi hanno lavato i vestiti perché temevano che potessero rovinarsi o cambiare colore. Non c'erano soldi nemmeno per un secondo costume. Quindi ho dovuto indossare la maschera per 12-16 ore al giorno, sette giorni alla settimana, per un mese." - Gunnar Hansen

Ah, the Texas Chainsaw Massacre. Uno dei primi film a recitare la tag line "Tratto da fatti realmente accaduti" sulla locandina al fine di incuriosire e attirare gli spettatori. E non si può certo dire che l'espediente non abbia funzionato. Capostipite del genere slasher, è probabilmente uno dei film che conta più imitazioni e plagi spudorati della storia. Sgradevole, grottesco, angosciante, quasi è possibile percepire il fetore di certe scene. E' stato praticamente un instant classic. Lo spettatore più attento noterà in tutti i successivi film di questo genere l'influenza per lo meno una piccola citazione proveniente dal loro "padre spirituale". Non fa eccezione Halloween, che starebbe benissimo in questo elenco ma abbiamo già messo fin troppi film di Carpenter.   

"Allora quando ti laurei? E la fidanzatina?"



LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI - 1968, George A. Romero. 

Budget: $114.000
Botteghino: $42.000.000
3 sequel

"Se volete sapere cosa trasforma un B-movie in un classico... non perdetevi La notte dei morti viventi. Non è concepibile perderselo per chi è interessato all'horror." - Rex Reed

Fedele allo stereotipo di un film horror B-movie, questo film ha creato le basi per il genere zombie che ancora oggi spopola sia sul piccolo che sul grande schermo. Film come 28 Giorni Dopo e serie TV come The Walking Dead (oltre ad una enorme serie di porcherie targate Bruno Mattei) hanno tutti preso spunto da questo super classico del 1968, realizzato con un budget risicatissimo e figuranti con la farina in faccia. Quando il film uscì nei cinema negli stati uniti fu preso d'assalto da orde di adolescenti: il mese successivo infatti sarebbe entrato in vigore il limite d'età per la visione di certi film. La critica anni '60 fu talvolta dura nei confronti del film, ma nessuno metteva in dubbio la qualità della produzione, l'oggetto delle critiche erano le scene giudicate eccessivamente cruente. Oggi sarebbe una ulteriore medaglia.  

Beh, direi uno sbrego ben fatto per essere il '68



DUEL - 1971, Steven Spielberg. 

Budget $450.000 

"Uno crede che certe cose siano abbastanza naturali: come per esempio guidare la macchina senza che qualcuno cerchi di ammazzarti. E invece tutto a un tratto qualcosa cambia e per mezz'ora della tua vita perdi ogni contatto con il mondo civile e ti senti come se fossi di nuovo un selvaggio nella giungla" - David Mann

Ma chi è questo Steven Spielberg? Vabè vuole fare un filmetto, facciamogli fare un direct-to-video, che lui è contento, e mandiamolo a casa. Il film in questione era Duel ed ebbe un tale apprezzamento e successo che è uno dei pochissimi casi in cui un film venne riproposto al Cinema DOPO essere uscito sul canale statunitense ABC. Spielberg girò questo road-movie in soli 13 giorni e dovette riprenderlo in mano per allungare il girato e portarlo a 90 minuti. Un film fatto in realtà con niente. Pochissimi dialoghi, lunghissimi primi piani e praticamente un solo attore. Eppure... da cardiopalma. Due anni dopo con tutt'altro budget uscì "Lo Squalo": il ragazzo era pronto. Non sono riuscito a trovare dati sugli incassi, ma posso dirvi che quando "Duel" è andato in onda ha fatto il 30,3% di share.  

L'autocisterna guidata dal maniaco senza volto.



THE BLAIR WITCH PROJECT - 1999, Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez. 

Budget: $60.000
Botteghino: $248.300.000
1 sequel e 1 reboot

"Ho paura di chiudere gli occhi... e ho paura di aprirli."

Pur essendo capostipite di una generazione di film horror che io personalmente detesto, ovvero quelli girati in presa diretta che quando li guardi ti fanno venire il mal di mare, è semplicemente impossibile negare il successo clamoroso di questo film. L'idea è tanto semplice quanto efficace: facciamo finta che sia stato trovato un filmino amatoriale, così abbiamo il "tratto da una storia vera" già visto in "Non aprite quella porta" e al contempo nessuno può rompere le palle sul fatto che la regia e gli effetti speciali facciano schifo. In realtà la mia è tutta invidia, perchè l'idea è stata oggettivamente geniale. Complice una campagna di marketing davvero ben fatta, l'idea ha funzionato alla grande e gli incassi sono stati da record. In compenso l'enorme pletora di imitatori non hanno riscontrato il successo del capostipite. Cito in questa sede un film che parte da premesse estremamente simili e che ha avuto un successo altrettanto planetario: Paranormal Activity del 2007.   

Il geniale volantino promozionale del 1999.



DALLA CINA CON FURORE - 1972, Lo Wei. 

Budget: $100.000  
Botteghino: circa $100.000.000.
2 sequel

"I film con Bruce Lee, questo Fred Astaire del kung-fu, offrono momenti gustosi, ricordando quasi il dinamismo spensierato del cinema muto." - Il Morandini

Lo stereotipato ideale occidentale riguardo il sillogismo cinesino = kung fu ha permesso al primo film girato ad Hong Kong di varcare i confini nazionali, consacrando nel contempo il più famoso artista marziale della storia, Bruce Lee. La classe e l'abilità dell'attore di origini cinesi sono il collante che tiene insieme fondamentalmente tutto il baraccone, altrimenti staremmo parlando di un banale e noioso film fatto di occhiatacce, dichiarazioni esageratamente teatrali e razzismo sino-giapponese. Anche qui stiamo parlando del capostipite di un intero genere che troverà il suo climax nel clamoroso "L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente" con Bruce Lee e Chuck Norris che combattono nel Colosseo di Roma! Cioè, avete capito?! Cosa si potrebbe desiderare di più? 

Questo il giapponesino se lo ricorda...


Ci siamo persi qualcosa? Può essere, qui a Pellicole dall'Abisso si naviga orgogliosamente a vista. Diccelo nei commenti! Ma attenzione! L'avveduto Vidur ha in serbo per voi altri 10 titoloni di questa risma che potrete visionare la prossima settimana!


Sgualdrina! Non sono in lista ma sono CULT anche io!


17 marzo 2023

BOLLE DALL'ABISSO: SCREAM VI



Di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett (Radio Silence). Con Courteney Cox, Melissa Barrera, Jenna Ortega, Dermot Mulroney. 2023 / USA / Paramount Pictures

Con lo Scream uscito l'anno scorso, i Radio Silence raccoglievano l'eredità di Wes Craven dando vita a un requel (definizione di Mindy) che fungesse da ponte col passato ma guardando al futuro. I temi erano gli stessi dei suoi quattro predecessori, aggiornati al gusto moderno, e la follia degli assassini era sempre, in qualche modo, legata all'horror e alle sue regole, in un continuo gioco metacinematografico di eventi "reali", film "fasulli" e la vaga, rassegnata consapevolezza dei personaggi di essere dei cliché da slasher, trattati come tali da un killer senza volto ma dalle grandi ambizioni. 

Con Scream VI i Radio Silence si staccano dal passato senza lasciarlo andare del tutto e cominciano a creare una propria mitologia, un proprio studio sui personaggi di Sam e Tara, le vere eredi di quella Sidney che (non è uno spoiler, lo si sapeva da un anno) è la grande assente di questo capitolo. I tempi sono cambiati, ed è cambiato non solo il modo di affrontare i traumi ma anche la sensibilità della società: se Sidney, nel secondo Scream, cercava attivamente di rifarsi una vita coccolata dagli amici rimasti e da un nuovo amore, "pulita" e credibile nel suo ruolo di vittima o sopravvissuta, Sam è costretta ad affrontare una gogna mediatica legata alle sue radici, cosa che le impedisce ulteriormente di fidarsi delle persone e che inficia il suo rapporto con Tara, la quale, dal canto suo, vorrebbe solamente tornare a vivere un'esistenza normale. 



Questo studio sulle due protagoniste, già cominciato in Scream, ce le rende familiari e simpatiche, e lo stesso vale per Mindy e Chad, il che consente allo spettatore di interessarsi alle loro vicende come fossero quelle dei vecchi personaggi titolari, tanto che il ritorno di un paio di volti noti viene vissuto come una piacevole aggiunta, non come LA cosa fondamentale, a dimostrazione che il franchise è ormai in grado di camminare sulle sue gambe.

Il "manifesto programmatico" del nuovo corso di Scream, se così si può chiamare, viene enunciato senza possibilità di errore nell'esatto momento in cui il nuovo Ghostface manda al diavolo i film horror, lasciando lo spettatore e Mindy (pur inconsapevolmente) con un palmo di naso, in quanto, potete ben capirlo, non ci sono più regole tranne quelle dettate da un assassino che non necessariamente agirà come pensiamo o come siamo abituati. Per questo, Scream IV è forse ancora più spassoso da seguire rispetto ai suoi predecessori, è più divertente perdersi nelle elucubrazioni di chi si possa nascondere dietro la maschera di Ghostface, confrontandosi con i compagni di visione sulle teorie più strampalate (se avete già visto il film, se volete, ne possiamo parlare nei commenti, vi farete delle grassissime risate), ma è anche più insidioso ed inquietante, proprio per la costante atmosfera di incertezza e diffidenza che stringe alla gola Sam, forse ancora più di Sidney. 



È anche, diciamolo tranquillamente, molto più sanguinoso ed efferato dei precedenti. I Radio Silence vengono da quei bagni di sangue che sono Southbound e Finché morte non ci separi e il loro stile dinamico e cattivissimo riverbera nella mano del nuovo Ghostface, il quale non disdegna modi assai creativi e dolorosi di nuocere al prossimo; ci sono poi due o tre sequenze esaltantissime che mostrano tutta l'abilità dei Radio Silence come registi, nella fattispecie una delle scene iniziali più interessanti e divertenti di tutta la saga, tre sequenze incredibilmente dinamiche girate all'interno di luoghi chiusi o ristretti, e uno showdown finale ambientato in quello che penso sia uno dei set più belli del mondo. Se ancora non vi basta, potete confidare anche in un paio di momenti di pura commozione, tra sentiti (e mai inutili) omaggi ai personaggi che abbiamo sempre amato e stralci di una colonna sonora ormai consacrata a mito, che già mi emozionava durante i rewatch post 1996, figuriamoci dopo il 2023 d.L..

Di più non posso dire senza fare spoiler, mi dispiace. Correte al cinema a vedere Scream VI e preparatevi, che il VII è già lì che vi sta sulle spalle a mo' di carogna e io non vedo l'ora!!

Recensito da: Bolla

14 marzo 2023

BOLLE DALL'ABISSO: L'ULTIMA NOTTE DI AMORE



Di Andrea Di Stefano. Con Pierfrancesco Favino, Linda Caridi, Antonio Gerardi, Francesco Di Leva. ITALIA / 2023 / Indiana Production        

A dispetto del titolo, L'Ultima Notte di Amore non è né un dramma sentimentale, né un raffinato porno soft, ma uno splendido thriller che conferma l'ottima salute del cinema italiano e la progressiva rinascita del cinema di genere nel nostro paese. L'Amore del titolo è il cognome del protagonista, un poliziotto ad un passo dalla pensione dopo trentacinque anni di onorato servizio, che si trova ad indagare sulla morte improvvisa e violenta del suo migliore amico e collega. 

Quasi impossibile aggiungere altro alla trama senza fare spoiler, pertanto accontentatevi di questo stringato incipit. Il regista Andrea Di Stefano si è fatto le ossa con due film dal respiro internazionale come Escobar e The Informer e infatti confeziona un gioiellino che ha poco da invidiare a tantissime produzioni americane analoghe. L'Ultima Notte di Amore è un thriller poliziesco che si muove a metà fra il mondo del crimine e della legge, seguendo quasi alla regola gli stilemi del genere, flirtando con alcuni inevitabili cliché, ma proponendo comunque una storia assolutamente avvincente.


Si seguono le vicissitudini di Franco Amore e dei coprotagonisti con sincero trasporto, con l'ansia e la voglia di sapere cosa accadrà e la cosa vale fino all'ultimo secondo della pellicola, capace di mantenere un elevato livello di tensione per quasi tutta la sua durata. Merito di una regia moderna e dinamica -ma mai troppo invadente- e di dialoghi crudi e realistici, che rifuggono l'effetto sceneggiato RAI o Distretto di Polizia. Efficace anche il tema portante di Santi Pulvirenti, ricco di classici echi anni '70 e '80.

Favino, come sempre, è eccezionale nell'interpretazione di un personaggio assolutamente umano, compresso nella zona grigia di quelli che sono onesti fino ad un certo punto (cit.). E per una volta anche il casting di supporto si rivela all'altezza della situazione: il ruolo di Cosimo sembra essere scritto apposta per Antonio Gerardi, così come è impossibile non empatizzare immediatamente con il Dino di Francesco Di Leva. A sorprendere però è Linda Caridi, davvero bravissima nel ruolo di Viviana, la giovane moglie calabrese del protagonista. Il suo personaggio è sfaccettato e davvero intrigante, capace com'è di unire dolcezza e amore a coraggio e determinazione. 


C'è poi un ulteriore personaggio, ovvero Milano. Tutto il film è ambientato nel capoluogo lombardo, le cui riprese aeree sono uno spettacolo nello spettacolo. La Milano rappresentata è una metropoli in cui il confine tra legalità e illegalità è labile e onnipresente e forse era l'unica città italiana in cui un film di questo genere poteva tenersi; per uno che ci è nato e cresciuto come il sottoscritto poi, è stata un vera goduria vederla sullo schermo, senza considerare che la scena clou è ambientata letteralmente a due passi dalla casa in cui ho vissuto per quasi vent'anni. 


Un paio di ingenuità e falle logiche nella scrittura e qualche villain un filino troppo stereotipato, sono gli unici difetti ascrivibili ad un film che definirei semplicemente bello, pienamente riuscito e che spero faccia da volano per altre produzioni di questo genere. 

Il cinema italiano è ancora vivo e lotta insieme a noi.

Recensito da: Vidur


LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni

Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;

1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.

2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere

3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.

4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.

5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani

ARCHIVIO RECENSIONI