Si, lo so che i miei amici non mi guarderanno mai più con gli stessi occhi e probabilmente neanche voi, affezionati lettori, ma sentivo la necessità di esplorare nuovi orizzonti, senza cimentarmi in cose decisamente più grandi di me, come lo sconfinato cinema indiano. Tutti sanno che Barbie, la bambola più famosa della storia dell'umanità, ha un intero distaccamento che si chiama Barbie Entertainment, dedicato alla produzione di lungometraggi d'animazione che hanno per protagonista il giocattolo di Ruth Handler. E, con decine di film all'attivo, non si può certo dire che se ne stiano con le mani in mano. Dunque da perfetto profano e da persona allergica ad i buoni sentimenti mi addentrerò in questo mondo totalmente nuovo per me e scegliendo un titolo assolutamente a caso tasterò con mano il lavoro di questa attivissima società.
Barbie è al tracollo più assoluto, è appena stata licenziata, Ken l'ha lasciata vigliaccamente al telefono. Le sue inseparabili amiche le consigliano dunque di fare un viaggio per ''staccare''. La sua destinazione sarà Parigi, dove una sua zia ha una casa di moda, che però non attraversa un buon periodo a causa della concorrenza. Utilizzando le sue fatine-schiave, che possono far diventare glitterosi i vestiti, e con l'opinabile idea di far sfilare la propria insopportabile barboncina parlante con una collezione canina, riporterà alle vette del successo la sua cara zietta.
Pellicola estremamente lineare e prevedibile, proprio come piace ai bambini, con un comparto tecnico più che sufficiente e personaggi estremamente stereotipati ma nel complesso ben doppiati e caratterizzati.
Barbie viene giustamente licenziata dal set de ''la principessa sul pisello'' in quanto si oppone all'idea assolutamente illuminante del regista di inserire nella produzione dei fantastici piselli zombie. Sarebbe stato un capolavoro assoluto della storia del cinema. Abbastanza inutile la sottotrama riguardante Ken, rimodernato in un biondiccio scombinato per piacere alle ragazzine di oggi, che vuole a tutti i costi ricongiungersi con Barbie, dal momento che non l'aveva affatto lasciata, era tutto un artifizio studiato dalla perfida Rachele. Ovviamente l'amore trionfa sempre, l'amicizia bla bla bla bla. Questa Barbie con i-phone, facebook e quant'altro tuttavia lascia un po' di amaro in bocca, considerato il pubblico a cui è rivolta la pellicola, ma del resto questo decadimento dei costumi che rende le nostre figlie di 6-7 anni delle piccole troiette snob sembra inevitabile e sicuramente non imputabile solo a questo genere di produzioni. Tuttavia nel mio mondo ideale le bambole fanno le bambole, non le attrici. Vabè, nel mio mondo ideale c'è ancora l'Unione Sovietica ed il muro di Berlino, la benzina super ed è il 1983.
In ogni caso, c'è molto di peggio anche in carne ed ossa...
Recensito da: Imrahil
VOTI
TRASH: 49/100
Noia: 81/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: -/100 : Merdosità della realizzazione tecnica 66/100
Presunzione della regia: 72/100
Incompetenza degli attori: -/100 : Incompetenza dei doppiatori: 35/100
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Se ti piace guarda anche: Penso tutti i film di Barbie si equivalgano (e non intendo indagare, quindi prendete per buona questa mia supposizione)
2 commenti:
Complimenti per il coraggio.
Credo non esplorerò mai questo sentiero, ma provo sincera stima per chi almeno ci prova!
..E' uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo.. grazie per la stima! non penso lo rifarò :D
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