Lucio Fulci si addentra nel mondo fantasy/barbarico e, ad un anno dall'uscita di Conan il Barbaro, ci offre questo ''La Conquista", un titolo per certi versi sorprendente. Il malvagio demone Ocron, ambigua entità in corpo femmineo governa i suoi sudditi facendo credere di essere lui a far sorgere e calare il sole, eseguendo riti e sacrifici umani. Ilias (Andrea Occhipinti) giunge dal mare (o dal cielo) con una potentissima arma, un arco magico che Ocron vuole a tutti i costi avere. Per farlo egli sguinzaglierà i suoi tirapiedi (un incrocio tra Chewbacca, Aborym e Marco Antonio Andolfi mascherato). Aiutato dal barbaro Mace, e facendosi largo tra Wookies, ragnotti potti e zombies (immancabili in un film di Lucio Fulci!) sarà infine Ilias a trovare il cattivo/a e a fargli/le bruttissimo con il suo ridicolo arco-laser.
L'intento palese del regista è quello di shockare lo spettatore, con il tipico mix di sangue, budella e sesso perverso. Immagini di estrema crudezza fin dalle prime fasi della pellicola, scene di nudo più o meno gratuite e di sesso ancor più gratuito (Ocron, in forma femminile, si masturba con un serpente..), giustificando il tutto collocando la vicenda in un selvaggio paleolitico, espediente utilizzato spesso e volentieri dai registi italiani degli anni '80. Come mi accade praticamente sempre quando mi imbatto in un film di Fulci, mi sono annoiato a morte. L'ambientazione, con le nebbie ed un panorama tetro e spoglio rendono bene l'idea di ''lontananza da Dio e/o dagli dei". La colonna sonora di Claudio Simonetti è assolutamente uno dei punti di forza del film. Mi azzardo a dire che il resto sia un completo fallimento: Dai costumi, all'idea in sè, alla scialbissima sceneggiatura (che NON è di Fulci). Il regista tutto sommato compie un buon lavoro e cerca di salvare il salvabile. L'esistenza di questa pellicola è probabilmente da attribuire esclusivamente alla fame che aveva Fulci al momento di firmare il contratto.
A mio modesto parere evitabile, anche se state cercando di proposito un film trash.
Recensito da: Imrahil
VOTI
TRASH: 66/100
Noia: 84/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 84/100
Presunzione della regia: 65/100
Incompetenza degli attori: 69/100
L'intento palese del regista è quello di shockare lo spettatore, con il tipico mix di sangue, budella e sesso perverso. Immagini di estrema crudezza fin dalle prime fasi della pellicola, scene di nudo più o meno gratuite e di sesso ancor più gratuito (Ocron, in forma femminile, si masturba con un serpente..), giustificando il tutto collocando la vicenda in un selvaggio paleolitico, espediente utilizzato spesso e volentieri dai registi italiani degli anni '80. Come mi accade praticamente sempre quando mi imbatto in un film di Fulci, mi sono annoiato a morte. L'ambientazione, con le nebbie ed un panorama tetro e spoglio rendono bene l'idea di ''lontananza da Dio e/o dagli dei". La colonna sonora di Claudio Simonetti è assolutamente uno dei punti di forza del film. Mi azzardo a dire che il resto sia un completo fallimento: Dai costumi, all'idea in sè, alla scialbissima sceneggiatura (che NON è di Fulci). Il regista tutto sommato compie un buon lavoro e cerca di salvare il salvabile. L'esistenza di questa pellicola è probabilmente da attribuire esclusivamente alla fame che aveva Fulci al momento di firmare il contratto.
A mio modesto parere evitabile, anche se state cercando di proposito un film trash.
Recensito da: Imrahil
VOTI
TRASH: 66/100
Noia: 84/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 84/100
Presunzione della regia: 65/100
Incompetenza degli attori: 69/100
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