10 agosto 2018

OCEAN'S EIGHT

Di Gary Ross. Con Sandra Bullock, Cate Blanchett, Anne Hathaway e un sacco di altre donne. USA/2018/WARNER BROS

Ocean's Eight (2018) on IMDb

Ocean’s Eight riassume tutto ciò che c’è di sbagliato nei film hollywoodiani di oggi:
1) Riciclare qualcosa di già vista sotto forma di sequel, prequel, reboot, remake;
2) Fare della propaganda sinistroide liberal-gender-equal-inclusiva-femminista;
3) Metter su un grande cast sbattendosene il cazzo della trama e lasciando crateri di sceneggiatura convinti che lo spettatore medio non se ne accorgerà.

Sandra Botox (ops, Bullock) – la supposta sorella del George Clooney della serie originale Ocean’s 11 & co-  e una Cate Blanchett in versione biker, decidono – pensate un po’ che cosa incredibilmente moderna e rivoluzionaria - di rubare una collana di Cartier. E per farlo assoldano un po’ di altre donne di diversa razza ed estrazione sociale, tra cui Rihanna coi rasta e Sarah Paulson, la cui classe è l’unica nota positiva di tutto il film.

Per il resto ci sono delle donne che parlano, un piano che viene portato a termine senza la minima sbavatura e un’indagine di un simpaticissimo ispettore inglese che viene chiusa nell’arco di 5 minuti. Manca il ritmo, mancano le battute, mancano i contrasti, mancano pure la tensione o la suspence che ci dovrebbero essere in un film di questo genere: tutto viaggia al minimo sindacale aldilà di un pseudo colpo di scena di nessuna rilevanza.

E’ tutto talmente anestetizzato che anche le protagoniste alla notizia che, alla fine del colpo quando Sandra Botox comunica loro che guadagneranno cento fantastiliardi di paperdollari a testa, fanno un sorrisetto indifferente. Per poi cosa? Aprirsi una sala biliardo, farsi un giro in moto e comprarsi un loft per fare i video su Youtube.

Ah, il cratere di sceneggiatura? Certo, la megacollana che devono rubare si apre solo con un magnete che hanno solo le guardie del corpo ex Mossad? Che problema c’è? Basta fare un video di merda, mandarlo alla sorella 13enne di Rihanna che fa una copia del magnete in mezz’ora, parlando anche un simpaticissimo slang giovanile.

I precedenti Ocean’s erano intrattenimento innocuo ma anche di qualità (diciamo il primo, gli altri già più grotteschi), ma erano divertenti, avevano un bel ritmo, belle scene d’azione e quei giusti momenti di suspence. Qui non c’è assolutamente niente. Solo delle false recensioni comprate, atte a far lievitare il voto sui siti specializzati oppure impossibilitate a parlare male di un film con protagoniste delle donne per il timore di venire accusati di essere razzisti, omofobi, sessisti, maschilisti, fascisti, nazisti, salvinisti. E noi di Pellicole dall’Abisso che siamo tutto questo e anche di più, e soprattutto non ci legge nessuno, possiamo dirlo: Ocean’s Eight fa cagare.

Recensito da: Vidur

VOTO 
TRASH: 68/100
Noia: 84/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: -/100
Presunzione della regia: 77/100
Incompetenza degli attori: 41/100

17 giugno 2018

VAMPIRI DAGLI ABISSI (Aka Beast of the Bering Sea)

Di Don E. Fauntleroy. Con Cassandra Scerbo, Brandon Beemer, Jonathan Lipnicki. USA/2013/SyFy
Bering Sea Beast (2013) on IMDb
"E' un errore mettersi contro Madre Natura, è una cosa più grande di noi." Tutti, su tutto dal 1950 circa.

Ah, la SyFy. Da quanto tempo non mi capitava un bel titolo old school di questo tipo tra le mani. Non è semplice, in questi difficili anni di Sharknado e del broadcasting multicanale del lerciume cinematografico. "Ah, scrivi su Pellicole dall'Abisso? Io adoro i film trash! Ho visto Sharknado 4! ah ah ah ah". Poveri, teneri figli dell'Estate: neanche avete idea di cosa questi occhi abbiano dovuto vedere, nel bene ma soprattutto nel male. Guardati Supercroc o Sodoma's Ghost, poi vediamo se i b-movies ti piacciono e ti interessano ancora. Ci vuole abnegazione spirito di sacrificio. 

Come spesso mi capita, sto divagando. In verità non è proprio questo il caso, e grandi e piccini possono goliardicamente usufruire di questo filmetto spensierato e leggero comprendente una buona dose di luoghi comuni, personaggi stereotipati e mostriciattoli divertenti fatti discretamente male. Quello che mi ha fatto suonare la campanella è per la verità il fatto che questo film abbia 4 o 5 titoli diversi, il che è quasi sempre garanzia di grande serietà in campo cinematografico. Ai due citati nel titolo aggiungo anche "Damn sea Vampires!", che a quanto pare qualche distributore non ha neppure capito essere il sottotitolo. 

LA TRAMA
Alaska. Un tizio senza nessuna esperienza nel campo viene assunto da una piccola impresa a conduzione familiare che si occupa di dragaggio dei fondali marini. Non che svolgano un qualsivoglia servizio alla comunità, ci mancherebbe altro: il loro unico obbiettivo è trovare oro. Durante un sopralluogo in una zona di mare del quale la famiglia sta valutando l'acquisto, un membro dell'equipaggio muore attaccato da uno squalo (AHAHAHA, ma no, ovviamente si tratta di un vampiro del mare, ma per ora lo sappiamo solo noi, quindi shhh). Nonostante tutti si guardino bene dal denunciare l'accaduto alle autorità, arriva col ditino inquisitorio una non particolarmente dotata biologa marina che ha per culo trovato il cadavere sulla spiaggia e che indagava sullo sterminio di foche sulla costa ad opera di un misterioso predatore che le ha dissanguate completamente.

SPOILER
Nel frattempo, papà cercatore d'oro ha preso la barca per vendicare il suo dipendente ucciso dallo squalo, ma non trattandosi di squali il suo tentativo è vano. E' questa l'occasione in cui vediamo per la prima volta il mostro nella sua magnificenza, dal momento che furbescamente il regista ha deciso di girare i tre quarti delle scene con i mostri di notte e con il buio pesto. 

Tuttavia, affinchè il film non finisca dopo 20 minuti, il mostro deve fare qualcosa di inaspettato (probabilmente anche per lui) quindi, invece di papparsi papino, decide di estrarre il suo enorme pene e di ingravidarlo, lasciandolo in posizione fetale sul ponte della barca da solo con i suoi incubi. Ok, forse è un po' romanzata (e neppure troppo), ma nella sostanza è quello che succede.

"Sarai la mia puttanella. io amo le puttanelle."
Quindi salviamo papà, scopriamo che è stato ingravidato e partorisce "alla Alien" sulla via dell'ospedale, permettendo ad uno di questi mostri di giungere comodamente a riva. Peraltro il fatto di essere fondamentalmente un pesce non sembra essere un limite alla sua voglia di camminare (letteralmente) sulla terra ferma. Bazzeccole, in seguito scopriremo che addirittura possono volare. 

Fortunatamente la biologa scende in campo e, dopo aver rinchiuso il mostriciattolo, si dedica al suo studio. Non riuscendo a prendere dei campioni di sangue con la siringa perchè la creatura si muove troppo velocemente decide di farle una foto che "TANTO E' LA STESSA COSA". Altro non è che il modo per farci scoprire che questi vampiri del mare sono fotofobici e si paralizzano con il flash della macchina fotografica. "Abbiamo trovato la loro criptonite". Bene, ma non benissimo.

Da qui in avanti il film diventa una divertente lotta tra Vampiri (si, perchè tipo ce ne sono un casino) e umani armati di lampade da serra e armi improvvisati ai raggi ultravioletti che li fanno letteralmente esplodere. Del resto sono "Vampiri" in tutto per tutto, no? No, ma va bene. Come atto finale si andranno a braccare le bestie nel loro stesso territorio con una nave raffazzonata e armata con proiettori ultravioletti, verso l'inevitabile vittoria del genere umano. 
FINE SPOILER

Che dire, un film divertente e ricco di ilarità, forse non imperdibile ma di certo merita una visione. Ho limitato un po' a dire il vero il racconto, ma gli spunti per prendere per il culo questo film sono molteplici. In aggiunta a quanto detto citerò il fatto che la dimensione dei mostri varia dai 20 centimetri ai 2 metri a seconda delle necessità di scena, l'invenzione di delle pratiche granate di luce e il fatto che quello che ci viene presentato come il protagonista (che poi non è affatto il protagonista) abbia un figlio tipo di 3 anni che a quanto pare è stato abbandonato da solo per una settimana, visto che giorno e notte lavora/caccia vampiri ma tuttavia è orgogliosamente un "padre single".  

Dategli una possibilità, non resterete delusi. 

Recensito da: Imrahil

VOTI:

TRASH: 87/100
Noia: 58/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 79/100
Presunzione della regia: 46/100
Incompetenza degli attori: 78/100


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20 maggio 2018

SOUL SURVIVORS - Altre vite

Di Stephen Carpenter (no, non sono parenti). Con Casey Affleck (si, sono parenti), Melissa Sagemiller, Wes Bentley, Luke Wilson ed Eliza Dushku. USA/2001/Original Film
Soul Survivors (2001) on IMDb
Sean: "*suona il clacson con l'intento di dire muoviti a scendere mannaggia la puttanazza di Eva*"
Amico:"è per questo che [Cassie] ti ha puntato.."
Ah, l'amore.

Cassandra, per gli amici Cassie, è davvero molto bionda e si ritrova a dover andare al college. Dopo una serata di bagordi e 12 sottotrame da teen-movie solo per organizzare il preambolo ha un incidente automobilistico nel quale sfortunatamente muore il suo fidanzato Sean. Complice il trauma sia fisico che morale ed i sensi di colpa, da quel giorno la sfortunata Cassie avrà strane visioni ed allucinazioni. O forse qualcuno sta cercando di ucciderla?

Cassie riprende la sua vita universitaria tra frasi fatte alla: "Mi hanno detto che sei un po' giù." due giorni dopo che il suo fidanzato è morto in un incidente d'auto. Tutto ciò detto peraltro dal suo migliore amico, che due giorni prima era nella stessa macchina; Oppure alla "Come hai fatto ad entrare in casa mia?" "Beh, ho fatto un duplicato delle tue chiavi mentre eri in ospedale.." No ma prego, fai pure.
Ma le cose non vanno affatto bene: Cassie si sente braccata, ci sono dei tizi che la inseguono quando è da sola. Continua a vedere Sean, che le dice "vieni con me, devi vivere!" (mmmmmmmh.. cosa avrà voluto dire..?). c'è un prete che nella sua stanza ha un calendario del 1981 (mmmmmh, cosa mai potrebbe significare?)

[SPOILER]
Nel remoto caso in cui non lo abbiate capito, Cassie si è sognata tutta la vicenda mentre era in coma e l'unico morto (Sean) era in realtà l'unico vivo che la chiamava dal letto dell'ospedale: esatto, si trovava in una specie di limbo tra la vita e la morte.

YAWN.
[/SPOILER]

Teen-horror-non horror senza troppe pretese ma realizzato tutto sommato decentemente, di quelli con i colpi di scena che ti dovrebbero sconvolgere ma che in realtà potevi tranquillamente capire anche senza guardare il film. Tutte queste produzioni infatti hanno fondamentalmente tre vie per svolgere il gomitolo dell'intreccio, in questo caso viene scelta l'opzione basic-teen-movie descritta nello spoiler.

Sebbene il film non sia esattamente esaltante in realtà ho passato un'ora e mezza abbastanza piacevole, complice il fatto che gli attori sono competenti, l'ambientazione non è nulla di che ma ci può stare e nel finale l'effetto "sto cominciando a capire" è ben realizzato con l'ausilio di flashback non invasivi e che in effetti spiegano anche ai più zucconi cosa stia succedendo senza farli sentire dei cretini patentati. Questo davvero non è da tutti.

Non osceno, non bello. In una parola, inutile.

Recensito da: Imrahil

VOTI:

TRASH: 57/100
Noia: 66/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 24/100
Presunzione della regia: 8/100
Incompetenza degli attori: 40/100




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3 maggio 2018

INFRAMAN - L'altra dimensione


Di Shan Hua. Con Danny Lee, Terri Liu, Hsieh Wang, Bruce Le. Hong Kong/1975

Soul Survivors (2001) on IMDb

A distanza di pochi giorni ci troviamo a recensire un’altra pellicola dalla bella Hong Kong, fucina cinematografica fino ad oggi inspiegabilmente ignorata da pellicoledallabisso ma che fino agli anni novanta ha rappresentato una delle industrie cinematografiche più prolifiche al mondo.
In taluni siti è spacciata una presunta presenza di Bruce Lee nel cast del film, smentita da altri fonti reperibili in internet. La differente caratura artistica tra il protagonista di ‘Dalla Cina con furore’ e questo inutile sfoggio di mostri in cartapesta (unita al non trascurabile fatto che Bruce Lee sia morto due anni prima della realizzazione di Inframan) sembrerebbe proprio confermare queste fonti. Tuttavia tra gli attori è presente il quasi omonimo Bruce Le, artista marziale birmano che pare si spacciasse per Bruce Lee per attirare sprovveduti spettatori (ad esempio me, ottima trovata Bruce).

TRAMA (con spoiler, nessuno mi venga a dire che non si aspettava il finale)

È il 2015 nel 1975, quindi il culmine del progresso è rappresentato da orge di luci intermittenti blu e rosse, palle in plastica luminescente, gente vestita con improbabili tutine grigio metallizzate, risibili parrucchini e nomi anglizzanti per volti asiatici.
Il professor King dirige un laboratorio che si occupa di non ben precisate ricerche sul sottosuolo, finchè un giorno la “regina degli abissi dal regno delle tenebre”(ipse dixit) decide di far spuntare la sua unità da combattimento proprio davanti al laboratorio per prendere possesso della terra dal momento che “ha deciso di conquistarla”.
Armata di scudiscio, pornotutino in pelle nera, casco semi integrale nobilitato da corna vichinghe, cinturone con teschio metallizzato, mantello rosa trasparente nonchè fluida e per niente innaturale chioma biondo-edam, la regina passa in rassegna le sue truppe, di cui riporto un’immagine qua sotto.


 

Con l'aiuto del fior fiore dell'esercito delle tenebre, distrugge un po’ di città, scatena qualche terremoto, minaccia via videomessaggio il professor King e chiede la sottomissione totale del pianeta.
Il professor King, dopo aver chiesto “un’informativa totale su questa regina degli abissi” al suo tirocinante, capisce che c’è poco da scherzare e decide di sfoderare la sua superarma segreta che, senza motivo, ha sviluppato negli ultimi anni: Infra(dito)man.
Inframan è un collaboratore presecelto, di nome Calgon (NDR a posteriori mi sono accorto chiamarsi Talbot, ma preferisco pensare sia Calgon, anticalcare e brillantante) che possiede infra-poteri utilizzando infra-cose, è l’ennesimo supereroe superinfrafigo che maramaldeggia sul poco prestante esercito nemico e salva il pianeta.
La trama è quella classica di qualunque film di questo genere, i combattimenti anche, i dialoghi e gli espedienti pure, ma qualcosa merita davvero di essere ammirato fino in fondo: i mostri che compongono l’esercito della regina delle tenebre.
Gommosissimi, impacciatissimi, anche abbastanza svogliati, agitano in continuazione le braccia/zampe/chele/appendici morbide decisamente più del dovuto, inoltre gorgogliano, ruttano e ridacchiano per tutto il film, chi si nascondeva sotto quei mascheroni deve essersi divertito un mondo, trasformano la noia infinita del film in momenti di puro godimento.
Guardatevi bene dal visionare interamente questo film, cercatevelo su youtube e ammirate estasiati gli spezzoni coi mostri. Poi però basta, per i prossimi venticinque/trenta anni potete anche smettere con questo genere di film. Inframan basta e avanza.

P.S. per me vince lui


Recensito da: Ortnid

VOTI:

TRASH: 95/100
Noia: 75/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 98/100
Presunzione della regia: 72/100
Incompetenza degli attori: 65/100









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2 maggio 2018

7, HYDEN PARK - La casa maledetta (Aka Formula for a Murder)

Di Alberto De Martino (Aka Martin Herbert), con Christina Nagy, David Warbeck, Carroll Blumenberg, 
Rossano Brazzi, USA-ITA/1985
7, Hyden Park: la casa maledetta (1985) on IMDb

Inebriati dal bisogno di recensire dopo il nostro non particolarmente compianto silenzio, fagocitiamo questo thrillerino italo-americano senza troppe pretese che non stupisce né in bene né in male, attirati come imberbi ragazzini (non ci vergogniamo a specificarlo) dalla copertina, e dalla piccola sedia a rotelle visibile, che ha riacceso in noi teneri ricordi risalenti ai tempi del mai troppo citato Bloody Psycho.  Ci rimaniamo un po' male, perchè vi dico subito che questo film non è particolarmente disastroso (anche se neppure sto gran capolavoro) e si perde solo in piccole cose. 

Joanna è una ricca e giovane donna, sfortunatamente costretta su una sedia a rotelle. Prodiga nelle donazioni, ha finanziato un centro sportivo specializzato in atleti diversamente abili. Lei stessa è una promettente atleta, seguita da una sorta di personal trainer di nome Graig, che non vede l'ora di sposarla (chissà perchè...). 
Facciamo un passo indietro: direi ad occhio di una ventina di anni. Tanto indietro infatti dobbiamo andare per comprendere l'origine della disabilità di Joanna, senza spoilerare nulla dal momento che ciò viene mostrato addirittura prima dei titoli di testa. Quando aveva 11 anni Joanna è stata abusata da un finto prete, e nel tentativo di divincolarsi cadde da una scalinata rimanendo paralizzata dalla vita in giu'. Premessa indispensabile per capire l'intero intreccio del film. 

SPOILER
Ovviamente il bel personal trainer non ha nessuna voglia di scammellarsi per il resto della vita una signora disabile:siamo negli anni 80, il buonismo non esisteva. Quello a cui punta in realtà è l'enorme fortuna di cui Joanna è ereditiera, benchè non venga mai spiegato da dove nello specifico questa ricchezza provenga. Il problema è che essendo la nostra protagonista un'anima candida, sta dilapidando il patrimonio in beneficenza e simili, quindi oltre a sposarla in fretta, bisogna anche ammazzarla in fretta, per poi scappare con l'amica complice (O FORSE NO! eh eh eh. vedrete. No, lo so che non lo farete. E non posso neanche biasimarvi piu' di tanto.). La cosa che fa sorridere è che il buon Graig, dopo aver sgozzato mezza Philadelphia, ha escogitato questo infallibile piano per uccidere la moglie: vestirsi da prete e farsi trovare su delle scale per farle venire un coccolone al ricordo dell'aggressione di vent'anni prima. Tattica che provoca solo qualche urlettino in Joanna, che in ogni caso, nonostante le ovvie difficoltà, gliele da pure di santa ragione. 
\SPOILER

Considerate che la prima scena del film è questa:


Voi mi direte: "Embè?". Embè io le bambole negli horror o simili non le tollero, volevo veramente strappare coi denti i cavi del proiettore. Fortunatamente, benchè importante, non si cincischia piu' di tanto attorno a questo maledetto bambolotto. A parte questo, il ridicolo modo in cui si cerca di commettere l'omicidio principale, il film ha una sua linearità, non particolarmente brillante e brioso, ma annovera comunque un paio di colpi di scena godibili. L'unica cosa che mi sento di criticare è la gestione dello scorrere del tempo nel film. Non si capisce se da una scena all'altra sono passati 5 minuti, un giorno o quattro mesi, il che crea un po' di confusione nello spettatore con la palpebra già a mezz'asta come era la mia, e come potenzialmente potrebbe esserlo quella di qualunque spettatore. Ovviamente non c'è nessuna casa maledetta e non è affatto un horror come ci viene fatto credere dalla copertina, vecchi trucchetti. 

Un film tutto sommato perdibile, ma se siete appassionati del genere potreste anche trovarlo piacevole. E non parlo del piacere della comicità involontaria. 

Recensito da: Imrahil


VOTI:

TRASH: 41/100
Noia: 78/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 54/100
Presunzione della regia: 68/100
Incompetenza degli attori: 36/100


SE TI PIACE GUARDA ANCHE: un vecchio thriller qualsiasi. 

26 aprile 2018

IL GIGANTE DELL’HIMALAYA (Aka Xing Xing Wang)



Di Meng Hua-Ho. Con Evelyn Kraft, Danny Lee, Norman Chu. Hong Kong/1977

Xing xing wang (1977) on IMDb

Pellicole dall’Abisso si scongela dal suo millenario sonno così come il gigantesco scimmione protagonista di questo piacevolissimo filmetto made in Hong Kong. Dalle montagne dell’Himalaya, il nostro amico si libera dai ghiacci senza un apparente motivo decidendo, come prima cosa, di distruggere dei simpatici modellini di villaggi locali. E' bello vedere che lo scimmione si presenti col pacchetto completo da mostro asiatico anni ’70: tutone posticcio, maschera da carnevale, occhioni dolci e pantofole pelose.

Ma degli spietati uomini di affari hongkongesi, hongkongiani, hongkongolesi, hongkongoloni, vabè, diciamo cinesi, vogliono catturarlo per farci un sacco di yen (oppure sterline, oppure dollari, fate voi). Assoldano dunque il famigerato cacciatore Johnny Felton (non è che è americano, è cinese, ma gli hanno dato un nome anglofono, almeno nel doppiaggio italiano). Tutto ciò succede nei primi due minuti di film; già perché questa pellicola ha il merito di non perdere tempo in ciance, di non prendersi la briga di introdurre nessun personaggio e in linea generale di tenere un ottimo ritmo, evitando tempi morti.

Durante la perigliosa strada per arrivare allo scimmione, l'allegra carovana viene attaccata da elefantini velocissimi e razziatori e da delle tigrotte morbide e coccolose, ma comunque capaci di svellere di netto una gamba ad un uomo con un solo morso. Interessante l'espediente utilizzato per simulare che gli uomini di fatica siano indiani: hanno preso dei cinesi, poi del fango e glielo hanno spalmato sopra.

Alla fine, visto che il viaggio si è rivelato troppo pericoloso, il povero Johnny (che in un flashback vediamo essere stato cornificato dalla fidanzata col fratello, ma in fondo era iniziata solo per 'ischerzo') viene lasciato da solo dalla carovana. Ovviamente il bel Johnny si imbatte subito nello scimmione, ma ci pensa a salvarlo una selvaggia cresciuta nella giungla, al secolo Evelyn Kraft. Una biondona di una bellezza abbacinante, che purtroppo ha lasciato il cinema molto presto e che è morta a 57 anni nel 2009.

Samantha (in seguito si verrà a scoprire il suo nome) è vissuta nella giungla dopo essere precipitata da un aereo da bambina. Ed è così selvaggia che sembra appena uscita da un photoshooting della SwimSuit Edition di Sport Illustrated: capelli pettinati, dentatura perfetta, lucidalabbra, un po' di ombretto, unghie smaltate e uno studiatissimo costumino di pelle giusto per coprire il fondamentale.

Johnny riesce a convincere Samantha a portare Hutam (questo il nome che Samantha ha dato allo scimmione) ad Hong Kong e così Hutam dall'Himalaya arriva a Bombay a piedi portando i due umani nella sua manona. Johnny incontra per strada lo spietato uomo d'affari cinese di cui sopra (che casualmente era lì) e insieme lo portano in nave ad Hong Kong.

Hutam viene fatto esibire incatenato e aizzato dai perfidi umani ed è un attimo che si libera per distruggere la città. Incredibile eh, chi l'avrebbe mai detto? E qui inizia il solito tran tran di militari che cercando di abbatterlo, lui che si arrampica su un grattacielo, Samantha che cerca di salvarlo, Johnny che limona con la sua ex e bla bla bla.

Il finale però è bellissimo. Talmente bello che non ve lo dico. Troppo poetico e poi mi commuovo.

Che dire.
Il Gigante dell'Himalaya è una classicissima Pellicola dall'Abisso, veloce e divertente, con un mostro pupazzoso, una bella gnocca, la moda anni '70 e un giaguaro sedato.

E comunque Johnny non te la prendere, era solo per ischerzo.

Ah, rimane comunque più bello di Kong Island.

Ah, comunque c'è completo su YouTube.

Recensito da Vidur

VOTI
Trash: 91/100
Noia: 43/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 92/100
Presunzione della regia: 34/100
Incapacità degli attori: 65/100



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LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni

Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;

1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.

2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere

3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.

4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.

5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani

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