Luca é perseguitato da un incubo: sogna di fuggire fino a ritrovarsi in una casa dove una strega mette a bollire la sua testa in un calderone. Su consiglio della cognata, si reca in campagna per riposare un po' e rinsaldare il rapporto con la moglie, fissata ed adoratrice di satana (cit.), con cui sta vivendo un periodo di grande crisi. La casa si rivela però essere la stessa dell'incubo ricorrente!
“La casa del sortilegio” faceva parte, assieme ad un'altra pellicola di Umberto Lenzi “La casa delle anime erranti”, e a due di Lucio Fulci “La casa nel tempo” e “La dolce casa degli orrori”, di un ciclo chiamato “Le case maledette” commissionato da Reteitalia, la quale tuttavia decise, dopo che furono realizzate, di non mandarle poi in onda per via, così disse, dei contenuti troppo splatter, o più probabilmente perché facevano troppo cagare.
La pellicola che stiamo esaminando dal punto di vista stilistico richiama evidentemente la seminale serie “I maestri del thriller”, con la sua recitazione a dir poco dilettantistica, la fotografia sciatta, assenza totale di tensione e di ritmo, e via dicendo... Confesso che, dopo i primi minuti di visione, il terrore di trovarmi di fronte ad un altro “Sodoma's Ghost” era veramente forte, ma per fortuna a rendere esilarante la visione, e a salvare il film, ci hanno pensato i dialoghi, caratterizzati da una notevole dose di follia. Particolarmente degni di nota sono quelli che vedono protagonista il vecchio pianista cieco:
“Chi é la donna rappresenta in questo quadro?”
“E non lo so, come le ho detto poc'anzi, sono cieco.”
“Ah già...”
Oppure:
“Mi perdoni la domanda Luca, ma sua moglie non é per caso affetta da sonnambulismo o da qualche altro disturbo psicomotorio?”
“No, non mi risulta. Cosa glielo fa pensare?”
“Beh l'atteggiamento di Haram (il cane NDR), forse lei non sa che i cani hanno un'inspiegabile ostilità per coloro che evidenziano forti scompensi del sistema nervoso, e ancora di più per le persone affette da turbe psicomotorie.”
“Lei ha avuto qualche esperienza in proposito?”
“Si conobbi una violinista polacca tanti anni fa, era sonnambula, e il mio cane percepì il pericolo, infatti una notte strangolo il figlio di dodici anni. Fu una cosa orrenda mi viene un brivido quando penso al corpo senza vita di quel povero bambino. E lei, la mattina dopo, non si ricordava più di niente. Non so che fine abbia fatto probabilmente sarà morta in qualche manicomio.”
O come non citare, il classico esempio di dialogo tra giovani, scritto da qualche non giovane che ha però letto l'ultimissima edizione dell'enciclopedia del perfetto giovane:
“Ti piace qui?”
“Può andare, ma ci manca lo stereo. E un poster della Madonna sopra il letto.”
“Della Madonna Ciccone vuoi dire?”
“E perché ne esiste anche un'altra? AHAHAHAHAH!”
Ma non é finita qui, infatti il finale riserva una vera e propria chicca per i fan di Umberto Lenzi:
SPOILER:
“E' fu così che l'incubo divenne realtà...” Cit.
Ebbene si, ancora una volta, come in “Incubo sulla città contaminata”, il buon Umbertone ricorre all'espediente più vecchio della storia del cinema, quello dell'incubo che diviene realtà, per risolvere la vicenda! Chapeau, niente da dire, solo tanto rispetto per Umberto. A tal proposito mi sorge però spontanea una domanda: quanti film avrà fatto finire così? Devo scoprirlo, devo!
FINE SPOILER.
Recensito da: Azagthoth
VOTI
TRASH 80/100
Noia 82/100
Ridicolaggine degli effetti speciali 72/100
Presunzione della regia 80/100
Incapacità degli attori 88/100
Se ti piace guarda anche: Bloody Psycho
2 commenti:
Ciao bel blog se vi va potremmo scambiare il banner:)
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