Di Alfonso Brescia. Con John Richardson, Yanti Somer, Walter Maestosi, Massimo De Cecco. ITALIA / 1978 / NAIS FILM
Prima di sfornare il terrificante La Bestia nello Spazio, il buon Alfonso Brescia aveva già approcciato la fantascienza, dando vita ad una sorta di quadrilogia in cui girava la stessa manciata di attori, che recitavano nelle stesse scenografie, con gli stessi effetti speciali e che “viaggiavano” sulle stesse astronavi rubacchiate qua e là da altri film.
Dapprima ci fu Anno Zero – Guerra nello Spazio, in seguito il qui presente Cosmo 2000 – Battaglie negli Spazi Stellari, poi La Guerra dei Robot e infine Sette Uomini d’Oro nello Spazio, a comporre un Brescia Cinematic Universe, che Marvel levati proprio e smettila di rubare le idee al cinema italiano.
Debbo dire che mi aspettavo un’immondizia invereconda al limite dell’inguardabile - visto anche il voto assurdamente basso su IMDB - e invece questo Cosmo 2000 mi ha relativamente e piacevolmente sorpreso regalandomi un’oretta e mezza di intrattenimento.
Un'astronave aliena, dopo aver distrutto un veicolo spaziale terrestre, riesce inspiegabilmente a forzare la rete di difesa satellitare approntata intorno alla Terra dagli scienziati Mike Layton e Diana Green, e si dirige verso il pianeta degli umani. Gli alieni provengono dal pianeta Gona e hanno intenzione di colonizzare la Terra!!!
Come anticipato, troviamo tutto il corollario del film di fantascienza italiano anni ‘70-‘80: scenografie di cartone con lucine di natale a simulare tecnologie avanzatissime, pigiamini di licra spacciati per tute spaziali, lo sfondo stellato del presepe a scimmiottare l’immensità dell’universo e ammassi di polistirolo, gommapiuma e lampadine a rappresentare temibili robottoni super intelligenti.
Fantastico anche il finale, con i temibili e superintelligenti cattivi di Gona che perdono a causa del fatto che guardavano le immagini del satellite alla rovescia (non so, così dicono) e che si fossero intesi male sull’orario dell’invasione sulla terra, scherzi del fuso orario.
Tra le note dolenti una colonna sonora davvero al limite della denuncia penale del “Maestro” Giombini, per altro distribuita a caso per tutta la pellicola, e tra quelle buffe il fatto che nei titoli di testa venga citata “la voce narrante di Arduino Sacco”, peccato che nel film non ci sia nessuna voce narrante.
Notevolissima invece la scienziata Diana Green, ovvero la finlandese Yanti Somer, presente in tutti e quattro i film della “saga” seppure con acconciature diverse; qui sfoggia un taglio alla crucca, ma è talmente figa che glielo si perdona volentieri.
Recensito da: Vidur
TRASH: 84/100
Noia: 52/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 88/100
Presunzione della regia: 56/100
Incompetenza degli attori: 50/100
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