18 novembre 2024

TRANCERS - CORSA NEL TEMPO (aka Trancers)

Di Charles Band. Con Tim Thomerson, Helen Hunt, Michael Stefani, Biff Manard. 1984 / USA / Charles Band Productions.

In un futuro imprecisato, un burbero cacciatore di taglie torna indietro nel tempo fino alla Los Angeles degli anni '80 per fermare un criminale che può trasformare le persone in creature simili a zombie tramite il potere della mente, visto che è anche un po’ medium (cit.).

Film di fantascienza totalmente figlio del suo periodo, praticamente coevo ad altre due saghe di enorme successo con il tema centrale del viaggio nel tempo (Terminator e Ritorno al Futuro, ça va sans dire), Trancers è un dignitosissimo b-movie senza troppe pretese, che ha dato vita a sua volta ad una serie di seguiti di cui ignoravo totalmente l’esistenza, così come probabilmente buona parte dell’umanità.

La premessa di questo criminale che è in grado di “sintetizzare il tempo” e dominare le menti deboli è piuttosto interessante, così come la modalità del viaggio nel tempo: tramite un siero i personaggi vengono trasmigrati nel corpo di un proprio antenato. E così, il detective Jack Deth si “reincarna” nel suo antenato Phil, che oh incredibile, è proprio uguale a lui. 


L’interprete è Tim Thomerson, conosciuto precedentemente per ruoli comici e che qui incarna, con una buona dose di ironia, il classico badass dal cuore d’oro. Il suo love interest è una giovanissima e all’epoca ancora sconosciuta Helen Hunt, brava, bella e carismatica, già all’epoca. Peccato che Jack e Leena (il personaggio della Hunt) si passino più di diciassette anni di differenza e la loro storia d’amore sia la classica forzatura campata per aria tipica del genere. Ci si passa sopra volentieri però, visto che questo Trancers ha il pregio di prendersi poco sul serio e di avere un ottimo ritmo, condensato com’è in appena 76 minuti.


Tra i punti deboli annoveriamo un cattivo davvero poco carismatico, di cui non si sa praticamente nulla, e sconfitto in un finale totalmente anti-climatico, grazie a delle bottigliate tirate da un barbone ubriacone e delle scene d’azione ridotte al minimo ed evidentemente scarnissime, visto il budget di una spesa di Natale al supermercato.


Scommetto che questo Trancers fosse ignoto alla stragrande maggioranza di voi (in caso contrario, fateci un fischio!) eppure, come si diceva in apertura può vantare ben cinque seguiti (di cui uno uscito in Italia col titolo I Cavalieri Interstellari e l’ultimo uscito nel 2002!), dalla progressiva ed esponenziale merdosità e proprio per questo motivo di grande interesse per questo simpatico blog, per cui stay tuned!


Recensito da: Vidur

VOTI:

TRASH: 72/100

Noia: 23/100

Presunzione della regia: 41/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: 67/100

Incapacità degli attori: 21/100

26 ottobre 2024

VOLO PER L'INFERNO (aka Flight to Hell)

Di Alvaro Passeri. Con Eric Bassanesi, Basia Ways, Giulia Bernardini, Rory Amadeus. 2003 / USA / Cinemagic

L’incubo del pilota di aerei Don diventa realtà quando, durante un volo privato, dei misteriosi esseri alieni si insinuano a bordo dell’aeroplano trasformandosi in terribili mostri mangiatori di uomini.

Alvaro Passeri, classe 1950, può vantare una discreta esperienza da effettista barra scenografo e solo saltuariamente si è dato alla regia, oserei dire per fortuna per la sanità del cinema, purtroppo per noi di Pellicole dall’Abisso.

Dico purtroppo perché Volo per l’Inferno può tranquillamente considerarsi come uno dei più indecenti e imbarazzanti prodotti che siano mai passati per queste disgraziate pagine virtuali.  Un abominio insensato, raffazzonato, demenziale, trucido, impunemente derivativo, in una parola, sublime.

Quello che balza subito all’occhio è che il buon Passeri, trovandosi evidentemente a corto di budget, ha deciso di fare un uso a dir poco estensivo della computer grafica. Parliamo dell’anno del Signore 2003 e parliamo di un budget a dir poco irrisorio, quindi gli effetti speciali sono più o meno pari a quelli che si sarebbero potuti trovare in un videogioco di un Atari 2600. E non parliamo solo degli alieni, ma anche di quasi tutti gli ambienti, compresi per esempio gli interni e gli esterni dell’aereo.


E gli interni in realtà sono dei pietosi e statici green screen a bassissima risoluzione, talmente poveri e malfatti da suscitare moti di tenerezza, mentre i pochi “prop” fisici sembrano scarti presi dal rigattiere all’angolo, tra divani marroni e lerci, porte bianche a soffietto, finti computer avveniristici di cui non si vede lo schermo e potrei continuare per ore. E dato che siamo sull’aereo Roulette One, in cui dei facoltosi clienti giocano d'azzardo, vedremo in versione virtuale anche roulette, slot machines e giochi vari che si potevano trovare nel 2014 in quei siti truffa tipo
 www.vegas888playdigitalcardswineasymoneyandhavesexwithhotmilfnearyourightnow.biz.

Accanto a questa allucinante realizzazione tecnica, troviamo una recitazione atroce di quasi tutto il cast, nonché falle logiche grosse come crateri. In sintesi, l’aereo si trova ad attraversare una sorta di tempesta magnetica in cui è annidato uno slime verde che entra nell’apparecchio tramite i motori. Questo magma crea vari danni agli strumenti dell’aereo, tra cui la disabilitazione del pilota automatico, cosa che ci viene detta esplicitamente dal protagonista. Ebbene, nonostante ciò e nonostante ci venga fatto capire che l’aereo stia tipo precipitando, il pilota e la sua co-pilota (la più pigra e incompetente nella storia dell’aviazione mondiale), passano tutta la seconda parte del film in giro per l’aereo a combattere gli alieni. E quindi…chi cazzo pilota l’aereo in quel momento? Boh, mistero della fede.


Com’è misterioso il fatto che in questo aereo si trova davvero di tutto: cestini di plastica per la frutta, pistole, lanciafiamme, asce, martelli, chiodi e assi di legno.

Per quello che riguarda gli alieni, che escono ovviamente da uova giganti (mmh, chissà dov'è l'ho già visto?), lascio che siano le immagini a parlare da sole.






Meraviglia.

Ma c'è anche la regia che ci delizia con assurde inquadrature grandangolari, la fotografia satura di colori acidi e sgraziati, i dialoghi senza senso, i comportamenti totalmente incoerenti dei personaggi, il fatto che ad un certo punto l’aereo deve cambiare rotta perché l’aeroporto di destinazione è in sciopero (???), per concludere con il finale in cui il pilota e una hostess scappano dall’aereo buttandosi da 2000 metri di quota su una montagna sperduta che sembra il render dell’Himalaya, ma che nella finzione filmica dovrebbe essere dietro Phoenix.



‘cezzionale, come direbbe un famoso telecronista. E scemo io che me lo sono visto su Prime Video, quando c'è gratis per intero su YouTube

VOTI:

TRASH: 92/100

Noia: 63/100

Presunzione della regia: 51/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: 97/100

Incapacità degli attori: 91/100

 



26 settembre 2024

WEREWOLVES OF THE THIRD REICH

Di Andrew Jones. Con Lee Bane, Derek Nilson, Neville Cann, Francesco Tribuzio. 2017 / UK / North Bank Entertainment

Tre virgola tredici. E' una media voto, no, non quella delle mie pagelle di matematica al liceo (e chi ci è mai arrivato al 3?), ma è la media voto su IMDB dei 28 film da regista di Andrew Jones.

Non so se è un record ma poco ci manca; purtroppo, il buon Andrew non potrà ritoccarlo in quanto è scomparso l'anno scorso a nemmeno 40 anni. Ci dispiace, ma ci dispiace ancora di più a pensare che quando ne aveva 34 nel 2017, si sarà detto: "Però che figo "Bastardi Senza Gloria", ne farò una merdosa copia spudorata infilandoci anche uno dei fake trailer di "Grindhouse"! Tutto il mondo si precipiterà a vederlo!".

E così, seguendo le sacre tracce dell'Asylum, partorì questa sorta di mockbuster di raccapricciante bruttezza che scopre subito le sue carte nella scena iniziale. Vi ricordate la scena della birreria in Bastardi Senza Gloria - quella in cui gli inglesi sotto copertura vengono scoperti e bla bla bla-? Ecco, qui è uguale ma ovviamente recitata col culo, scritta di merda e realizzata con lo sterco di cammello. Particolarmente irritante è il personaggio di "Mad Dog" Murphy, che parla solo con frasi fatte da badass in una sorta di patetica imitazione di Jason Statham. Vedremo anche una delle ricorrenti atrocità di questo film, ovvero le pistolettate palesemente finte "compensate" dagli effetti speciali in CGI degli spari, con tanto di sangue che colpisce l'obiettivo della camera in stile videogioco sparatutto del 1998.


In questa scena, gli attori inglesi parlano ovviamente in inglese tra di loro e in un incerto tedesco con il nazista. E fin qui tutto regolare, no? Ecco, da questa scena in poi vedremo anche gli stessi nazisti parlare tra di loro, ma in inglese con accento tedesco! Geniale.

Come geniale la scena (per fortuna l'unica) in cui compare Hitler, forse il peggiore mai visto nella storia del cinema. Hanno preso letteralmente un tizio qualunque dalla strada, gli hanno messo dei baffetti, una divisa nazista trovata nel negozio di cinesi all'angolo e gli hanno detto di fare la parodia di uno che fa la parodia di Hitler. 

Ma lo Zio Adolfo non è la sola figura storica presente in questo film, ci sono anche i famigerati Josef Mengele e Ilse Koch, che in questo universo alternativo sono sposati fra di loro (ma non temete, lei lo tradisce) e studiano un serio per creare dei supersoldati ibridando il "dna" dei lupi con l'uomo. Belli anche i prigionieri del campo di concentramento, dotati di folte chiome, pance da birra e graziosi pigiamini a righe.

Ora, i famigerati "Lupi Mannari del Terzo Reich" sono solo due e hanno delle maschere di halloween che più che a lupi mannari assomigliano ai Cardassiani di Star Trek e fanno la loro comparsa dopo un'ora abbondante di film, dopo che i tuoi testicoli si sono gonfiati fino a diventare un comodo puff sopra cui accomodarsi. Infatti, ci tocca vedere i cazzoni della prima scena che incontrano altri due cazzoni e che insieme formano un temibile team di ribellini ammazza-nazisti che vorrebbero venderti come dei fighi epigoni dei "Bastardi". Peccato che rimangano dei patetici imbecilli con il carisma di un segnalibro, talmente insopportabili che alla fine quasi finisci a tifare per Mengele. 


Il tutto sarebbe stato financo perdonabile se Jones avesse avuto il buon gusto di non prendersi troppo sul serio e fare davvero una parodia di Inglourious Basterds, invece ha voluto solo copiare dal primo della classe, peccato che lui sapesse a malapena scrivere. 

E non venitemi a parlare di nazispolitation: quelli erano film che in molti casi erano sì orrendi, ma erano anche crudi, provocatori, coraggiosi, con risvolti di horror ed erotismo che in qualche modo lasciavano nello spettatore una forte emozione, positiva o negativa che fosse.

L'unica emozione che Werewolves of The Third Reich mi ha lasciato è Cristo Gesù Iddio.

Recensito da: Vidur

VOTI:

TRASH: 89/100

Noia: 74/100

Presunzione della regia: 81/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: 85/100

Incapacità degli attori: 93/100

11 settembre 2024

ALIEN CONVERGENCE

Di Rob Pallatina. Con Caroline Ivari, Steve Brown, Michael Marcel, Mishone Feign. USA / 2017 / The Asylum

Dato che è da poco uscito nelle sale l’ottimo Alien: Romulus, perché non recuperare questo splendido Alien Convergence partorito da mamma Asylum? In realtà, essendo del 2017, si tratta del mockbuster corrispondente ad Alien: Covenant, che era già di per sé una discreta merda, ma spero che mi perdonerete.

Ça va sans dire che Alien Convergence non ha la minima attinenza con la saga fondata da Ridley Scott e probabilmente neanche la minima attinenza con il senso compiuto. La trama infatti vuole che un team di soldati disabili stia sviluppando un rivoluzionario metodo di pilotaggio di aerei da combattimento tramite sistema neurale (cioè, col pensiero), mentre tre meteoriti colpiscono la terra. I soldati mutilati si ritroveranno ad essere quindi gli unici ad avere la tecnologia e l’abilità per sconfiggere i temibili alieni covati dentro i meteoriti!

Ci sono tutti i "topoi" classici dell’Asylum in questo filmetto realizzato con ancora meno budget e meno impegno rispetto ai già bassissimi standard della casa di produzione a cui abbiamo dedicato questa bellissima retrospettiva: l’inconfondibile fotografia degli interni, le pessime divise militari, la trama risibile, gli effetti speciali patetici, la recitazione amatoriale di sconosciuti figuranti e un finale mezzo abortito.

In particolare, Alien Convergence è il trionfo dell’”O'dimo”. Chi ha visto la quarta stagione di Boris, avrà subito chiaro di cosa parlo, per tutti gli altri per “O'dimo”, si intende “Lo diciamo” e non lo mostriamo, perché non abbiamo i soldi.

“Tutte le strade sono bloccate, il traffico è paralizzato e ci sono continui blackout!”, / “La popolazione è nel panico e ci sono rivolte nelle strade!” / “Dei mostruosi esseri alieni stanno seminando morte e distruzione in tutto il paese! / “Il nostro esercito ha provato di tutto per abbattere questi esseri mostruosi, ma niente ha funzionato!”. Ecco, tutto ciò ci viene detto nei dialoghi, ma mai mostrato o per lo meno solo in brevissime sequenze realizzate ovviamente col buco del culo. 

Non temete però, perché di scene cringe Alien Convergence abbonda. Come, per esempio, quando il padre della protagonista -un ex pilota rimasto invalido, ora scienziato Nasa- si reca sul luogo dello schianto del meteorite per recuperare dei campioni di roccia. Ebbene, questo scienziato va da solo in sedia rotelle sul luogo dell’impatto, dove trova un unico poliziotto. Certo, è perfettamente normale che dove è caduto un meteorite a controllare il posto ci sia un unico agente e che a prelevare i campioni di roccia ci sia un solo scienziato, per giunta in carrozzina, che per recuperare i pezzi si cappotta pure dentro il cratere. 

Un’altra notevole è quando il nostro gruppo di soldati arriva in una base militare. Aldilà del fatto che in questa base c’è sostanzialmente una sola persona (altro classico Asylum, perché le comparse costano), il colonnello della base sostiene che lì ci sia il più grande deposito di velivoli militari di tutti gli Stati Uniti. E lo fa davanti ad un patetico green screen con un’immagine statica presa chissà dove di quattro jet cagati parcheggiati nel deserto.

E gli alieni? Beh, un altro stilema immancabile di questi film è che al momento del girato, nessuno è bene al corrente di che forma saranno i mostri che saranno aggiunti in post-produzione, quindi i dialoghi in merito sono sempre vaghi “E’ davvero enorme! Ma cosa diavolo è?”. E in realtà sono un patetico incrocio fra dei gargoyle e dei draghi, riciclati da un altro film Asylum, Dragon Crusaders, uscito per altro sei anni prima!

Ultima annotazione sulla protagonista, caruccia per carità, ma più che una militare cazzuta sembra una commessa di Walmart che ha esagerato coi dolci durante le vacanze di Natale (E così, la nostra dose di maschilismo e bodyshaming quotidiana ce la siamo portata a casa). 



Recensito da: Vidur

VOTI:

TRASH: 87/100

Noia: 44/100

Presunzione della regia: 51/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: 85/100

Incapacità degli attori: 88/100


18 agosto 2024

CYBORG

Di Albert Pyun. Con Jean-Claude Van Damme, Deborah Richter, Vincent Klyn, Dayle Haddon. 1989 / USA / Cannon Enertainment 

Uno dei motivi per cui amo il cinema è che ogni tanto le storie produttive dietro i film sono molto più interessanti dei film stessi. Si tratta di un leitmotiv qui su Pellicole dall'Abisso, visto che di solito i travagli dietro la realizzazione di un film sono figli di budget limitati, produttori incapaci e/o criminali, registi bizzarri e attori fuori di testa.

Ed effettivamente c'è un po' di tutto in questo Cyborg, la cui storia inizia dalla fine di quella della famigerata casa di produzione Cannon, figlia dei due amabili cialtroni principi della monnezza anni '80, Menahem Golan e Yoram Globus. Trovandosi ad un passo dalla bancarotta, ebbero la brillante di idea di realizzare due film in uno: il seguito de I Dominatori dell'Universo e una versione live action di Spider Man (ebbene sì). Si mossero così realizzando scenografie, comprando costumi e suppellettili, finché non dovettero rinunciare ai diritti dei due film di cui sopra per problemi finanziari. Avendo già speso 2 milioni di dollari, dovettero inventarsi un'alternativa per non perdere tutto. Il regista che si doveva occupare dei due progetti da girarsi in simultanea, Albert Pyun, aveva in mano altre due sceneggiature scritte da lui, Johnny Guitar e Alex Rain.

Pyun, con un budget residuo di appena 500.000 dollari compreso il cachet di Van Damme, decise quindi di unire quelle due storie realizzando una rock opera in bianco e nero di oltre due ore, oscura, violenta, con tanto di voice-over in stile Blade Runner. Ad un primo test-screening, su 99 delle 100 persone presenti, il film fece schifo al cazzo.

Intervenne quindi Van Damme, che convinse Golan e Globus a dare in mano il film ad un suo montatore di fiducia che alla fine partorì quello che il mondo ha conosciuto effettivamente come la versione definitiva di Cyborg.

Se volete un ulteriore gustoso aneddoto, posso dirvi che in una scena di combattimento Van Damme ferì un altro attore che perse permanentemente la vista da un occhio. Trascinato in tribunale, Van Damme perse la causa e dovettero accordarsi con un sostanzioso risarcimento per tale Jackson "Rock" Pickney.

Vabè, ma il film com'è, vi stare certamente chiedendo. È un guazzabuglio di cose scopiazzate un tanto al chilo da Robocop, Terminator, Blade Runner, Mad Max, Highlander e compagnia cantante, anche se più che con Paul Verhoeven, James Cameron e Ridley Scott, Pyun meriterebbe la compagnia del David Worth de I Predatori dell'Anno Omega e del Sergio Martino di 2019: Fuga da New York

La trama è letteralmente riassumibile in due frasi: nel classico futuro distopico in un cui la peste ha decimato l'umanità, una donna cyborg (cosa? Pensate che Van Damme sia il Cyborg del titolo? Pfff) detiene la conoscenza per debellarla. Un cattivo mercenario se ne vuole impadronire per usarla al fine di dominare il mondo, mentre il buono cazzuto cerca vendetta contro il cattivo di cui sopra che gli ha sterminato la famiglia. Dalla rock opera di Pyun è sopravvissuta la geniale idea di chiamare i protagonisti con nomi di marchi di chitarre, per la precisione il personaggio di Van Damme si chiama Gibson Rickenbacker, mentre il villain di turno Fender Tremolo (non scherzo). 

Ed è praticamente tutto qui, visto che ci sono dieci dialoghi in croce recitati di merda, quattro flashback messi a cazzo di cane e una serie di combattimenti realizzati col buco del culo. Non c'è infatti manco il divertimento di vedere Van Damme fare le sue mosse di arti marziali, perché praticamente non ne fa, manco nel super duello finale. E non che nel resto sia meglio, visto che ha la stessa espressività di un blocco di tufo. 

Meglio la compagna di viaggio di Van Damme, la procace Debora Richter, e il cattivo, interpretato da tale Vincent Klyn, una sorta di The Rock ante-litteram fatto di crack.



Cyborg non evitò la bancarotta alla Cannon, ma col tempo, per qualche strano motivo, acquisì una certa fama di culto, tanto che sono stati realizzati due sequel: nel primo c'è Angelina Jolie e nel secondo Malcolm McDowell. Ve l'avevo detto che la cosa meno interessante di questa storia era il film. 

Recensito da: Vidur

VOTI:

TRASH: 77/100

Noia: 54/100

Presunzione della regia: 61/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: 55/100

Incapacità degli attori: 81/100


LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni

Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;

1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.

2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere

3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.

4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.

5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani

ARCHIVIO RECENSIONI