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9 settembre 2023

RETROSPETTIVE DALL'ABISSO: The Asylum (Parte II)

Continuiamo il nostro viaggio nel "Manicomio" di Hollywood. Se te la sei persa, trovi la prima parte qui.

a cura di: Imrahil 


LE CAUSE LEGALI

«Io non voglio abbindolare nessuno, sto solo tentando di vedere realizzati i miei film. Molti fanno tie-in tutto il tempo, solo che lo fanno in modo più sottile; un altro studio potrebbe fare un film con giganteschi robot in coincidenza della pubblicazione di Transformers e chiamarlo "Robot Wars". Noi chiameremo il nostro Transmorphers» 
David Latt

Ecco a voi un incattivito Transmorpher (è pure difficile da scrivere)


Come potrete immaginare, dedicarsi alla realizzazione di mockbusters è dal punto di vista legale come correre contromano in autostrada, ma David Latt non è certo uno sprovveduto. Infatti non è propriamente corretto dire che i film della Asylum siano delle riproduzioni pari pari del film a cui si "ispirano": la maggior parte delle volte il film (o per lo meno la trama) non centra assolutamente nulla con il corrispettivo film di successo, il che pone The Asylum in una forma di protezione dalle cause che inevitabilmente colpivano gli studi californiani. La difesa di Latt era tanto semplice quanto impenetrabile: "Non è lo stesso film, parla di tutt'altro, è una vera sfortuna che i titoli siano così simili. Anzi, siete voi che state danneggiando me! Il mio film è uscito prima!". Le cause comunque fioccano a destra e a manca, ma molto raramente si giunge ad una seria condanna, ed il più delle volte l'Asylum se la cava apportando minime modifiche al titolo. Negli Stati Uniti è sufficiente usare un sinonimo. E' il caso di American Warship del 2012, che si sarebbe dovuto chiamare "American Battleship" e faceva il verso al già pessimo "Battleship" della Universal Pictures. Fantastico il triplo salto carpiato fatto dagli avvocati della Asylum in occasione dell'uscita del film "Lo Hobbit" diretto da Peter Jackson: La casa di produzione venne citata in giudizio da tre colossi (Warner Bros., New Line Cinema e Metro-Goldwyn-Mayer) in vista della produzione dell'ennesimo mockbuster, che si sarebbe dovuto chiamare "Age of the Hobbits". Questa volta non bastò dire in tribunale che gli "Hobbit" di cui si parla nel film della Asylum non sono ispirati a quelli di J.R.R. Tolkien, e venne emanato un ordine restrittivo per impedirne l'uscita. Poco male; il titolo venne cambiato in "Clash of Empires", ammiccando questa volta al film "Scontro tra Titani" (Clash of Titans in inglese) senza apportare alcuna ulteriore modifica, neppure alla locandina. Geniale.

Prima...


...e dopo.


IL SUCCESSO MAINSTREAM: SHARKNADO E Z NATION

«Gli squali funzionano e anche i disastri funzionano. Mettili insieme e ne tirerai fuori qualcosa»
Anthony Ferrante, Regista di Sharknado

Chissà, forse essersela vista così brutta e aver subito per la prima volta una seppur blandissima condanna ha contribuito alla nascita di quello che possiamo considerare il più grande successo della Asylum: il franchise Sharknado. Con questo prodotto la casa di produzione getta la maschera e va in completo all-in: nasce Sharknado, un prodotto completamente originale che la butta totalmente, sfrontatamente in caciara. Basta film copiati con pretese di serietà, basta girare film brutti perchè ci sono poche idee e un budget ridicolo. Ci prendono per il culo perchè facciamo B-Movies? Adesso glielo spieghiamo noi cos'è un vero B-Movie. SBAM! 


Nel 2013 esce finalmente sul canale SyFy questo assurdo film che non ci prova neanche, ma entra nel cuore di un sacco di persone e soprattutto sfonda i confini di quella piccola nicchia di cui parlavamo nella prima parte di questo articolo, e viene letteralmente divorato anche da chi di film di merda non è poi che se ne intenda. La miscela è vincente, perchè il film è totalmente caricaturale, una presa in giro di se stessi che va ad esasperare tutte quelle logiche che rendono tale un film di merda. Il successo, forse per la prima volta in casa Asylum, è planetario. Il film viene addirittura proiettato al cinema in Inghilterra. Nonostante rimanga in sala per una sola notte gli incassi arrivano a 200.000 sterline, che spannometricamente corrispondono al 20% del budget stanziato. Mica male! Seguiranno a questa uscita, con cadenza praticamente annuale, ben cinque sequel, tutti di discreto successo. 

Parliamo di un successo da meritare merchandising e addirittura un Funko-pop.

Non di soli film vive l'uomo, avrebbe detto Gesù Cristo se fosse vissuto nell'epoca dei lockdown e del Covid-19: nel 2014 The Asylum si lancia nel mondo delle serie TV, producendo l'ambizioso e oggettivamente godibile Z Nation. La suddetta serie sbarca su Netflix e, pur essendo sulla carta solo una brutta copia di "The Walking Dead" riscuote un buon successo, questa volta anche con la critica. Ad oggi siamo arrivati a cinque stagioni ed uno spin-off (Black Summer), la cui valutazione complessiva raggiunge un ragguardevole 6,7 su IMDB. 

Considerato lo sfacelo finale di "The Walking Dead", questo Z Nation probabilmente è pure migliore.


LE STAR

Con lo sterminio di film che la Asylum ha fatto uscire (stiamo parlando di qualcosa come 238 lungometraggi in 26 anni) di attori da quelle parti se ne sono visti passare parecchi. Tratto comune di tutti loro ovviamente deve essere il basso cachet per politica aziendale, ma in mezzo a un enorme numero di nullità noteremo un sacco di figure ricorrenti, tra le quali spiccano artisti dimenticati, come la pop star degli anni '80 Tiffany, per non parlare di Graham Greene, co-protagonista di "Balla coi Lupi". Troviamo in alcuni film il ben riconoscibile volto di Machete, Danny Trejo. Perfino Carmen Electra ad un certo punto della sua carriera è finita nel giro della Asylum e si presta come co-protagonista di 2-Headed Shark Attack, in cerca di un tozzo di pane raffermo. Come non citare l'attrice e stuntwoman neozelandese Zoë Bell, uno dei tanti feticci di Quentin Tarantino, sarà la protagonista di "Mercenarie", rivisitazione in gonnella dei mercenari guidati da Sylvester Stallone. E, ovviamente, non può mancare l'immenso e vanesio David Hasselhoff chiamato spesso e volentieri ad interpretare niente popò di meno che sè stesso. 


Possiedimi, David


6 settembre 2023

RETROSPETTIVE DALL'ABISSO: The Asylum (Parte I)



Nel cuore di ogni appassionato di B-Movies c'è un piccolo angolino dedicato a questa sfacciatissima casa di produzione. Per anni questi manigoldi si sono occupati esclusivamente di guardare i trailer trasmessi su "Coming Soon Television" e produrre in tempo record una copia carbone di quanto visto sulla TV satellitare. The Asylum: o la ami o la odi. Sono numerosissimi i film presenti su questo blog che portano la firma di questa casa di produzione, e sono ancora più numerosi i film effettivamente prodotti nei suoi 25 anni di attività. Ripercorriamo insieme la storia interessante di questo underdog del mondo dell'intrattenimento che non solo si rifiuta di finire nel dimenticatoio, ma anzi di anno in anno guadagna seguito e quote di mercato. Riusciranno infine a varcare le soglie del Cinema quello vero?

a cura di: Imrahil



IL DIFFICILE INIZIO

Un bel giorno del 1997 il regista sconosciuto David Michael Latt riuscì a convincere non si sa bene come due top manager della Village Roadshow a lasciare il loro dorato posto dallo stipendio di giada per lanciarsi senza paracadute nella fondazione di una nuova casa di produzione che si sarebbe dichiaratamente occupata di film a basso costo da lanciare direttamente sul mercato home-video. Nasce così The Asylum, un nuovo piccolo astro nell'immenso firmamento di Hollywood. Viene girato il primo film, Killers, e non se lo incula nessuno. Del resto il mercato è saturo, già colossi secolari come la Lions Gate Entertainment hanno creato business units interamente dedicate al comparto direct-to-video e stanno sfruttando il potere del loro marchio per intasare i canali dei maggiori videonoleggi. I primi anni per la Asylum sono indubbiamente duri, ma David Latt non sembra voler mollare l'osso. Per anni si barcamena con le proprie mediocri produzioni originali, raccogliendo le briciole lasciate dagli altri colossi dell'intrattenimento, attendendo nell'ombra un'occasione di riscatto. 


"In the tradition of Tarantino's Reservoir Dogs!"


LA SVOLTA

Giunti infine stancamente al 2005, il colpo di genio: esce la notizia che la Paramount sta lavorando ad un film basato sul romanzo di H. G. Wells "La Guerra dei Mondi", che sarà diretto niente di meno che da Steven Spielberg e avrà Tom Cruise come protagonista. C'è odore di colossal. E David ha buon olfatto, oltre che nessun senso del pudore. Il piano è il seguente: "La trama già la abbiamo, visto che c'è il libro; facciamo in modo di cagare fuori almeno 90 minuti di girato, anche fatto coi piedi, e cerchiamo di uscire in home-video prima ancora che il film di Spielberg sia al cinema. Vedendo il titolo simile, magari qualcuno ci casca." 

Il Signor Latt la faccia da furbetto l'ha sempre avuta..


E ci cascò quello che allora era ancora il leader mondiale del videonoleggio, Blockbuster, che acquistò la bellezza di 100.000 copie del film "War of the World - L'Invasione". E' probabilmente scorretto dire che una catena con presenza ultradecennale sul mercato come Blockbuster si sia fatta fregare da un parvenue qualsiasi; verosimilmente anche loro avevano subodorato l'affare e speravano a loro volta di truffare la loro clientela più gonza. Comunque sia andata, per l'Asylum piazzare 100.000 copie di un qualsiasi loro titolo può considerarsi un successo sfolgorante e quasi insperato. Una buona dose di autostima che definirà i piani futuri per la società.


Infatti da questo momento in poi la casa produttrice si occuperà per anni solo ed esclusivamente di "Mockbusters", ovvero spudorate copie low-cost di film famosi appena usciti al cinema messi a disposizione in DVD ai clienti più sprovveduti. Il processo viene quanto più possibile standardizzato per ottimizzare al meglio le poche risorse disponibili e stare negli stretti tempi previsti per l'uscita del titolo in questione, arrivando a qualcosa di molto simile a quello che si può trovare in una catena di montaggio. Il budget per ogni film è fissato ad un milione di dollari e i tempi di produzione non devono superare i quattro mesi, dallo sviluppo concettuale al prodotto pronto per essere distribuito: Quattro-sei settimane per la sceneggiatura, quattro settimane di pre-produzione e due settimane di produzione. Se ci pensate è straordinario. La produzione è sterminata, basta guardare sul loro sito internet o sulla pagina di Wikipedia

Il fedelissimo Paul Logan, volto ricorrente delle produzioni Asylum fin dai tempi di "Killers". Un tipo alla mano, sono pure suo amico su Facebook.


Manco a dirlo, l'assoluta totalità dei film riportati in elenco sono delle vere e proprie tragedie inguardabili. Tuttavia è proprio la bassa qualità del prodotto finale ad attirare l'attenzione di una nicchia di spettatori non foltissima ma che comunque viene profondamente fidelizzata: sto parlando della stessa nicchia a cui apparteniamo noi di Pellicole dall'Abisso, alla quale probabilmente appartieni anche tu, se stai leggendo questo articolo. In pochi anni The Asylum diventa sinonimo e garanzia di film di merda, con effetti speciali ridicoli e recitazione sciagurata. Terreno fertile per tutti gli affezionati del cosiddetto "so bad it's good". Con il mondo Home-Video in declino, The Asylum ha la lungimiranza di cercare con largo anticipo affiliazioni nel mondo della pay-tv e dei servizi di streaming, suggellando un sodalizio che perdura tutt'oggi con l'emittente NBC tramite il canale tematico SyFy. Saranno trasmessi anche nel Bel Paese tramite il canale Steel disponibile sull'ormai defunto servizio Mediaset Premium. 

LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni

Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;

1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.

2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere

3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.

4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.

5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani

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