“...guerre...guerre continue...”
Per celebrare il ventennale dall'uscita del leggendario “La Croce dalle 7 Pietre”, Marco Antonio Andolfi (aka Eddy Endolf sr. nonchè jr.) decide di realizzare un seguito denominato “Riecco Aborym”.
Ecco già il titolo è sensazionale...cioè “Riecco Aborym”. Pensateci e ripetetelo in loop...non “Aborym il ritorno”, “La Croce 2”, o “La vendetta di Aborym”...no “Riecco Aborym”. Fantastico.
Dopo 20 anni, il tormento dell'innocente dagli occhi verdi non riesce a placarsi. Eddy/Marco/Marco Antonio ora è invecchiato e notevolmente ingrassato, ma può godersi l'amore di una donna, il cui nome non viene mai rivelato. Anche la sua compagna però è inquieta, Eddy infatti non si separa mai dal suo talismano e lei vuole scoprirne i motivi. Marco Antonio sarà dunque costretto a raccontarle tutta la sua terribile storia.
Innanzitutto una precisazione: “Riecco Aborym” non è un film, dura mezz'ora scarsa di cui la metà è presa da spezzoni del primo capitolo. In più non c'è alcun elemento che possa caratterizzare un film in quanto tale: non esiste trama, soggetto, sceneggiatura, scenografie, colonna sonora.... No, non c'assolutamente nulla di tutto questo.
C'è solo Marco Antonio che parla con la sua donna nella camera da letto e nella cucina di casa sua. E non casa sua per modo di dire, ma proprio casa di Andolfi. Tra l'altro una merda, con vista sul raccordo anulare romano e i cassonetti della spazzatura.
La prima volta che si assiste a questo opera, si rimane totalmente allibiti. Cioè, ci si chiede DAVVERO COME SI POSSA REALIZZARE UNA COSA DEL GENERE.
Eh già, perchè ecco cosa accade: la donna, tale Margherita Di Sarno, vuole a tutti costi sapere perchè Marco Antonio porta sempre al collo quella croce visto: “che non te la togli mai, a me da fastidio, anche quando facciamo sesso e mi stringi”.
Marco Antonio è logorato dentro e dimostra la sua stizza in cucina “Mah!”. Ma la donna non demorde e Marco Antonio finisce per arrabbiarsi: “Senti, basta sei una stronza! Insisti, insisti, insisti!”. Segue un terrificante schiaffo di Margherita, che alla fine l'ha vinta.
Marco Antonio infatti è costretto a confessare: “Mia madre prima che io nascessi era fissata e adoratrice di Satana. Infatti da ragazza è vissuta in Africa per imparare...evocare i morti...evocare i demoni. Le colpe dei padri e delle madri ricade sempre sui figli...Vabbè!”. Non so se avete fatto caso a quale arguta e amara perla Marco Antonio butta a noi porci.
Segue un lungo flashback de “La Croce dalle 7 Pietre”, al termine del quale Andolfi recita IL MONOLOGO DEL SECOLO che vale la pena trascrivere per la sua interezza:
“Eh, io ho un grande senso di colpa, perchè questo talismano fu rubato da mia madre per difendermi dal male. In Africa molti stregoni dicono che da quando è sparito...l'Africa è sprofondata in un caos di...malattie...guerre...guerre continue...massacri...pestilenze e odio fratricida. Io vorrei avere il coraggio di rimediare...si, si vorrei rimediare, forse anche quella ragazza...si una ragazza di molti anni fa per avermi aiutato anche lei ha pagato per...ha pagato la vita per questo”.
Quindi avete capito, tutti i mali dell'Africa sono riconducibili a questo talismano! Altro che colonialismo...
Per inciso durante il mitico monologo, Marco Antonio è seduto in cucina, ha un bicchiere in mano che continua a sbattere sul tavolo facendo un casino pazzesco, continua a muovere lo sguardo nel vuoto per leggere ciò che deve dire e parla con voce spezzata e incerta. Insomma il momento forse più alto della cinematografia moderna.
Ma a trovare conferma delle parole di Marco Antonio, nella notte avviene un tentato furto nella sua abitazione. Tre malviventi si intrufolano in casa, stordiscono l'uomo e gli rubano la croce. Ma è mezzanotte e Marco Antonio senza il talismano al collo si trasforma. Infatti sarà in grado di ucciderli tutti e tre: uno morirà d'infarto, l'altro volerà dalla finestra e all'altro scioglierà la faccia. Peccato che la trasformazione non si veda...evidentemente Marco Antonio è troppo vecchio e/o povero per queste cose e si affida all'immaginazione dello spettatore.
SPOILER
Il colpo di scena però è in agguato, infatti Margherita, in combutta con due loschi figuri, ruberà il talismano al povero Marco Antonio che verrà giustiziato vigliaccamente nel sonno con un colpo di pistola. Oddio, colpo di pistola, un po' di polvere nera sull'orecchio e un po' di sangue finto. Margherita può dunque tornare in Africa con la croce a ristabilire l'ordine, mentre il faccione di Aborym fa la sua ultima comparsa sullo schermo. Fine.
FINE SPOILER
Capolavoro totale.
Recensito da: Vidur
VOTI:
TRASH: 98/100
Noia: 45/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 97/100
Presunzione della regia: 88/100
Incompetenza degli attori: 99/100
Il tormento senza fine di un innocente dagli occhi verdi...RIECCO ABORYM!!!
SE TI PIACE GUARDA ANCHE: La Croce dalle 7 Pietre o uno dei 150 fotoromanzi sceneggiati da Marco Antonio.
8 commenti:
e pensa che sto "film" me lo sono goduto alla "premiere" con tanto di convention col mitico eddy endolf :D
ahahaha, che invidia! sono un po' curioso di sentire che cazzo ha detto eddy XD
Cazzo davvero! Cosa ha detto Eddy e in che condizioni era??
Oh voglio saperlo anche io! Peraltro leggetevi cosa dice (in uno stentatissimo italiano) Eddy in persona sul suo sito
http://rieccoaborym.wordpress.com/scheda-del-film/
...Comunque caro Vidur, mi permetto di dissentire sul voto noia; le parti con i pezzi del tg 3 che mostrano le ''guerre..guerre continue'' raggiungono secondo me livelli aulici.. tenendo conto che è un prodotto di 30 minuti 10 minuti di noia vuol dire un terzo del film...!
poi vabè, non è politica del webmaster dal potere assoluto gestire i vostri voti, però pensaci.
comunque è vergognoso che margherita di sarno non lo abbia messo in curriculum....! io sul mio metterei ''ho visto riecco aborym''
Confermo il voto noia, perchè comunque le immagini del "dramma africano" sono brevi (molto meno di 10 minuti), quindi secondo me non vanno a intaccare il film nella sua totalità.
Fantastici i commenti di Marco Antonio! Ci sono 50 errori di battitura in 3 righe..."...con una critica ottima che un giornalista critico cinematogtafico Gregorio Napoli, accomunava il regista A mamulian è Vistor Fleming, quello di via col vento (!!!)". Poi ribadisce: "Mamulian è il regista, Victor Fleming è anche un regista il critico diceva che il film sembrava dirtto da questi".
Grande Marco Antonioooooooo!!!
Perchè il punto in cui dice che il lupo nero della storia infinita gli è stato "regalato come scarto"?????
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