28 gennaio 2021

TORNADO F6 – La Furia del Vento (aka Christmas Twister)

Di Peter Sullivan. Con Casper Van Dien, Victoria Pratt, Richard Burgi, Haley-Lu Richardson. Hybrid/USA/2012

Christmas Twister (2012) on IMDb

A pochi giorni dal Natale, una cittadina del Texas viene sconvolta dall’improvviso arrivo di giganteschi tornado. Il professor Walker ha il compito di salvare la sua famiglia e la città, mentre la furia degli elementi si scatena.

F6 è il gradino più alto della scala Fujita per la misurazione della forza dei tornado, ma si tratta di un livello ipotetico in quanto sembra che nella storia non si sia mai verificato un evento del genere. “Tornado F6” è un titolo piuttosto figo, merito dei i distributori italiani che hanno sostituito l’originale  “Christmas Twister”. O meglio CHRISTAMS TWISTER.  Ebbene sì, questo film è fatto talmente col culo che hanno sbagliato a riportare il titolo del film nei crediti di testa, scritti per altro con un font poveraccio di Word, tipo QUESTO

Il protagonista è il leggendario Casper Van Dien, l’indimenticato Johnny Rico di “Starship Troopers” nonché interprete di una sequela sterminata di filmacci da SyFi Channel della domenica pomeriggio. Il buon Casper è credibile come scienziato quanto lo sarebbe Valentina Nappi in un biopic su Rosy Bindi ed è chiaro che nell’occasione ha profuso l’impegno minimo sindacale per guadagnarsi la pagnotta. E’ interessante notare il fatto che, così come gli attoroni di Hollywood si sposano tra loro, lo fanno anche gli attori di film di Serie B. Van Dien infatti ha recentemente convolato in terze nozze con tale Jennifer Wenger, interprete tra gli altri di capolavori quali “Alpha Wolf”, “Lavalantula” e “Chicks Dig Gay Guys” (no, anche se sembra non è un porno).

La trovata di inserire il Natale in questo film è tanto inutile quanto pretestuosa. A parte due lucine, tre addobbi, una scena con un Santa Claus al centro commerciale, non vi è traccia di atmosfera natalizia, anche perché essendo ambientato in Texas ci sono 38 gradi e un sole che spacca le pietre. Ma se non c’è traccia di Natale in questo “Christams Twister”, non è che si abbondi neanche coi tornado. Ce ne sono giusto un paio che durano una manciata di minuti per poi sparire misteriosamente e magicamente; inutile dire quanto la CGI degli effetti speciali sia tra le più deprimenti mai viste su un piccolo schermo. Vi è una sovrabbondanza di orrendi green screen, così come quella di automobili anch’esse realizzate in CGI che vengono sollevate e spazzate via. La computer grafica viene usata senza ritegno pure per i danni agli edifici, per le fiamme, per i treni, per le nuvole e perfino per i computer. Vi è anche una carenza cronica di qualunque tipo di supporto alla popolazione: nonostante ci siano danni e feriti ovunque non vi è traccia di vigili del fuoco, ambulanze, paramedici, polizia, protezione civile, guardie forestali o bibliotecari: si vedono solo giusto due pompieri nella sequenza finale. Con calma, mi raccomando. 

Di veramente spassosa c’è una sola scena: il classico reporter, stronzo  e avido di fama, sale sul tetto di una centrale elettrica per fare lo scooppone, ma visto che è stupido e cattivo viene travolto da un container volante che guarda placidamente venirgli addosso senza fare una piega. Si tratta per altro dell’unico morto del film, che cerca disperatamente di creare del pathos mettendo in pericolo i personaggi per circa tre secondi e fargliela cavare con un mezzo taglietto sulla fronte quando va male.

Per il resto ogni membro della famiglia di Casper salva a turno una persona intrappolata sotto delle macerie di gommapiuma e il tutto si conclude in tempo per la classica grigliata natalizia in giardino a bordo piscina. 

Effetti speciali pezzenti, trama inesistente, attori cani, personaggi con lo spessore di un sottobicchiere, colonna sonora composta da una manciata di sample presi da Final Cut e manco un finale aperto. Meraviglia. 

Recensito da: Vidur

TRASH: 78/100

Noia: 62/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: 91/100

Presunzione della regia: 66/100 

Incompetenza degli attori: 81/100


PS: AVETE MAI VISTO LA RAGAZZA CON LA CAMICIA GIALLA SULLA LOCANDINA? NO? IO NEANCHE, NEL FILM INFATTI NON COMPARE MAI. 

23 dicembre 2020

IN VACANZA SU MARTE

Di Neri Parenti. Con Christian De Sica, Massimo Boldi, Milena Vukotic, Herbert Ballerina, Paola Minaccioni. Cattleya//Italia/2020

Holidays on Mars (2020) on IMDb

Nell'anno peggiore della storia dell'umanità dal 1816 - il celebre anno senza estate - ecco arrivare un'ulteriore piaga, molto più letale e devastante del coviddi: il cine-(non)-panettone-sci-fi targato Neri Parenti con Boldi e De Sica.  

Uscito ovviamente solo sulle piattaforme streaming, "In vacanza su Marte" rappresenta il secondo film a seguito della reunion dei due pezzi grossi della commedia all'italiana, ovvero il genere di film che il mondo ci invidia (cit.). Ma, attenzione, qui non c'è solo commedia, c'è anche della fantascienza! Ebbene sì, De Sica e Boldi sbarcano su Marte! Niente più Natale a Cortina, Hawaii, New York o Campodarsego, bensì su Marte! E neanche Natale in realtà, visto che a parte due alberi addobbati sullo sfondo, non c'è traccia della festività, tanto che si è deciso di togliere la magica parola pure dal titolo.

Ma non temete, anche se l'ambientazione è cambiata, tutto il resto è rimasto uguale. E visto che non voglio risultare banale con un riassunto della trama o con una citazione delle battute più divertenti, e visto che, a quanto pare, criticare questo genere di film oggidì significa essere degli stronzi radical chic che passeggiano con una copia de "I Duellanti" sottobraccio, mi limiterò a giocare al bingo dello humor da cine-panettone. 

Pronti? Via.

Il marito, cioè De Sica, odia sua moglie. [✅] 

Il marito, cioè De Sica, tradisce sua moglie. [✅] 

Il marito, cioè De Sica, sta con la moglie solo per i soldi. [✅]

Il matrimonio fa schifo. [✅] 

Gli smartphone sono stupidi e difficili da usare. [✅]

La tecnologia è stupida e difficile da usare. [✅] 

Le donne sono stupide e difficili da usare. [✅] 

Battute sulla merda. [✅] 

Battute sugli anziani. [✅] 

Battute sul sesso. [✅] 

Battute sul sesso tra anziani. [✅] 

Tette / Donne nude. [❌]

Scenette divertenti sulle flatulenze. [❌]

Scenette divertenti sulle persone che russano.  [✅] 

Scenette divertenti sui gay. [✅] 

Gli adolescenti non sanno cos'è un libro. [❌]

I Toscani. [✅] 

69 [✅] 

Enzo Salvi. [❌]

Biagio Izzo. [❌]

Sottotrama inutile che strizza l'occhio ai ggggiòvani perché parla della moda del momento.  [✅] 

Livello medio di recitazione tra l'ignobile e l'indescrivibile.  [✅] 


A tutto ciò aggiungiamo come bonus round:

[✅] La tinta di De Sica.

[✅] De Sica che dà della troia a Milena Vukotic in una scena su due (per Dio, Milena! Ok che neanche Fantozzi era Strasberg, però un po' di dignità...).

[✅] Paola Minaccioni che era pure in "Lockdown all'Italiana".


Su Massimo Boldi non mi pronuncio, solo perché se dicessi qualcosa su di lui potrei essere accusato di maltrattamento su anziani e la sensazione di pena che mi ha suscitato è pari solo a quella che fa questo film. 

Non posso però esimermi di puntare il ditino su Herbert Ballerina, passato da Maccio Capatonda a questo, ovvero a tutto quello che ha sempre preso per il culo. Come si suol dire "pecunia non olet", o come direbbe De Sica "mortacci vostra, i sordi non puzzano de merda e piscio, c'ho le palle che me sfregano, mannaggia ar cazzo, bella zinnona, annamose a farci n'ingroppata". 


Recensito da: Vidur


TRASH: 88/100

Noia: 65/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: 87/100

Presunzione della regia: 10/100 

Incompetenza degli attori: 95/100



27 settembre 2020

ALLA RICERCA DELL'IMPERO SEPOLTO (aka The Secret of the Inca's Empire)

Di Gianfranco Parolini (Frank Kramer). Con Conrad Nichols (Bruno Minniti), Kelly London, Max Laurelo, Vassili Karis. CineSuerte/Italia, Filippine/1987

The Secret of the Incas' Empire (1987) on IMDb

Arriva direttamente dagli anni '80 questa piccola e misconosciuta perla italica, un caravanserraglio di avventura, azione, scenografie di cartapesta e battute (non) divertentissime. Nato come un rip-off di Indiana Jones, questo Alla Ricerca dell'Impero Sepolto, diretto dal veterano Gianfranco Parolini accreditato con il suo consueto nom de plume Frank Kramer, a posteriori funge come una sorta di ideale progenitore del leggendario La Tomba di Bruno Mattei. 

Stessa giungla filippina spacciata come foresta amazzonica, stessa trama confusa e raffazzonata, stessa recitazione amatoriale, stesse scenografie rubate da Gardaland, con templi di gommapiuma, coccodrilloni di balsa e un florilegio di lucine colorate e botti di mortaretti. Al posto del gruppo di studenti guidati da una strega e da una coppia di filippini addetti al catering, i protagonisti sono qui il professor Cliff Bradbury e la bella Linda Logan, che partono alla ricerca di un non meglio precisato tesoro Inca, braccati nel frattempo da una manipolo di cattivi capeggiati nientemeno che da Vassili Karis, nome noto a noi Abissini avendo recitato in un altro paio di cult, come Bloody Psycho e La Bestia nello Spazio

Il film parte in quinta con un ottimo ritmo e senza preamboli, portandoci nel vivo dell'azione, peccato che alla lunga le situazioni inizino a ripetersi fino alla nausea con Linda, damsel in mistress dal primo all'ultimo minuto, che fa andare avanti la trama a forza di inciampi e scivoloni, il tutto condito da una serie interminabile di battute atroci e pretestuose. Inoltre per tutto il film cerca disperatamente di farsi chiavare dal bel Cliff (al secolo Bruno Minniti, anche lui abituè del cinema di alto livello, con perle all'attivo come "La dottoressa ci sta col colonnello" e "La moglie in bianco...l'amante al pepe") che invece preferisce farsi leccare il naso e il mento dalle indigene. In tutto ciò la prestazione attoriale di Kelly London, al netto di due begli occhi da cerbiatta e un fisico da modella, è veramente oscena. Impossibile sapere di più su questa donna: il suddetto film infatti è il primo e unico in carriera. Chissà perché, verrebbe da chiedersi.

A corollario, le due cose più spassose. A proteggere Linda e Cliff durante il loro periglioso percorso, ci pensa un Inca, diretto discendente degli alieni (?) dalla pelle bianca atterrati in Sud America in tempi remotissimi: il suddetto arciere più che ad un guerriero assomiglia ad un vecchio e grasso Enrico Beruschi con gli occhi eternamente strabuzzati. 

SPOILER

Il campione però è il cerimoniere/sedicente divinità/professore uscito pazzo: all'interno di un vulcano, vestito con un costume di carnevale a forma di uccello mutante, suona delle tastiere ed emette dei raggi  laser verdi e rossi dalla maschera. Le sequenze che lo riguardano sono strepitose, tanto che sembrano prese di peso da un altro film e sulle prime lasciano davvero interdetti. Come lascia interdetti il fatto che nel finale, nel confronto con Cliff, muoia di infarto e si butti nella lava senza nessun motivo apparente. 

FINE SPOILER

Cazzatona divertente, leggera, senza pretese, ideale per farsi quattro risate con gli amici. La pura essenza di Pellicole dall'Abisso.


Recensito da: Vidur

VOTO

TRASH: 89/100

Noia: 65/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: 91/100

Presunzione della regia: 45/100

Incompetenza degli attori: 88/100

PS: qui sotto il trailer per il mercato tedesco, che offriva un florilegio di titoli alternativi tra i quali “Bradbury e la Maledizione della Caverna della Morte” e “Il Condor d'Oro”.





16 settembre 2020

MULAN

Di Niki Caro. Con Yifei Liu, Donnie Yen, Gong Li, Jet Li, Jason Scott Lee. Disney/USA/2020

Mulan (2020) on IMDb

Ed ecco che finalmente anche la Disney approda su Pellicole dall'Abisso. E dire che avremmo avuto di che recensire vista la valanga di sterco rilasciata dalla casa del topo negli ultimi anni, tra l'aberrante Maleficent 2, il trascurabile Dumbo, l'abominevole Re Leone, l'atroce Alladin, per non menzionare l'indescrivibile Episodio 8.

Il riferimento alla nuova sciagurata trilogia di Star Wars non è casuale: Mulan infatti non è altro che una Mary-Sue a tutti gli effetti (quivi la descrizione) e che mi ha terribilmente ricordato Rey (non) Skywalker. 

Lasciando perdere le differenze tra cartone e film e lo sviluppo della trama - che potere leggere ovunque e che se avete visto l'originale del 1998 già sapete a memoria – possiamo dire che questo iper-bombato giocattolone dal budget spropositato non è altro che l'ennesimo prodotto Disney acchiappagonzi, senza testa, senza cuore, insignificante e palloso. 

Nella prima parte non succede praticamente nulla, poi si passa senza intermezzi all'atto finale che si risolve in un attimo, con lo stesso pathos che si prova parcheggiando la macchina al supermercato. 

Rey, ops, Ley, ops, Mulan non deve faticare per diventare un guerriero, perché è già un fenomeno innato visto che in lei il “chi” scorre potente (vi ricorda qualcosa?); non deve neanche faticare per nascondere il fatto di essere una donna, anche se le sue forme sono evidenti, ha la voce da donna, le mani da donna e non si lava mai con gli altri simpatici commilitoni; non deve faticare neanche una volta che si è rivelata, perché tutti poi la accettano senza problemi e pure l'Imperatore, appena la vede combattere, se ne infatua. Insomma, niente conflitto, niente difficoltà, niente dramma, niente “viaggio dell'eroe”. Niente di niente. 

Come niente è il cattivo, un Random Villain #0058 che vuole “vendetta” per il padre e che guida un esercito di soldati senza volto, che più che cinesi sembrano degli arabi, dati i turbanti e le scimitarre; rispetto al cartone hanno aggiunto poi il personaggio della strega che può trasformasi in quello che vuole e che rappresenterebbe l'alter ego “malvagio” di Mulan. Il personaggio potrebbe essere potenzialmente interessante peccato che:

1. nel finale ci viene rivelato che avrebbe potuto tranquillamente volare nel palazzo imperiale e uccidere senza sforzo l'imperatore in ogni singolo momento del film;

2. è protagonista del cambio di bandiera (da cattiva a buona) più rapido e pretestuoso della storia del cinema, che manco Pietro Badoglio.

Un altro elemento di imbarazzo si trova in alcune scene di combattimento, in cui si vorrebbe omaggiare il genere “wuxia” (il cappa e spada cinese, ad esempio “La Tigre e il Dragone” e “La Foresta dei Pugnali Volanti”) con  coreografie esagerate e incredibili; peccato che qui più che un omaggio sembra una parodia, con Mulan che calcia in rovesciata le frecce e l'imperatore che usa delle tende come delle fruste. 

Aggiungiamoci al tutto una regia piatta, una colonna sonora inesistente, un uso terribile dalla CGI,  la totale assenza di caratterizzazione e crescita dei personaggi e una seriosità di fondo insopportabile, ed eccovi il pacchetto Mulan 2020,

Cazzo, un'azienda non rilasciava tanti flop in serie da quando la Atari infilò il 5200, il Lynx, il Jaguar e il videogioco di ET, le cui cartucce invendute furono sepolte in una discarica in Nuovo Messico. La Atari è poi fallita nel 1994. Chissà, magari è la volta buona anche di Disney. Incrociamo le dita.


Recensito da: Vidur

VOTO

TRASH: 78/100

Noia: 87/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: 65/100

Presunzione della regia: 84/100

Incompetenza degli attori: 42/100

11 settembre 2020

WOLVES OF WALL STREET

di David De Coteau con Eric Roberts, William Gregory Lee, Michael Bergine. Regent Entertainment/USA/2002

Wolves of Wall Street (2002) on IMDb

Jeff giunge a Wall Street con il sogno di diventare un broker di successo, e non gli pare vero quando la più prestigiosa società di brokeraggio, la Wolves Brothers, gli offre un posto, tuttavia presto si renderà conto che non è tutto oro ciò che luccica, dietro alla società si nasconde un gruppo di sanguinari lupi mannari. 

Il buon David De Coteau, vecchia conoscenza del nostro blog e veterano degli horror di serie Z, questa volta affiancato addirittura da una guest star d’eccezione come Eric Roberts decide di girare, per l’ennesima volta, il suo solito film mettendo questa volta di mezzo un gruppo di licantropi.

Siamo di fronte ad una pellicola decoteauniana al 100%, nessun elemento caro al regista canadese manca: l’incipit in cui il malcapitato che vuole lasciare il gruppo dei cattivi viene fatto fuori, i giovani aitanti in boxer, i rallenty continui messi a casaccio, le flashate, i flashback che rievocano quanto accaduto due minuti prima (tanto per allungare il brodo e raggiungere l’agognato traguardo dell’ora e ventuno minuti di durata titoli di coda inclusi), la musica tamarra di sottofondo, la mutazione del protagonista da ragazzetto sfigato in un burino con gli occhiali da sole e la coppola. 

Insomma potrebbe essere un qualsiasi film di De Coteau, io personalmente ne ho visti una marea, non ci sarebbe nulla di nuovo da segnalare, se non fosse che di mezzo ci sono i licantropi, come il nome Wolves Brothers lasciava facilmente intuire… 

Ora in un film sui lupi mannari, inevitabilmente, bisogna ad un certo punto mostrare la trasformazione dell’uomo in lupo mannaro, spesso si tratta di un momento clou per la pellicola, capace di regalare scene iconiche, basti pensare a “un lupo mannaro americano a Londra” di John Landis o “l’ululato” di Joe Dante. Quindi il nostro David come gestirà questo momento?

SPOILER

Semplice dribbla la questione con eleganza, ovvero non c’è nessuna trasformazione bensì si ripiega su una soluzione classica decoteauniana: i ragazzi in boxer. Avviene ciò: i giovani aitanti si spogliano, restano in boxer, si mettono a quattro zampe, si dirigono verso le vittime con tanto di ululati di sottofondo intervallati dal fermo immagine della luna piena, e la morte delle vittime si consuma fuori scena.

FINE SPOILER 

Ed infine, come in ogni film di De Coteau che si rispetti, non poteva mancare il finale tirato via.

SPOILER

Tutti i licantropi vengono uccisi piantandogli nel petto una penna d’argento. Il fatto che la penna fosse d’argento è un particolare che è stato ben evidenziato sin da subito, così da essere a prova di idiota. Mentre sul come si possa uccidere non una ma ben cinque persone con una penna non è dato saperlo.

FINE SPOILER

Tirando le somme “Wolves of Wall Street” è un concentrato di poetica decoteauniana, che non vi farà rimpiangere l’ora e ventuno minuti trascorsi a vederlo, a patto che siate riusciti a fare anche altro in contemporanea, altrimenti avrete effettivamente perso un’ora e ventuno minuti della vostra vita.


Recensito da: Azagthoth


TRASH: 74/100

Noia: 87/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: 70/100

Presunzione della regia: 50/100 

Incompetenza degli attori: 72/100


LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni

Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;

1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.

2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere

3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.

4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.

5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani

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