Di Gianfranco Parolini (Frank Kramer). Con Conrad Nichols (Bruno Minniti), Kelly London, Max Laurelo, Vassili Karis. CineSuerte/Italia, Filippine/1987
Arriva direttamente dagli anni '80 questa piccola e misconosciuta perla italica, un caravanserraglio di avventura, azione, scenografie di cartapesta e battute (non) divertentissime. Nato come un rip-off di Indiana Jones, questo Alla Ricerca dell'Impero Sepolto, diretto dal veterano Gianfranco Parolini accreditato con il suo consueto nom de plume Frank Kramer, a posteriori funge come una sorta di ideale progenitore del leggendario La Tomba di Bruno Mattei.
Stessa giungla filippina spacciata come foresta amazzonica, stessa trama confusa e raffazzonata, stessa recitazione amatoriale, stesse scenografie rubate da Gardaland, con templi di gommapiuma, coccodrilloni di balsa e un florilegio di lucine colorate e botti di mortaretti. Al posto del gruppo di studenti guidati da una strega e da una coppia di filippini addetti al catering, i protagonisti sono qui il professor Cliff Bradbury e la bella Linda Logan, che partono alla ricerca di un non meglio precisato tesoro Inca, braccati nel frattempo da una manipolo di cattivi capeggiati nientemeno che da Vassili Karis, nome noto a noi Abissini avendo recitato in un altro paio di cult, come Bloody Psycho e La Bestia nello Spazio.
Il film parte in quinta con un ottimo ritmo e senza preamboli, portandoci nel vivo dell'azione, peccato che alla lunga le situazioni inizino a ripetersi fino alla nausea con Linda, damsel in mistress dal primo all'ultimo minuto, che fa andare avanti la trama a forza di inciampi e scivoloni, il tutto condito da una serie interminabile di battute atroci e pretestuose. Inoltre per tutto il film cerca disperatamente di farsi chiavare dal bel Cliff (al secolo Bruno Minniti, anche lui abituè del cinema di alto livello, con perle all'attivo come "La dottoressa ci sta col colonnello" e "La moglie in bianco...l'amante al pepe") che invece preferisce farsi leccare il naso e il mento dalle indigene. In tutto ciò la prestazione attoriale di Kelly London, al netto di due begli occhi da cerbiatta e un fisico da modella, è veramente oscena. Impossibile sapere di più su questa donna: il suddetto film infatti è il primo e unico in carriera. Chissà perché, verrebbe da chiedersi.
A corollario, le due cose più spassose. A proteggere Linda e Cliff durante il loro periglioso percorso, ci pensa un Inca, diretto discendente degli alieni (?) dalla pelle bianca atterrati in Sud America in tempi remotissimi: il suddetto arciere più che ad un guerriero assomiglia ad un vecchio e grasso Enrico Beruschi con gli occhi eternamente strabuzzati.
SPOILER
Il campione però è il cerimoniere/sedicente divinità/professore uscito pazzo: all'interno di un vulcano, vestito con un costume di carnevale a forma di uccello mutante, suona delle tastiere ed emette dei raggi laser verdi e rossi dalla maschera. Le sequenze che lo riguardano sono strepitose, tanto che sembrano prese di peso da un altro film e sulle prime lasciano davvero interdetti. Come lascia interdetti il fatto che nel finale, nel confronto con Cliff, muoia di infarto e si butti nella lava senza nessun motivo apparente.
FINE SPOILER
Cazzatona divertente, leggera, senza pretese, ideale per farsi quattro risate con gli amici. La pura essenza di Pellicole dall'Abisso.
Recensito da: Vidur
VOTO
TRASH: 89/100
Noia: 65/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 91/100
Presunzione della regia: 45/100
Incompetenza degli attori: 88/100
PS: qui sotto il trailer per il mercato tedesco, che offriva un florilegio di titoli alternativi tra i quali “Bradbury e la Maledizione della Caverna della Morte” e “Il Condor d'Oro”.
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