Con lo Scream uscito l'anno scorso, i Radio Silence raccoglievano l'eredità di Wes Craven dando vita a un requel (definizione di Mindy) che fungesse da ponte col passato ma guardando al futuro. I temi erano gli stessi dei suoi quattro predecessori, aggiornati al gusto moderno, e la follia degli assassini era sempre, in qualche modo, legata all'horror e alle sue regole, in un continuo gioco metacinematografico di eventi "reali", film "fasulli" e la vaga, rassegnata consapevolezza dei personaggi di essere dei cliché da slasher, trattati come tali da un killer senza volto ma dalle grandi ambizioni.
Con Scream VI i Radio Silence si staccano dal passato senza lasciarlo andare del tutto e cominciano a creare una propria mitologia, un proprio studio sui personaggi di Sam e Tara, le vere eredi di quella Sidney che (non è uno spoiler, lo si sapeva da un anno) è la grande assente di questo capitolo. I tempi sono cambiati, ed è cambiato non solo il modo di affrontare i traumi ma anche la sensibilità della società: se Sidney, nel secondo Scream, cercava attivamente di rifarsi una vita coccolata dagli amici rimasti e da un nuovo amore, "pulita" e credibile nel suo ruolo di vittima o sopravvissuta, Sam è costretta ad affrontare una gogna mediatica legata alle sue radici, cosa che le impedisce ulteriormente di fidarsi delle persone e che inficia il suo rapporto con Tara, la quale, dal canto suo, vorrebbe solamente tornare a vivere un'esistenza normale.
Questo studio sulle due protagoniste, già cominciato in Scream, ce le rende familiari e simpatiche, e lo stesso vale per Mindy e Chad, il che consente allo spettatore di interessarsi alle loro vicende come fossero quelle dei vecchi personaggi titolari, tanto che il ritorno di un paio di volti noti viene vissuto come una piacevole aggiunta, non come LA cosa fondamentale, a dimostrazione che il franchise è ormai in grado di camminare sulle sue gambe.
Il "manifesto programmatico" del nuovo corso di Scream, se così si può chiamare, viene enunciato senza possibilità di errore nell'esatto momento in cui il nuovo Ghostface manda al diavolo i film horror, lasciando lo spettatore e Mindy (pur inconsapevolmente) con un palmo di naso, in quanto, potete ben capirlo, non ci sono più regole tranne quelle dettate da un assassino che non necessariamente agirà come pensiamo o come siamo abituati. Per questo, Scream IV è forse ancora più spassoso da seguire rispetto ai suoi predecessori, è più divertente perdersi nelle elucubrazioni di chi si possa nascondere dietro la maschera di Ghostface, confrontandosi con i compagni di visione sulle teorie più strampalate (se avete già visto il film, se volete, ne possiamo parlare nei commenti, vi farete delle grassissime risate), ma è anche più insidioso ed inquietante, proprio per la costante atmosfera di incertezza e diffidenza che stringe alla gola Sam, forse ancora più di Sidney.
È anche, diciamolo tranquillamente, molto più sanguinoso ed efferato dei precedenti. I Radio Silence vengono da quei bagni di sangue che sono Southbound e Finché morte non ci separi e il loro stile dinamico e cattivissimo riverbera nella mano del nuovo Ghostface, il quale non disdegna modi assai creativi e dolorosi di nuocere al prossimo; ci sono poi due o tre sequenze esaltantissime che mostrano tutta l'abilità dei Radio Silence come registi, nella fattispecie una delle scene iniziali più interessanti e divertenti di tutta la saga, tre sequenze incredibilmente dinamiche girate all'interno di luoghi chiusi o ristretti, e uno showdown finale ambientato in quello che penso sia uno dei set più belli del mondo. Se ancora non vi basta, potete confidare anche in un paio di momenti di pura commozione, tra sentiti (e mai inutili) omaggi ai personaggi che abbiamo sempre amato e stralci di una colonna sonora ormai consacrata a mito, che già mi emozionava durante i rewatch post 1996, figuriamoci dopo il 2023 d.L..
Di più non posso dire senza fare spoiler, mi dispiace. Correte al cinema a vedere Scream VI e preparatevi, che il VII è già lì che vi sta sulle spalle a mo' di carogna e io non vedo l'ora!!
Recensito da: Bolla
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