Il veterano di guerra diventato autore di libri horror Roger Cobb (William Katt) è nel pieno di una vera e propria crisi esistenziale. Cavalcando l'onda del successo dei suoi primi romanzi, Roger sta cercando di concentrarsi, contro il parere di tutti, sulla scrittura delle sue terribili esperienze vissute in Vietnam. Tuttavia, è vittima del blocco dello scrittore e di un pizzico di disturbo da stress post traumatico che lo rende non proprio regolare come un orologio svizzero. Come se non bastasse sta ancora metabolizzando la scomparsa del figlio e il divorzio dalla bella moglie. Il destino interviene presto quando la zia di Roger si suicida inaspettatamente e lui diventa l'unico erede della sua tenuta. Inizialmente intenzionato a venderla, il nostro protagonista decide invece di trasferirsi lì e concentrarsi sulla redazione del suo libro, sperando di aver trovato l'ambiente giusto per proseguire la stesura. Tuttavia le tanto agognate solitudine e tranquillità si riveleranno impossibili da ottenere, complici un vicino ficcanaso e soprattutto una moltitudine di minacce soprannaturali, tra cui attrezzi da giardino volanti e un nutrito caravanserraglio di mostri.
Pensavo di trovarmi di fronte ad un banale seguito apocrifo della sconfinata saga delle case maledette, invece mi ritrovo in compagnia del buon Ortnid a vedere un filmetto piacevole e da un ritmo discreto, un po' a cavallo tra l'horror e la commedia. Ed in effetti a ben guardare vanta natali nobili, o per lo meno "borghesi". Produttore esecutivo il grande Sean Conningham, niente meno che il regista di "Venerdì 13". Impossibile guardando questa pellicola non pensare al ben più celebre cult "The Evil Dead", da cui il film prende un po' più che un'ispirazione: lo spirito è decisamente quello, e ciò non è necessariamente un male. Il prodotto è realizzato con una cura discreta, presentando un mix di mostri animatronic e di pupazzi ripresi in stop-motion. Questi ultimi tra l'altro portano la firma di Mark Sullivan, forse due delle mani più capaci dell'epoca e famoso per aver lavorato a titoli del calibro di Robocop, il remake di Blob, Ghostbusters II e Hook - Capitan Uncino (quest'ultimo, en passant, gli valse la nomination agli Oscar per gli effetti visivi nel 1992), Il risultato è nel complesso gradevole, seppur con qualche incertezza. Il punto debole del film è probabilmente la trama, che pur non essendo lineare ci è sembrata un po' incerta e leggerina.
[SPOILER]
Attraverso brevi flashback e dialoghi esplicativi, scopriamo che il figlio di Roger, Jimmy, è misteriosamente scomparso mentre giocava nella piscina della casa. Il protagonista dopo aver visto ciò che la casa è in grado di fare si convince a buon diritto che il piccolo Jimmy sia ancora vivo e che sia stato in qualche modo "rapito" dalle entità soprannaturali che in essa dimorano. Coraggiosamente, il provetto papà svolgerà l'intreccio, grazie anche agli indizi lasciati qua e là dalla defunta zia, e si getterà nella parte "nascosta" della casa, ovvero quella che affaccia su un'altra dimensione. Nel finale del film scopriremo che il vero colpevole di tutte le disgrazie di Roger è "Big Ben", un commilitone di Roger durante gli anni del Vietnam. Lo spirito di Ben incolpa Roger per averlo lasciato indietro per essere torturato e ucciso dai Vietcong ed è desideroso di vendicarsi dalla tomba! Ciò porta infine a uno scontro culminante in cui Roger dovrà affrontare le sue paure, imparare a perdonarsi e trovare il modo di scongiurare l'entità Ben stavolta per sempre. In definitiva, volendo rispondere alla domanda dell'incommentabile titolo italiano: chi è sepolto in quella casa? Un cazzo di nessuno.
[FINE SPOILER]
Questo "cattivone" o mostro finale che dir si voglia è forse la cosa che ci ha convinto meno di tutto il film. Seppur terribile il suo destino ci è sembrata una motivazione un po' moscia per organizzare una tale persecuzione soprannaturale, senza contare che non viene mai spiegato come questa normalissima persona sia stata in grado di ottenere un tale potere. Negli sviluppi finali il film sembra volerci suggerire che tutti questi mostri, ed in particolare Ben, siano in realtà il frutto della mente malata di Roger, alimentata dal suo senso di colpa che rende questa particolare apparizione come quella principale. Tutto molto bello e pure plausibile, se non fosse che questa teoria è smentita da tutto il resto del film: I mostri possono essere visti da tutti i personaggi e il figlio Jimmy e veramente scomparso. Un bel buco, difficilmente perdonabile in una produzione tutto sommato di una certa qualità. Veniamo compensati dalla brillantezza del film, mai noioso e di grande intrattenimento. Nel complesso, una visione piacevole.
Recensito da: Imrahil
VOTO CLEAN: 72/100
2 commenti:
Alla fine Miner si è sempre attestato su un suo livello qualitativo, un mestierante del genere solido e talvolta anche originale.
Non ho visto moltissimo, devo essere sincero. Ma da quel poco che ho visto (ovvero questo e i due sequel di Venerdì 13 che ho scoperto essere suoi) la tua definizione di "onesto mestierante" sembra essere molto appropriata.
Posta un commento