Di Luca Guadagnino. Con Timothée Chalament, Taylor Russel, Mark Rylance, Anna Cobb. USA - ITALIA / 2022 / Frenesy Film Company
Il buon Guadagnino colpisce ancora e questa volta lo fa allo stomaco, dopo averci fatto fondere il cervello con il controverso remake di Suspiria. L’accoppiata è sempre la stessa, ovvero quella formata dal regista palermitano e dal fido sceneggiatore David Kajganich, ma il risultato è molto diverso: dove Suspiria si prestava a molteplici interpretazioni frutto di una trama convulsa e poco lineare, Bones and All va dritto come un treno, presentandoci una storia tanto viscerale e violenta, quanto dolce e poetica.
Proprio i contrasti sono il fulcro del film che si riflettono anche sui protagonisti: piccoli, soli, fragili, emotivamente devastati, ma anche famelici, spietati, cannibali. E i due attori sono magistrali nella loro interpretazione di personaggi così sfaccettati e fuori dagli schemi. Timothée Chalamet si conferma un attore versatile ed efficace in ogni ruolo, anche se le sue espressioni facciali si contano sulle dita di una mano -ma saper trasmettere così tanto con così poco è un pregio e non un difetto- mentre la rivelazione, premiata anche a Venezia, è Taylor Russell, bellissima e bravissima ventottene canadese destinata ad un prossimo futuro denso di successi.
Spuntano anche due caratteristi di lusso, Mark Rylance e Michael Stuhlbarg, entrambi impegnati in ruoli assolutamente disturbanti (soprattutto il primo) e pure David Gordon Green, regista di quella mezza -se non tutta- chiavica della nuova trilogia di Halloween.
Per gli standard di Guadagnino, anche la regia è piuttosto essenziale e convenzionale e in questo senso si adatta perfettamente alla storia, così come la colonna sonora ad opera di Trent Reznor e Atticus Ross, con i classici echi anni ’80, decade in cui il film è ambientato, a fare da cornice al viaggio on the road di Maren e Lee per l’America rurale e dimenticata, splendidamente fotografata nella sua cruda maestosità.
Bellezza, dunque, ma anche tanto sangue. Il film parla di antropofagia e non si vergogna di farlo vedere. Gi scoppi di violenza sono spesso improvvisi e ben poco edulcorati per un film di questo genere, con effetti speciali, totalmente prostetici, che funzionano senza sbavature.
Ad essere pignoli, potremmo dire che dieci o quindici minuti in meno non gli avrebbero fatto male e che, pur accettando il contesto pseudo-fantastico in cui ci si muove, è difficile mandare giù alcune dinamiche, ma sono piccolezze a confronto di quello che è già destinato a diventare un cult moderno per il cinema di genere.
Attendiamo con curiosità il prossimo film di Guadagnino, ambientato nel mondo del tennis e con l’ormai onnipresente Zendaya.
Recensito da: Vidur
3 commenti:
Andrò probabilmente a vederlo domani, intanto grazie per avermi regalato la recensione!
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Gran film veramente, nonostante certe gigionate di Timothée Chalamet (ma lo perdoniamo, come abbiamo perdonato altri grandi da De Niro in giù). Tra i migliori film dell'anno accanto a "Licorice Pizza" (anche lì una "coppia" a parte, postpandemica).
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