1 – ALISON LOHMAN – FALSE VERITA’ (Atom Egoyan – 2005)
Una premessa interessante: Kevin Bacon e Colin Firth sono un duo comico degli anni ’50, caduto in disgrazia dopo che una ragazza era stata trovata morta nella loro camera d’albergo. Una giovane giornalista (appunto la Lohman) deve provare a fare luce sulla vicenda. Il film ha poco ritmo e un’aria terribilmente artefatta, ma il peggio è proprio l’interpretazione agghiaccante della Lohman. Difficile trovare una prova così incredibilmente scarsa in una produzione di questo livello: con una perenne (in)espressione di smarrimento, sembra non sapere neanche dove si trova e fallisce completamente in un ruolo che avrebbe avuto bisogno di carisma e sex appeal. Il film floppò miseramente e da lì la sua carriera ha cessato praticamente di esistere.
2 – ELIZABETH BERKLEY – SHOWGIRLS (Paul Verhoeven – 1995)
Anche se rimarrà per sempre nei nostri cuori come la Jessie Spano di Bayside School, la Berkley è passata alla storia per il famigerato Showgirls di Paul Verhoeven. La sua interpretazione caricaturale e totalmente sopra le righe, sembra fosse dovuta al fatto che il regista le avesse detto che il suo personaggio si trovava in una costante astinenza da una non meglio precisata droga. Peccato che nel film non si faccia menzione di questo dettaglio e che lei risulti solo spaventosamente antipatica e irritante, nonostante sia nuda per buona metà della durata. Da lì in poi, la Berkley passerà dall’essere la “next big thing” di Hollywood ad uno scarto per ruoli miniori.
3 – BRANDON ROUTH – SUPERMAN RETURNS (Bryan Singer – 2006)
In un’epoca (bei tempi) in cui l’80% delle uscite cinematografiche non erano film sui supereroi, la Warner tentò timidamente di riproporre Superman. La scelta per sostenere il ruolo ricadde su questo sconosciuto bisteccone con l’espressività di una teiera e il carisma di un fermaporte. Il film non era neanche così brutto, tuttavia fu abbastanza disastroso da cancellare Brandon Routh dalla faccia della terra. Almeno finché qualcuno non ebbe la bella pensata di fare un film su Dylan Dog e di sceglierlo come protagonista…
4 – LINDSAY LOHAN – THE CANYONS (Paul Schrader – 2013)
In realtà la carriera della Lohan era già caduta in un dirupo senza fondo ben prima di questo bizzarro e affettato thriller a tinte erotiche di Paul Schrader, ma ci piace menzionarlo perché è divertentissimo vederla in costante hangover sbiascicare le sue battute con l’evidente faccia di chi non sa di cosa sta parlando. Stupendo anche il dietro le quinte: la Lohan alternava assenze ingiustificate a capatine sul set ubriaca o strafatta, non si ricordava una parola del copione e si rifiutava di girare scene in disabillé, in quanto totalmente fuori forma, tanto da essere accusata di scarsa professionalità dal co-protagonista James Deen (un pornoattore alle prese per la prima volta con un film non a luci rosse). Ti amiamo Lindsay.
5 – SOFIA COPPOLA – Il Padrino – Parte III (Francis Ford Coppola – 1990)
La parte di Mary Corleone era stata già assegnata a Wynona Rider, che arrivò sul set, a Roma, due giorni dopo aver finito di girare un altro film. Alla Rider venne una sorta di esaurimento nervoso e si tirò indietro all’ultimo momento. Con le riprese già iniziate e senza avere il tempo di trovare una sostituta, Francis Ford Coppola ebbe la felice pensata di scegliere sua figlia, in quella che rimane una delle peggiori scelte di casting della storia del cinema. La Coppola dovette pure ridoppiare sé stessa dopo i primi screening-test in cui i critici avevano letteralmente deriso il suo modo di parlare, ma ciò non bastò a rimediare il disastro e a convincere gli spettatori che il bellissimo Andy Garcia potesse perdere la testa per una cugina così…ehm. Sofia si è poi riciclata come regista di successo, evitando di esporsi nuovamente al pubblico ludibrio.
6 – RENEE ZELWEGGER – UNA DOPPIA VERITA’ (Courtney Hunt – 2016)
Thriller anonimo e stravisto in cui i protagonisti fanno a gara a chi è il più cane. Vince la Zellwegger, probabilmente reduce dal 27esimo intervento chirurgico al viso, tanto da essere totalmente irriconoscibile ed incapace di muovere un singolo muscolo facciale. La carriera della Zellwegger forse non sarà naufragata a causa di questo orrore, ma è di certo un altro chiodo sulla bara.
7 – ALESSANDRO ROJA – DIABOLIK (Manetti Bros – 2021)
8 –KRISTIN DAVIS – ILLUSIONI MORTALI (Anna Elizabeth James – 2021)
A causa probabilmente di qualche rata del mutuo arretrata, la Charlotte di Sex and the City nel 2021 si è prestata a “recitare” in questo pseudo-thriller di spropositata bruttezza. Quasi non ci si crede di quanto faccia schifo e quasi non ci si crede a quanto la Davis riesca ad alternare solo due espressioni sulla sua faccia tracimante di botox: felice e basita (F4). E non bastano neanche un paio di scene saffiche all’acqua di rose per risollevare un prodotto imbarazzante sotto ogni punto di vista.
9 – MARK WAHLBERG – E VENNE IL GIORNO (M. Night Shyamalan – 2008)
In quello che è uno dei film più assurdi e inutili della strana carriera di M. Night Shyamalan, Wahlberg (che solitamente alterna mediocrità a rari pezzi di bravura) è quasi sconcertante. Ha dichiarato di aver accettato la parte solo perché, per una volta, poteva interpretare uno scienzato e non un poliziotto o un criminale, peccato che sembri recitare in un perenne stato di disagio e paronoia, con il risultato di apparire semplicemente ridicolo. Il suo “What? No!”, è diventato quasi il paradigma della pessima recitazione e non a torto. La carriera di Wahlberg non ha certo rallentato dopo questo super-flop (7 film girati nel solo 2022!), tuttavia nessuno gli ha mai più offerto un ruolo da "scienzato", chissà perchè.
10 – BRUCE WILLIS – GLASS (M. Night Shyamalan – 2019)
A cura di: Vidur
1 commento:
Bruce Willis, purtroppo, non stava bene e alla luce di ciò mi pento di averlo "stroncato" in questo e altri film. Wahlberg è un altro che non poteva impedire di fare schifo in un film orribile, mentre la Lohan, vabbé, lasciamo perdere: the Canyons credo sia uno dei film più brutti e inutili di sempre.
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