Di Octavian Repede, con Alexandru Belciu, Paul Bondane, Alexandru Bornea. Romania 2018
Siamo nel 141 dopo cristo e non tira affatto una buona aria nell’accampamento romano a ridosso del limes dacico. Una cometa ha appena solcato il cielo e quasi tutto l’avamposto, a cominciare dal sudaticcio Prefetto Cornelius Fuffus soffre di una misteriosa malattia che sta decimando la guarnigione.
Per fortuna non tutti i soldati sono stati colti dal morbo, così dopo una dura selezione viene scelto il Centurione Marcus, ovvero il bipede più pigro e svogliato del campo per un’importante spedizione oltre confine.
Tanto tempo prima infatti un tizio, che potrebbe essere un medicus, aveva fatto un disegno su di un foglio di una pianta in possesso di una misteriosa (e disobbediente) popolazione dacica.
Questa pianta, a detta sua, permetterebbe la cura di ogni male.
Tutto a posto quindi, basta mandare il suddetto centurione con un potente esercito di tre legionari (Aquila, Tertius e Nerva) a trovare questa misteriosa (e disobbediente) popolazione delle montagne e fargli riportare indietro questa pianta prodigiosa.
Il medicus che cerca di ricordarsi come si usano le matite |
La spedizione, che secondo le pretese del regista dovrebbe durare settimane, ma che chiaramente si protrae per non più di 2 giorni per complessivi 500 metri, si trascina lenta seguendo perennemente lo stesso schema:
- Il gruppo arriva in un posto (che è poi sempre lo stesso)
- Il legionario Aquila fa una domanda banale al centurione Marcus, tipo “ dove stiamo andando?
- Il centurione lo osserva con sguardo spento
- Non ottenendo risposta un altro legionario mormora “Centurio….”
- Il centurione continua a non proferire parola e ad ostentare il suo sguardo beota e perso
- Il terzo legionario mormora “Centurio…..”
- Il gruppo riparte e arriva in un altro posto,
ripetendo la scena
Centurio.....
Dopo un paio di ridicole scaramucce con un (disobbediente) popolo dacico a caso e dopo aver perso metà corpo di spedizione (i due legionari di prima) il taciturno centurione arriva in una grotta dove una fanciulla (la principessa dei serpenti o qualcosa del genere) sta riposando con di fianco una pianta.
Il centurione viene morso da un serpente e, senza motivo e molto vigliaccamente, uccide la principessa. Si trova così con una ferita avvelenata insanguinata ed una prodigiosa pianta che cura tutte le malattie fra le mani.
Non ci arriva subito, ma dopo qualche tempo ha la geniale intuizione che forse quella pianta potrebbe salvarlo, ne bruca un po’ e torna all’accampamento. Fine.
Confidavo in meglio, speravo in peggio.
La trama è estremamente semplice ma lineare, i costumi non sono nemmeno fatti male e si sono viste battaglie ben peggiori in questo genere di film, per quanto la scarsità di mezzi a disposizione del regista non permetta evidentemente scene memorabili.
La vera pecca è lo svolgimento, estremamente lento, ripetitivo e noioso, se venissero tolte le scene in cui i soldati scalano la montagna il film durerebbe venti minuti scarsi.
Vedibile ma non troppo.
La "Cima del diavolo", vera protagonista del film |
Recensito da: Ortnidus
VOTI
TRASH: 70/100NOIA: 141 a.d./100
RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: 60/100
PRESUNZIONE DELLA REGIA: 75/100
INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: 75/100
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