Di George Pavlou. Con David Dukes, Kelly Piper, Heinrich von Schellendorf, Ronan Wilmot. 1986 / Alpine Pictures / Irlanda - Regno Unito
Uno scrittore americano si trova nella campagna irlandese per fare delle ricerche per un libro, quando si trova coinvolto in una serie di uccisioni provocate da un essere sovrannaturale.
Scritto originariamente da Clive Barker (quello di Hellraiser, ça vans dire), prodotto con quattro sterline e massacrato dalla regia da un signor nessuno che in trent'anni di carriera ha diretto ben quattro film, questo horroraccio anni '80 è tanto stupido e becero quanto godibile e spassoso. Il divertimento è assicurato in gran parte dall'aspetto del "terribile mostro" rievocato grazie allo spostamento di un totem da parte di un contadino e il solito provvidenziale fulmine.
E così in un mix tra un costume da carnevale di Bowser
e Bebop delle Tartarughe Ninja
il risultato è questo.
Con tanto di lucine di natale al posto degli occhi.
Il nostro eroe grufola e deambula goffamente mettendo in disordine case e uccidendo una serie di comparse che sarebbero state troppo brutte anche per una recita oratoriale e schiavizza tramite subconscio il sagrestano della chiesa. L'uomo è talmente soggiogato ed eccitato dal nostro mostrone che ad un certo punto si fa pure fare una pioggia dorata nel bel mezzo del cimitero e sembra anche godere quando questi se lo mangia nel terzo atto. Bisogna dire che per lo meno a livello splatter Rawhead Rex ci da dentro e gli effetti speciali, tutti ovviamente prostetici, non sono neanche malaccio.
Notevole la scena in cui un campeggiatore, cercando di uccidere il mostro, spara accidentalmente ad una bombola di gas ammazzando almeno una decina di persone che si trovavano nelle vicinanze. A tal proposito, memorabile uno scambio di battute tra un giornalista e il commissario incaricato delle indagini: "Ci sono collegamenti tra gli omicidi?" "Sì. Sono tutti morti".
Il sotto testo religioso, con le indagini portate avanti dallo scrittore, conferiscono un tono leggermente più profondo e tipicamente british al film, che altrimenti sarebbe stato equiparabile ad un Octaman qualunque. Peccato, o per fortuna, per il finale assolutamente idiota, con il Rawhead sconfitto inspiegabilmente dalla moglie dello scrittore che, impugnando un sasso di forma fallica, scatena una serie di scie e lucine blu che rispediscono sottoterra il nostro pseudo Bowser, prima di riapparire "a sorpresa" per il cliché di tutti i cliché.
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