Di Mike Williams. Con Kitty Swan, Poldo Bendandi, Conrad Loth, Linda Veras. Italia/1967/Romana Film
"In d'una foresta del Centro Katanga
Gh'era la tribù dei Vacaputanga
L'era una tribù de negher del menga,
Grandi, ciula e balabiott"
Wolf, un esploratore senza scrupoli, si fa finanziare una spedizione in Congo con la scusa di conoscere un giacimento di uranite e pechblenda (giuro, esiste), ma in realtà vuole recuperare a tutti costi un diamante azzurro. Parte così alla volta del Katanga accompagnato da marito e moglie - lui ingegnere della compagnia, lei cacciatrice, entrambi biondissimi - uno stregone ubriacone e dei "portatori"(termine gentile per dire schiavi). Non sarà facile però recuperare il diamante, perché è nelle mani di Gungala, lo spirito pantera della giungla!
Filmetto d'altri tempi tutto italiano (Mike Williams è uno pseudonimo di Romano Ferrara, regista di ben quattro film in carriera tra cui "I pianeti contro di noi"), realizzato tutto sommato discretamente bene e che suscita un certo fascino, pur non succedendo praticamente un cazzo di niente per quasi tutta la già ridotta durata. La regia non è disprezzabile, ma è piagata da un terrificante e risibile montaggio effettuato col trinciapollo; tra l'altro la versione che ho avuto il privilegio di visionare (privilegio che possono avere tutti visto che è per intero e gratis su YouTube) è purtroppo stata mozzata delle scene di nudo della splendida Kitty Swan, ovvero di Gungala. Effettivamente la ragazza deve avere dei poteri speciali, visto che nel centro della giungla congolese, tra scimmie e tigri, è riuscita a fare un salto da Kiko per comprare ombretto azzurro e lucidalabbra.
Wolf e la coppia di biondi vengono abbandonati dagli schiavi, ehm portatori, perché impauriti dalla presenza di Gungala, ma niente paura, perché questa giungla congolese assomiglia più ad un villaggio vacanze in Corsica. Anche quando i tre vengono rapiti dalla tribù dei Vacaputanga, vengono liberati dallo stregone ubriacone grazie alla vittoria nel lunghissimo contest di ballo contro lo stregone avversario.
I due biondi capiscono però in fretta le vere intenzioni di Wolf, che ad un certo punto riesce anche a catturare Gungala con una trappola, peccato che inspiegabilmente se ne vada consentendo ad una scimmia di liberarla.
SPOILER
Gungala nel frattempo si era anche invaghita del biondo dopo che aveva visto marito e moglie amoreggiare con furente passione. Ed è proprio nel momento in cui Gungala sta per sedurre l'ingegnere, che Wolf le spara, le ruba il diamante e accoltella il suo rivale. Esemplare la condotta della moglie, che in tutto ciò pur avendo un fucile in mano guarda inerte tutta la scena, non curandosi neanche di soccorrere il marito ferito.
Gungala però sopravvive e scatena dei felini contro Wolf che gli fanno due graffi sulla faccia, sufficienti però a farlo morire. Si scopre così che la ragazza non è altro che la figlia dell'ex socio di Wolf, che anni prima gli aveva rubato il famoso diamante, e che era rimasta intrappolata nella giungla dopo un incidente aereo.
Splendido il finale. Lo stregone giocando a dadi con delle bacche percepisce che Wolf è morto e poi inspiegabilmente si ritrova in barca con i due biondi che torneranno perché "Gungala ha bisogno di loro", anche se è vissuta da sola 12 anni nella giungla.
FINE SPOILER
Sarà l'ambientazione esotica, sarà lo sguardo magnetico di Kitty Swan o sarà la quarantena che sta attentando alla mia sanità mentale, però tutto sommato ho apprezzato questo Gungala, che non manca di regalare qualche momento di ilarità, anche grazie alla recitazione monolitica e inespressiva della coppia. Lui (alla sua prima e unica, chissà perché, prova attoriale) è praticamente un pezzo di legno con dei baffetti ridicoli, lei sembra una scolaretta del coro visto che recita metà delle battute con le mani incrociate dietro la schiena.
Wolf è interpretato invece piuttosto bene dall'italiano Poldo Bendandi, che all'epoca alternava l'attività di oste a quella attoriale. Triste la storia di Kitty Swan, ritiratasi prestissimo dalle scene dopo essersi gravemente ustionata nel 1970 sul set del film "Tarzan e la Pantera Nera".
Attenzione, perché c'è anche un seguito, diretto nientemeno che da Ruggero Deodato.
Recensito da: Vidur
VOTO
TRASH: 82/100
Noia: 64/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 56/100
Presunzione della regia: 36/100
Incompetenza degli attori: 86/100
LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni
Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;
1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.
2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere
3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.
4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.
5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani
1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.
2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere
3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.
4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.
5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani
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