Di "The Mallachi Brothers", con Julia Ruiz, Giovanni Bejarano, Al Galvex, USA/2006/The Asylum
Quasi ce l'avevano fatta, ci sono andati vicinissimo, dovevano resistere ancora cinque minuti cinque, ma è stato più forte di loro. Alla Asylum non riescono a vivere se non rendono ogni loro film una porcata indecorosa. E' clamoroso, anche difficile, ma sono riusciti in tre minuti scarsi a rovinare un prodotto che aveva inaspettatamente e forse involontariamente una sua dignità (e tutto ciò a dispetto del titolo stupidissimo e attira-tordi che riprende il film ''Snakes on a Plane'').
Ma andiamo con ordine. Il messicano (assoluto sinonimo di maya nei film americani, come più volte detto in questo blog) Brujo è fuggito dal suo paese con la sua bella (si fa per dire) Alma che doveva essere data in sposa ad un altro, per questo lo stregone del villaggio le ha lanciato contro una terribilile maledizione: continuare a generare serpenti che cercano in tutti i modi di uscirle dal corpo ma che fanno comunque parte di lei che non può vivere senza. Sti cazzi direte voi, questo potrebbe danneggiare seriamente la salute, ma la cosa peggiore della maledizione è che l'unica persona in grado di toglierla si trova a Los Angeles, e per un messicano arrivare a Los Angeles è un po' come per un pesce raggiungere una pescheria da turista e tornare a casa.
I due iniziano così un viaggio clandestino oltre il confine fino ad una cittadina dove salgono come imboscati su di un treno diretto Los Angeles. Inutile dire che su quel treno ci sono più messicani clandestini che passeggeri.
E lì la loro misera e rivoltante storia si mescola ad altre storie altrettanto misere e rivoltanti.
C'è l'ingegnere pelato che torna a casa, il complessato schizofrenico, la bellamascema che porta innocentemente droga con se e che viene beccata in quattro picosecondi dal ranger del treno che "patteggia" la pena, l'agente segreto che becca il ranger che "patteggia" la ragazza e lo uccide, dei clandestini che messicaneggiano tutto il tempo, il capotreno che chiede i biglietti, insomma tutti i personaggi che si incontrano su qualunque treno del mondo (a parte il Milano-Busto Arsizio della domenica mattina, ostaggio degli hip-hop sudamericani, NDR).
Il film scorre, come il viaggio del treno, condito all'inverosimile da serpenti che continuano ad uscire schifosamente ma in maniera convincente dalla bocca di Alma e Brujo che li ricaccia dentro recitando antiche preghiere Maya ("Sutra Sutra palapeliggos sutra stocazzolutos"), questo finchè i serpenti non decidono di esplorare anche il resto del treno insediandosi di qua e di la fra un sedile e le budella di un passeggero.
Come già detto il film scorre più che dignitosamente, buoni attori, dialoghi decenti, episodi con un minimo di senso, un film da oscar conoscendo i canoni dell'Asylum, ci eravamo seriamente convinti che ci fossero riusciti a produrre qualcosa di accettabile ma in cuor nostro lo sapevamo, la Asylum non ti delude, MAI!
Come un gol di mano in fuorigioco all'88' di una partita stradominata (il film dura appunto 90 minuti) ecco apparire in maniera assolutamente gratuita un serpentello che dopo essersi mangiato Alma e Brujo cresce a dismisura arrivando a diventare più grande del treno e ad ingoiare lo stesso prima di svanire nel nulla, il tutto in un tripudio di pixel e di computer grafica di serie C, assolutamente senza senso e vanificando clamorosamente il buon prodotto confezionato fino a quel momento. Ma del resto sarebbe stata una delusione il contrario. Chapeau Asylum.
Recensito da Ortnid
VOTI
TRASH 65/100
Noia 65/100
Ridicolaggine degli effetti speciali 0/100 fino all'88, poi 100/100
Presunzione della regia 80/100
Incapacità degli attori 40/100
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