28 dicembre 2022

DA 1 A 10: IL MEGLIO E IL PEGGIO DEL 2022


Siccome ci piace essere originali, ecco una classifica di dieci film del 2022. Non i più belli o i più brutti, ma quelli che si meritano un voto da 1 a 10, escludendo ovviamente i film già ivi recensiti.

VOTO 1

PINOCCHIO  


Fai schifo e ti odio.

Non poteva che andare all'ennesimo e raccapricciante tonfo targato Disney il voto più basso dell'anno. Realizzazione immonda, storia rielaborata in modo del tutto arbitrario e insensato, una bella dose di “cultura” woke, la peggiore prova di Tom Hanks in carriera ed ecco la ricetta per il perfetto disastro.

VOTO 2

ACQUE PROFONDE


"Ancora la moglie fuori di testa mi tocca? Come se già non mi bastasse Jennifer Lopez"

Thrillerino che puntava a rinverdire i fasti di Gone Girl (vedi Ben Affleck) e la crescente popolarità di Ana de Armas e che invece fallisce su tutta la linea. Il buon Ben è più legnoso e svogliato che mai, la de Armas ci prova, ma la sceneggiatura non è minimamente credibile e la realizzazione tecnica non si discosta da una qualunque produzione televisiva di mediocre caratura. Due ore letteralmente buttate nel cesso.

 VOTO 3

ONION GLASS - KNIVES OUT

Sono Daniel Craig e cerco di far ridere vestendomi da pirla.

È vero, il voto può sembrare troppo basso, ma la severità è dovuta alle legittime aspettative che covavo dopo l'eccellente primo capitolo. E invece Rian Johnson è riuscito a rovinare pure questa saga, con un prodotto tanto esteticamente pregevole quanto effettivamente imbecille. Tutti gli attori sembrano interpretare la caricatura di loro stessi, la trama è convulsa e improbabile, dura troppo e il finale a forza di fiamme ed esplosioni sembra scritto da Michael Bay. 

VOTO 4

CRIMES OF THE FUTURE 


"Pss, pss, pss, pss" (dialogo inudibile, come la metà di quelli presenti nel film)

Altre aspettative deluse per il ritorno di Cronenberg. Intrigante, originale, interpretato magistralmente ma anche scritto in modo scriteriato, con una trama flebile e confusa in cui vengono lanciati una serie di interrogativi che rimangono senza nessuna risposta. Un'occasione sprecata, anche se presumibilmente sarà oggetto di culto nei prossimi anni.

VOTO 5

DON'T WORRY DARLING

Flo 💙

Debutto alla regia per Oliva Wilde per un'opera che ha davvero diviso la critica. Personalmente, sto nel mezzo: film interessante, con un buon ritmo, belle interpretazioni (Florence Pugh al solito una spanna sopra tutti) e una regia ben confezionata, ma anche pretenzioso, banale e con un finale piuttosto maldestro. Vedibile, ancorché trascurabile.

VOTO 6

X - A SEXY HORROR STORY 


Mia Goth. Sì, sì, lei eccezionale, per carità.

Accolto dagli esperti e amanti del settore horror come la venuta del Messia e premiato al botteghino con numeri stratosferici, X è un riuscito omaggio ai classici slasher con personaggi potenti e una pregevole estetica vintage. Bellino, eh, però tutto sommato niente di che. Storia vista e stravista che, a parte un paio di piccoli twist, percorre tracce ampiamente battute; poca roba anche dal punto di vista “grafic”, insomma per uno slasher con protagonista una troupe di un film porno ti aspetteresti sangue e sesso in quantità e invece c'è poco sia dell'uno che dell'altro. No, Pearl non l'ho ancora visto, quindi non rompete i coglioni. 

VOTO 7

THE NORTHMAN 


Robert, lascia perdere li sordi che te fanno male.

Lo sbarco nel mondo mainstream di Robert Eggers (autore di due capolavori già cult come The Witch e The Lighthouse) si risolve in un film maestoso e brutale, visivamente eccezionale e con mille sfumature. Sono però penosamente evidenti i tagli dovuti alla produzione che hanno tolto coerenza e fluidità alla storia, nonché il sotto testo magico, tema caro ad Eggers. La sensazione è quindi quella di un film mutilato a cui non è stata fatta vera giustizia.

VOTO 8

ELVIS


"UUUUUUUHHHHH"

Biopic esagerato come nel classico stile di Luhrmann che, al netto di un montaggio iniziale discutibile, decolla clamorosamente nella seconda parte. Intrattenimento di qualità, dove musica, ritmo e dialoghi funzionano alla perfezione. I puristi della vita del Re si mettano il cuore in pace e si godano semplicemente lo spettacolo. Austin Butler poi è talmente bello e bravo che me lo sarei scopato pure io. 

VOTO 9

EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE


"Fai la roccia"

Un caravanserraglio stordente e straniante, incredibilmente divertente e di un'originalità che nel 2022 pensavamo solo di poter sognare. Finalmente un film che ha il coraggio di osare e lo fa premendo tutti i bottoni giusti, anche se un quarto d'ora in meno non gli avrebbe fatto male. Un dettaglio però, per un'opera che porta lo spettatore su una montagna russa che provoca mille emozioni diverse e che la protagonista Michelle Yeoh mette in scena in modo impeccabile. Se volete sapere com'è farvi di LSD senza dover andarla a comprare al parchetto sotto casa, questo è il film che fa per voi. Lavatouille!

VOTO 10

TOP GUN MAVERICK


Della serie, come invecchiare bene.

Fanculo Avatar, il film del 2022 è Top Gun Maverick, senza cazzi e il miliardo e mezzo mal contato raccolto il tutto il mondo è lì a testimoniarlo. Praticamente un miracolo, però facilmente spiegabile: Top Gun Maverick è un film praticamente perfetto, con una storia semplice ma non scontata, svolte narrative sempre ben piazzate, personaggi interessanti con un bell'arco narrativo, fenomenali scene d'azione, un Tom Cruise in grande forma per le femminucce e un'abbagliante Jennifer Connelly per i maschietti. E poi niente politica, niente lezioncine moraleggianti, niente propaganda liberal-sinistroide, niente intersezionalità femminista, solo puro e semplice intrattenimento. A quanto pare, si può ancora fare. 


A cura di: Vidur


17 dicembre 2022

SHARK LAKE

Locandina di Shark Lake
Di Jerry Dugan. Con Dolph Lundgren, Sara Malakul Lane, Lily Brooks O'Briant, Michael Aaron Milligan, Lance E. Nichols. USA / 2015 / Koch Media

Shark Lake (2015) on IMDb

Siamo sulle ridenti sponde del lago Tahoe, una mitologica landa d'oltre oceano nella quale gli abitanti un po' hanno il Moncler, il colbacco e si riscaldano al fuoco del camino della loro isba, un po' sono in costume da bagno a fare i party hard come quando la canicola più brutta della Florida attanaglia le sinuose membra dei giovani più pazzerelli. Clint (Dolph Lundgren) è una specie di bracconiere o comunque una personalità torbida che si occupa, per lo meno nei primi 5 minuti del film, di procurare animali esotici a ricchi committenti possibilmente mafiosi. Dopo aver abbandonato sua figlia di 3 anni in occasione dell'ultima consegna purtroppo viene arrestato dall'insopportabile poliziotta Meredith. La coraggiosa tutrice dell'ordine infatti, tra una battuta da strong female character e l'altra, sperona il furgone dell'inerme Clint che finisce nel lago, costringendo così il colosso scandinavo alla resa. Secondo voi che tipo di animale stava trasportando il buon vecchio Clint?

Passano 5 anni. Clint esce di galera, la bambina viene adottata dalla poliziotta ma soprattutto cominciano ad apparire qua e là cadaveri. Inizialmente si pensa che il responsabile di tali atrocità sia un orso, perchè giustamente che cazzo ci deve essere uno squalo in un lago e poi comunque è un cliché di genere, non si può certo deludere il raffinato palato del pubblico di Prime Video. Fortunatamente mentre Meredith si sta mangiando un panino con la sua non-figlia le attacca bottone un sedicente oceanologo che le dice "Mah, signora mia, mica crederà alla storia dell'orso, vero? Sono Oceanologo io!". Lei ovviamente non ci credeva già da prima (perchè in qualità di donna sapeva già tutto) ciononostante invece di dire a questo tal dottor Peter Mayes "E allora cosa cazzo ci fai qui in montagna visto il il mare più vicino è a 350 chilometri?" si fa raccontare la sua stramba teoria che ovviamente si rivelerà veritiera. Per provare questa tesi, il dottore si presenterà senza dire nulla a nessuno nell'ufficio dello sceriffo con un braccio mozzato in una borsa frigo. Sorprendentemente questa azione invece di portare il dottore al braccio della morte del carcere di San Quintino scatenerà una caccia allo squalo nella quale verrà coinvolta quasi tutta la popolazione della contea. Per usare un eufemismo i risultati saranno scarsi, anche perché si scoprirà che il mostro non è uno ma sono tre in quanto cinque anni prima lo squalo che è finito nel lago insieme a Dolph Lundgren era una femmina incinta di due bei gemellini.

Come abbiano fatto a sopravvivere degli squali in acqua dolce per cinque anni ce lo spiega il pedante dottor Meyers, che lui è oceanologo, e asserisce che lo Squalo Leuca può vivere in acqua dolce ed è altresì pericoloso per l'uomo. Wikipedia conferma, quindi chapeau per aver reso la cosa per lo meno plausibile.


Il Dottor Mayes pensa che si chiava e invece no

Di per sè questo Shark lake è pure godibile, ma se ne sono viste talmente tante di queste storie che alla fine il film è probabilmente recensibile da uno chiunque dei nostri lettori che semplicemente abbia letto la sinossi di imdb. Le emozioni sono tutto sommato pochine e gli espedienti non solo narrativi, ma anche realizzativi sanno molto di già visto. Come in tutti i film del genere ad esempio le dimensioni degli squali variano dai 4 metri a 50 centimetri a seconda delle necessità di scena, tanto che la prima vittima dello squalo viene uccisa mentre sta fondamentalmente facendo un pediluvio sulla riva del lago. 

Carina l'idea un tantino canzonatoria e cattivella di inserire un personaggio volutamente stereotipato ispirato ai vari Bear Grylls che vorrebbe girare una puntata dell'equivalente di fantasia di "River Monsters" (guardatelo, è fichissimo) e viene ovviamente mangiato dagli squali mentre cerca di catturarli. Per il resto davvero pochino da dire. Certo, gli squali sono abbastanza buffi e fanno una sorta di marmellata di ciliegie quando riescono a brancare qualche sprovveduto natante ma tutto finisce lì. Tutto CGI e neanche un pupazzetto piccolo piccolo, mannaggia. Ma del resto siamo nel 2015.  


Ok, questa mi ha fatto sorridere. Però anche questa scena già vista, no?

Ah, nonostante il faccione tumefatto di Dolph Lundgren occupi i tre quarti della locandina e che sia tipo l'unico attore accreditato nei titoli di testa vi posso assicurare che non comparirà a schermo per più di dieci minuti. Bella lì. 


Questa copertina semi-ufficiale è molto più divertente (Ridiculous fun tua madre)


Recensito da: Imrahil


TRASH: 68/100

Noia: 71/100

Ridicolaggine degli Effetti Speciali: 79/100

Presunzione della Regia: 34/100

Incompetenza degli Attori: 56/100




15 dicembre 2022

L'AMANTE DI DRACULA (aka La Fiancée de Dracula)

Di Jean Rollin. Con Cyrille Guadin, Thomas Smith, Sandrine Thoquet, Jacques Régis, Denis Tallaron. 2002 / FRANCIA / AVIA FILMS
Dracula's Fiancee (2002) on IMDb

Visto che ci è stato detto che ci stiamo imborghesendo con troppi film mainstream, torniamo a rovistare nel torbido con un'assoluta perla nascosta in fondo all'oceano e sotto tre metri di fondale marino.

In realtà, Jean Rollin è un nome discretamente conosciuto nel settore dei film di genere, avendo dato vita negli anni '70 ad alcuni bizzarri horror a tinte erotiche che avevano riscosso un discreto successo e che erano diventati anche dei piccoli cult. Negli anni '80 era stato poi costretto a ripiegare sulla pornografia per sbarcare il lunario, per tornare infine al suo genere di riferimento nella parte finale della sua carriera, nonché della sua esistenza (è deceduto nel 2010).

L'Amante di Dracula, uscito nel 2002, secondo alcuni (i quattro gatti che l'hanno visto, sottoscritto compreso) è la migliore opera di Rollin, mentre secondo altri è il peggiore. Personalmente l'ho trovato tanto strepitoso che, mi rendo conto, di non riuscire a dargli il giusto plauso.

Trattasi di un film infatti che è allo stesso tempo orrendo e bellissimo, trash e avanguardistico, eccitante e stupido, volutamente ironico e involontariamente comico. Raramente, soprattutto nell'ultimo periodo, mi era capitato di trovarmi così ipnotizzato e coinvolto nella visione di un film; ho passato una buona metà del tempo con la bocca aperta e un'espressione di divertita incredulità, pensando continuamente: "ma che cazzo sta succedendo?".



Vabè, tagliamo i preamboli e sintetizziamo di cosa parla questo piccolo capolavoro. Un professore simil Van Helsing con un infezione all'occhio e che è anche un po' medium (cit.) e il suo protetto -un ricciolone con una faccia incredibilmente quadrata- stanno seguendo i discendenti di Dracula attraverso il mondo dei "paralleli", creature che hanno forma umana e soprattutto adorano "il Maestro". Un nano da circo innamorato di una di queste creature, li conduce in una villa piena di suore dal comportamento bizzarro, l'Ordine delle Vergini Bianche. Le suore trattengono una bellissima donna, Isabelle, che è la promessa sposa dell'ancora esistente Dracula. 




Questa è più o meno la premessa di una trama davvero scombiccherata e a larghi tratti incomprensibile, forse, volutamente di poco senso. Lo spettatore è continuamente bombardato da una serie di dialoghi allucinanti e avvenimenti stranianti, che a tratti possono ricordare i lavori del primo Lynch. Rollin però ci da dentro anche sul versante splatter, soprattutto nella fase del rituale di accoppiamento, con una suora a cui viene estratto il cuore a picconate, che in seguito risorge e lo butta nel fuoco. E non dimentichiamo una piccola dose di erotismo, con il bacio tra la maestra di cerimonie e una vampiressa piena di sangue che difficilmente vi lascerà indifferenti (e non a caso la scena è immortalata nella locandina).



L'ultimo atto si svolge su una spiaggia, con altre suore, sempre più pazze, che non si capisce bene da che parte stiano, visto che continuano a compiere atti totalmente contraddittori.

Memorabile una scena in cui una strega, minacciata da una suora con la pistola, le dice:

"Il tuo Dio ha detto di non uccidere!"

"Sì, ma io non l'ho ascoltato!" e le spara ridendo. 

Fantastico pure il finale, apparentemente felice, ma in realtà assolutamente drammatico.

Ad accompagnare tutte queste bizzarrie, c'è una recitazione molto teatrale -nell'accezione più negativa possibile, ovvero esagerata e caricaturale- ma anche questo sembra essere una precisa scelta del regista per forzare la mano sul versante weirdo. Le altre componenti tecniche in realtà sono di primissima qualità: regia di gran classe, una fotografia quasi perfetta, ambientazioni accattivanti, effetti speciali prostetici credibili, montaggio sostenuto e di un buon ritmo. 

Personalmente, ho amato l'originalità, il coraggio e la follia di questo film, testamento di un cinema piccolo e sconosciuto e per questo libero e anarchico.

E ricordatevi sempre che "Il presbiterio non ha perduto nulla del suo fascino, né il giardino del suo splendore".


Recensito da: Vidur

TRASH: 95/100

Noia: 38/100

Ridicolaggine degli Effetti Speciali: 45/100

Presunzione della Regia: 66/100

Incompetenza degli Attori: 81/100


11 dicembre 2022

RECENSIAMO UN LIBRO DI RECENSIONI: LA PELLICOLA VA NELLA PLASTICA


Incredibile a dirsi, ma il mondo è pieno di gente disturbata come noi che ama visceralmente i film di merda e che ne ha fatto una passione quasi totalizzante. Indagheremo i motivi dei nostri problemi psicologici un'altra volta, nel frattempo vi segnaliamo un libro che dovrebbe obbligatoriamente entrare nella vostra libreria personale, scritto da uno di questi soggetti mentalmente instabili, Alberto Genovese.
Giornalista pubblicista, collaboratore di siti web storici quali Splatter Container e Film Horror, nonché regista di ultracult quali L'Invasione degli Astro-Nazi e gestore del blog Odorama Exploitation Movies, il buon Alberto ha deciso di mettere su carta un'"Enciclopedia breve del Cinema Freak, Trash, Bizzarro, Exploitation" (per citare il sottotitolo dell'opera). 

Le recensioni, divise per "bidoni dell'immondizia" (Carta, Legno, Metallo, Organico, Plastica, Scarpe e Vestiti, Scorie Radioattive e Vetro; lascio a voi il piacere di scoprire il senso di queste sezioni) raccolgono tutto il meglio del peggio del cinema spazzatura degli ultimi cinquant'anni di cinema, partendo dai dimenticati capolavori degli anni '50, fino ad arrivare ai giorni nostri con i deliri della Troma, passando per il decennio per eccellenza fucina dello sterco su celluloide, ovvero gli anni '80; la lettura delle schede dedicate ai film è piacevole, scorrevolissima, divertente, divertita e sottende ad una competenza del settore che non può che definirsi davvero enciclopedica. Piace la scelta di evitare lungaggini o esegesi seriose, lasciando il tutto sul piano del puro divertimento e intrattenimento, che è in fondo è proprio quello che si cerca nel cinema e che molti sembrano aver totalmente dimenticato. 

La ricerca di Genovese scava a fondo esclusivamente nel cinema estero, spaziando da Stati Uniti, Turchia, Indonesia, fino ad arrivare a Messico e Brasile, facendo la precisa scelta di campo di escludere il cinema italiano. Vogliamo pensare che il motivo, come suggerito nell'introduzione del libro, sia quello che il letame prodotto dal cinema del Bel Paese meriti un volume a sé esclusivamente dedicato che, a questo punto, attendiamo con trepidazione. 

Potete facilmente trovare il libro su Amazon o direttamente sul sito della Bepress Edizioni e visto che il Santissimo Natale si avvicina, quale regalo migliore da fare a vostra nonna, al vostro partner, al vostro vicino di casa, alla vostra tartaruga oppure semplicemente a voi stessi (perché in fondo ve lo meritate!) se non questo imperdibile volume?

A cura di: Vidur


5 dicembre 2022

BOLLE DALL'ABISSO: BONES AND ALL

 



Come promesso, ecco la prima recensione scritta da noi stessi medesimi per la sezione Bolle Dall'Abisso, la doppia collaborazione incrociata con scappelamento a destra con il Bollalmanacco di Cinema della nostra amica Babol.  Partiamo con il nuovo film di Guadagnino, forse la cosa migliore a tema cannibali sfornata in Italia dai tempi di Cannibal Holocaust. 

Di Luca Guadagnino. Con Timothée Chalament, Taylor Russel, Mark Rylance, Anna Cobb. USA - ITALIA / 2022 / Frenesy Film Company

Il buon Guadagnino colpisce ancora e questa volta lo fa allo stomaco, dopo averci fatto fondere il cervello con il controverso remake di Suspiria.  L’accoppiata è sempre la stessa, ovvero quella formata dal regista palermitano e dal fido sceneggiatore David Kajganich, ma il risultato è molto diverso: dove Suspiria si prestava a molteplici interpretazioni frutto di una trama convulsa e poco lineare, Bones and All va dritto come un treno, presentandoci una storia tanto viscerale e violenta, quanto dolce e poetica.

Proprio i contrasti sono il fulcro del film che si riflettono anche sui protagonisti: piccoli, soli, fragili, emotivamente devastati, ma anche famelici, spietati, cannibali. E i due attori sono magistrali nella loro interpretazione di personaggi così sfaccettati e fuori dagli schemi. Timothée Chalamet si conferma un attore versatile ed efficace in ogni ruolo, anche se le sue espressioni facciali si contano sulle dita di una mano -ma saper trasmettere così tanto con così poco è un pregio e non un difetto- mentre la rivelazione, premiata anche a Venezia, è Taylor Russell, bellissima e bravissima ventottene canadese destinata ad un prossimo futuro denso di successi.  


Spuntano anche due caratteristi di lusso, Mark Rylance e Michael Stuhlbarg, entrambi impegnati in ruoli assolutamente disturbanti (soprattutto il primo) e pure David Gordon Green, regista di quella mezza -se non tutta- chiavica della nuova trilogia di Halloween. 

Per gli standard di Guadagnino, anche la regia è piuttosto essenziale e convenzionale e in questo senso si adatta perfettamente alla storia, così come la colonna sonora ad opera di Trent Reznor e Atticus Ross, con i classici echi anni ’80, decade in cui il film è ambientato, a fare da cornice al viaggio on the road di Maren e Lee per l’America rurale e dimenticata, splendidamente fotografata nella sua cruda maestosità. 

Bellezza, dunque, ma anche tanto sangue. Il film parla di antropofagia e non si vergogna di farlo vedere. Gi scoppi di violenza sono spesso improvvisi e ben poco edulcorati per un film di questo genere, con effetti speciali, totalmente prostetici, che funzionano senza sbavature.


Ad essere pignoli, potremmo dire che dieci o quindici minuti in meno non gli avrebbero fatto male e che, pur accettando il contesto pseudo-fantastico in cui ci si muove, è difficile mandare giù alcune dinamiche, ma sono piccolezze a confronto di quello che è già destinato a diventare un cult moderno per il cinema di genere. 

Attendiamo con curiosità il prossimo film di Guadagnino, ambientato nel mondo del tennis e con l’ormai onnipresente Zendaya. 

Recensito da: Vidur




3 dicembre 2022

BOLLE DALL'ABISSO: SAMARITAN




Attenzione! Attenzione! Si inaugura da oggi una lunga e proficua (forse) "collab", come dicono i giovani d'oggi, tra Pellicole dall'Abisso e la mitica Babol, dea ex machina di un blog molto migliore del nostro, ovvero, Il Bollalmanacco di Cinema, che molti di voi già conosceranno.

In questa nuova rubrica che sarà contrassegnata dall'elaborato banner, di cui sopra, concepito dal nostro team di designer dopo giorni di lavorazione, la nostra Babol ci delizierà con le sue recensioni di quello che più le aggrada o più probabilmente di quello che più ha sgradito, mentre noi potremo ogni tanto far riposare le nostre stanche pupille dallo sterco su celluloide per scrivere di qualche film non di merda. Ma non temete, ci sarà comunque letame per i nostri denti!



Di Julius Avery. Con Sylvester Stallone, Javon "Wanna Walton", Pilou Asbaek, Sophia Tatum. USA / 2022 / MGM

Non capisco se sono io ad essere diventata una gigantesca spaccapalle o se i film fanno sempre più pena, soprattutto quelli che approdano direttamente in streaming (probabilmente la seconda che ho detto, visto quanto mi sono divertita guardando Bullet Train, film che ha lasciato parecchi spettatori tiepidi). Da Samaritan, per carità, non mi aspettavo un capolavoro; il regista è quello di Overlord, il protagonista è Sylvester Stallone che fa l'ex supereroe in pensione, costretto a tornare in pista quando la città dove vive diventa teatro di attentati terroristici, al massimo credevo mi sarei divertita parecchio con una serata a base di tamarrate assortite.

Purtroppo, Samaritan ha un enorme difetto, ovvero quello di avere qualche ottima idea a livello di scrittura, che viene prontamente fiaccata da banalità e sciatteria non solo per quanto riguarda la trama, ma anche per la regia e gli effetti speciali. Il film, infatti, veicola un paio di riflessioni interessanti sulla natura del male, che non è mai nero al 100% ma potrebbe anche essere grigio, dipende dai punti di vista; in una città come quella mostrata in Samaritan, l'ennesimo schifo a base di poveracci e bande criminali, sarebbe ipocrita consigliare al piccolo protagonista di essere buono e basta, quando l'unico modo per sopravvivere parrebbe essere quello di affiliarsi a qualche delinquente così da raggranellare soldi che la società non permette di fare in altro modo, e lo stesso villain, almeno all'inizio, non è un semplice cattivo tout court, ma pensa ad una rivoluzione proletaria che scuota le coscienze.



Questo paio di ragionamenti vagamente articolati, neanche a dirlo, si perdono nel giro di un paio di sequenze, e Samaritan diventa il solito film in cui un eroe è costretto, suo malgrado, a tornare a vestire gli antichi panni per salvare un brat in distress da un criminale neppure troppo irragionevole che, tutt'a un tratto, diventa un rincoglionito senza speranza, un pazzo urlante a livello Dr. Evil (sorvolo sui buchi di trama. Un istante prima Cyrus è una specie di fratellone per il piccolo Sam e un istante dopo gli punta una pistola alla testa designandolo come "persona più importante per Samaritan", nonostante, di fatto, nessuno dei criminali coinvolti abbia mai avuto sentore di un legame particolare tra i due. Ma potrei andare avanti per ore).



Sfortunatamente, detto pazzo urlante è anche la cosa migliore della pellicola. Chiù Pilou per tutti, mi verrebbe da dire, citando il bardo, ché al decimo apprezzamento sul bel ragazzone danese il mio compagno era anche un po' stufo, ma non posso farci nulla; lo dico in ogni recensione di film dove compare Pilou Asbæk e lo ripeto, il fanciullo è davvero bello (o, meglio, è il tipo di zamarro biondo e un po' ciccio che mi piace, non posso farci nulla), peccato per i personaggi un po' MEH che gli tocca interpretare. 



Non che ci sia qualcun altro di interessante a livello di cast, se non vogliamo contare Sly che si limita a fare lo Sly un po' più vecchio, profondendosi persino in un momento Rocky assieme al piccolo protagonista, anche perché va bene Old Man Stallone, ma i momenti più fisici del film sono coreografati e diretti con una pochezza rata, mentre io avrei voluto uno sfogo molto più fluido di viuleenza. A questi punti, inoltre, vorrei anche riguardare Overlord, che forse ricordo male altrimenti non si spiegherebbe perché da Julius Avery mi sarei aspettata di più: di quell'horror truce e tamarro rammento sequenze al cardiopalma e concitate, oltre ad un ottimo utilizzo di effetti speciali artigianali, ma qui la CGI è una delle più posticce viste di recente e non c'è una sola sequenza degna di venire ricordata o perlomeno segnalata, nel bene o nel male. A mio avviso, Samaritan non va bene neppure per i fan di Stallone che non si perdono un film e il mio consiglio è quello di evitarne la visione senza problemi, ché Prime è pieno di pellicole migliori!



Se Samaritan vi fosse piaciuto recuperate Unbreakable. ENJOY!

Recensito da: Babol


28 novembre 2022

LE AVVENTURE DELL'INCREDIBILE ERCOLE (Aka Hercules II)

Locandina di Hercules 2
Di Luigi Cozzi. Con Lou Ferrigno, Milly Carlucci, Sonia Viviani, William Berger, Claudio Cassinelli, Serena Grandi. 1985 / ITALIA / Cannon Films

The Adventures of Hercules (1985) on IMDb

Ricordate com'era finito Hercules di Luigi Cozzi? Neanche io! ma non preoccupatevi tanto le due trame non sono per nulla collegate. O meglio si, ma anche no. Insomma E' COMPLICATO, dopo vi spiego. 

Il sempre catarifrangente Lou Ferrigno nei panni del possente Ercole se la sta spassando in forma di costellazione semi-divinizzata finchè Zeus non ne combina un'altra delle sue: gli altri dei, capeggiati dalla perfida Era, hanno sottratto le sue sette saette e senza di quelle il figlio di Crono è completamente inerme. Inoltre la Luna si sta per schiantare contro la Terra, perchè boh. La lapalissiana soluzione a questo grande problema è quella di precipitare a calci sulla Terra Ercole dandogli dei vaghi indizi su quello che il nostro eroe più o meno dovrebbe fare. L'impassibile Lou Ferrigno e la sua curatissima barba atterrano direttamente a dorso di cavallo convenientemente a non più di venti metri da un uomo vestito da Lessie che viene polverizzato in 10 secondi e che "droppa", proprio come se stessimo giocando a World of Warcraft, la prima delle sette saette di Zeus. 

Il volto soddisfatto di chi non ha capito un cazzo.

Cambio scena - concilio degli dei secessionisti: "Oh no, c'è Ercole adesso come facciamo?" domanda un impensierito Poseidone. "Ma va' tranqui raga" risponde la perfida Era: "l'uomo-leone (sic!) faceva cagare gli altri sei guardiani delle saette fanno molto più brutto di lui". Visto che non ci crede nessuno che gli altri guardiani facciano più brutto dell'uomo-collie, il gran consiglio degli dei ribelli decreta che sarebbe saggio resuscitare il crudele re Minosse, la vecchia nemesi di Ercole; benchè costui nella sua agenda abbia come primo impegno alle 8:00 del mattino "distruggere tutti gli dei" sicuramente li aiuterà ad uccidere il figlio di Zeus, grato di aver ricevuto nuovamente il dono della vita. Nel frattempo il nostro eroe non ha perso il suo charme e gira sottobraccio con Milly Carlucci e Sonia Viviani (la segnaliamo per le sue preziose performances in "KZ9 - Lager di Sterminio" di Bruno Mattei e in "Incubo sulla città contaminata" di Umberto Lenzi), macinando chilometri e sconfiggendo orde di mostri che droppano saette. Tra questi temibili antagonisti come non citare una freschissima Serena Grandi (sulla quale Tinto Brass non aveva ancora messo le mani) nei panni della gorgone Euryale, circondata da figuranti con la faccia pitturata di grigio invece che da statue quantunque di cartapesta.  

Serena Grandi dopo la trasformazione

Eppure c'è qualcosa che stona: nel precedente capitolo Ercole sconfiggeva a mani nude enormi mostri meccanici con una facilità imbarazzante, come è dunque possibile che ora arranchi contro le guardie del tempio di sà-il-cazzo-cosa o gli uomini delle paludi ricoperti di palta? E' forse invecchiato? fare la costellazione gli ha infiacchito le possenti membra? No, probabilmente la risposta è molto più agghiacciante: il tandem dell'orrore Bruno Mattei / Claudio Fragasso infatti aveva appena finito di girare un aborto su pellicola che si sarebbe dovuto intitolare "I magnifici sette gladiatori", sempre con Lou Ferrigno come protagonista. A quanto pare alla Cannon Films fece così schifo che chiesero a Luigi Cozzi di riutilizzare le poche scene salvabili de "i gladiatori", rimescolarle come cazzo pareva a lui e raffazzonare un sequel di Hercules. Pensate che il povero Lou Ferrigno venne richiamato per girare alcune scene ma non gli dissero mai che stava impersonando Ercole, dal momento che temevano che il palestratissimo attore chiedesse un adeguamento del suo cachet. Passerò almeno tutta la prossima settimana a pensare a chi fossero gli altri sei magnifici gladiatori, rammaricandomi al contempo di non poter mettere le mani su un film rigettato da un produttore che dopo aver visto il primo Hercules di Cozzi ha detto "si, dai, tutto sommato ci sta!".

Wèlla, wèlla, allora magari qualcosa si trova...

Ammetto tuttavia che il lavoro di montaggio, considerate le premesse, è quasi decoroso e non si ha mai l'impressione di essere in un altro film. Anzi, a livello stilistico è in piena continuità col precedente capitolo della saga. Aspettatevi pertanto il solito consueto florilegio di effetti speciali risibili, lucine e rumorini. Tra tutti spicca decisamente il combattimento finale tra Ercole e Minosse, durante la quale i due combattono inizialmente in una versione cartone animato luminoso fino al momento clou in cui si trasformano rispettivamente in un gorilla e una specie di dinosauro e continuano la scazzottata in una visionaria citazione dello scontro tra King Kong e Godzilla. Perchè mi chiedete? Perchè una volta il cinema era bello. 

Non sto scherzando raga

Dopo la vittoria di King Kong (ovvero di Ercole) la malvagia dea Era diventa improvvisamente buona e confessa che l'ultima saetta è stata nascosta in culo a Milly Carlucci e che dunque è necessario che costei si sacrifichi perchè Lou Ferrigno non vede l'ora di lootarla per completare la collectible e platinare il gioco sul Play Station Network. Con l'estremo sacrificio della coraggiosa Milly ora Zeus ha finalmente ritrovato il suo antico potere e sicuro come l'oro salverà la Terra dall'impatto con la Luna. Tuttavia la caratteristica principale del re degli Olimpi è quella di essere incredibilmente pigro, quindi invece di salvare la terra da solo usando un dito infonderà parte del suo potere in Ercole e gli farà compiere uno sforzo sovrumano per fermare il satellite e rimetterlo con precisione chirurgica nell'esatta orbita terrestre. Bravi tutti, missione compiuta. Come premio Zeus rende Ercole un Dio così la prossima volta manco deve alzare il culo per chiamarlo a risolvere qualche casino. 

Milly Carlucci in procinto di farti la macumba

Filmaccio inguardabile fatto male e di fretta con attori cani, una trama da neuropsichiatria, una ventina di plot-twist non necessari e la summa degli effetti speciali di tutti i videoclip musicali usciti nel lustro 1982-1987. Il tutto condito da una storia realizzativa che dire rocambolesca è un eufemismo. Esattamente quello che si cerca qui a Pellicole dall'Abisso. Talmente brutto da rasentare il sublime. 

Per gli amanti della compagnia del Bagaglino segnalo inoltre la presenza di Pamela Prati, nemmanco accreditata dal momento che dice tipo una sola battuta. 

Vai Pamelona

Recensito da: Imrahil

TRASH: 95/100
Noia: 58/100
Ridicolaggine degli Effetti Speciali: 86/100
Presunzione della Regia: 32/100
Incompetenza degli Attori: 90/100




SE TI PIACE GUARDA ANCHE: il Video di "Enola Gay" e di "Funky Town". Insieme.


22 novembre 2022

FALLING FOR CHRISTMAS


Di Janeen Damian. Con Lindsay Lohan, Chord Overstreet, George Young, Jack Wagner. 2022 / USA / MPCA

Falling for Christmas (2022) on IMDb

Visto che ormai nel nostro blog è più presente di Donald Pleasance e Bruno Mattei, abbiamo deciso di nominare Lindsay Lohan madrina di Pellicole dall’Abisso. Un onore che, siamo sicuri, sia l’acmé non solo della sua carriera cinematografica, ma della sua intera esistenza.

Falling for Christmans, uscito su Netflix, è un’innocua e poco pretenziosa commediola natalizia, il cui unico elemento di attrattiva è proprio la Lohan, che interpreta una ricca e viziata ereditiera di un magnate del settore alberghiero. Un giorno va a fare una gita su degli indefiniti bricchi americani innevati con il suo fidanzato influencer e dalla sessualità ambigua, quando a causa di un cedimento strutturale del green screen, cade e batte la testa contro un albero. Viene così recuperata da un ragazzotto del luogo, proprietario di un albergo sul viale del fallimento, ma -colpo di scena!- quando si sveglia ha l’amnesia. E così, pian piano Lindsay scoprirà grazie a lui e alla sua tenera famiglia, il gusto pieno della vita sorseggiando dell’Amaro Averna.

Visto che il film punta fortissimo sull’originalità, sull'imprevedibilità e sulla costruzione di personaggi profondi e complessi, distraiamoci giocando al Bingo dei cliché! Pronti? Via!

- Protagonista donna ricca e viziata, ma che vale più di quello che sembra – C’È!

- Padre della protagonista severo e un po’ distaccato, ma col cuore d’oro – C’È!

- Fidanzato della protagonista stronzo e/o idiota – C’È!

- Protagonista uomo bello ma povero, con una storia strappalacrime – C’È!

- Figlioletta adorabile del protagonista uomo che fa amicizia con la protagonista donna – C’È!

- Attività economica del protagonista uomo che versa in diffioltà finanziarie per colpa di spietate multinazionali e che viene salvato grazie alla protagonista donna che ha un’idea stupenda per salvare l’attività facendo leva sul cuore della gente – C’È!

- Ritorno in scena del fidanzato stronzo e/o idiota che interrompe l’idillio dei protagonisti proprio nel momento di culmine della loro storia d’amore ancora non sbocciata – C’È!

- Corsa all’albergo/aeroporto/stazione di lui per dire a lei che la ama – C’È!

- Bacino PG-13 con il sottofondo di una musica smielata – C’È!

- Happy ending per tutti, compreso il fidanzato stronzo e/o idiota  - C’È!

Come direbbe il Colonnello Hans Landa, “Ho fatto un Bingo!”.  

Tornando seri, ad affiancare una trama vista, rivista e stravista, di una banalità e di una prevedibilità quasi insostenibile, c’è una confezione estetica patinata, ma pezzente allo stesso momento; tristemente esilaranti  le scene sugli sci con un green screen davvero orrendo, che mi piace pensare siano un omaggio a quellli di Among The Shadows. Ulteriore elemento cringe è il fatto che i protagonisti si comportano come se fossero degli allegri e spensierati ventenni alla ricerca della loro strada nella vita, mentre ormai sfiorano entrambi i 40. 

Non ce la sentiamo tuttavia di essere particolarmente cattivi, innanzitutto perché c'è sempre Lindsay (seppur in una versione family friendly e apparentemente pure sobria) e in secondo luogo perché il film è indirizzato ad un preciso target: le bambine di 8 anni. Nel 1996 però, perché quelle di oggi fanno i balletti in costume da bagno su TikTok e si guardano i porno. 


Recensito da: Vidur

TRASH: 74/100

Noia: 69/100

Ridicolaggine degli Effetti Speciali: 75/100

Presunzione della Regia: 51/100

Incompetenza degli Attori: 72/100





13 novembre 2022

RAWHEAD REX

Di George Pavlou. Con David Dukes, Kelly Piper, Heinrich von Schellendorf, Ronan Wilmot. 1986 / Alpine Pictures / Irlanda - Regno Unito

Rawhead Rex (1986) on IMDb

Uno scrittore americano si trova nella campagna irlandese per fare delle ricerche per un libro, quando si trova coinvolto in una serie di uccisioni provocate da un essere sovrannaturale.

Scritto originariamente da Clive Barker (quello di Hellraiser, ça vans dire), prodotto con quattro sterline e massacrato dalla regia da un signor nessuno che in trent'anni di carriera ha diretto ben quattro film, questo horroraccio anni '80 è tanto stupido e becero quanto godibile e spassoso. Il divertimento è assicurato in gran parte  dall'aspetto del "terribile mostro" rievocato grazie allo spostamento di un totem da parte di un contadino e il solito provvidenziale fulmine.

E così in un mix tra un costume da carnevale di Bowser

e Bebop delle Tartarughe Ninja

il risultato è questo.


Con tanto di lucine di natale al posto degli occhi. 

Il nostro eroe grufola e deambula goffamente mettendo in disordine case e uccidendo una serie di comparse che sarebbero state troppo brutte anche per una recita oratoriale e schiavizza tramite subconscio il sagrestano della chiesa. L'uomo è talmente soggiogato ed eccitato dal nostro mostrone che ad un certo punto si fa pure fare una pioggia dorata nel bel mezzo del cimitero e sembra anche godere quando questi se lo mangia nel terzo atto. Bisogna dire che per lo meno a livello splatter Rawhead Rex ci da dentro e gli effetti speciali, tutti ovviamente prostetici, non sono neanche malaccio. 

Notevole la scena in cui un campeggiatore, cercando di uccidere il mostro, spara accidentalmente ad una bombola di gas ammazzando almeno una decina di persone che si trovavano nelle vicinanze. A tal proposito, memorabile uno scambio di battute tra un giornalista e il commissario incaricato delle indagini: "Ci sono collegamenti tra gli omicidi?" "Sì. Sono tutti morti".

Il sotto testo religioso, con le indagini portate avanti dallo scrittore, conferiscono un tono leggermente più profondo e tipicamente british al film, che altrimenti sarebbe stato equiparabile ad un Octaman qualunque. Peccato, o per fortuna, per il finale assolutamente idiota, con il Rawhead sconfitto inspiegabilmente dalla moglie dello scrittore che, impugnando un sasso di forma fallica, scatena una serie di scie e lucine blu che rispediscono sottoterra il nostro pseudo Bowser, prima di riapparire "a sorpresa" per il cliché di tutti i cliché.

Pare che anche a Clive Barker il film abbia fatto schifo, soprattutto perché nelle sue intenzioni il mostro avrebbe dovuto avere più o meno questa forma: 



Per fortuna che gli effettisti non hanno capito un cazzo e ci hanno regalato questa perla.



Recensito da: Vidur


TRASH: 84/100

Noia: 59/100

Ridicolaggine degli Effetti Speciali: 86/100

Presunzione della Regia: 54/100

Incompetenza degli Attori: 70/100




17 ottobre 2022

5 FENOMENI CHE STANNO DISTRUGGENDO IL MONDO DELL'INTRATTENIMENTO.

Fermatevi un attimo e riflettete serenamente ma seriamente con voi stessi. Qual è l'ultimo film che avete visto al cinema che considerate un indiscusso e indiscutibile capolavoro? Al netto di sporadicissime perle, dovrete andare probabilmente indietro di una quindicina d'anni. L'industria cinematografica ed in generale dell'intrattenimento sta palesemente attraversando una crisi identitaria e sembra non essere più in grado di lasciare a bocca aperta lo spettatore. Il che sembra un enorme controsenso, dal momento che i budget si sono negli anni gonfiati esponenzialmente, così come sono esponenzialmente migliorate le possibilità tecniche ed i meri strumenti di lavoro degli operatori del settore. Sapendo che non sarebbe stato un viaggio facile, ho provato a esaminare per quanto mi sia possibile la questione. La risposta che è quasi immediatamente balzata alla mia mente è la seguente: l'intrattenimento è oggi quanto mai nella sua storia un oggetto di vendita, nella quasi totalità dei casi appannaggio dei grandi publisher che, per di più, ora si contano sulle dita di una mano di un tornitore particolarmente distratto. L'arte è stata (forse) imparata e prontamente messa da parte in ragione di creare prodotti sempre fruibili da un bacino di utenza il più possibile ampio. Ovviamente asserire ciò non è sufficiente, pertanto proviamo a sondare più in profondità, cercando di capire cosa comporti quanto detto sopra. Nel contempo cercherò di mettere questi problemi in ordine di cancerogenicità.


Un comprensivo elenco delle società controllate direttamente o indirettamente dalla Disney


1. L'incapacità di creare qualcosa di nuovo.

Il principale problema che attanaglia l'industria dell'entertainment è senza dubbio l'immobilismo creativo, che attinge al passato piuttosto che creare del contenuto originale. Il perché, da un punto di vista meramente commerciale, è presto detto: è ovviamente molto meno rischioso ripercorrere sentieri già battuti piuttosto che crearne di nuovi a suon di colpi di machete nella intricata foresta dell'opinione pubblica. Quindi, visto che qui c'è da fare i soldi, la Disney preferisce rifare il live action di vecchi cartoni animati piuttosto che inventarsi un nuovo franchise, apponendo risibili modifiche o aggiunte per “modernizzare” il prodotto, che puntualmente si rivelano essere i punti più controversi e meno apprezzati. Quando il remake non è possibile, si passa direttamente al bieco sciacallaggio (le volte in cui non si tratta direttamente di vandalismo), che quando va bene sfocia in un banalissimo "more of the same", quando va male si rischia di vedere un beneamato prodotto del passato rivisitato da un punto di vista puramente commerciale, senza tener conto di eventuali background, sotto trame palesi o nascoste che tuttavia già erano presenti nella vicenda e che vengono riaggrovigliate o stralciate senza pietà.


2. L'esasperazione delle saghe di successo.

Strettamente legato al punto precedente, sorge questo secondo enorme problema: la volta ogni 10 anni che una compagnia azzecca un prodotto, si passa al bombardamento a tappeto. È quello che è successo con l'universo Marvel: se 15 anni fa poteva sembrare quasi ardito far uscire un film sui supereroi nel periodo in cui la loro celebrità era probabilmente al minimo storico e visto il probabilmente insperato successo si è deciso di produrre 38 (Trentotto!) tra lungometraggi e serie TV. E questo solo tra il 2008 e il 2022. Per dirla in francese, hanno un po' rotto il cazzo. Lo stesso discorso, anche se più in piccolo, si potrebbe fare per un’altra saga a cui sono molto affezionato, vale a dire Star Wars. Abituati a riceve una trilogia ogni 20 anni ad avere praticamente ogni 6 mesi uno spin off o una serie TV a tema, vanifica completamente l'aspetto dell'attesa, oltre a costringere gli sceneggiatori a salti mortali per trovare qualcosa di nuovo da incastrare e da dire in una storia che di per sé è già scritta, iniziata, fatta e finita.


Conta conta..


3. La Strong Female Character.

C'era una volta la strong female character, che come concetto ci sta, ci è sempre stato e poteri citarne parecchie più che apprezzabili: la Ripley di Alien, la Sarah Connor di Terminator, Leila Organa di Star Wars, Eowyn del Signore degli anelli, ecc. ecc... Ma negli ultimi anni si è un po' esagerato. Una legione di personaggi forti non perché la situazione lo impone, ma proprio in quanto donne, spogliate di tutta la loro femminilità, tagliate con l'accetta in un monolite granitico di fastidio, superbia, copiose mestruazioni e so-tutto-io lasciatemi risolvere i problemi che voi maschi bianchi cisgender avete creato che schifo che fate. La regina di questa categoria è la Galadriel dell'appena conclusa prima stagione de "Gli Anelli del Potere". Un personaggio che sarebbe potuto essere profondo, complesso, etereo e dai poteri quasi sconfinati appiattito a normalissimo capo guerriero in gonnella perfettamente disposta a sacrificare gli altri per perseguire le sue ossessioni. Perché lei è forte e persegue i suoi obbiettivi in quanto donna. E fattela una risata ogni tanto che magari domani ti svegli sotto un cipresso (cit.).


Ah ah ah. Questi stupidi maschi bianchi e probabilmente etero mica avranno pensato anche solo per un istante di sconfiggere la vera forza del femminino sacro.


4. il Bait & Switch

"Ehi Bob, ascolta qui, ho creato questo personaggio nuovo da inserire in *inserire titolo famoso con una nutrita fanbase*, ma fa cagare e non se lo inculerebbe nessuno perché è una strong female character come da richiesta della direzione, come possiamo fare?" "Mah, guarda Archibald, qui alla *inserire publisher che tanto o è Disney o è Netflix* siamo abituati: prendi il personaggio più amato dai fan e facci un film o una serie TV in cui dal titolo sia ben chiaro che si parli di lui. Poi ci butti dentro a forza il tuo personaggio di merda, inizialmente in sordina, poi piano piano aumenti fino ad eclissare completamente quello che doveva essere il protagonista." Questa probabilmente è stata la telefonata intercorsa tra lo sceneggiatore della serie Obi-wan Kenobi ed il suo diretto riporto, che con la mano destra costringe il fan a seguire la serie facendoti pregustare dal trailer la lotta fratricida tra i due personaggi meglio riusciti dell'intera saga di Star Wars, con la sinistra ti costringe a seguire le vicende dell'ennesima nullità (tale Reeva) di cui attendiamo con ansia il film o nella serie TV su di lei incentrata. Son già tutta bagnata. Questa manovra in gergo tecnico si chiama Bait & switch, che in italiano significa qualcosa tipo "ti attiro con una cosa, poi te ne do un'altra". Per inciso in ambito commerciale è considerata a tutti gli effetti una frode. Questo è un caso assolutamente clamoroso, ma quante volte vi hanno fatto vedere un trailer che non centrava nulla poi con il film che siete andati a vedere? Tutte queste volte siete stati "bait&switchati".


Si ma stai calma. E comunque chi avevi detto di essere?


5. la "moralina" perbenista.

È inutile girarci attorno, la morale nei film c'è sempre stata. Ed è giusto che sia così, perché alla fine è un'ottima occasione di inculcare qualcosa a qualcuno, mentre costui si sta presumibilmente divertendo è anche più facile probabilmente far attecchire il messaggio. Tristemente viviamo in un particolare periodo storico in cui chiunque si offende per qualsiasi cosa e diventare letteralmente Hitler è un attimo. Lasciando perdere il giudizio sul merito della questione, il reale problema quando si parla di intrattenimento è che questa ha ripercussioni enormi sullo show business, perché obbliga alla creazione di personaggi stereotipati, monodimensionali e senza alcun difetto (e di conseguenza senza alcun pregio!), per evitare che qualcuno, in un comportamento bislacco del protagonista del nuovo film Disney, possa vedere un riferimento dispregiativo alla comunità pastorale degli Uiguri. La cosa che a me infastidisce maggiormente di tutta questa faccenda è che quando qualcuno invece di seguire pedissequamente i canoni attuali prova ad uscire da questi schemi (anche per finta, o spacciando questa fuoriuscita per critica sociale) il successo è quasi sempre assicurato. The Boys ne è l'esempio più fulgido, e altro non è che l'ennesimo show di supereroi, con quella giusta e legittima dose di pepe che lo spettatore pretende. Perché non lo si prende di esempio e non si ricomincia ad osare?


"Ragazzi", salvateci voi.


A cura di: Imrahil


LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni

Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;

1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.

2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere

3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.

4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.

5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani

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