13 ottobre 2023

25 CURIOSITA' RANDOM SU NOMI DI ATTORI E REGISTI

1. Il vero nome di Michael Keaton è Michael John Douglas. Ha cambiato il cognome in quanto, ovviamente, c'era già un Michael Douglas piuttosto famoso all'epoca dei suoi esordi. A seconda dalle fonti, il Keaton potrebbe essere un tributo all'attore comico Buster o all'altrettanto celebre Diane.



2. In realtà neanche l'ex-attrice feticcio di Woody Allen, si chiama Keaton di cognome. Il suo vero cognome è Hall, ma prese in prestito quello della madre in quanto c'era già un'attrice nell'Actors Guild registrata come Diane Hall.


3. A proposito di Douglas, il vero nome di Kirk -padre di Michael e protagonista di Spartacus e Orizzonti di Gloria, tanto per dirne due- era Issur Danielovitch, figlio di immigrati russi arrivati negli Stati Uniti nel 1912.


4. Rimanendo a questioni familiari, due discendenti della famiglia Coppola, hanno evitato di usare un cognome che nel mondo del cinema pesa quanto un macigno. Parliamo dell'immenso Nicolas Cage, nato Nicholas Kim Coppola, e Talia Shire, nata Talia Rose Coppola. Talia è sorella di Francis, mentre Nicolas è uno dei loro nipoti.


5. Tanto amato quanto sfortunato, Michael J. Fox ha cambiato una sola lettera del suo vero nome, ovvero quella centrale. Il suo secondo nome infatti è Andrew; sembra che abbia sostituito la A con la J per evitare stupidi giochi di parole come “Michael, A Fox!”.


6. L'epitome del machismo americano di una volta, ovvero John Wayne, non aveva proprio un nome virile all'anagrafe, si chiamava infatti Marion (Robert Morrison).


7. Anche Michael Caine si trovò costretto ad usare un nome d'arte, difficile infatti sfondare nel mondo del cinema chiamandosi Maurice Micklewhite. Sembra che l'attore inglese per il cognome si sia ispirato al film L'Ammutinamento del Caine.


8. Oliva Wilde invece avrebbe fatto bene a tenersi il suo vero cognome, che è probabilmente l'effetto che fa agli uomini: Cockburn.


9. Norma Jean Mortenson, Norma Jean Baker, Jean Norman, Norman Jean Monroe e Jean Monroe: nomi veri e finti, usati o proposti per Marilyn Monroe.


10. C'è chi non sopporta il proprio cognome e chi non sopporta il proprio nome: è il caso di Sigourney Weaver, il cui nome di battesimo è Susan. La protagonista di Alien infatti non poteva tollerare di essere chiamata col vezzeggiativo “Susy”, che cozzava con il suo spigoloso carattere e l'imponente fisico.


11. A proposito di fisici imponenti, Arnold Schwarzenegger nel suo primissimo film, l'atroce Ercole a New York datato 1970, fu accreditato col nome di Arnold Strong “Mr. Universe”.


12. Già talentuoso e richiestissimo da bambino, a Leonardo DiCaprio, all'età di dieci anni, suggerirono di cambiare il suo nome nel più anglofono Lenny Williams, cosa che ovviamente non fece.


13. Non penserete  che qualcuno possa chiamarsi davvero Vin Diesel? E infatti, il vero nome del protagonista della saga di Fast and Furious, è Mark Sinclair. Adottò il suo nome d'arte ancora prima di fare l'attore, quando lavorava come buttafuori nelle discoteche di New York.


14. Sul set di Dio perdona...io no! i due attori protagonisti si presentarono con i propri veri nomi: Carlo Pedersoli e Mario Girotti. La produzione impose ai due di utilizzare degli pseudonimi più internazionali: il primo usò il nome del suo idolo, Spencer Tracy, come cognome e quello della sua birra preferita come nome. Il secondo scelse la combinazione da una lista fornitagli dalla produzione. Parliamo ovviamente di Bud Spencer e Terence Hill.


15. Restando all'Italia, l'Alan Steel, ex culturista protagonista di mille peplum anni '50 e '60, era il romanissimo Sergio Ciani.


16.  Un altro ex culturista, oltre che ex marine decorato, e figura mitologica per noi di Pellicole dall'Abisso, è Gordon Mitchell, il cui vero nome era Charles Allen Pendleton. Nel suo primo film da protagonista, Maciste nella Terra dei Ciclopi del 1961, fu accreditato come Mitchell Gordon. 


17. Se il tuo vero cognome è Smith negli Stati Uniti sei nei guai. Nessuna variazione poteva infatti permettere a Julie Anne Smith di registrarsi nella Actors Guild col suo cognome, così ripiegò sul secondo nome del padre e divenne Julianne Moore. 


18. Non si chiama Moore neanche Demi. Il cognome del padre era Harmon, ma dato che l'uomo aveva abbandonato la famiglia quando Demi era ancora bambina, si era presa il cognome del nuovo compagno della madre, Guynes. Almeno finché nel 1981 non sposò il musicista Freddy Moore, di cui acquisì il cognome e continuò ad utilizzarlo anche dopo il divorzio avvenuto nel 1985. 


19. Uno dei sogni erotici della nostra generazione, ovvero Carmen Electra, all'anagrafe riporta il più anonimo Tara Leigh Patrick. A quanto pare l'ardito pseudonimo fu partorito dalla mente di Prince, che l'aveva scelta come ballerina per i suoi show. 


20. Uma Thurman deve il suo particolare nome al padre, professore universitario di studi buddisti indo-tibetani. Uma è la dea della luce e della bellezza, mentre Karuna (il suo secondo nome) significa compassione. I suoi fratelli si chiamano Ganden (uno dei più famosi monasteri tibetani), Dechen (grande gioia in lingua tibetana) e Mipam (un famoso filosofo buddista).


21. Tanti dei nostri registi “preferiti” usavano pseudonimi a seconda del momento, della convenienza, della produzione o dell'umore della giornata. Bruno Mattei ne ha usati quasi una ventina: Vincent Dawn (il più celebre), Pierre Le Blanc, Jordan B. Matthews, J. Metheus, Jimmy Matheus, Stefan Oblowsky, George Smith, Gilbert Roussel, Bob Hunter, Michael Cardoso, David Graham, Herik Montgomery, Frank Klox, William Snyder, David Miller e David Hunt, nome con cui ha fregiato il suo immortale capolavoro, La Tomba.


22. Il sodale di Mattei, Claudio Fragasso, invece si è limitato ad usarne una manciata: Clyde Anderson, Werner Knox, Drake Floyd e Claudio Sansevero, solo per il perduto e mai reso pubblico Pierino Stecchino.


23. Enzo Barboni, storico regista di tanti film di Bud Spencer e Terence Hill, usava spesso lo pseudonimo di E.B. Clucher, probabilmente per l'assonanza con la parola di origine francese clochard.


24. Quasi impossibile tenere traccia di tutti gli pseudonimi usati da Aristide Massaccesi, considerato il regista italiano più prolifico di sempre. Oltre all'ovvio Joe D'Amato, tra i più utilizzati citiamo David Hills, Alexandre Borsky (e sue varianti) e Raf De Palma. Il più curioso è Chang Lee Sun, per l'erotico girato ad Hong Kong, Chinese Kamasutra. Bello anche il credit per lo sceneggiatore, palesemente falso, Fu Chun. 


25. Voleva farsi chiamare Lino Zaga, ma fu Totò a fermarlo, dicendo che accorciare il cognome nell'ambito dello spettacolo porta sfortuna. Così, il suo impresario, un insegnate elementare, scelse il primo cognome di un registro di classe. Pasquale Zagaria divenne così Lino Banfi. 



A cura di: Vidur

6 ottobre 2023

CREATORS - THE PAST

Di Piergiuseppe Zaia. Con Eleonora Fani, Bruce Payne, Jennifer Mischiati, PelleK, Marc Fiorini, Piergiuseppe Zaia, Gérard Depardieu, William Shatner. ITALIA / 2020 / Artuniverse 

Creators: The Past (2019) on IMDb

Dopo migliaia e migliaia di anni, i pianeti si stanno finalmente allineando e come di consueto quando ciò avviene i capi dell'universo si riuniscono in concilio per mettere le loro palle lens in fila come i pianeti al fine di... ehm. Boh. Comunque sembra importante, visto che l'alieno con l'occhietto meccanico che fa ciao ciao sembra molto corrucciato (alieno interpretato tra l'altro da uno spaesato William Shatner, lo storico Capitano Kirk). Come se non bastasse abbiamo un latitante: Dio. Ok, non è che sia proprio Dio, in realtà è un alieno che si chiama Lord Kanaff, responsabile della creazione della razza uomo sul pianeta Terra, avendo ibridato il proprio DNA con quello dell'uomo preistorico. Mentre lo attendono invano gli altri Alieni cominciano a sbeffeggiarlo per quanto faccia schifo l'uomo e si parla addirittura di tradimento. Ma Dio Kanaff è un padre affettuoso e pur rendendosi conto degli errori dei suoi figli è molto legato ad essi, e farà di tutto per convincere il consiglio che sterminare la popolazione della terra e ripartire da zero sia una pessima idea. Tuttavia almeno due degli altri Dei/Alieni, nello specifico quella con il sopracciglio alla Klingon e quello pelato ma con i brillantini al naso, vogliono mettergli i bastoni tra le ruote e conquistare il nostro pianeta. Perchè? Boh.

Devo comunque ammettere che, trucco e parrucco a parte, il buon William Shatner se la passa piuttosto bene per aver superato gli 88 anni...

Nel frattempo i poteri forti rettiliani ed illuminati guidati da un combattuto Gerard Depardieu, ormai prossimo ad avere un campo gravitazionale tutto suo, si sentono minacciati dall'internet, dalla pagina Facebook "Non cielo dicono" e da Mauro Biglino. Di conseguenza si programma alacremente una pandemia globale, una terza guerra mondiale e quattro o cinque scie chimiche tanto per mettere le cose in chiaro e tenere sotto scacco il popolo bue con religioni, alta finanza cazzi e mazzi.

...Di certo non si può dire lo stesso del povero Gerard...

Lord Kanaff, sentendosi braccato dagli altri membri del consiglio, cercherà di nascondere i suoi artefatti del potere, ovvero la sua palla e la password. La palla verrà trasformata in un'arancia e mandata la carnevale di Ivrea (sul serio), dove verrà scagliata sul grugno di uno sfortunato medico che ne entrerà fortuitamente in possesso. La password invece verrà tanata subito dalla aliena-klingon, basta girare il libro di pietra che ha tra le zampe il leone di San Marco a Venezia, ed è già lì bella scritta a pagina due (sul serio). Del resto anche Dio ha bisogno dei suoi post-it su cui appuntarsi le cose importanti, se no si dimentica. A questo punto Kanaff è spacciato, non può che difendersi dagli attacchi degli altri Dei con il suo immenso potere. Ma visto che è pure scarso, viene in un sol colpo esiliato in una specie di cripta dalla quale non può evadere, anche perchè gli hanno hackerato la password del pianeta e non riesce più ad accedere neanche a Netflix. Ma lui è Dio mica per niente... Ha un piano infallibile per recuperarla:


[SPOILER]
Da qui la follia quella vera, manco fino ad ora avessimo scherzato. Praticamente il piano di Dio è quello di chiamare su Discord il figlio di Gesù, che è un bambino di 10 anni sempre attaccato al Tablet. Facendo finta di essere un suo amico, gli dice di finire un videogioco e lo attira in una chiesa abbandonata dalla quale lo addurrà con sè nella cripta. Dio prende sto povero bambino lo trasforma in Conan il barbaro e gli dice: "Allora, prendi la prima a destra, poi torni nel 1932, uccidi Hitler mentre è all'Oktoberfest utilizzando il coltello da ostrica che troverai sotto il ventisettesimo sgabello entrando dall'ingresso est, però prima devi chiamare Gesù che ti deve prestare la macchina. A questo punto torni nel 2023 e prendi la Padana Superiore, fermati al Conad a far benzina che lì costa meno. Segui la strada finchè non arrivi al cimitero di Lambrate. Lì ti metti a contare le lapidi e devi arrivare esattamente a 247. A questo punto ti giri su te stesso cinque volte facendo il verso della procellaria di Parkinson e ti spari otto rum e pera di fila. Comparirà una coppa che in realtà non è una coppa vera e propria e si trasforma in una spada dopo che hai visto "Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù?" almeno due volte in un drive-in. Ora che hai una spada devi tornare nel medioevo dove c'è tuo fratello mezzo scorpione. Portalo in viale Argonne a mangiare tre cotolette con tutto dalle Luride e quando sarà in gastroparesi uccidilo e bevi il suo sangue, così dai suoi fluidi corporei potrai risalire alla password e tornare qui a riferirmela."

Il bambino Conan al terzo chupito.

E niente, nonostante questa spiegazione a dir poco machiavellica il bambino di 10 anni riesce a fare tutte queste cose in 30 secondi. Ma c'è un plot twist, e verrà sgozzato da Bruce Payne che apparirà dal nulla, Così.
[FINE SPOILER]

Oh, finalmente! Un grande ed ambizioso colossal fantasy - sci-fi ad alto budget tutto italiano, vincitore di ben 28 premi nazionali e internazionali, e poco conta che i premi siano tipo "miglior pollo in fricassea alla sagra di San Giovanni in Galdo" e che stando a Wikipedia siano 12 e non 28. Una produzione di questa entità solitamente viene strombazzata a destra e manca dai media visto che viviamo in un paese che da almeno 30 anni è letteralmente uscito dal mondo del cinema internazionale. Eppure di questo non si è poi sentito molto, e dopo il 2020 se ne è proprio persa ogni traccia. Non è da escludere che i poteri forti quelli veri, tra una sostituzione etnica e un ammonimento di Giorgio Soros, abbiano cercato che di affossare questo film in grado di mettere in crisi il sistema. Infatti io ne ho sentito parlare solo qualche mese fa dall'amico Bobby Han Solo (andate a trovarlo!), che mi ha fortemente consigliato di vederlo. E capisco il perchè. Creators è un film completamente folle e sconclusionato, a prescindere dai temi complottisti trattati a cui alla fine è liberissimo di credere o meno. Vi sono dozzine di personaggi, tutti invischiati in assurde sotto trame. Come se non bastasse, queste trame occupano anche diverse linee temporali, affinchè perfino il più attento spettatore (nicchia dalla quale mi tengo a debita distanza) sia ulteriormente messo in difficoltà. I personaggi sono tendenzialmente piatti e monodimensionali, e si fatica a trovare un qualche genere di sviluppo o crescita degli innumerevoli soggetti presenti, neppure dei protagonisti. Il leitmotiv del film è credersela di brutto: innanzitutto il regista Piergiuseppe Zaia è realmente convinto di aver confezionato un capolavoro di introspezione in grado di scardinare l'ordine mondiale. Il nostro Pier è così vanesio e narcisista e sicuro di essere il portatore del Verbo che ha deciso che l'interprete migliore per il personaggio di Gesù Cristo non potesse essere altri che sè medesimo. Per dire.

Se non altro il physique du role non gli manca, ecco il nostro messianico regista mentre ci mostra orgoglioso il premio di miglior film in rassegna alla sagra del coniglio in porchetta di Serra San Quirico.


Se proprio devo salvare due cose, la prima è il comparto tecnico: sebbene un po' naïf il film è oggettivamente gradevole alla vista, e il regista lo sa bene. Questa convinzione tuttavia lo ha portato a fare un uso smodato e fin fuori luogo degli effetti speciali (tutti rigorosamente in cgi). Salvo invece solo a metà il cast semi-stellare, nel quale sono proprio le stelle quelle a brillare meno (giusto Bruce Payne forse sembra avere un quid in più), e dove una figura ben migliore la fa la bella e brava Eleonora Fani, che tra l'altro collabora alla sceneggiatura: facilmente comprensibile il suo profuso impegno, dal momento che il film è di fatto una sua creatura e che si è scelta quello che probabilmente è l'unico personaggio degno di questo nome, o che per lo meno ci mostra un qualche genere di crescita/evoluzione. Il film è stato recitato interamente in lingua inglese (del resto le velleità erano planetarie), ed è stato quindi doppiato in italiano. Ebbene, in questo siamo ad un livello assolutamente top, e sono stati coinvolti nel progetto doppiatori di primissima fascia tra cui Luca Ward (che si prodiga anche in qualità di narratore), Giancarlo Giannini, Maria Pia di Meo e Mario Cordova. Un roster davvero hollywoodiano. 

Fun fact: Eleonora Fani (Lady Airre) non è affatto nera. 


Il film tra l'altro non finisce, e probabilmente non finirà mai: questo doveva infatti essere il primo capitolo di una trilogia composta dai corrispettivi "Creators - The Present" e "Creators - The Future", che a questo punto dubito vedranno mai la luce considerato il fatto che i potenti della Terra vogliono tenerli nascosti al botteghino "Creators - The Past" ha floppato peggio di un'incudine lanciata dal sesto piano. Stiamo parlando di 112.000 € incassati a fronte di un budget di oltre 7 milioni. Diciamo che è uscito in sala nel peggior momento storico immaginabile, ovvero appena prima dello scoppio della Pandemia di Covid-19 (coincidenze? io non credo), fatto che ha di certo contribuito alla clamorosa débâcle sul fronte incassi di questa coraggiosa produzione.

Questa pellicola non ha né capo né coda. É oggettivamente troppo complicata da seguire e mette decisamente troppa carne sul fuoco, risultando indigesta e incomprensibile perfino a chi tutto sommato i lavori di Biglino li conosce e non è del tutto a digiuno di teorie della cospirazione. Non sembra essere stata una buona idea propinare una simile mole di informazioni al pubblico, che alla fine si è recato al cinema per passare la sua oretta e mezza di tempo libero a svagarsi e non certo a incasinarsi il cervello per cercare di seguire le vicende narrate nel girato. In molti punti è talmente arzigogolato e assurdo da risultare assolutamente risibile. 

Un film che ti lascia a bocca aperta, e non necessariamente in senso positivo. Perdersi una tale perla di spacconaggine e di comicità involontaria dovrebbe essere illegale.

Recensito da: Imrahil

TRASH: 90/100
Noia: 72/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 58/100
Presunzione della regia: 100/100
Incompetenza degli attori: 66/100




Se ti piace guarda anche: Qualsiasi documentario di History Channel trasmesso tra le 2 e le 4 del mattino.


LEGENDA - per capire meglio le nostre recensioni e le nostre votazioni

Questo blog tratta esclusivamente film di infimo livello, per cui i nostri criteri di giudizio sono totalmente differenti da quelli che potreste trovare in un qualsiasi sito di recensioni cinematografiche; nello specifico noi qui a Pellicole dall'Abisso teniamo conto di 5 fattori ed abbiamo deciso di esprimere il voto in centesimi per consentire maggiori sfumature;

1) VOTO TRASH: è il più importante ed è un voto generale; se volete semplicemente sapere quanto sia ''patetico'' o involontariamente comico un film fate riferimento a questo dato.

2) VOTO NOIA: abbiamo scoperto nella nostra esperienza che la noia è un elemento ricorrente (ed estremamente fastidioso) di questo genere di film. Più è alto il valore più bisogna avere le palle di ferro per poterlo sostenere

3) RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: non credo servano particolari spiegazioni.

4) PRESUNZIONE DELLA REGIA: In molti casi i registi sono ben consci di star girando una puttanata clamorosa, e quinidi tendono a prendersi in giro da soli.. ma ci sono altri registi che invece sono fermamente convinti che il loro film sia una specie di capolavoro visionario low-budget, e spesso sono proprio questi i più grandi capolavori del trash. più è alto il valore più il film ''se la crede''.

5) INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: inutile dare un voto alle abilità degli attori in questo genere di film, abbiamo ritenuto più funzionale dare una valutazione di quanto gli attori siano cani

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