Di David Decoteau. Con Lorielle New,
Stephen Hansen, Bart Voitila, Danielle Demski e altri ragazzetti
imberbi. USA/2009/Regent Pictures
“P.... D.. non si capisce un cazzo!
-scoppia a piangere-”
Azaghtoth su “il pozzo e il pendolo”
David Decoteau reinventa e riscrive una
delle piú celebri novelle di Edgar Allan Poe. Ovviamente lascio immaginare a voi
in un film di questo particolare regista cosa si possa intendere per
“pendolo” e cosa si possa intendere per “pozzo”.
Prestanti atleti in boxer e calzini
decidono di fare delle sedute di ipnosi per aumentare
esponenzialmente la loro omosessualitá forza e velocitá. Per farlo
si affideranno ad una vecchia megera gonfia di botulino, che si
rivelerá essere una sorta di strega con tendenze sadomaso.
David parte in sordina; per la prima
mezzora abbondante non succede assolutamente nulla. -Embé?- Mi
direte -Di solito succede qualcosa?- In effetti no, tuttavia l'inconfondibile orma del regista latita. Niente flashate, niente
deja-vu.. pensate, quando i ragazzi scendono dalla macchina sono
addirittura vestiti.
Liquidato il primo aitante atleta senza
troppe cerimonie, si ritorna nella mediocritá per alcuni
interminabili minuti; poi, quando piú nessuno se lo aspettava,
improvviso come la primavera dopo un lunghissimo inverno, il
repertorio del regista canadese in tutto il suo splendore esplode
come l'allergia da polline, in un florilegio, un'antologia, un “best
of”. Cominciano le flashate, la musica techno sale, i ragazzetti si
spogliano sfoggiando i loro boxer e i loro calzini d'ordinanza. Flash
back, flash back ovunque, pendole in dissolvenza.
Tutto qui? certo che no. David stavolta
vuole strafare, e distrugge anni di lavoro basato sull'omosessualitá
(non troppo) velata, sul vedo-non-vedo, sul vorrei-ma-non-posso con
minuti di scena in cui due giovani in boxer limonano felicemente
nella loro stanza dopo aver letto un saggio sull'autocontrollo.
Quarantadue minuti di applausi per l'outing di David, alla buon'ora.
Certo, era molto piú divertente vedere i suoi ometti scrivere con
l'indelebile “la mia passerina” sul culo della loro vittima (cfr.
l'undicesimo comandamento) , ma si tratta comunque di una svolta
epocale.
Per par condicio tengo ad informare la
gentile clientela che vi sono anche alcune scene lesbo tanto random
quanto immotivate. L'importante é eliminare qualunque forma di
eterosessualitá dalla pellicola. Tant'é che l'unico che ci prova
con una tipa é il primo a morire (ricorda, l'eterosessualitá
uccide).
Un capolavoro della cinematografia
Decoteauniana, una pietra miliare nella crescita psicosociale del
regista e perdibile per tutti, tranne che per i duri e puri e per chi
conosce a fondo l'artista. In sostanza sconsigliato per tutti tranne
che per Azaghtoth.
Recensito da: Imrahil
TRASH: 88/100
Noia: 91/100
Ridicolaggine effetti speciali: 78/100
Presunzione della regia: 89/100
Incompetenza degli attori: 93/100 (peró
sono ben definiti)
Se ti piace guarda anche: Beastly Boyz,
Prepuzio in cappella.