Di Rob Pallatina. Con Caroline Ivari, Steve Brown, Michael Marcel, Mishone Feign. USA / 2017 / The Asylum
Dato che è da poco uscito nelle sale l’ottimo Alien: Romulus, perché non recuperare questo splendido Alien Convergence partorito da mamma Asylum? In realtà, essendo del 2017, si tratta del mockbuster corrispondente ad Alien: Covenant, che era già di per sé una discreta merda, ma spero che mi perdonerete.
Ça va sans dire che Alien Convergence non ha la minima attinenza con la saga fondata da Ridley Scott e probabilmente neanche la minima attinenza con il senso compiuto. La trama infatti vuole che un team di soldati disabili stia sviluppando un rivoluzionario metodo di pilotaggio di aerei da combattimento tramite sistema neurale (cioè, col pensiero), mentre tre meteoriti colpiscono la terra. I soldati mutilati si ritroveranno ad essere quindi gli unici ad avere la tecnologia e l’abilità per sconfiggere i temibili alieni covati dentro i meteoriti!
Ci sono tutti i "topoi" classici dell’Asylum in questo filmetto realizzato con ancora meno budget e meno impegno rispetto ai già bassissimi standard della casa di produzione a cui abbiamo dedicato questa bellissima retrospettiva: l’inconfondibile fotografia degli interni, le pessime divise militari, la trama risibile, gli effetti speciali patetici, la recitazione amatoriale di sconosciuti figuranti e un finale mezzo abortito.
In particolare, Alien Convergence è il trionfo dell’”O'dimo”. Chi ha visto la quarta stagione di Boris, avrà subito chiaro di cosa parlo, per tutti gli altri per “O'dimo”, si intende “Lo diciamo” e non lo mostriamo, perché non abbiamo i soldi.
“Tutte le strade sono bloccate, il traffico è paralizzato e ci sono continui blackout!”, / “La popolazione è nel panico e ci sono rivolte nelle strade!” / “Dei mostruosi esseri alieni stanno seminando morte e distruzione in tutto il paese! / “Il nostro esercito ha provato di tutto per abbattere questi esseri mostruosi, ma niente ha funzionato!”. Ecco, tutto ciò ci viene detto nei dialoghi, ma mai mostrato o per lo meno solo in brevissime sequenze realizzate ovviamente col buco del culo.
Non temete però, perché di scene cringe Alien Convergence abbonda. Come, per esempio, quando il padre della protagonista -un ex pilota rimasto invalido, ora scienziato Nasa- si reca sul luogo dello schianto del meteorite per recuperare dei campioni di roccia. Ebbene, questo scienziato va da solo in sedia rotelle sul luogo dell’impatto, dove trova un unico poliziotto. Certo, è perfettamente normale che dove è caduto un meteorite a controllare il posto ci sia un unico agente e che a prelevare i campioni di roccia ci sia un solo scienziato, per giunta in carrozzina, che per recuperare i pezzi si cappotta pure dentro il cratere.
Un’altra notevole è quando il nostro gruppo di soldati arriva in una base militare. Aldilà del fatto che in questa base c’è sostanzialmente una sola persona (altro classico Asylum, perché le comparse costano), il colonnello della base sostiene che lì ci sia il più grande deposito di velivoli militari di tutti gli Stati Uniti. E lo fa davanti ad un patetico green screen con un’immagine statica presa chissà dove di quattro jet cagati parcheggiati nel deserto.
E gli alieni? Beh, un altro stilema immancabile di questi film è che al momento del girato, nessuno è bene al corrente di che forma saranno i mostri che saranno aggiunti in post-produzione, quindi i dialoghi in merito sono sempre vaghi “E’ davvero enorme! Ma cosa diavolo è?”. E in realtà sono un patetico incrocio fra dei gargoyle e dei draghi, riciclati da un altro film Asylum, Dragon Crusaders, uscito per altro sei anni prima!
Ultima annotazione sulla protagonista, caruccia per carità, ma più che una militare cazzuta sembra una commessa di Walmart che ha esagerato coi dolci durante le vacanze di Natale (E così, la nostra dose di maschilismo e bodyshaming quotidiana ce la siamo portata a casa).
Recensito da: Vidur
VOTI:
TRASH: 87/100
Noia: 44/100
Presunzione della regia: 51/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 85/100
Incapacità degli attori: 88/100
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