Di Antonio Bonifacio. Con Francesco Venditti, Massimo Poggio, Rosa Pianeta, Licia Nunez. 2004 / Italia /Interno 11
Dopo aver dato un passaggio ad un autostoppista, alcuni amici giungono in un paesino del Lazio dove sorge un vecchio monastero abbandonato infestato dagli spettri.
Pellicola dall'Abisso se c'è n'è una, il qui presente horror italiano risalente ormai a vent'anni fa, si fa forte di un regista scultissimo (autore di perle quali La Strana Storia di Olga "O" ma soprattutto di Laura non c'è), e di un cast non da meno, tra cui figurano addirittura il figlio di Antonello Venditti, un ex concorrente del Grande Fratello (Fedro Francioni) e una ex concorrente di Ballando con le Stelle (Licia Nunez).
Girato con evidentissima povertà di mezzi nella campagna laziale, Il Monastero pesca a piene mani dalla tradizione dell'horror italiano, tanto che più che nel 2004 sembra girato nell'83. E quindi tra disegni argentiani, paesaggi avatiani e spettri fulciani, più una dose di slasher un tanto al chilo, il risultato è al quanto misero, ma dopotutto neanche così terribile. E questo è forse l'aspetto più curioso di questo film che, nonostante una mole immensa di difetti, riesce in qualche modo ad essere anche piuttosto interessante, con un paio di colpi di scena mediamente riusciti e una storia che si rivela meno scontata di quella che sembra.
Dicevamo dei difetti che in effetti potrebbero riempire un rimorchio di un tir di 10 tonnellate: il più grave in assoluto è una fotografia raccapricciante, con un filtro notte patetico piazzato alla bella e meglio che manco Blood Delirium e Paganini Horror raggiungevano questi livelli. In più, questa sorta di filtro blu permea tutta la pellicola, tanto da rendere tutto così piatto e sfocato che a volte ho avuto il dubbio di essere stato colpito improvvisamente da una forma precoce di cataratta. Le ambientazioni, se meglio sfruttate, avrebbero potuto essere ben più inquietanti, anche perché la regia in sé, tutto sommato, non è neanche malissimo, al netto di qualche salto di montaggio criminale, in particolare nelle scene di "azione". Inoltre nella prima parte succede pochissimo, metà della scene sono riempitivi inutili, i dialoghi sono atroci e la morte della donna nel bosco...che cazzo c'entrava? Mi sono perso qualcosa io o non ha il minimo nesso con il resto della storia?
Eppure. Eppure nonostante tutta questa imponente mole di difetti, non riesco ad essere troppo severo con questo film, che da canto suo può vantare una recitazione dignitosa (di sicuro salvata da un doppiaggio di professionisti affermati), una colonna sonora accettabile, un paio di morti cruente anche discretamente realizzate e uno sviluppo finale piuttosto ben riuscito, anche figlio di una durata di manco un'ora e venti che oggidì solitamente non basta neanche per i titoli di testa.
Sarà che forse i miei standard negli anni si sono fatti decisamente bassi, ma mi è capitato di vedere tantissimi horror o presunti tali molto più pigri, raffazzonati, noiosi, insensati e maldestramente realizzati di questo Il Monastero, che mi ha dato almeno l'impressione di non essere il compitino fatto per pagare le bollette, ma un qualcosina di più.
Ma proprio qualcosina eh...insomma se una persona normale vedesse questo film probabilmente si strapperebbe gli occhi...ma se foste persone normali non leggereste questo blog...no?
Recensito da: Vidur
TRASH: 81/100
NOIA: 65/100
RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: 72/100
PRESUNZIONE DELLA REGIA: 54/100
INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: 64/100
P.S.: se non vedete le consuete foto in mezzo al testo della recensione non è perché sono pigro e non ho voglia di metterle, ma perché in rete non se ne trova mezza.
2 commenti:
A me è piaciuto, guardato con la mia compagnia… le migliori risate mai fatte.
Condividiamo appieno questa recensione.
Siamo un piccolo gruppo di registi alle prime armi, i nostri primi movies .. sono ispirati al grande regista Antonio Bonifacio.
Grandi, fateci sapere se e come reperirli!
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