Di Andrew van den Houten. Con Pollyanna McIntosh, Amy Hargreaves, Erick Kastel, Andrew Elvis Miller, Jessica Butler. 2009 / Modernciné / Stati Uniti
Un clan di selvaggi cannibali insegue una famiglia ignara e la loro innocente bambina. Riusciranno a sopravvivere?
Un titolo super generico, una trama banalissima riassumibile in mezza riga, una serie di illustri sconosciuti a dirigere ed interpretare, un chiarissimo sentore di budget miserrimo…sembra proprio la cazzatona ideale da guardare a cervello spento e poi da prendere per il culo! E i titoli di testa realizzati con Windows Movie Maker 98 sembravano confermare tutte queste impressioni…E invece.
E invece il titolo è sì super generico, la trama è sì banalissima, registi e attori sono sì degli illustri sconosciuti, il budget è sì miserrimo…ma…Offspring non è un’innocua cazzata girata in stile compilativo e impiegatizio come se ne trovano altre mille, bensì si tratta di un horror / splatter / slasher mostruosamente brutale, violentissimo e per certi versi sconvolgente, tanto che io stesso mi sono trovato in difficoltà a guardare alcune scene.
E ve lo dice uno che a colazione guarda Cannibal Holocaust, a pranzo The Raid e a cena Muder-Set-Pieces, insomma il vostro Vidur alla violenza cinematografica è piuttosto abituato, ma questo Offspring indugia su alcune sequenze che difficilmente potranno lasciare indifferenti anche i più cinici. Mi riferisco soprattutto a quelle in cui vengono coinvolti dei bambini: violenza perpetrata da bambini verso adulti, da adulti verso bambini e persino da bambini verso altri bambini.
In questo senso, il film restituisce perfettamente il concetto che sta alla base, ovvero quella di una famiglia di primitivi cannibali la cui unica ragione di vita è quella primordiale di cacciare per sopravvivere e non importa chi si uccide o cosa si è disposti a fare. Era facile scadere nel ridicolo o nel grottesco nel dipingere questa piccola congrega di efferati selvaggi, ma in qualche modo il film riesce ad evitarlo, soprattutto grazie alla mater familias, autrice di una prova tanto convincente quanto terrificante.
Violenza e sangue a parte, il film mantiene un tono relativamente pacato, un approccio che rende ogni scena di offesa ai corpi ancora più inquietante. E il fatto che la narrazione sia ridotta all’essenziale, dove ogni orpello inutile è stato accuratamente evitato, è solo un ulteriore punto a favore.
La confezione tecnica, tutto considerato, è ben più che dignitosa, con una regia piuttosto ispirata, una fotografia giustamente molto buia e sporca ed effetti speciali artigianali alla vecchia maniera che risparmiano solo saltuariamente i dettagli più raccapriccianti. È un film brutto, sporco e cattivo, che evita i cliché del genere e che non si preoccupa neanche di montare la tensione per gli avvenimenti più significativi. Tutto avviene in modo rapido, brutale, realistico, onesto. Non è un film indipendente che vuole essere hollywoodiano, né un film hollywoodiano fintamente indipendente. È solo quello che è e non vuole essere nient’altro.
Peccato per qualche inevitabile caduta di tono, come la stronzaggine oltre misura del personaggio di Steven o l’estrema dabbenaggine dei poliziotti del luogo.
A riprova della qualità del film, ne sono nati ben due sequel, il cui ultimo è stato scritto, diretto ed interpretato da Pollyanna McIntosh, “la donna”, come viene semplicemente accreditata nei generici, mentre il secondo, The Woman, gode di una certa positiva fama.
Consigliato solo ai durissimi, gli alti girino ben alla larga.
2 commenti:
The Woman è un bel film, bello teso e con un finale abbastanza malato
Mi sono infatti ripromesso di recuperarlo il prima possibile!
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