W-o-w! Non pensavamo più che il cinema moderno potesse regalarci perle di siffatta bellezza e invece il buon Cankat Vatanandiran sorprende e spiazza tutti con una capodopera di abbagliante meraviglia. Destinato a diventare un istant cult del genere, It Shall Not Be Named è un horror ricercato, coraggioso, originale e innovativo, ricco di idee rivoluzionarie che da qui in poi diventeranno necessariamente un punto di riferimento per chiunque avrà il coraggio di misurarsi ancora con la materia.
It Shall Not Be Named ridefinisce gli standard con una sua cifra stilistica che sfugge ad ogni paragone e lo fa con tracotante presunzione, ben conscio di essere un prodotto talmente fuori scala da non poter reggere il confronto con niente fatto in precedenza.
Pensate già alla trama, la cui intrinseca originalità già spazza via quanto di stantio impera ancora nel mondo dell'horror. È difficile riassumerla in maniera efficace, ma spero perdoniate il fatto che le mie limitate capacità lessicali non siano bastevoli a estrinsecare la magnificenza di quest'opera.
Dunque, Kat, una ragazza disoccupata con un fidanzato stupido e belloccio, accoglie in casa una nuova coinquilina, Jessie. In poco tempo, Kat e il suo fidanzato Chris faranno una scoperta sconcertante: Jessie potrebbe essere una strega!
Prendetevi qualche momento per assorbire e interiorizzare questo concetto, che mi rendo conto non sia facile da processare.
Ma, questo è solo l'assunto, perché lo svolgimento capovolge completamente ogni aspettativa. Kat, da quando Jessie è in casa, inizia ad avere delle visioni inspiegabili e dei terrificanti incubi!
Ecco, comprendo che la cosa possa essere spiazzante e totalmente aliena alla filmografia horror (ma non solo) a cui siamo abituati, per tanto eviterò di dilungarmi ulteriormente, comunque consapevole di non avere neanche la capacità intellettiva per dipanare tutti gli strati accuratamente manufatti da Vatanandiran.
Mi concentrerò per tanto sulla confezione tecnica che è quasi all'altezza della scrittura. Partiamo da una fotografia dai colori fluorescenti e fluttuanti, tanto da cambiare da una scena all'altra per esacerbare il senso di estraniamento dello spettatore. La regia volutamente statica, con una moltitudine di dialoghi ripresi a camera fissa atti a manifestare l'angoscia dei protagonisti imprigionati in un piccolo appartamento da cui non possono (o non vogliono?) uscire e per estensione alla situazione stessa in cui si sono malgrado ritrovati.
E non dimentichiamo il sapiente uso dei jump scare. I registi di bassa lega li usano come mezzuccio facile e pigro per spaventare lo spettatore, Vatanandiran invece va oltre piazzandone uno ogni quarantacinque secondi e sono talmente ammalianti che il sentimento primigenio che scatenano non è la paura, ma la più sincera incredulità. Anche gli effetti speciali digitali rispettano o addirittura superano l'altissima qualità, tanto da rivaleggiare con un qualunque blockbuster contemporaneo.
Vatanandiran inoltre, per dare tempo di respirare allo spettatore travolto da cotanta virtù, ha costruito degli intermezzi musicali, la cui potenza emotiva è così forte che a qualcuno non potrà che scendere una lacrima.
E infine, un plauso ai tre protagonisti, tutti incredibilmente bravi. Skylar Witte ha avuto da Meryl Streep in persona l'incoronazione a sua designata erede; Luke Meissner è in trattativa con la Marvel per la prossima saga supereroistica e si dice che Ryan Gosling, alla notizia che Meissner fosse in lizza, abbia già rinunciato alla corsa sicuro di perdere. Audrey Lilyquist è stata già corteggiata da Christopher Nolan e l'Oscar come miglior attrice non protagonista sembra ormai scontato.
Riguardo Vatanadiran, sia Warner che Universal se lo stanno già litigando a suon di milioni, intenzionati a lasciare carta bianca ad un autore destinato a fare la storia del cinema.
Recensito da: Vidur
Ps: sì, ero ironico.
TRASH: 98/100
Noia: 77/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 92/100
Presunzione della regia: 88/100
Incapacità degli attori: 85/100
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