29 ottobre 2010

I ROBOT CONQUISTANO IL MONDO (aka Robot Holocaust)

Di Tim Kincaid, con Norris Culf, Nadine Hartstein, Joel Von Ornsteiner, Angelika Jager. USA/1986

Robot Holocaust (1987) on IMDb

"Ma quale può essere l'utilità di quest'uomo nella nostra spedizione? "
 "Forse Nessuna!"
Il protagonista riguardo ad un personaggio assolutamente inutile raccattato durante il percorso (nonchè riguardo al regista del film)

Roboy Holocaust fa schifo.
Semplice a dirsi, non ha scusanti, non ha attenuanti, fa schifo e basta. E' un film povero, brutto, noioso, girato col super8 in uno scantinato e senza una trama, insomma fa così schifo che non potevamo perderlo.

TRAMA

In un ipotetico futuro i robot (o meglio sarebbe a dire due robot) hanno sottomesso gli uomini e li utilizzano come schiavi per tenere acceso il computer a carbone del loro capo, il temibile Doc-One, praticamente una voce che ha come proprio braccio operativo la conturbante e perfida Valeria, un'umana al servizio delle macchine.
E' rimasta in piedi solo una città che vorrebbe, nelle ambizioni del regista, essere New York ma che ha delle preoccupanti similitudini con la periferia di Sesto san giovanni. Qui si incontrano quasi per caso, o più probabilmente per esigenze di copione, gli unici quattro accattoni rimasti liberi, ovvero due uomini assolutamente identici nell'inettitudine (uno dei quali Neil dovrebbe essere il protagonista), un robot buono e celebroleso e una insignificante ragazza a cui è stato rapito il padre-scienziato dal cattivo Doc-One.
L'allegra combriccola di vacanzieri stanchi (scusate volevo scrivere la potente spedizione militare) decide di andare all'assalto della fortezza di Doc-One per annientarlo e recuperare il padre della ragazza, durante il percorso dopo aver sconfitto degli innoqui calzini-carnivori e avere conquistato come alleata la più fastidiosa amazzone del mondo e il loro schiavo, si imbattono in non numerose prove non terribili da non affrontare riuscendo anche a perdere a titolo assolutamente gratuito un paio di componenti del loro già misero esercito.
Del resto a difendere il palazzo di Doc-One (leggasi la sala caldaie del tugurio dove presumibilmente abita il regista) c'è un non potentissimo esercito composto da due robot di latta, la bionda Valeria e un robottino assolutamente inabile a qualsialsi mansione chiamato Zorg o qualcosa di simile.
L'esercito dei babbioni buoni riesce a penetrare nello scantinato-palazzo tramite l'apposito ingresso con tanto di segnalazione e affronta altre prove indicibili tipo buche nel pavimento o mostri con sembianze non umane (che assomigliano terribilmente a moci vileda agitati in penombra) riuscendo ogni volta a faticare tantissimo per girare su se stessi e ritrovarsi al punto di prima.
Nel frattempo gli schiavi rinchiusi a spalare carbone per Doc-One decidono di rivoltarsi fingendo di riempire la caldaia con carbone ma in realtà non riempiendola affatto e indebolendo così Doc-One e la sua memoria da 125 Kb (solo di colpo il disattento Doc-One si accorgerà che la sua potenza è all' 1%).
Arrivati allo scontro finale i nostri (non miei) eroi scoprono che in realtà i temibilisimi e fortissimi cattivi non sono forti nè tantomeno temibili e anzi era presente fin dall'inizio un comodissimo pulsante con scritto "autodistruzione Doc-One, abbassare la levetta per almeno tre secondi".
Finale con l'uomo che batte la macchina, qualche trascurabilissimo caduto di qua e di la, la morte del padre della ragazza di cui tutti se ne strasbattonoe un tizio che se ne va mogio all'orizzonte bofonchiando qualche cosa riguardo alla loro impresa . 
E anche noi ce ne siamo andati mogi bofonchiando qualcosa (di poco carino)  sulla loro impresa.


Recensito da: Ortnid


VOTI
TRASH: 80/100
Noia: 85/100 (e in un'ora e dieci di film ce ne vuole)
Ridicolaggine degli effetti speciali: 90/100
Presunzione della regia: 65/100
Incapacità degli attori: 85/100




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27 ottobre 2010

ZORRO CONTRO MACISTE (Aka Samson and the slave queen)

Di Umberto Lenzi, con Alan Steel, Pierre Brice, Moira Orfei. Italia/1963

Samson and the Slave Queen (1963) on IMDb

Alla morte del re di Spagna Filippo II, due cugine si contendono il trono: la perfida e ambiziosa Malva (Moira Orfei!) e la bella e saggia Isabella (Maria Grazia Spina). Le due si vogliono impadronire del prezioso testamento del re prima che lo faccia l'altra; Malva assolderà il forzuto Maciste, mentre Isabella si affiderà alla spada di Zorro.

I film italiani degli anni '50-'60 erano un florilegio di accostamenti deliranti, con il buon Maciste costretto a viaggiare per tutte le epoche e le nazioni e combattere contro zar, vampiri, dinosauri, demoni, Babbo Natale e Gesù Cristo. In questo caso, ci troviamo nella Spagna del Seicento, dove il nostro muscoloso eroe se la deve vedere con Zorro. Che tra l'altro è messicano, ma vabè. In realtà i due, essendo eroi buoni, finiranno per combattere fianco a fianco: infatti Maciste dopo varie peripezie, intuirà i malvagi piani della principessa Malva e aiuterà Zorro a far incoronare Isabella.

“Zorro contro Maciste” è davvero un bel filmetto trash da guardare con piacere.
Trattasi di un “peplum” prima maniera, con alla regia un giovane Umberto Lenzi alle prime armi. Ai tempi Umbertone non aveva ancora capito come fare le inquadrature, infatti gli attori sono spesso tagliati, ai lati dell'inquadratura, di spalle o fuori dall'immagine quando parlano, creando un inevitabile effetto comico.
Effetto comico che si moltiplica grazie a Maciste, interpretato da Alan Steel, al secolo Sergio Ciani. Barbuto, muscolosissimo e color porpora (sì, porpora), se ne va in giro perennemente a petto nudo, con dei pantaloni alla zuava e dei calzari che assomigliano pericolosamente a delle All Stars grigie. La sua mossa preferita è prendere un nemico e buttarlo addosso ad altri tre con un effetto strike; ma questo Maciste non è solo forte, è anche astuto, come Zorro tiene spesso a precisare.
Lo spadaccino mascherato invece è un personaggio molto meno interessante e più stereotipato.
I due si scontreranno solo una volta in un pateticissimo combattimento in cui ne viene inquadrato solo uno alla volta (e che potete vedere qui sotto). Quando invece si alleeranno, Maciste ne farà fuori 5 in un secondo, mentre Zorro ci metterà 20 minuti per ucciderne uno. Ma non temete, l'amore premierà entrambi.

A parte un fantastico coccodrillo semovente di cartapesta, non c'è nessuna scena particolarmente stupida o memorabile, ma nel suo complesso “Zorro contro Maciste”, grazie ad un buon ritmo, ad una sceneggiatura superficiale e idiota, a personaggi e situazioni improbabili, si rivela il film ideale da guardare in compagnia per farsi quattro risate.

Recensito da: Vidur

VOTI
TRASH: 75/100
Noia: 45/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 71/100
Presunzione della regia: 60/100
Incompetenza degli attori: 55/100






Il duello.

SE TI PIACE GUARDA ANCHE: Maciste contro qualunque cosa, il telefim di Zorro, il video di Discomusic di Elio e le Storie Tese.

MACISTE CONTRO IL VAMPIRO (aka Goliath & the Vampires)

Di Giacomo Gentilomo, con Gordon Scott, Leonora Ruffo, Jacques Sernas e Gianna Maria Canale. ITALIA/1961/Dino de Laurentis Production

Goliath and the Vampires (1961) on IMDb

"Perchè avete imbarcato anche i vecchi?! Sapete che non li voglio sulla mia nave! Gettateli ai pescecani!"

Ancora inebriati e divertiti dal pacchianissimo ''Zorro contro Maciste" di Umberto Lenzi, ci siamo gettati a capofitto nella visione di quest'altro capitolo della sconfinata saga del muscoloso eroe di cinecittà. Benchè non ci aspettassimo un prodotto trash paragonabile a quello di Lenzi, sia per l'anno di rilascio che per il regista, il titolo ci faceva ben sperare. Maciste sta arando dei sassi e mettendo in mostra tutti i suoi muscoli, quando vede del fumo provenire dal suo villaggio. il pacifico agglomerato di pescatori è stato attaccato da quelli che sembrano dei ferocissimi pirati che stanno uccidendo gli uomini e le vecchie baldracche e stanno rapendo le giovani fighette (chissà perchè nessuno fa' mai il contrario).. DAI CORRI MACISTE.. puoi certamente salvarli con la tua superforza, sei ormai a pochi metri..! ...E invece no. Il nostro eroe non sprona a sufficienza il suo cavallo ed arriva in tempo solo per vedere morire sua madre che gli racconta l'accaduto. Maciste parte per l'Arabia (??!?) per salvare le fanciulle, tra cui ovviamente la fighissima Guja, la sua bella, in compagnia del solito petulante ragazzino (che tanto per rincarare la dose si chiama CIRO). Scoprirà con (non eccessivo, ad onor del vero) sgomento però che la sua e le altre ragazze invece di succhiare stanno venendo succhiate.

La prima cosa che noti di questo film è ovviamente la forma fisica di Maciste, che in realtà a noi ha un po' deluso.. poi vai a leggere la filmografia di Gordon Scott e scopri che è stato il suo primo Maciste (dopo una serie di Tarzan).. vabè dai, perdonato, spero tu sia diventato più muscoloso e definito per i prossimi! La seconda cosa che si nota sono i costumi dei cattivi. Sembrano i Visitors. Tutto cambia quando Maciste giunge in città. e li ti accorgi veramente di aver preso un granchio: un sacco di comparse, costumi quasi decorosi, attori che considerato tutto se la cavano, anche se oggi ovviamente è cambiato il modo di recitare e fa' un po' ridere vedere i personaggi che parlano guardando verso l'infinito ed oltre. Un film concreto insomma, se non fosse per l'idea di base. Gli effetti speciali oltre che decorosi oserei dire che fanno addirittura brutto considerato il periodo. Anche in cabina di regia se la cavano egregiamente; certo, nulla di trascendentale, molto scolastico se vogliamo. La trama poi è ricca di colpi di scena davvero inaspettati a volte. Cavolo, non ho davvero molti punti per sbeffeggiare questo film. L'unica cosa che fa' sorridere è il netto cambio di stile ad un certo punto del film: fermo restando che il ritmo rimane costantemente piuttosto basso, all'inizio il regista è pedante e fastidioso, ci racconta vita morte e miracoli, ci dice quanti peli sul culo ha Taruk Faruk eccetera. Successivamente Gentilomo deve essersi reso conto che stava venendo fuori una roba di 15 ore, e allora ci dà un taglio. Nel senso che toglie delle parti tipo. No, mi spiego. compaiono personaggi che non si capisce chi sono, si risolvono snodi cruciali della trama in quattro e quattro otto, i personaggi passano dal fare 2 metri in 4 ore al teletrasportarsi.. cose così.. però vabè, cosa vuoi.. ti fa' sorridere non è che ti pisci addosso dal ridere.

Se la compagnia è buona si ride anche, per lo meno noi ci siamo abbastanza divertiti alla fin della fiera e siamo contenti di averlo visto, la battuta ci scappa sempre, ma non è quello che cerchiamo qui a pellicole dall'abisso. Questo non è un b-movie, è un prodotto più che decoroso che sente per ovvie ragioni il peso degli anni, e neanche così tanto come altri film ben più noti. Un piccolo diamante grezzo. Grezzo perchè.. cosa vuoi.. i vampiri contro Maciste.. suona un po' come l'uomo lupo contro la camorra.. per il resto thumbs up. 

Recensito da: Imrahil

VOTI
TRASH: 47/100
Noia: 78/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 15/100
Presunzione della regia: 65/100
Incapacità degli attori: 68/100

 



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24 ottobre 2010

VIRUS (aka Hell of the Living Death)

Di Bruno Mattei e Claudio Fragasso con Margit Evelyn Newton, Franco Garofalo, Selan Karay ITA/1980/Beatrice Film

Hell of the Living Dead (1980) on IMDb

Il nostro primo (e per il momento unico sondaggio) sta volgendo al termine e benché solo domani avremo l'ufficializzazione del vincitore, possiamo già dire che un plebiscito ha sancito che il regista italiano più trash di tutti i tempi sia il buon Bruno Mattei. Per celebrare degnamente la sua bulgara affermazione, ecco a voi la recensione di “Virus”, che tra i suoi film sarebbe, a suo dire, forse il più riuscito.

Non temete amici appassionati di film di merda, checché ne dica Mattei questo film non é affatto riuscito, tuttavia non riesce nemmeno ad essere involontariamente divertente se non a tratti.

Il film parte da un disastro in una centrale chimica situata in un luogo imprecisato in mezzo alla giungla, a seguito di questo disastro gli uomini iniziano a tramutarsi in zombie, per fermarli verrà mandata una squadra speciale composta da duri, a cui si uniranno dei coraggiosi giornalisti.

Sin da subito é evidente come la confezione tecnica sia indecorosa, i componenti della “squadra speciale” indossano delle tute da meccanici in stile video di “Uptown Girl” di Billy Joel (mi raccomando sto parlando del video relativo alla versione capolavoro di Billy Joel, cioé questa, non la merdosissima cover fatta dai Westlife) e le loro armi sono poco più che penosi giocattoli di plastica, quelli che se per sbaglio li regali a tuo figlio, prima ti vomita in faccia, poi te li rompe in testa. Il make up degli zombie? Quattro vesti stracciate e un po' di fango in faccia. Trama che scorre prevedibile e senza sussilti, anche se ad essere onesti Bruno prova a regalarci qualche chicca, come a voler dimostrare che se é considerato così scarso, un motivo ci sarà:

Innanzitutto, allo scopo di allungare la minestra, vengono inserite scene di animali tratte da documentari a caso, animali che tra l'altro per lo più hanno come habitat la savana e che con la giungla non c'entrano niente! Oddio sempre meglio che prendere spezzoni di altri film, come ha fatto Mattei in altre pellicole, come “La Tomba” ad esempio, ma ciò non toglie che sia un espediente di uno squallore immenso.

Ma soprattutto Mattei per cercare di risvegliare l'interesse dello spettatore, ormai in stato comatoso dopo appena 10 minuti di visione del film, mostra un paio di tette, con quello che penso sia l'espediente più pretestuoso della storia del cinema: la giornalista, per cercare di interagire meglio con la tribù del luogo, si mette un patetico costumino, che le lascia completamente scoperte le tette, che il buon Mattei non manca di mostrarci subito in primo piano!

Insomma “Virus”, aldilà di qualche spunto qua e là non riesce a divertire lo spettatore, e sinceramente non mi sento di consigliarne la visione, nonostante quello che diceva Bruno Mattei a riguardo, ovvero che Quentin Tarantino aveva dichiarato che Virus era uno dei suoi film cult! Della serie: si Bruno come no...

Recensito da: Azagthoth

VOTI

TRASH 66/100
Noia 88/100
Ridicolaggine degli effetti speciali 72/100
Presunzione della regia 79/100
Incapacità degli attori 78/100



BEASTLY BOYZ

Di David Decoteau con Sebastian Gacki, Emery Wright, Valerie Murphy Canada, 2006, Rapid Heart "Extreme" Production

Beastly Boyz (2006) on IMDb

“This is the end, my only friend the end” ebbene si amici questa é la fine, la fine del percorso cinematografico di David Decoteau.
Abbiamo attraversato i corridoi di college in mezzo a flashate bianche seguendo ragazzi in boxer e calzini camminare al rallenty, siamo rimasti per ore ipnotizzati dall'ossessività della musica eletronica di sottofondo e da interminabili dialoghi, ma infine siamo giunti alla meta ultima del nostro percorso; con “Beastly Boyz” siamo infine giunti al cuore di tenebra di David Decotau. David conscio di aver raggiunto, con “Brotherhood IV”, la perfezione formale della sua poetica a base di confraternite di prestanti giovani in boxer, decide quindi di voltar pagina e di andare oltre. Così come fece il grande Michelangelo per scolpire il suo ultimo capolavoro la Pietà Rondanini, anche David per realizzare la sua opera ultima ha dovuto sbarazzarsi di tutti gli inutili orpelli, a cominciare dai dialoghi (di fatto assenti nell'intera durata della pellicola) fino addirittura a cambiare la trama.
Proprio così Decoteau rinuncia alla Sua Trama, quella che é presente medesima ed immutata in tutti i suoi film! Quindi niente collage, niente confraternite, niente rituali! E di fatto niente trama! Infatti il film non ci mostra altro che la ripetizione, fino alla strazio, della stessa identica sequenza: Travis si allena in boxer rossi, Travis fa una seduta spiritica in boxer bianchi, riceve dalla sorella morta il nome del ragazzo che l'ha struprata, Travis lo raggiunge, si mette in boxer (ovviamente) e gli passa il coltello sul corpo per un tempo che pare eterno, per poi piantarglielo non so dove (gli omicidi sono quasi tutti fuori scena) quando finalmente il babbione si accorge, dopo secoli, della sua presenza. Tutto qui, questa é la più alta espressione del cinema di David, questo é il suo testamento spirituale: ragazzi in boxer e coltelli, tutto il resto non esiste.
Anche lo stile registico é quanto di più minimalistico si possa concepire, anzi di più: pellicola 16mm marcissima (addio dunque al patinato digitale), ossessiva nenia elettronica, rare comparse della voce del protagonista e di quella insopportabile della sorella, ritmo catatonico...
In conclusione tengo a precisarlo, questo non é un film per tutti, a dispetto dell'alta votazione conseguita. E' fondamentale per chi ha già intrapreso il cammino nella selva oscura decoteauniana e vuole finalmente terminare il suo viaggio, ma l'occasionale spettatore deve stare in guardia , per lui questa pellicola potrebbe rivelarsi ne più ne meno che un'esperienza allucinante.

Recensito da Azagthoth


VOTI
TRASH 92/100
Noia 86/100
Ridicolaggine degli effetti speciali np
Presunzione della regia 91/100
Incapacità degli attori 88/100


SE TI PIACE GUARDA ANCHE: niente, ormai sei giunto all'orizzonte degli eventi, oltre non puoi andare.

IL COLLEZIONISTA DI OCCHI (aka See No Evil)

Di Gregory Drak con Glen Jacobs, Christhina Vidal, Michael J. Pagan USA, 2006, World Wrestling Entertainment

See No Evil (2006) on IMDb

Me ne stavo triste sul divano, convinto che nulla potesse rallegrare la mia serata di giovane malato, quando tadaaaaan! Mi ritrovo sintonizzato su gxt e di fronte a me compare il logo della Wwe films! Forse non tutti voi lo saprete ma la Wwe (o World Wrestling Enterteinment) é la più importante federazione di wrestling del pianeta, la quale tuttavia ha anche la malsana abitudine di far girare film alle proprie stelle. I film targati Wwe sono una vera garanzia: nella migliore dell'ipotesi sono delle cazzatone spassose e senza pretese, come “Il Tesoro dell'Amazzonia” con The Rock, nella peggiore invece sono degli immani abomini del calibro di “Presa Letale” con John Cena, tanto per citarne uno. In questo caso il wrestler protagonista è Kane, al secolo Glen Jacobs, il quale contro ogni previsione non si rivelerà inadatto alla parte, anzi sarà tutto sommato il migliore tra gli attori coinvolti, il che la dice lunga sulle capacità recitative degli altri peraltro.
Ma veniamo al film: un gruppo di detenuti viene spedito a riqualificare un edificio in rovina, ad accompagnarli c'é un poliziotto, il quale alcuni anni prima aveva perso un braccio, mentre cercava di arrestare un maniaco che cavava gli occhi alle vittime. Così mentre la combriccola si ritrova isolata nell'edifico, appositamente isolato per impedire la fuga dei detenuti, ecco che il maniaco torna a colpire... il film parte subito malissimo, la regia é insopportabilmente videoclippara, detenuti sono presentati con un'introspezione psicologica che rasenta lo zero. In pratica i detenuti maschi sono delle specie di babbuini idrofobi che passano il tempo ad insultarsi ed azzuffarsi tra di loro, mentre le femmine si insultano e basta. Per fortuna che c'é Gregory Dark (che solo per aver scelto un nome d'arte così idiota credo meriti la dannazione eterna, della serie “eh si faccio film horror e allora mi chiamo Dark, che idea fica!”, ma vai a cagare va'...), il quale prende in mano il timone e rivoluziona tutto. Infatti come il serial killer compare, ecco che i galeotti, che fino a poco fa si stavano accoltellando o struprando a vicenda, fanno gruppo ed iniziano a lottare fianco a fianco, pronti a rischiare la vita l'uno per l'altro. Si segnala soprattutto in quest'ottica il detenuto più infame di tutti, ovvero lo spacciatore/rapinatore/pappone, il quale si rivela un po' l'eroe della situazione, rusciendo a salvare la vita alla ragazza che aveva costretto a prostituirsi/spacciare, il tutto dopo essersi peraltro comportato da stronzo per metà della pellicola. Che dire del serial killer? Mah, Kane come detto non se la cava male, purtroppo il suo personaggio é un po' troppo banale e monodimensionale, con il classico trauma necessario più che altro a garantire un po' di violenza, anche abbastanza gratuita nello specifico. Insomma “Il Collezionista di Occhi” é il classico film da vedere sdraiti sul divano, con una coperta addosso e il cervello spento per farsi quattro risate.

Recensito da: Azagthoth

VOTI

TRASH 63/100
Noia 77/100
Ridicolaggine degli effetti speciali 55/100
Presunzione della regia 82/100
Incopetenza degli attori 71/100

23 ottobre 2010

PINATA – L'ISOLA DEL TERRORE (aka Demon Island)

Di David e Scott Hillenbrand, con Nicholas Brendon, Jamie Pressley, Garrett Wang. USA/2002/Radder Pictures

Survival Island (2002) on IMDb

“Dovevi farlo tu. No tu. Ma no, io l'ho scambiato con Lady Terminator! Ma no, tu devi fare Virus che ti è anche piaciuto! No, lo deve fare Azaghtoth! Ma no, lui deve fare Sebastian Gaki e Chuck Norris contro Steven Seagal e i vampiri gay...vabè lo faccio io e vaffanculo”.

E' con queste esaltanti premesse che mi vedo costretto a recensire questa boiata clamorosa.
Un gruppo di classici universitari idioti americani, si trova su un isola per una specie di caccia al tesoro, ma uno di loro inavvertitamente libera un demone intrappolato in un'antica pignatta di terracotta. Il suddetto demone animerà l'oggetto che inizierà a seminare morte e terrore fra gli sventurati aventori.
La trama in effetti non è male, cioè una bella minchiata anche di quelle originali, peccato che lo sviluppo non sia granchè. Del resto i registi sono quell di King Cobra, mica cazzi.
Il gruppo di ragazzi è ovviamente insopportabile e stereotipato, con Nicholas Brendon di “Criminal Minds” e quella gnoccolona di Jaime Pressley di “My Name is Earl” a farla da protagonisti.
Però tra le ragazze si segnala anche una dal carattere irremovibile:
- “Dai facciamoci una canna”
- “No”
-” Dai”
- “Va bene”.

- “Dai facciamo sesso”
- “No”
- “Dai”
- “Va bene” e così via...

Per il resto la famosa Pinata che uccide fa abbastanza ridere. In certe scene c'è chiaramente un attore dentro un vestito da pignatta che si muove lento e goffo e che si vede nelle scene delle uccisioni. Poi una volta montato il film, i due registi si sono resi conto che faceva troppo cagare anche per loro, così hanno deciso di inserire delle scene in CGI in cui la Pinata corre, salta, rotola, e routa come una pazza, ma l'effetto è talmente misero che non ci si può non fare quattro risate.
C'è anche una buona dose di splatter: non è niente di sconvolgente, ma almeno riesce ogni tanto a mitigare l'aria di commedia pecoreccia all'americana. Eh già, perchè Pinata lo sa di essere una cagata e non lo nasconde, infatti tutto il tono del film è chiassoso e caciarone.
Nel complesso "Pinata..." si rivela abbastanza divertente, ma se ne può fare tranquillamente a meno.
Solo per gli irriducibili.

Recensito da: Vidur



VOTI
TRASH: 71/100
Noia: 75/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 87/100
Presunzione della regia: 40/100
Incompetenza degli attori: 65/100




SE TI PIACE GUARDA ANCHE: una festa di messicani che rompone delle pignatte.

18 ottobre 2010

NINJA TERMINATOR

Di Godfrey Ho con Richard Harrison, Jang Lee Wang, Maria Francesca, Philip Ko Hong Kong/1986

Ninja Terminator (1986) on IMDb

Questa non vuole solo essere una semplice recensione di un film, ma vuole essere un omaggio a un genere, quello dei film ninja (anzi ninjàaaaaa), che rappresenta un pezzo importante della storia del cinema trash.
Regista e protagonista di questa pellicola sono due pezzi di storia del genere, ovvero il regista Godfrey Ho e l'attore Richard Harrison, al quale sia affiancano una serie di insulsi personaggi, per lo più orientali, usati come carne da macello. Come prevede la tradizione, ma soprattutto il ristretto budget a disposizione, la storia prevede due vicende, che si svolgono parallelamente una ad Hong Kong ed una negli States, le quali, per le suddette ragioni di budget, sono destinate a non intrecciarsi mai. Infatti il buon Harrison non incontrerà mai il suo compare orientale Tiger (evidentemente anche la classe turistica era troppo cara per la troupe), tuttavia quella vecchia volpe di Godfrey la sa lunga, e ovvia questa complicazione con uno degli espedienti più ridicoli di sempre, ovvero i due usano il telefono per raccontarsi come procedono le rispettive indagini! Che ci volete fare il ventesimo secolo é stato il secolo dello sviluppo delle comunicazioni: la radio, il telefono, il televisore, internet ma soprattutto il robottino porta messaggi, di cui si serve il ninja cattivo per minacciare Harrison e consorte, la quale é interpretata da tal Maria Francesca (non so quale tra Maria e Francesca sia il nome e quale il cognome, o forse il suo cognome vero non lo ha voluto dare perché si vergognava troppo) che nella vita fa proprio quello di mestiere la moglie di Richard Harrison! Tra l'altro le scene in cui Harrison parla al telefono, o comunque é in casa, devono essere state girate proprio nella casa dove vive Harrison, ciò spiegherebbe perché il telefono sia a forma di Garfield, che ben poco si addice ad uno spietato ninja.
Non mi dilungo nello spiegarvi la trama, per il semplice fatto che é totalmente incomprensibile! C'è di mezzo un manufatto che ti rende un ninja invincibile, c'é una banda di delinquenti che vuole picchiare Tiger, ci sono ninja che fanno piroette a caso, interminabili scene di lotta ma anche un sacco di riempitivi, di cui alcuni memorabili per la verità.
Come quando Harrison uccide con uno shiuriken un pericolosissimo granchio scappato dal sacco della spesa di sua moglie!
In conclusione vorrei solo citare, perché almeno una menzione se la merita, l'antagonista di Tiger, che é un cinese con una parrucca bionda alla Raffaella Carrà! E sapete come si chiama? Jaguar! Così alla fine fanno Jaguar contro Tiger geniale eh...

Recensito da: Azagthoth

VOTO:
TRASH 74/100 
Noia 86/100
Ridicolaggine degli effetti speciali 70/100
Presunzione della regia 34/100
Incapacità degli attori 77/100
P.S.: il voto trash é stato dato più per l'importanza storica del genere che per il valore della singola pellicola.


SE TI PIACE GUARDA ANCHE: un qualsiasi film ninjàaaa (ma non quello delle tartarughe ninja che al confronto é troppo troppo bello)

17 ottobre 2010

THE BROTHERHOOD - PATTO DI SANGUE (aka The Brotherhood IV: The Complex)

Di David Decoteau con Sebastian Gacki, April Telek, Graham Kosakoski. Canada/2005/Regent Entertainment

The Brotherhood IV: The Complex (2005) on IMDb

Brotherhood IV rappresenta una delle più alte espressioni di cinema decoteauniano, esempio vivente di come un sequel possa superare nettamente il capostipite della serie. Uscito in Italia con il titolo “Patto di sangue”, Brotherhood IV null'altro é, se non la summa di tutti gli elementi più cari al regista canadese, insomma una delle migliori pellicole esistenti aventi come oggetto una confraternità di giovini in boxer e calzini.
Per chi non conoscesse David Decoteau, vi aggiornerò rapidamente, stiamo parlando di un regista canadese la cui grande passione é girare film con ragazzi in boxer e calzini e girarli tutti uguali. Quando dico uguali non intendo grossolanamente simili eh... Nono intendo proprio uguali spiccicati. Il tutto narrato poi con uno stile inconfondibile per i dettagli del quale vi rimando alla recensione del primo "Brotherhood".
Ma allora cosa rende questo quarto capitolo così meritevole di una visione? Innanzitutto David in questa pellicola non si risparmia, e ci tempesta di ragazzi in boxer a tutto spiano, in qualsiasi contesto e da ogni angolatura, per tutta la durata della pellicola, durata che ammontando ad un'ora e mezzo risulta così inusualmente lunga per i suoi standard (ulteriore riprova di tutto il cuore messoci per confezionare l'opera).
Ma soprattutto ciò che rende questa pellicola fondamentale per qualsiasi amante del trash sono una serie di intuizioni geniali.
Il protagonista, Lee, deve indagare su una confraternità segreta, bene questa confraternita di segreto non ha nulla! Tutta la marina degli Stati Uniti di America é a conoscenza della sua esistenza, lo stesso Lee viene informato della sua esistenza dal suo compagno di stanza sin dal suo arrivo, ma il meglio deve ancora venire: come farà Lee a carpire i segreti dei Black Skulls (così si chiama la confraternita, insomma una specie di Skull and Bones dei poveri)?

SPOILER
Semplice gli basterà introdursi nella stanza del capo, lì vi troverà il “Santuario” (uno sgabuzzino di merda con quattro teschi ed una paio di foto), dove c'é un pc già acceso con il documento di testo riguardante i Black Skulls aperto e con tanto di stampante collegata, e così con un click svelati e stampati tutti i segreti della potentissima confraternità.
FINE SPOILER

D'altronde che se ne fanno i confratelli della segretezza? Loro hanno il super potere più fico del mondo, sparano fulmini dall'ombelico (e così ve lo giuro non sto scherzando, si tiran su la maglietta e zac)! E di questo potere ne fanno un uso smodanto, sterminando indiscriminatamente chiunque gli capiti a tiro, in particolare ci rimette le penne un ragazzo, di cui nessuno sa come si chiama o chi cazzo sia, tuttavia in virtù di un fisico particolarmente scolpito e defenito si conquista ben dieci minuti di film, nei quali nel cuore della notte: cammina per il corridoio in boxer, si fa un idromassaggio (di notte e in boxer!), sente rumori inquietanti, da quindi una controllatina in giro, si fa una doccia (sempre in boxer), si asciuga e viene fulminato, così tanto per gradire...
Concludo segnalandovi l'ultima chicca: nel film assistiamo ad una vera e propria rivoluzione copernicana del cinema di Decoteau! I Black Skulls infatti rinunciano alla classica tenuta da confraternita, ovvero il boxer e il calzino coordinato bianco, preferendogli, fatto senza precedenti, anfibi, boxer nero e baschetto! Imperdibile.

Recensito da Azagthoth

VOTI:
TRASH 90/100
Noia 70/100
Ridicolaggine degli effetti speciali 93/100
Presunzione della regia 60/100
Incapacità degli attori 79/100


SE TI PIACE GUARDA ANCHE: sei al top, ora non ti rimane che superare il confine e guardare "Beastly Boyz". Avrai il fegato? 

ALEX L'ARIETE

Di Damiano Damiani, con Alberto Tomba, Michelle Hunziker, Orso Maria Guerrini. Italia/2000/Cecchi Gori Distribuzione
Alex l'ariete (2000) on IMDb

Questo è un film che in teoria non dovrebbe avere bisogno di presentazioni. Negli anni ha raggiunto un livello di cult e adorazione trash notevole, soprattutto grazie alla sua natura “mainstream”.

Può contare infatti su attori famosi, un regista affermato, un grosso budget ed è uscito addirittura al cinema. Certo, noi sappiamo che i vari Marfori, Andolfi, Lucchetti e Mattei hanno saputo fare ben di peggio, ma “Alex L'Ariete” è sicuramente in grado di farti fare delle belle risate.

Un giorno Vittorio Cecchi Gori si svegliò ed ebbe la brillante idea di fare recitare Alberto Tomba. Ai tempi, nel 2000, l'ex sciatore si era ritirato dall'attività agonistica e si stava trasformando sempre di più in un personaggio televisivo (ricordate la mitica imitazione di Gioele Dix a Mai Dire Gol? “Atleta, campione, fa notissia, non fa notissia...”). Originariamente doveva trattarsi di una fiction di due puntate, ma la Rai non si dimostrò interessata al progetto e dunque riadattorono il tutto per farne un film.

La trama di per sé è ridicola e quasi inesistente. Antavleva Bottazzi (una giovanissima e ancora sconosciuta Michelle Hunziker), torna a casa e trova la sua coinquilina uccisa in salotto con un coltello insanguinato a fianco. Una persona normale cosa avrebbe fattto? Avrebbe chiamato la polizia, i vicini o qualcun altro. No, invece lei decide di uscire per le scale, brandendo il coltello e urlando. Ma io dico, anche se sei in preda allo shock, ci pensi un attimo e dopo aver preso in mano il coltello puoi sempre lavarlo, no? Vabè in ogni caso, la Hunziker decide di scappare sia dalla polizia (anzi, dai carabinieri in questo caso) perchè è convinta di non poter provare la sua innocenza (?), sia dai veri assassini dell'amica che vogliono eliminarla.

Ecco arriva Alberto Tomba che lui tutte se le tromba, direbbero i Gem Boy. Alessandro Corso è un carabiniere del GIS che viene degradato per aver fatto fallire un blitz e a cui viene affidato il compito di scortare la ragazza di cui sopra dal giudice. Nel viaggio Albertone scoprirà che Antavleva (che in romagnolo vuole dire “non ti volevo”, unica buona pensata degli sceneggiatori) è innocente e ovviamente scoprirà anche l'ammmore.

Spettacolare il fallimento del blitz. Albertone e la sua squadra devono assaltare un covo di trafficanti di armi, ma al momento di fare irruzione, una carrozzina con dentro un bambino, spinta per sbaglio da una ragazza indaffarata nel concubinaggio, scombina tutti i piani.
Alex dunque mette al riparo la carrozzina e costringe il suo collega (nonché migliore amico) ad entrare per primo e ad essere ucciso dai briganti. Ma vi rendete conto? Siamo in piena notte, nella sperduta campagna emiliana, davanti ad un covo di trafficanti di armi e loro come espediente per far fallire il blitz fanno comparire un passeggino???? In effetti ci vuole del genio...

Il resto del film è abbastanza pregno di puttanate analoghe, è di base piuttosto idiota, trama e sceneggiatura rasentano il nulla, la regia è didascalica e svogliatissima (analoga a qualsiasi puntata di Distretto di Polizia), pur essendo affidata a quel vecchio volpone di Damiano Damiani.
Nel complesso "Alex l'Ariete" si prende anche sul serio, pretendendo di mettere in atto un poliziesco con scene d'azione, risvolti “politici” e toni drammatici, anche se è chiaro come i siparietti fra i due protagonisti abbiano intenti più che altro umoristici.
Ma il punto forte della pellicola ovviamente è la recitazione. Tomba è di una scarsezza inimagginabile. Espressivo come un fermacarte, ripete le battute a memoria (o le legge palesemente in alcuni casi) senza la minima intonazione e col suo pesantissimo e inconfondibile accento bolognese. Però poveraccio, alla fine lui è un atleta, mica un attore.
La Hunziker, che al suo confronto sembra comunque Anna Magnani, è finta, legnosa e totalmente inadatta al ruolo. In più, il suo personaggio è in preda ad un grave disturbo psicologico, che la porta a cambiare idea sulle cose più o meno ogni tre secondi. Della serie “Oh Alex, come sei bello, mi fido di te. No, sei uno stronzo, ora scappo e ti distruggo la macchina. Oh sì, ti amo, stiamo insieme. No, vaffanculo non mi credi, ora me ne vado” E così via per tutto il film.

Insomma, seppur mainstream, un trashone davvero notevole, che non mancherà di divertire grandi e piccini.

Ps: 282 persone l'hanno visto al cinema. Adesso è chiaro come sia fallito Cecchi Gori...

Recensito da: Vidur

VOTI
TRASH: 91/100
Noia: 65/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: n.p.
Presunzione della regia: 71/100
Incompetenza degli attori: 98/100



Da notare come Tomba finga di di guardare la cartelletta per leggere il copione...


Ah, il risotto con le erbette...

SE TI PIACE GUARDA ANCHE: una recita parrocchiale, Distretto di Polizia, Carabinieri, video di Tomba che vince la Coppa del Mondo di sci.

14 ottobre 2010

PARENTESI TONDE

Di Michele Lunella (mortacci tua) con Raffaella Lecciso, Giucas Casella, Flavia Vento, Pippo Pelo, Eva Henger, Patrizia De Blanck, Antonio Zequila e Karim Capuano. ITALIA/2006/Lunella production

Parentesi tonde (2006) on IMDb

"cosa fa' la bambina Alice quando esce dall'acqua? si Acciuga.."
Pippo Pelo su umorismo

Vanessa (Raffaella Lecciso) ha abbandonato il suo bel fidanzato sull'altare (Antonio ''er mutanda'' Zequila) senza un preciso motivo e giustamente decide di sfruttare il viaggio di nozze per andare a troieggiare in un villaggio turistico con la sua amica Emanuela (una gran figa assolutamente sconosciuta). Ci riesce perfettamente, tra mille peripezie, battute e situazioni comiche esilaranti (oh oh oh oh oh..)

Basta leggere il cast, che ho riportato in maniera mai così esaustiva proprio a questo scopo, per comprendere che questo film è stato prodotto utilizzando tutti i peggiori scarti della televisione italiana. Personaggi che sono troppo oltre perfino per Barbara d'Urso, Maria de Filippi e le peggiori tv locali. Dunque, potrei partire con il solito attacco all'Italia e ad un certo tipo di italiani.. quelli che guardano Amici, Uomini e Donne e blah blah blah è una vergogna e blah blah blah dove andremo a finire e blah blah blah la cultura in Italia.. ma: 1) non ne ho voglia 2) mi tengo questo discorso per film di gran lunga più seri, tipo Troppo Belli. Si, perchè questo è senza alcun dubbio il peggior film che abbia mai visto, e non sono certo una persona a completo digiuno di pellicole trash. La trama è assolutamente impalpabile, e come se non bastasse coperta da 327 sottotrame inconcludenti che riescono a farti perdere il filo (c'è mai stato? boh..) in meno di un secondo. Ma alla fine chi cazzo se ne frega, il quoziente intellettivo del pubblico per il quale è stato girato questo film è minore/uguale a quello di Raffaella Lecciso, per cui tutto a posto. Pubblico peraltro (e qui mi sono sentito fiero di essere italiano) che ha grazie al cielo risposto malissimo alla produzione di questo film che ha incassato la miseria di 9000 euro (fonte mymovies); evidentemente era troppo anche per le ragazzine di 15 anni che si strofinano la fagiana davanti ai tronisti, traete da soli le vostre conclusioni. E' superfluo dirvi come sia il livello della recitazione potendo attingere ad un cast di tale livello; no non è superfluo, perchè non è come vi potreste aspettare. E' molto peggio. Prima di intraprendere la visione di Parentesi Tonde, abbiamo visto Alex l'Ariete e vi assicuro che il film di Damiani sembra un film di Monicelli in confronto e che Alberto Tomba recita come Vittorio Gasman paragonato a tutti gli altri attori dell'altra pellicola. Bisogna sottolineare che questo film non fa' ridere. è una di quelle produzioni che ti lascia oggettivamente l'amaro in bocca.. ma cosa dico.. il sapore di merda in bocca. E' necessario prenderla in maniera estremamente leggera, senza pensare alle ripercussioni che questo film ha sulla reputazione della nazione Italia. Se siete abbastanza distaccati dal vostro paese per prenderlo così, vi spaccherete dal ridere. Altrimenti cadrete in una profonda depressione e vi suiciderete. Addio a tutti *bang*.

Recensito da: Imrahil

VOTI:
TRASH: 90/100
Noia: 80/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: np
Presunzione della regia: 0/100 (spero)
Incapacità degli attori: 100 e lode/100




SE TI PIACE GUARDA ANCHE: una violenza sessuale. su tua madre.

10 ottobre 2010

TERRORE IN CITTA' (aka Silent Rage)

Di Micheal Miller, con Chuck Norris, Brian Libby, Toni Kalem USA/1982/Columbia Pictures Corporation

Silent Rage (1982) on IMDb

Potevamo noi di Pellicole dall'Abisso perderci la prima nonché unica escursione nel genere horror di Chuck Norris? Per niente al mondo! Ed eccoci quindi qui a commentare questo "Terrore in Città".
Il film inizia con un poveraccio che oppresso da una madre rompicazzo, dai dei mocciosi urlanti e da un telefono che squilla da di matto ed inizia a far a pezzi tutti a colpi di accetta, interviene dunque il buon Chuck che lo arresta dopo uno lungo scontro. Il manigoldo non ci sta e prova a svignarsela, ma viene impallinato dagli altri sceriffi, i quali, dopo essersene stati a grattarsi sotto le ascelle, mentre il povero Norris si faceva tutto il lavoro sporco, decidono che forse é il caso di fare qualcosa. Il pazzo viene portato in ospedale in fin di vita, e mentre viene curato con una super cura sperimentale che gli permetterà di rimarginare all'istantea qualsiasi ferita e di diventare di fatto invulnerabile (bella idea tra l'altro, considerato che un folle con tendenze omicide), Chuck si mette a tacchinare la sorella del medico. Niente da dire l'inizio del film é fulminante ma a questo punto ci areniamo in un momento di stanca, i medici ci intrattengono con le solite diatribe del tipo: "Ah ma non sarà troppo audace quello che stiamo facendo? Siamo solo uomini non dobbiamo giocare a fare dio!" e via dicendo mentre fissano un pc, che nelle intenzioni del regista, dovrebbe mostrarci una struttura del DNA ma in realtà ci mostra solo uno schifossissimo screen sever del tipo "Aurora Boreale". E Chuck? Beh lui é un uomo d'azione e se ne sbatte delle dotte disquisizioni, quindi passa il tempo trombandosi la pollastra e massacrando a calci rotanti una banda di motociclisti, i quali avevano come unica colpa era quella di amare un pò troppo la tequila. Abbiamo infine il ritorno in vita dell'assassino, il quale inizia ad ammazzare i medici, così per riconoscenza immagino, e anche il vice-sceriffo, un ciccione amicone di Chuck, il quale detto per inciso é una macchietta insopportabile [senza contare la sua partecipazione in ''Animal House'', nel ruolo di ''Sogliola'', NDimrahil], prima di essere affrontatato e sconfitto da Chuck, il quale d'altronde é molto arrabbiato con il folle, reo di avergli rovinato i piani per il week end, ovvero andarsene in baita con la tipa. Da segnalare come ultimo colpo di coda della pellicola, l'escamotage utilizzato da Chuck per risolvere il piccolo problema rappresentato dall'invulnerabilità del suo antagonista;
SPOILER:
Ovvero buttarlo giù in un pozzo! Ma come direte non era invulnerabile? Certo! Infatti lui mica muore, ma finchè se ne sta nel pozzo e non rompe la minchia a nessuno, Chuck può andarsene in baita e passare un tranquillo week end. Al massimo se quando torna ne uscito, pazienza ce lo ributterà, così ecco già pronta la trama per il sequel!
FINE SPOILER
Tirando le somme, "Terrore in città" riesce a divertire, nonostante alcune part i decisamente noiose, a patto di non farsi tradire da eccessive aspettative legate alla presenza del buon Chuck!

Recensito da: Azagthoth

VOTI:
TRASH 71/100
Noia 77/100
Ridicolaggine degli effetti speciali 57/100
Presunzione della regia 61/100
Incapacità degli attori 76/100