24 ottobre 2011

LA CONQUISTA

Di Lucio Fulci. Con Jorge Rivero, Andrea Occhipinti, Conrado San Martin. ITA/SPA/1983

Conquest (1983) on IMDb

Lucio Fulci si addentra nel mondo fantasy/barbarico e, ad un anno dall'uscita di Conan il Barbaro, ci offre questo ''La Conquista", un titolo per certi versi sorprendente. Il malvagio demone Ocron, ambigua entità in corpo femmineo governa i suoi sudditi facendo credere di essere lui a far sorgere e calare il sole, eseguendo riti e sacrifici umani. Ilias (Andrea Occhipinti) giunge dal mare (o dal cielo) con una potentissima arma, un arco magico che Ocron vuole a tutti i costi avere. Per farlo egli sguinzaglierà i suoi tirapiedi (un incrocio tra Chewbacca, Aborym e Marco Antonio Andolfi mascherato). Aiutato dal barbaro Mace, e facendosi largo tra Wookies, ragnotti potti e zombies (immancabili in un film di Lucio Fulci!) sarà infine Ilias a trovare il cattivo/a e a fargli/le bruttissimo con il suo ridicolo arco-laser.

L'intento palese del regista è quello di shockare lo spettatore, con il tipico mix di sangue, budella e sesso perverso. Immagini di estrema crudezza fin dalle prime fasi della pellicola, scene di nudo più o meno gratuite e di sesso ancor più gratuito (Ocron, in forma femminile, si masturba con un serpente..), giustificando il tutto collocando la vicenda in un selvaggio paleolitico, espediente utilizzato spesso e volentieri dai registi italiani degli anni '80. Come mi accade praticamente sempre quando mi imbatto in un film di Fulci, mi sono annoiato a morte. L'ambientazione, con le nebbie ed un panorama tetro e spoglio rendono bene l'idea di ''lontananza da Dio e/o dagli dei". La colonna sonora di Claudio Simonetti è assolutamente uno dei punti di forza del film. Mi azzardo a dire che il resto sia un completo fallimento: Dai costumi, all'idea in sè, alla scialbissima sceneggiatura (che NON è di Fulci). Il regista tutto sommato compie un buon lavoro e cerca di salvare il salvabile. L'esistenza di questa pellicola è probabilmente da attribuire esclusivamente alla fame che aveva Fulci al momento di firmare il contratto.

A mio modesto parere evitabile, anche se state cercando di proposito un film trash.

Recensito da: Imrahil

VOTI
TRASH: 66/100

Noia: 84/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 84/100
Presunzione della regia: 65/100
Incompetenza degli attori: 69/100



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TRIADE CHIAMA CANALE 6 (Aka An eye for an eye)

Di Steve Carver. Con Chuck Norris, Christopher Lee, Richard Roundtree e Matt Clarck. USA/1981 

An Eye for an Eye (1981) on IMDb

Sean (Chuck Norris) è un poliziotto della narcotici e, durante una delle sue pericolose missioni, sfortunatamente perde il suo collega ed amico Tom. Sean sa che si è trattato di una trappola, perciò si sospende dalla polizia perchè, come è noto, quando si viene sospesi i casi si risolvono meglio (e soprattutto nessuno potrà dirgli di difendersi dietro il suo distintivo quando cominceranno a volare calci rotanti). Sean troverà una valida alleata in una giornalista di origini asiatiche, che lo guiderà mano nella mano alla risoluzione del caso, essendo Chuck Norris completamente inetto ed inadatto al ruolo investigativo. Quando la Triade sguinzaglierà il suo ciccione cinese pelato e zoppo però per lei non ci sarà scampo. Ci troviamo di fronte ad un film molto classico e lineare, come per la verità ce ne son o milioni. Si presenta come un classico film poliziesco + arti marziali, comunissimo nel decennio '75-'85. E come tale, per mancanza di idee relative al mondo del cinema poliziesco dell'epoca, il tema è la giustizia privata. Oltre che la trama anche lo svolgimento è come ce lo si potrebbe aspettare: Chuck Norris sconfigge la Triade a colpi di calcio rotante, mentre allo stesso momento lo appoggia alla collega giornalista della cinesina (purtroppo prematuramente dipartita) e si intenerisce guardando il suo cane pasticcione. Il tutto con la faccia di sasso e l'espressione tipicamente corrucciata, severa e da ''sei stato malvagio, ora ti calcioroterò'' che Chuck Norris ha nei suoi film, ma penso anche nella sua vita quotidiana. Una cosa particolare di questa pellicola è il fatto che Sean chieda delle cose alle persone, ma dopo la risposta se ne vada senza dire assolutamente nulla. Sempre. "Cosa può essere successo qui? avevate dei nemici" "No, Sean, ma da molti giorni vedevo dei cinesi aggirarsi attorno al mio appartamento!" "*se ne va'.*" "Perchè ti hanno attaccato?" "Sean, tu forse non lo sai ma la giornalista cinese morta era tua sorella ed io sono il tuo maestro!" "*se ne va'*" "Mi dà due etti di bresaola?" "sono tre e mezzo lascio?" "*se ne va'*". Il film si conclude ovviamente con un olocausto di membri della triade e con la sorpresa narrativa di un Cristopher Lee (ottimo, peraltro) in realtà cattivissimo. Come in tutti i suoi 989234 film. L'ho visto con piacere. Per la verità non è nulla di speciale. Se avete voglia di Chuck Norris questa pellicola potrebbe soddisfare le vostre primitive necessità. Solo un'ultima cosa.. Triade chiama canale 6.. perchè? avete notato il titolo originale? bah.. 

Recensito da: Imrahil 

VOTI 
TRASH: 76/100 
Noia: 64/100 
Ridicolaggine degli effetti speciali: - /100 
Presunzione della regia: 56/100 
Incompetenza degli attori: 50/100 (la media derivata dall'80/100 di chuck norris e il 20/100 di Cristopher lee)




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23 ottobre 2011

YETI (Aka Curse of the Snow Demon)

di Paul Ziller, con Marc Menard, Carly Pope e Adam O’Byrne. USA/2008/AWP

Yeti: Curse of the Snow Demon (2008) on IMDb

Mettetevi comodi sotto il piumone, stringete bene la vostra tazza di cioccolata fumante e preparatevi ad affrontare la terrificante visione dell’abominevole uomo delle nevi. 
Eccolo in lontananza. 
Vi eravate fatti ingannare dal suo travestimento da pecorella, ammettetelo! Si avvicina ad una velocità incredibile, merito di uno dei suoi superpoteri: il tasto fastforward del telecomando. 
In un attimo è di fronte a voi, perchè lui non cammina, non corre, non rotola e no, non ci pensa nemmeno a tirare fuori l’auto dalla caverna...lui saltella. Saltella tantissimo e velocissimo.


Una squadra di football appartenente ad un qualche college sta sorvolando senza un motivo apparente l’Himalaya in aereo quando questo precipita, colpito da un potente e fintissimo temporale. 
I ragazzi sopravvissuti decideranno di aspettare i soccorsi all’interno della fusoliera nonostante il freddo e l’assenza quasi totale di cibo, ma noteranno ben presto alcuni particolari inquietanti. I cadaveri dei compagni, messi all’esterno, cominceranno infatti a sparire uno dopo l’altro, finchè una ragazza non avrà la brillante idea di bruciare quelli rimasti. A questo punto al nostro saltelloso mostro non resterà che dedicarsi ai superstiti...

[SPOILER]
Una volta arrivati, i soccorsi decideranno di aiutare i nostri atleti nella ricerca della ragazza del capitano, rapita nella notte dallo Yeti. La troveranno ancora viva e riusciranno a portarla in salvo, uccidendo una coppia di Yeti sonnacchiosi. 
Ovviamente uno dei due sopravviverà, cominciando a vendicarsi della morte dell’amata, dell’amante, del fratello...insomma qualsiasi cosa fosse per lui l’altro Yeti. I due soccorritori e il ragazzo rompiballe della compagnia non sopravviveranno alla sua ira ma i 4 rimasti riusciranno a sbarazzarsene e a farsi portare in salvo da un elicottero.
Segue un bellissimo finale a sorpresa.
[FINE SPOILER]

Avere un incrocio tra un Uruk-Hai venuto male e una pecora di due metri che saltella velocissimo per 87 minuti, è più di quanto potessi lontanamente sperare, e ringrazio Paul Ziller per questo.
Non è certo un capolavoro ma trama scontata ed effetti speciali ridicoli lo rendono un buon film in caso vogliate farvi quattro risate, da soli o in compagnia.


Recensito da: Leotorda


VOTI
TRASH: 79/100
Noia: 54/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 88/100
Presunzione della regia: 56/100
Incompetenza degli attori: 65/100




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20 ottobre 2011

I FABBRICASVIZZERI

Di Rolf Lyssy, con Emil Steinberger, Walo Lüön, Beatrice Kessler, Wolfgang Stendar, Hilde Ziegler, Claudio Caramaschi, Silvia Jost. SUI 1978

Die Schweizermacher (1978) on IMDb

C'era un tempo, prima dell'era del digitale terrestre, quando l'aria era pulita e il cielo azzurro, in  cui in tutta la zona nord della Lombardia  si poteva vedere tranquillamente sui propri schermi TSI 1, una delle televisioni del Canton Ticino.
Ciò permetteva di visionare alcuni film assolutamente terrificanti prodotti a livello nazionale o regionale, di questa pellicola mi ricordavo, con sgomento, solo il titolo.
Rivisto oggi però, allora ero un bambino, ho in realtà mutato profondamente parere e opinione e nel complesso mi è piaciuto, capisco anche che per altri potrebbe essere, visto oggi, un film veramente trash.
"I fabbricasvizzeri" è comunque stato per vent'anni il film più visto in Svizzera.
Siamo a Zurigo, l'ufficio di polizia cantonale deve formare nuovi impiegati col compito di testare quanto gli immigrati presenti in Svizzera siano pronti per ottenere la cittadinanza, all'ispettore Bodmer viene affiancata la giovane recluta Fischer, gli obiettivi da pedinare, spiare e interrogare sono il signor Grimolli, proveniente dall'Italia meridionale, la ballerina slava Vakulic e la coppia di medici Starke, tedeschi.
Questi soggetti dovranno essere ritenuti idonei per un esame di fronte ad una commissione nel quale dovranno dimostrare la loro "Svizzericità".
L'operaio Grimolli maschera ai funzionari, che lo spiano tutto il giorno, le sue attività avverse alla Svizzera, tipo mangiare degli spaghetti ed essere iscritto ai sindacati (salvo poi a fine film dimostrare tutta la sua italianità ad uno sgomentato Bodmer), la ballerina è vista male in quanto artista e frequentatrice di stranieri, tra cui un famigerato turco, i coniugi Starke sono invece giudicati positivamente a causa della loro rettitudine nei comportamenti.

SPOILER
L'unica a non ottenere la cittadinanza sarà la Vakulic, che però, dopo esser stata sedotta da Fischer, riceve un'offerta di lavoro in Olanda e parte insieme allo stesso Fischer che rinnega Bodmer e la Svizzera. Bodmer stesso si ritrova a dovere affrontare un nuovo caso di un sassofonista americano semidisperato.
FINE SPOILER

Il film, purtroppo reperibile solamente in Züritüütsch con sottotitoli nel medesimo dialetto di Zurigo, è in realtà una presa in giro mai volgare e dai ritmi blandi del percorso di naturalizzazione e di ottenimento della cittadinanza svizzera, la stigmatizzazione del comportamento proverbialmente scrupoloso e meticoloso degli svizzeri è evidente, così come la loro immagine mostrata ferma nel tempo e chiusa. Sicuramente visto dopo tanti anni (qualcosa è cambiato ma non molto) potrà essere considerato reliquia del passato e abbastanza trash. Lascio agli spettatori ogni commento ulteriore sia in positivo che in negativo. Grüezi.

Recensito da: Ortnid

VOTI
TRASH: 65/100
Noia: 85/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: np/100
Presunzione della regia: 85/100
Incompetenza degli attori: 40/100





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19 ottobre 2011

I TRE MOSCHETTIERI

Di Paul Anderson, con Matthew Macfadyen, Ray Stevenson, Luke Evans, Milla Jovovich, Orlando Bloom, Christoph Waltz, Mads Mikkelsen, James Corden, Gabriella Wilde, Freddie Foxx, Til Schweiger, GER 2011

The Three Musketeers (2011) on IMDb

Perche? 
Perchè girare un altro film sui tre moschettieri?
Perchè coprirsi di ridicolo con un cast stellare e un copione stallare?
Perchè Dartagnan sfida il capo della polizia (Aramis) dopo che il suo cavallo ha preso una contravvenzione?
Perchè dei galeoni dovrebbero volare tipo mongolfiera?
Perchè il re di Francia è un bamboccione?
Perchè l'introduzione di questo film è stata fatta utilizzando delle schermate di "Empire total war"?
Perchè i moschettieri non utilizzano moschetti?
Perchè con quei 450 punti esselunga non ho preso un paio di pratiche pattine da forno rosa invece che un biglietto per il cinema?

A tutte queste domande non c'è una risposta nè sarà mai possibile darne una, non c'è nessun motivo al mondo per il quale qualcuno dovrebbe spendere del denaro per vedere questa pellicola su di uno schermo gigante.
Mi piacerebbe potervi parlare di quanto erano buoni i pop corn o di quanto erano soffici le poltroncine del cinema, invece no, devo parlare per forza di questo film senza senso.
Il giovane Dartagnan lascia il suo paesello per andare a studiare moschetteria a Parigi, suo padre difatti era un moschettiere del re e vuole fare anche del suo pargolo un moderno Moschettiere.
Arrivato a Parigi scopre che la facoltà di Moschetteria è stata soppressa venti anni prima, restano solo tre moschettieri: Aramis, Portos e Athos.
Dartagnan decide bene di sfidare tutti e tre a singolar tenzone, il primo per aver osato multare il suo cavallo, il secondo e il terzo per averli urtati tra la folla, nel frattempo riesce anche a farsi battere dal capo delle guardie del cardinale Richeleu.
Senza nessun motivo si allea ai tre invece che battersi a duello. I quattro schermidori randellano, in maniera tanto plateale quanto ridicola, tutto l'esercito francese o quasi, vanno poi a bivaccare nel loro covo assieme al tirapiedi Cagliostro, che dovrebbe essere il personaggio comico del film (ebbene si, ho sentito gente ridere in sala, e c'erano otto spettatori....)
Il giorno seguente il re, il pantofolaio e modaiolo Luigi XIII, li manda a chiamare e li premia per le loro marachelle, vengono incaricati inoltre dalla bella cortigiana Costanza di sventare un complotto verso la Francia: recuperare una collana dal palazzo del duca di Buckingham.
Con fastidiosismo esibizionismo dei loro mezzi, dopo una battaglia navale combattuta su galeoni volanti, dopo avere abbattuto Notre Dame, dopo aver sconfitto la doppiogiochista Milady de Winter portano a compimento la missione nel disinteresse assoluto del re, che nemmeno viene a sapere che c'era una missione da compiere.
Che dire, il film voleva essere spiritoso, a tratti potrebbe anche esserlo, ma che motivo c'era di fare questo insensato sfoggio di effetti speciali su di una storia trita e ritrita?
I personaggi, che sembrano usciti da un cartone animato Disney, cercano sempre di essere sempre simpatici e burloni, i dialoghi sono a dir poco sconcertanti, chi ha scritto la scenografia è certamente un folle e va arrestato e daspato dal cinema per almeno cinquant'anni.
Probabilmente, quando verrà trasmesso su Italia uno alle 16:00 del 23 agosto tutti i miei dubbi troveranno un loro senso nel mondo, nel frattempo coi prossimi punti esselunga prenderò un simpatico, utile e fastidiosissimo orologio a parete che fa i versi degli animali della fattoria.
E' la prima volta che compare un film attualmente al cinema su questo blog, se voi non lo avete visto, aspettate il 23 agosto, poi ne riparliamo....

Recensito da: Ortnid

VOTI
TRASH: 77/100
Noia: 77/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 67/100
Presunzione della regia: 5/100
Incompetenza degli attori: 60/100


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MEGA PYTHON VS. GATOROID

di Mary Lambert, con Deborah Gibson, Tiffany e A Martinez. USA/2011/The Asylum

“Qua qua!” 
Paperelle galleggiano beate sullo sfondo, mentre in primo piano un Mega Python inghiotte i passanti.


Mega Python vs. Gatoroid è imbarazzante persino per il suo genere. 
Sin da subito si sente la mancanza della “mente visionaria” di Wynorsky, che ha lasciato il posto ad una perfetta sconosciuta, incredibilmente più scarsa di lui. La presenza di una donna in regia si vede sin dal principio, quando scopriamo che le protagoniste di questo film sono due donne ma soprattutto non sono interpretate da attrici, bensì da cantanti americane (più o meno famose 30 anni fa): Deborah Gibson e Tiffany (si, quella balena che cercava di sedurre Paul Logan in Mega Piranha).

Veniamo alla trama: la dottoressa e animalista Nikki (Deborah Gibson) ha la geniale idea di rubare serpentelli vari da un laboratorio per rimetterli in libertà; questi ovviamente diventeranno dei Mega Python e stermineranno la fauna e popolazione locale. Ci troviamo infatti in una ridente cittadina composta perlopiù da fango e coccodrilli, principale attrazione di turisti e serpenti giganti affamati. 
In loro difesa interverrà l’ingombrante Terry (Tiffany), sceriffo del luogo e protettrice dei coccodrilli. Presto i serpentoni, dedicatosi allo sterminio degli abitanti, divoreranno anche l’affettuoso ragazzo di Terry, che reagirà stressando l’anima dello spettatore con pianti finti, oltre che infiniti, per poi uscirsene con un’altra geniale idea: distribuire polli imbottiti di una “sostanza segreta” ai coccodrilli rimasti.

[SPOILER]
In soccorso a questo branco di idioti arriverà il dottor Diego, un esperto di non-si-sa-bene-cosa, che cercherà in tutti i modi di far capire come la situazione non si sia affatto risolta, semmai aggravata, e che riuscirà nel suo intento solo quando tutti gli animali giganti attaccheranno in massa la città. Partirà quindi il complicato piano per mettere fine a tutto il casino: riunire i mostri e farli saltare in aria. Per far ciò il dottore, Nikki e Terry saranno costretti a collaborare, sbaglieranno tutto, risolveranno alla cazzo e le due “belle” ci rimetteranno pure la pelle (in maniera esilarante tra l’altro). 
[/SPOILER]

Unite il genere mostro1 vs mostro2 ad una regia peggiore del solito e ad un cast composto da cantanti cinquantenni che non sanno recitare, aggiungete poi una “colonna sonora” by Deborah Gibson che parte a caso (ne trovate un assaggio qua sotto) e non dimenticatevi della location riciclata da Curse of Kommodo (e quindi anche da Kommodo vs Cobra, che è identico), mescolate bene e lasciate riposare per un’ora e mezza. 
Ora gustatevi Mega Python vs. Gatoroid, con le sue scene di lotta tra donne che si lanciano torte, con i suoi interminabili “pucci-pù” e “orsacchiotto” e i successivi pianti disperati ma soprattutto con la sua recitazione più che imbarazzante e i suoi effetti speciali, degni della peggiore Asylum.

Recensito da: Leotorda 



VOTI
TRASH: 81/100
Noia: 58/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 89/100
Presunzione della regia: 60/100
Incompetenza degli attori: 87/100


beccatevi uno dei pezzi più belli e insensati del film, in cui potrete ascoltare la colonna sonora: “Snake Charmer”!


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16 ottobre 2011

GODZILLA FURIA DEI MOSTRI (aka Gojira tai Hedora)

Di Yoshimitsu Banno. Con Akira Yamauchi, Hiroyuki Kawase, Keiko Mari, Godzilla, Hydrax. 1971/Giappone/Toho

Godzilla vs. Hedorah (1971) on IMDb

Un altro Godzilla? Sì, un altro Godzilla. Qualcosa in contrario?
Questa volta il nostro amico e tutto il Giappone se la deve vedere con un mostro particolarmente cazzuto, Hydrax (o Hedora secondo la versione originale). Evidentemente ad inzio degli anni '70, anche i giapponesi si sentivano un po' hippie e il film è l'espressione di una forte critica sociale contro l'inquinamento, accompagnato da un rave-party improvvisato nel bosco.
Dicevamo di Hydrax, arrivato sulla terra da una cometa e che si alimenta e cresce grazie allo smog, all'inquinamento e alle scorie nucleari...o qualcosa del genere. Prima assume le sembianze di un enorme girino, poi diventa una specie di anfibio, poi si trasforma in una manta volante di 90 metri che rilascia acido fosforico e infine in un classico mostrone a due zampe.
Dopo una certa esperienza Godzilliana, posso tranquillamente affermare che il buon Hydrax gode del peggiori effetti speciali e della peggiore tutina-mostro della storia, essendo marrone, con delle frange fangose e una specie di terzo occhio rosso sulla testa. Ma è anche uno dei più cazzuti. Infatti può trasformarsi a suo piacimento da manta volante ad antropomorfo, spara del fango fumante e ha un laser sulla testa.
Non ho ancora parlato degli umani, perchè ovviamente non hanno alcun ruolo rilevante, se non il bambinetto e il padre professore che fanno tutte le scoperte e che si ingegnano per battere Hydrax. Chiaramente il clou è lo scontro tra i mostri che regala emozioni nel finale.
I due si battono per un tempo quasi infinito, Hydrax sputa del fango fumante, Godzilla gli cava un occhio, Hydrax lo atterra, lo porta in volo in una cava e lo ricopre di fango. Finalmente l'esercito si sveglia e con un abile stratagemma (abbaggliarlo con i fanali delle auto) lo attirano verso la trappola: due pannelli di elettricità che dovrebbero fulminarlo...o qualcosa del genere. Riescono finalmente a colpirlo e il risorto Godzilla, in un atto di stonata cattiveria, gli preleva due uova del grembo e le distrugge.
Finita? Macchè! Hydrax risorge, vola via in versione manta, Godzilla lo raggiunge volando all'indietro dandosi spinta col fuoco, lo riporta ai pannelli e finalmente lo ammazza senza pietà, facendolo letteralmente a pezzi.
Ma Godzilla non è contento: con uno sguardo carico di rimprovero, ammonisce gli umani a non inquinare più e a riflettere sui loro sbagli.


Classico delirio nippo-Godzilliano, decisamente divertente, dotato di buon ritmo e pregno di minchiate. Consigliato, se siete amanti del genere.

Recensito da: Vidur

VOTI
TRASH: 86/100
Noia: 51/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 91/100
Presunzione della regia: 45/100
Incompetenza degli attori: 50/100

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Vola, Godzilla, Vola!

9 ottobre 2011

STREET FIGHTER - SFIDA FINALE

Di Steven E. de Souza, con Jean-Claude Van Damme, Raul Julia, Ming-Na, Damian Chapa, Kylie Minogue. USA-JAP/1994/Universal

Street Fighter (1994) on IMDb

"So che ti piace guardarti in televisione, paranoico figlio di puttana, perciò guarda questo.. AH! *gesto dell'ombrello*"


Mio nonno, forse, potrebbe recensire questo film meglio di me in quanto, quando altro non ero che un bambino che amava dilapidare le monetine da 500 lire nelle sale giochi, lo costrinsi ad accompagnarmi al cinema ben due volte a vederlo. Perdonami nonnino ti voglio bene.

il generale Bison (Raul Julia) vuole diventare capo del mondo, e per farlo ha rapito 63 ostaggi di cui a nessuno nel mondo reale importerebbe ed ha richiesto un riscatto di 32924 fantastilioni di dollari. Jean-Claude van Damme, nelle vesti di Guille (ovvero il personaggio più scarso della storia di Street Fighter), ovviamente non può sopportare questi vili soprusi e si proporrà da solo di sconfiggere tutto l'esercito del "sedicente Generale", forte del suo essere Coglionello dell'Esercito delle Nazioni Unite.  Il regista si ripropone peraltro di aggiungere 128 sottotrame per giustificare la presenza nella pellicola di tutti gli altri lottatori del famoso videogioco di Capcom (tutti nessuno escluso!!!). Street Fighter non è propriamente un film trash alla fine della fiera, soprattutto se consideriamo il pubblico a cui esso è rivolto. Diciamocelo, io a 9 anni lo consideravo uno dei capolavori della storia del cinema, probabilmente mio nonno avrebbe avuto qualcosa da ridire. Ci troviamo di fronte quindi ad una burinata pazzesca con tanti pugni, tante battute sarcastiche, tante esplosioni, dei cattivi con la tutina rossa ed il casco da motociclista, degli eroi che perseguono la pace, la giustizia e la felicità del mondo (a suon di cannonate, ovviamente). Tra le scene memorabili del film vogliamo ricordare in questa sede:

1) Van Damme che dice in diretta universale agli ostaggi che stanno per andare a salvarli, vanificando qualsivoglia effetto-sorpresa.

2) Blanka che diventa Blanka (cioè un mostriciattolo verde) dopo aver visto dei cinegiornali di guerra e le ''Guerre continue" di Riecco Aborym (ma si salverà guardando Martin Luther King).

3) Mr. Bison che chiede la parità della Sterlina inglese con i Bison Dollars

4) Ken e Ryu che ci costringono a sopportare le loro battute da simpatiche canaglie

5) Mr. Bison che vola e lancia fulmini contro Van Damme.

6) Van Damme che ci prova goffamente con Chun-li

7) L'impagabile scena finale nella quale tutto esplode ed i personaggi si mettono in posa bulla come nel videogame.

Il film si trascina verso la sua banalissima conclusione con un certo ritmo, con effetti speciali in linea con quelli dell'epoca, che inevitabilmente oggi appaiono ridicoli, ed una recitazione uniforme ed adeguata al tipo di prodotto. Raul Julia, il Gomez della famiglia Addams, morirà pochi giorni dopo la conclusione delle riprese di questo film, per un tumore allo stomaco, non potendo così riabilitare la sua carriera in nessun modo dopo aver girato questa cagata gigante.

Recensito da: Imrahil

VOTI
TRASH: 81/100
Noia: 54/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 68/100
Presunzione della regia: 36/100
Incompetenza degli attori: 58/100






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5 ottobre 2011

LASERBLAST - L'UOMO LASER

Di Michael Rae. Con Kim Milford, Cheryl Smith e Ron Masak. USA/1978

Laserblast (1978) on IMDb

In un imprecisato deserto americano, un tizio con la faccia verde e un fucile laser al braccio, viene polverizzato da due deliziosi e simpaticissimi alieni dalle sembianze di una tartaruga sgusciata. Dopo un tot di tempo, lo sfigato del paese, Billy Duncan, ritrova l'arma e una specie di pendaglio gigante con cui si trasforma in Laserblast. Billy dunque continua la sua vita di tutti giorni, facendosi malmenare da dei bulletti e passando del piacevole tempo con la sua ragazza Cathy, se non chè di notte, ma anche di giorno senza una spiegazione logica, si rimette il medaglione e con il suo fucilone laser va in giro ad ammazzare gente e a far esplodere auto e cabine del telefono. Tutto ciò finchè non tornano gli alienini dell'incipit e lo uccidono con un raggio viola. Fine.

Laserblast è sostanzialmente tutto qui. Venduto come uno dei capolavori trash di fantascienza, il film si snoda con lentezza esasperante e noia mortale, piazzando riempitivi a destra e a manca. A ben pensarci tutto il film è praticamente un riempitivo, visto che la fine e l'inizio sono intercambiabili. Tutto quello che succede nel mezzo è sostanzialmente inutile, tanto quanto il misterioso uomo della CIA che arriva in città per non fare un cazzo di niente, così come lo sceriffo della Signora in Giallo. Il regista si diverte quindi a far esplodere cose ogni 2x3, giusto per far trascorrere un pò di tempo prima del finale.

A salvare il tutto però ci sono i due simpatici alieni-tartaruga; realizzati con la tecnica «stop-motion» che avrebbe fatto arrossire una recita parrocchiale del '32, stanno sulla loro astronave di cartapesta con una telecamera (chissà dove, come e quando) puntata sul nostro Billy, fanno quattro chiacchere col capo-alieno, e da buoni «deus ex machina», giungono infine a laserare l'uomo laser sul tetto di una casa.

Buchi di sceneggiatura, noia, realizzazione da quattro soldi ed effetti speciali ridicoli. Siamo nel posto giusto.

Stranamente questo è l'unico film diretto da Michael Rae però se volete, potete vedere il secondo film degli sceneggiatori: «Pornorella».

Recensito da: Imrahil

VOTI
TRASH: 85/100
Noia: 90/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 95/100
Presunzione della regia: 74/100
Incompetenza degli attori: 61/100

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Laserblast...Will blow your mind!!!

QUATTRO CAROGNE A MALOPASSO

Di Vito Colomba, con Salvatore Cipponeri, Tony Genco, Nino Scaduto, Gennaro Quagliarulo. Regno delle due Sicilie 1989

Quattro carogne a Malopasso (1989) on IMDb

Da dove iniziare? E' difficile trovare una introduzione a questo pizza-western più che dall'abisso dal cassonetto dell'immondizia.
Forse dire che già nei titoli di testa viene espressamente detto che il film è stato realizzato con mezzi di fortuna (nel caso non ve ne accorgeste) può essere un buon viatico. Titoli di coda peraltro infarciti di errori di battitura, errori di grammatica, errori esistenziali, che introducono le gesta dei nostri eroi quali Bill Annunziato Nelson, lo sceriffo Sam Pasquale Hoara (in seguito scritto Sem O'Hara) con la figlia Mary Addoloratah Concezione e altri pusillanimi personaggi dal biascicante accento siciliano (forse).
Il film è interamente girato nel non ridente entroterra siciliano (o forse nei pressi di Bagdad dopo la guerra) spogliato per l'occasione di ogni ammennicolo moderno, fatte salve per le pentole inox, alcuni oggetti in plastica e non poche altre cose molto poco Western.

LA TRAMA

Il bel cowboy Bill torna al suo paese natale dopo tanti anni (passati in carcere per riciclo di denaro sporco si presume) e si imbatte nello sceriffo del paese  Sam che, come buon impiegato statale del west Sicilia se ne sta bello comodo a casa ad aspettare che la legge si risolva da sola ("in questo paese c'è chi comanda e chi ha il potere") mentre la banda di mafiosi locali dei Parker compie attività criminali tipo rubare del bestiame, giocare a carte, vestire orribili impermeabili zebrati.
Sam avvisa Bill che i suoi genitori sono stati uccisi dalla banda di Parker, Bill allora con lentezza ferma ma decisa uccide delle persone a caso in un saloon, libera un carcerato, intraprende conflitti a fuoco coi banditi, rapisce il cuore della bella sessantacinquenne Mary, agita la folla contro la criminalità organizzata, inizia la riscossa di Malpasso contro la mafia locale.
Purtroppo però non tutte le cose sono come vorremmo, nessuno gli da seguito, nessuno lo aiuta, lo sceriffo viene ucciso e Bill è costretto a tornarsene a casa con la coda fra le gambette pelose. FINE.
Non mi dilungherò oltre nel citare gli episodi, le recensioni internet su questo film sono molteplici ed è reperibile integralmente anche dal web, le righe conclusive in un italiano stentatissimo ci svelano la morale assolutamente inaspettata e clamorosa (no, non è vero), purtroppo l'audio in presa diretta accompagnato dall' incomprensibile alfabeto biascicato dei protagonisti formano un prodotto micidiale di cui si capisce poco o nulla.
La visione è comunque consigliata agli amanti del trash, almeno della versione "tagliata" di un ora e mezza, quella completa di oltre tre ore potrebbe seriamente danneggiare il vostro sistema nervoso.

Recensito da: Ortnid


VOTI
TRASH: 93/100
Noia: 90/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 90/100
Presunzione della regia: 95/100
Incompetenza degli attori: 100/100



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2 ottobre 2011

CARIBBEAN BASTERDS

Di Enzo G. Castellari. Con Vik C. Ryan, Eleonora Albrecht, Maximilano Bruno. ITALIA/2010

Caribbean Basterds (2010) on IMDb

Enzo Girolami Castellari è uno dei grandi registi di genere del cinema italiano, attivo soprattutto negli anni '70-'80. E' diventato celebre con una serie di film di vario genere tra cui «La Polizia incrimina, la legge assolve», «Il cittadino si ribella», «Vado...l'ammazzo e torno» e «Quel maledetto treno blindato», il cui titolo originale è «Bastardi senza gloria», poi ovviamente ripreso da Quentin Tarantino, a sua volta omaggiato nel titolo di questo film e nel nome di un personaggio.
Oggi, a 73 anni, Castellari ritorna sulle scene con questo «Caribbean Basterds»; richiamato dal nome del regista e da qualche recensione che ne aveva parlato bene, decido di dargli una possibilità. Pessimo errore. La verità è che il film è stupido, noioso, realizzato male ed eccessivamente violento e spinto. Sesso e violenza non sono certo un deterrente di per sè, ma è chiaro che in questo caso sono stati inseriti gratuitamente e con il solo intento di (ri)destare l'attenzione dello spettatore.
La trama: Roy e Linda sono due fratelli con un rapporto per lo meno ambiguo, figli di un ricchissimo trafficante d'armi in vacanza (?) ai Caraibi. Un giorno il bel Roy litiga col padre, ripudiando i suoi sporchi traffici, portandosi appresso la sorella. A loro si unisce lo stupido Josè, altro miliardario annoiato dalla vita che intraprende una relazione con Linda. I tre decidono di divertirsi facendola pagare agli amici di famiglia anch'essi trafficanti d'armi.
E così che travestiti da drughi di «Arancia Meccanica», i «pirati della giustizia» vanno a picchiare e violentare i sedicenti uomini d'affari. Il gioco però prende una brutta piega quando, a causa di un colpo sbagliato, si mettono contro i narcotrafficanti dell'isola guidati dal terribile Diego Tarantino. I tre si trovano dunque costretti a fuggire, ma lo stupido Josè cadrà nella trappola della polizia, spinto anche dalla gelosia verso Linda, vittima di un rapporto malato ed incestuoso col fratello. Vi risparmio i particolari ed inutili risvolti della trama, dicendovi che la fine sarà terribile per tutti.
Non sono poche le cose che girano storte in questo film. Innanzitutto una regia degli anni '70 nel 2010. Si passa dai classici primi piani stretti all'improvviso, al ritmo lento, agli stupidissimi ralenty nelle sparatorie, a scene di sesso e nudità totalmente gratuite, e soprattutto delle incredibili flashate in bianco e nero che fermano l'immagine nei «momenti clou».
La trama poi si accartoccia su sè stessa finendo preda delle sue contraddizioni: Roy molla il padre perchè stufo di sostenere il suo traffico d'armi, se non chè nella fuga finisce per comprare delle armi da chi? Ma da trafficanti d'armi ovviamente.
Aggiungeteci un paio di sequenze vodoo che non hanno alcun seguito e un finale mieloso e tirato troppo per il lungo e otterrete questo triste «Caribbean Basterds», che regala sì qualche momento di involontaria ilarità (soprattutto grazie alle magiche flashate), ma che si perde in un oceano di noia e imbecillità difficilmente superabili.
Consigliato solo agli arditi.


Recensito da: Vidur

VOTI
TRASH: 78/100
Noia: 86/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: n.p.
Presunzione della regia: 90/100
Incompetenza degli attori: 77/100

SE TI PIACE GUARDA ANCHE: qualche bel film di Castellari.