Di Jose Luis Tabernero (Jess Franco) e Franco Prosperi. Con Al Cliver, Sabrina Siani, Candy Coster, Antony Mayans. 1980/Spagna-Italia-Francia/Eurofilms
So che può sembrare iperbolico considerando chi scrive e dove lo scrive, ma La Dea Cannibale è senza dubbio uno dei FILM PEGGIORI CHE ABBIA MAI VISTO. E sì che di film brutti ne ho visti, uuuuuh, se ne ho visti.
Patetico tentativo di cavalcare il filone cannibal friendly del periodo, si tratta di una rabberciata mezza truffa di una merdosità sconcertante, in cui è evidente che a nessuno fregava un cazzo di quello che stava facendo. In primis, al regista Jesus Franco, nonostante la differente attribuzione ufficiale alla regia, che sottende aneddoti produttivi molto più interessanti del film stesso, che illustrerò più avanti per coloro i quali avessero il buon cuore di continuare la lettura.
Il professor Taylor (da pronunciarsi Tàilor) va in spedizione in una giungla tropicale con la moglie e la figlia, quando la loro barca viene assaltata da una tribù indigena. I selvaggi sbranano la moglie, amputano un braccio al professore e adottano la figlia come una Dea bianca, conviti che porterà loro lunga vita e prosperità. Anni dopo, il dottor Tàilor, riuscito a scappare, cercherà in ogni modo di tornare nella giungla per recuperare la figlia perduta.
Ci troviamo di fronte ad un’ora e venti spicciola in cui gli avvenimenti significativi si contano sulle dita di una mano, contornati da sfiancanti riempitivi di nulla, dialoghi allucinanti e buchi di trama. Non si capisce infatti come e perché il dottor Tàilor aspetti molti anni (cit.) per tornare a salvare la figlia. Va bene che doveva riprendersi dal trauma, ma salvare una figlia da una tribù cannibale dovrebbe essere una spinta sufficiente per disciularsi un minimo prima, o no? E invece, da che la figlia Lena era una bambina in fase preadolescenziale, che eccola con le sembianze di Sabrina Siani, da definirsi con un tecnicismo come un pezzo di figa atomica, promessa sposa del figlio del capo del villaggio.
Passati gli anni, dunque, Tàilor alla fine convince dei tizi random ad accompagnarlo a recuperare la figlia, cosa che fanno insieme ad altri tizi random vestiti da scampagnata scolastica e talmente stupidi ed insignificanti da morire quasi tutti nell’arco di cinque minuti, compresa la guida super cazzuta che viene ucciso alla prima freccia scagliata. È in questa fase che il film raggiunge il suo punto più basso: non è specificato in quale zona del pianeta si svolgano i fatti, ma in ogni caso gli indigeni sono i meno credibili della storia: trattasi infatti di una mandria di rom ingaggiati dal regista con dei ridicoli face-painting colorati che ridono mentre fanno i balletti ed esibiscono senza vergogna catene, anelli, pance alcoliche e baffoni. E la giungla? Un parchetto pieno di palme che più che apparire come una pericolosa e impenetrabile foresta, sembra un parco avventura in cui portare i figli la domenica pomeriggio.
Detto dei patetici effetti speciali, della musica terribile, del grossolano montaggio e delle interpretazioni indecenti, arriviamo alla parte più interessante. Volendo passare all’incasso della febbre cannibal, il veterano dei B-Movie spagnoli Jess (o Jesus) Franco, già recensito più volte in questo blog, celato dietro lo pseudonimo di José Luis Tabernero, accettò la regia di questo soggetto scritto -non accreditato- da Jean Rollin, regista francese di cui abbiamo parlato -molto bene!- qui. Per non farci mancare niente, per ragioni di marketing fu aggiunto il nome di Franco Prosperi, peccato che non si trattasse del “vero” Prosperi, quello di Mondo Cane, ma solo di un omonimo.
Fatto sta che a Franco i cannibal movie facevano schifo e a quanto pare gli faceva schifo pure questo film e la cosa risulta evidente da ogni fotogramma. Per gli indigeni come detto ingaggiò un gruppo di zingari spagnoli, mentre per la location scelse una foresta di palme vicino Alicante.
Di Sabrina Siani disse invece che si trattava della peggior attrice con cui avesse mai lavorato (seconda solo a Romina Power) e che la sua unica qualità era il suo “delizioso culetto”. Su questo Jess, siamo perfettamente d’accordo.
Recensito da: Vidur
TRASH: 91/100
NOIA: 71/100
RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: 82/100
PRESUNZIONE DELLA REGIA: 61/100
INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: 90/100
PS: per i cultori ecco l'elenco di tutti i titoli alternativi con cui è circolato questo capolavoro in giro per il mondo.
La Déesse Cannibale (titolo di rodaggio)
Les Cannibales (Francia)
Mondo Cannibale
Barbarian Goddess (versione per esportazione)
White Cannibal Queen (VHS statunitense)
Mondo Cannibale 3: Die blonde Göttin (Repubblica Federale Tedesca)
Une Fille pour les Cannibales (Belgio)
The Cannibals (Gran Bretagna)
Cannibals (DVD statunitense e inglese)