Di Roy Garrett (alias Mario Gariazzo). Con Martin Balsam, Agostina Belli, Silvia Tortosa, William Berger. SPAGNA – ITALIA / 1988 / Turbo Films
Ci sono film che ti piacciono, ci sono film che ti rimangono dentro, ci sono film che ti fanno schifo, ci sono film che ti fanno odiare l’umanità, ci sono film che dimentichi il secondo dopo averne terminato la visione, e ci sono film che ti fanno dire…boh! Fratello dello Spazio è uno di quei film che mi hanno fatto dire…boh!
Misconosciuto al limite dell’oblio, quest’opera fantascientifica è diretta da Mario Gariazzo, nascosto dal proverbiale pseudonimo angolofono, già apparso su queste sciagurate pagine virtuali per l’imperdibile Incontri molto ravvicinati del…quarto tipo. Ma se quest’ultimo era un pietoso tentativo di commistione tra fantascienza e commedia erotica, la qui presente pellicola dall’abisso è una deprimente e inspiegabile cacofonia visuale il cui senso di esistere sfugge ad umana comprensione. Non per niente il film, una coproduzione italo-spagnola, è sparito nel nulla senza essere pubblicato da nessuna parte per poi rispuntare come un fungo negli ultimi anni, prima grazie al canale TV Iris e adesso, ovviamente, grazie ad Amazon Prime Video, il quale, analogamente ad una ragazza dai facili costumi, non riesce dire di no a nessuno.
La trama vuole che una nave spaziale aliena abbia un'avaria e che gli occupanti finiscano sulla Terra. Ne sopravvive solo uno: un tenero alienino con una tutina argentata e un enorme testone simile ad una prugna secca. L'esercito inizia le ricerche per catturarlo, ma una ragazza cieca che è anche un po’ medium (E CIT. PURE STAVOLTA!), con i suoi due compagni di viaggio, un prete e un'amica, cercherà di aiutarlo a tornare a casa e a difenderlo dagli umani cattivi
Crea un certo sconcerto anche l’incredibile flemma, se non quasi indifferenza, con cui alcuni avvenimenti vengono trattati. I tre protagonisti (la cieca, l’amica e il prete) quasi non fanno una piega davanti ad un alienino-prugna con poteri telecinetici, mentre anche le autorità sembrano prendersela con molta calma, tanto che le supposte scene di azione, quasi prive di musica, si svolgono con la stessa intensità di una siesta messicana dopo un pranzo a base di fajitas e sangria. Il riferimento al Messico non è casuale perché la stessa ambientazione povera e desertica, esaspera ancora di più il senso di desolazione e straniamento che il film trasmette.
Il significato recondito è probabilmente quello di un sottotesto religioso: il prete (interpretato da un decrepito Martin Balsam, che tra gli anni ’60 e ’70 aveva recitato in filmetti quali Psyco, Tutti Gli Uomini del Presidente e Assassinio sull’Orient Express) insiste sulla similitudine tra Gesù e l’alienino-prugna: entrambi scesi dalle stelle e dotati di poteri straordinari, alla fine condannati dalla cattiveria dell’uomo. Tra l'altro l'alienino farà il miracolo dando la vista all'ex non vedente grazie ad un visore stile Geordie LaForge, ovvero un pezzo di plastica arancione. Va bene, ma quindi? Il messaggio qual era? Viva Gesù e/o gli uomini sono malvagi e non imparano mai? Boh.
Consigliamo di starne ben alla larga e di guardarlo solo se volete essere la quinta o sesta persona nella storia dell’umanità a martoriarsi gli zebedei con questa mediocre montagnola di sterco di mucca.
Recensito da: Vidur
VOTI
TRASH: 78/100
NOIA: 91/100
RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: 84/100
PRESUNZIONE DELLA REGIA: 71/100
INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: 45/100