5 dicembre 2022

BOLLE DALL'ABISSO: BONES AND ALL

 



Come promesso, ecco la prima recensione scritta da noi stessi medesimi per la sezione Bolle Dall'Abisso, la doppia collaborazione incrociata con scappelamento a destra con il Bollalmanacco di Cinema della nostra amica Babol.  Partiamo con il nuovo film di Guadagnino, forse la cosa migliore a tema cannibali sfornata in Italia dai tempi di Cannibal Holocaust. 

Di Luca Guadagnino. Con Timothée Chalament, Taylor Russel, Mark Rylance, Anna Cobb. USA - ITALIA / 2022 / Frenesy Film Company

Il buon Guadagnino colpisce ancora e questa volta lo fa allo stomaco, dopo averci fatto fondere il cervello con il controverso remake di Suspiria.  L’accoppiata è sempre la stessa, ovvero quella formata dal regista palermitano e dal fido sceneggiatore David Kajganich, ma il risultato è molto diverso: dove Suspiria si prestava a molteplici interpretazioni frutto di una trama convulsa e poco lineare, Bones and All va dritto come un treno, presentandoci una storia tanto viscerale e violenta, quanto dolce e poetica.

Proprio i contrasti sono il fulcro del film che si riflettono anche sui protagonisti: piccoli, soli, fragili, emotivamente devastati, ma anche famelici, spietati, cannibali. E i due attori sono magistrali nella loro interpretazione di personaggi così sfaccettati e fuori dagli schemi. Timothée Chalamet si conferma un attore versatile ed efficace in ogni ruolo, anche se le sue espressioni facciali si contano sulle dita di una mano -ma saper trasmettere così tanto con così poco è un pregio e non un difetto- mentre la rivelazione, premiata anche a Venezia, è Taylor Russell, bellissima e bravissima ventottene canadese destinata ad un prossimo futuro denso di successi.  


Spuntano anche due caratteristi di lusso, Mark Rylance e Michael Stuhlbarg, entrambi impegnati in ruoli assolutamente disturbanti (soprattutto il primo) e pure David Gordon Green, regista di quella mezza -se non tutta- chiavica della nuova trilogia di Halloween. 

Per gli standard di Guadagnino, anche la regia è piuttosto essenziale e convenzionale e in questo senso si adatta perfettamente alla storia, così come la colonna sonora ad opera di Trent Reznor e Atticus Ross, con i classici echi anni ’80, decade in cui il film è ambientato, a fare da cornice al viaggio on the road di Maren e Lee per l’America rurale e dimenticata, splendidamente fotografata nella sua cruda maestosità. 

Bellezza, dunque, ma anche tanto sangue. Il film parla di antropofagia e non si vergogna di farlo vedere. Gi scoppi di violenza sono spesso improvvisi e ben poco edulcorati per un film di questo genere, con effetti speciali, totalmente prostetici, che funzionano senza sbavature.


Ad essere pignoli, potremmo dire che dieci o quindici minuti in meno non gli avrebbero fatto male e che, pur accettando il contesto pseudo-fantastico in cui ci si muove, è difficile mandare giù alcune dinamiche, ma sono piccolezze a confronto di quello che è già destinato a diventare un cult moderno per il cinema di genere. 

Attendiamo con curiosità il prossimo film di Guadagnino, ambientato nel mondo del tennis e con l’ormai onnipresente Zendaya. 

Recensito da: Vidur




3 commenti:

Babol ha detto...

Andrò probabilmente a vederlo domani, intanto grazie per avermi regalato la recensione!

Vidur ha detto...

Facci sapere cosa ne pensi!

Alligatore ha detto...

Gran film veramente, nonostante certe gigionate di Timothée Chalamet (ma lo perdoniamo, come abbiamo perdonato altri grandi da De Niro in giù). Tra i migliori film dell'anno accanto a "Licorice Pizza" (anche lì una "coppia" a parte, postpandemica).

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