28 novembre 2022

LE AVVENTURE DELL'INCREDIBILE ERCOLE (Aka Hercules II)

Locandina di Hercules 2
Di Luigi Cozzi. Con Lou Ferrigno, Milly Carlucci, Sonia Viviani, William Berger, Claudio Cassinelli, Serena Grandi. 1985 / ITALIA / Cannon Films

The Adventures of Hercules (1985) on IMDb

Ricordate com'era finito Hercules di Luigi Cozzi? Neanche io! ma non preoccupatevi tanto le due trame non sono per nulla collegate. O meglio si, ma anche no. Insomma E' COMPLICATO, dopo vi spiego. 

Il sempre catarifrangente Lou Ferrigno nei panni del possente Ercole se la sta spassando in forma di costellazione semi-divinizzata finchè Zeus non ne combina un'altra delle sue: gli altri dei, capeggiati dalla perfida Era, hanno sottratto le sue sette saette e senza di quelle il figlio di Crono è completamente inerme. Inoltre la Luna si sta per schiantare contro la Terra, perchè boh. La lapalissiana soluzione a questo grande problema è quella di precipitare a calci sulla Terra Ercole dandogli dei vaghi indizi su quello che il nostro eroe più o meno dovrebbe fare. L'impassibile Lou Ferrigno e la sua curatissima barba atterrano direttamente a dorso di cavallo convenientemente a non più di venti metri da un uomo vestito da Lessie che viene polverizzato in 10 secondi e che "droppa", proprio come se stessimo giocando a World of Warcraft, la prima delle sette saette di Zeus. 

Il volto soddisfatto di chi non ha capito un cazzo.

Cambio scena - concilio degli dei secessionisti: "Oh no, c'è Ercole adesso come facciamo?" domanda un impensierito Poseidone. "Ma va' tranqui raga" risponde la perfida Era: "l'uomo-leone (sic!) faceva cagare gli altri sei guardiani delle saette fanno molto più brutto di lui". Visto che non ci crede nessuno che gli altri guardiani facciano più brutto dell'uomo-collie, il gran consiglio degli dei ribelli decreta che sarebbe saggio resuscitare il crudele re Minosse, la vecchia nemesi di Ercole; benchè costui nella sua agenda abbia come primo impegno alle 8:00 del mattino "distruggere tutti gli dei" sicuramente li aiuterà ad uccidere il figlio di Zeus, grato di aver ricevuto nuovamente il dono della vita. Nel frattempo il nostro eroe non ha perso il suo charme e gira sottobraccio con Milly Carlucci e Sonia Viviani (la segnaliamo per le sue preziose performances in "KZ9 - Lager di Sterminio" di Bruno Mattei e in "Incubo sulla città contaminata" di Umberto Lenzi), macinando chilometri e sconfiggendo orde di mostri che droppano saette. Tra questi temibili antagonisti come non citare una freschissima Serena Grandi (sulla quale Tinto Brass non aveva ancora messo le mani) nei panni della gorgone Euryale, circondata da figuranti con la faccia pitturata di grigio invece che da statue quantunque di cartapesta.  

Serena Grandi dopo la trasformazione

Eppure c'è qualcosa che stona: nel precedente capitolo Ercole sconfiggeva a mani nude enormi mostri meccanici con una facilità imbarazzante, come è dunque possibile che ora arranchi contro le guardie del tempio di sà-il-cazzo-cosa o gli uomini delle paludi ricoperti di palta? E' forse invecchiato? fare la costellazione gli ha infiacchito le possenti membra? No, probabilmente la risposta è molto più agghiacciante: il tandem dell'orrore Bruno Mattei / Claudio Fragasso infatti aveva appena finito di girare un aborto su pellicola che si sarebbe dovuto intitolare "I magnifici sette gladiatori", sempre con Lou Ferrigno come protagonista. A quanto pare alla Cannon Films fece così schifo che chiesero a Luigi Cozzi di riutilizzare le poche scene salvabili de "i gladiatori", rimescolarle come cazzo pareva a lui e raffazzonare un sequel di Hercules. Pensate che il povero Lou Ferrigno venne richiamato per girare alcune scene ma non gli dissero mai che stava impersonando Ercole, dal momento che temevano che il palestratissimo attore chiedesse un adeguamento del suo cachet. Passerò almeno tutta la prossima settimana a pensare a chi fossero gli altri sei magnifici gladiatori, rammaricandomi al contempo di non poter mettere le mani su un film rigettato da un produttore che dopo aver visto il primo Hercules di Cozzi ha detto "si, dai, tutto sommato ci sta!".

Wèlla, wèlla, allora magari qualcosa si trova...

Ammetto tuttavia che il lavoro di montaggio, considerate le premesse, è quasi decoroso e non si ha mai l'impressione di essere in un altro film. Anzi, a livello stilistico è in piena continuità col precedente capitolo della saga. Aspettatevi pertanto il solito consueto florilegio di effetti speciali risibili, lucine e rumorini. Tra tutti spicca decisamente il combattimento finale tra Ercole e Minosse, durante la quale i due combattono inizialmente in una versione cartone animato luminoso fino al momento clou in cui si trasformano rispettivamente in un gorilla e una specie di dinosauro e continuano la scazzottata in una visionaria citazione dello scontro tra King Kong e Godzilla. Perchè mi chiedete? Perchè una volta il cinema era bello. 

Non sto scherzando raga

Dopo la vittoria di King Kong (ovvero di Ercole) la malvagia dea Era diventa improvvisamente buona e confessa che l'ultima saetta è stata nascosta in culo a Milly Carlucci e che dunque è necessario che costei si sacrifichi perchè Lou Ferrigno non vede l'ora di lootarla per completare la collectible e platinare il gioco sul Play Station Network. Con l'estremo sacrificio della coraggiosa Milly ora Zeus ha finalmente ritrovato il suo antico potere e sicuro come l'oro salverà la Terra dall'impatto con la Luna. Tuttavia la caratteristica principale del re degli Olimpi è quella di essere incredibilmente pigro, quindi invece di salvare la terra da solo usando un dito infonderà parte del suo potere in Ercole e gli farà compiere uno sforzo sovrumano per fermare il satellite e rimetterlo con precisione chirurgica nell'esatta orbita terrestre. Bravi tutti, missione compiuta. Come premio Zeus rende Ercole un Dio così la prossima volta manco deve alzare il culo per chiamarlo a risolvere qualche casino. 

Milly Carlucci in procinto di farti la macumba

Filmaccio inguardabile fatto male e di fretta con attori cani, una trama da neuropsichiatria, una ventina di plot-twist non necessari e la summa degli effetti speciali di tutti i videoclip musicali usciti nel lustro 1982-1987. Il tutto condito da una storia realizzativa che dire rocambolesca è un eufemismo. Esattamente quello che si cerca qui a Pellicole dall'Abisso. Talmente brutto da rasentare il sublime. 

Per gli amanti della compagnia del Bagaglino segnalo inoltre la presenza di Pamela Prati, nemmanco accreditata dal momento che dice tipo una sola battuta. 

Vai Pamelona

Recensito da: Imrahil

TRASH: 95/100
Noia: 58/100
Ridicolaggine degli Effetti Speciali: 86/100
Presunzione della Regia: 32/100
Incompetenza degli Attori: 90/100




SE TI PIACE GUARDA ANCHE: il Video di "Enola Gay" e di "Funky Town". Insieme.


22 novembre 2022

FALLING FOR CHRISTMAS


Di Janeen Damian. Con Lindsay Lohan, Chord Overstreet, George Young, Jack Wagner. 2022 / USA / MPCA

Falling for Christmas (2022) on IMDb

Visto che ormai nel nostro blog è più presente di Donald Pleasance e Bruno Mattei, abbiamo deciso di nominare Lindsay Lohan madrina di Pellicole dall’Abisso. Un onore che, siamo sicuri, sia l’acmé non solo della sua carriera cinematografica, ma della sua intera esistenza.

Falling for Christmans, uscito su Netflix, è un’innocua e poco pretenziosa commediola natalizia, il cui unico elemento di attrattiva è proprio la Lohan, che interpreta una ricca e viziata ereditiera di un magnate del settore alberghiero. Un giorno va a fare una gita su degli indefiniti bricchi americani innevati con il suo fidanzato influencer e dalla sessualità ambigua, quando a causa di un cedimento strutturale del green screen, cade e batte la testa contro un albero. Viene così recuperata da un ragazzotto del luogo, proprietario di un albergo sul viale del fallimento, ma -colpo di scena!- quando si sveglia ha l’amnesia. E così, pian piano Lindsay scoprirà grazie a lui e alla sua tenera famiglia, il gusto pieno della vita sorseggiando dell’Amaro Averna.

Visto che il film punta fortissimo sull’originalità, sull'imprevedibilità e sulla costruzione di personaggi profondi e complessi, distraiamoci giocando al Bingo dei cliché! Pronti? Via!

- Protagonista donna ricca e viziata, ma che vale più di quello che sembra – C’È!

- Padre della protagonista severo e un po’ distaccato, ma col cuore d’oro – C’È!

- Fidanzato della protagonista stronzo e/o idiota – C’È!

- Protagonista uomo bello ma povero, con una storia strappalacrime – C’È!

- Figlioletta adorabile del protagonista uomo che fa amicizia con la protagonista donna – C’È!

- Attività economica del protagonista uomo che versa in diffioltà finanziarie per colpa di spietate multinazionali e che viene salvato grazie alla protagonista donna che ha un’idea stupenda per salvare l’attività facendo leva sul cuore della gente – C’È!

- Ritorno in scena del fidanzato stronzo e/o idiota che interrompe l’idillio dei protagonisti proprio nel momento di culmine della loro storia d’amore ancora non sbocciata – C’È!

- Corsa all’albergo/aeroporto/stazione di lui per dire a lei che la ama – C’È!

- Bacino PG-13 con il sottofondo di una musica smielata – C’È!

- Happy ending per tutti, compreso il fidanzato stronzo e/o idiota  - C’È!

Come direbbe il Colonnello Hans Landa, “Ho fatto un Bingo!”.  

Tornando seri, ad affiancare una trama vista, rivista e stravista, di una banalità e di una prevedibilità quasi insostenibile, c’è una confezione estetica patinata, ma pezzente allo stesso momento; tristemente esilaranti  le scene sugli sci con un green screen davvero orrendo, che mi piace pensare siano un omaggio a quellli di Among The Shadows. Ulteriore elemento cringe è il fatto che i protagonisti si comportano come se fossero degli allegri e spensierati ventenni alla ricerca della loro strada nella vita, mentre ormai sfiorano entrambi i 40. 

Non ce la sentiamo tuttavia di essere particolarmente cattivi, innanzitutto perché c'è sempre Lindsay (seppur in una versione family friendly e apparentemente pure sobria) e in secondo luogo perché il film è indirizzato ad un preciso target: le bambine di 8 anni. Nel 1996 però, perché quelle di oggi fanno i balletti in costume da bagno su TikTok e si guardano i porno. 


Recensito da: Vidur

TRASH: 74/100

Noia: 69/100

Ridicolaggine degli Effetti Speciali: 75/100

Presunzione della Regia: 51/100

Incompetenza degli Attori: 72/100





13 novembre 2022

RAWHEAD REX

Di George Pavlou. Con David Dukes, Kelly Piper, Heinrich von Schellendorf, Ronan Wilmot. 1986 / Alpine Pictures / Irlanda - Regno Unito

Rawhead Rex (1986) on IMDb

Uno scrittore americano si trova nella campagna irlandese per fare delle ricerche per un libro, quando si trova coinvolto in una serie di uccisioni provocate da un essere sovrannaturale.

Scritto originariamente da Clive Barker (quello di Hellraiser, ça vans dire), prodotto con quattro sterline e massacrato dalla regia da un signor nessuno che in trent'anni di carriera ha diretto ben quattro film, questo horroraccio anni '80 è tanto stupido e becero quanto godibile e spassoso. Il divertimento è assicurato in gran parte  dall'aspetto del "terribile mostro" rievocato grazie allo spostamento di un totem da parte di un contadino e il solito provvidenziale fulmine.

E così in un mix tra un costume da carnevale di Bowser

e Bebop delle Tartarughe Ninja

il risultato è questo.


Con tanto di lucine di natale al posto degli occhi. 

Il nostro eroe grufola e deambula goffamente mettendo in disordine case e uccidendo una serie di comparse che sarebbero state troppo brutte anche per una recita oratoriale e schiavizza tramite subconscio il sagrestano della chiesa. L'uomo è talmente soggiogato ed eccitato dal nostro mostrone che ad un certo punto si fa pure fare una pioggia dorata nel bel mezzo del cimitero e sembra anche godere quando questi se lo mangia nel terzo atto. Bisogna dire che per lo meno a livello splatter Rawhead Rex ci da dentro e gli effetti speciali, tutti ovviamente prostetici, non sono neanche malaccio. 

Notevole la scena in cui un campeggiatore, cercando di uccidere il mostro, spara accidentalmente ad una bombola di gas ammazzando almeno una decina di persone che si trovavano nelle vicinanze. A tal proposito, memorabile uno scambio di battute tra un giornalista e il commissario incaricato delle indagini: "Ci sono collegamenti tra gli omicidi?" "Sì. Sono tutti morti".

Il sotto testo religioso, con le indagini portate avanti dallo scrittore, conferiscono un tono leggermente più profondo e tipicamente british al film, che altrimenti sarebbe stato equiparabile ad un Octaman qualunque. Peccato, o per fortuna, per il finale assolutamente idiota, con il Rawhead sconfitto inspiegabilmente dalla moglie dello scrittore che, impugnando un sasso di forma fallica, scatena una serie di scie e lucine blu che rispediscono sottoterra il nostro pseudo Bowser, prima di riapparire "a sorpresa" per il cliché di tutti i cliché.

Pare che anche a Clive Barker il film abbia fatto schifo, soprattutto perché nelle sue intenzioni il mostro avrebbe dovuto avere più o meno questa forma: 



Per fortuna che gli effettisti non hanno capito un cazzo e ci hanno regalato questa perla.



Recensito da: Vidur


TRASH: 84/100

Noia: 59/100

Ridicolaggine degli Effetti Speciali: 86/100

Presunzione della Regia: 54/100

Incompetenza degli Attori: 70/100