29 settembre 2022

STREET TRASH (aka HORROR IN BOWERY STREET)

Di Jim Muro. Con Vic Noto, Bill Chepil, Mike Lackey, Jane Arakawa. 1987 / USA / Lightning Pictures
Street Trash (1987) on IMDb

Volendo inaugurare come si deve il mio nuovo TV (come dicono i bagliazzi), decido di guardare un BEL film. E allora perché non uno sconosciuto horror/splatter del 1987 che ha vinto il “Corvo d’Argento” al Festival Internazionale del Film Fantastico di Bruxelles?

Scritto deliberatamente con lo scopo di “offendere ogni gruppo di persone sul pianeta” (parole dello sceneggiatore Ray Frumkes), questo film si merita una bella lista di differenti aggettivi: abietto, violento, repellente, ripugnante, stupido, demenziale, divertente, ridicolo, sconclusionato, originale, coraggioso, terrificante, scorretto, mostruoso e potrei andare avanti ancora per molto. 

Il titolo Street Trash si riferisce ai protagonisti della storia: homeless di Brooklyn, quasi tutti reduci dal Vietnam o figli di reduci dal Vietnam, che vivono ai margini della società in quanto alcolizzati, tossici, psicopatici, mutilati, handicappati e alcuni di loro, tutte queste cose messe insieme. È a questi rifiuti della società che il proprietario di un negozio di alcolici della zona, decide di vendere un misterioso liquore chiamato Viper, ritrovato per caso in cantina. Peccato che questo liquore abbia il piccolo effetto collaterale di liquefare la gente dopo il primo sorso.

Nel frattempo, una pletora di personaggi si aggira negli squallidi bassifondi di Brooklyn e in particolare nello sfasciacarrozze dove i barboni hanno preso dimora. Il film ha il preciso scopo, assolutamente riuscito, di provocare una sensazione di schifo nello spettatore. Fanno schifo i personaggi, fanno schifo le azioni che compiono, fanno schifo le cose che dicono, fanno schifo i vestiti che portano, fanno schifo gli ambienti in cui si muovono, fanno schifo le cose che mangiano e così via. Tra di loro non mostrano un minimo di affezione e rispetto, in quanto poco più che animali che grufolano in una giungla urbana in cui fottersi a vicenda sembra essere l’unico modo per sopravvivere. Non si salva neanche il protagonista, Freddy, che non fa altro che maltrattare il fratello minore e insultare una ragazza asiatica, l'impiegata dello sfasciacarrozze che, fra l'altro, sembra essere l'unico essere umano a provare un minimo di comprensione per loro. Senza dimenticare che una notte incrocia una ragazza ubriaca per strada, la porta nella sua baracca, ci fa sesso nel modo più animalesco possibile, per poi lasciarla nelle mani di altri arrapatissimi homeless che prima la stuprano e poi la ammazzano.

Di contorno ad una critica sociale che sembra condannare sia carnefici che vittime, un’importante serie di sostanziose scene What The Fuck rende la visione di questo film uno spasso per gli spettatori con il necessario pelo sullo stomaco. Da citare quella in cui Bronson, il capo pazzo degli homeless, taglia il membro ad uno di loro, colpevole di avergli accidentalmente pisciato in faccia. Il pene viene poi lanciato come una palla tra gli altri barboni, mentre il povero evirato cerca di recuperarlo. Splendide anche le sequenze riguardanti il poliziotto badass che sembra destinato a ripulire la feccia. Prima uccide di botte un killer mafioso e vomita sul suo cadavere, poi Bronson lo ammazza a sua volta con un coltello ricavato da un femore e una volta morto, gli piscia in testa.

Tornando al Viper, che sembra essere il punto nodale del film e che invece ha incidenza sulla trama solo a sprazzi, gli effetti di “scioglimento acido” sono realizzati in modo tanto casereccio e grottesco, quanto efficace e indimenticabile, in particolare la prima putrefazione del clochard, sopra il gabinetto di una casa diroccata, ha un tocco quasi artistico. Indimenticabile anche la scena finale, in cui Bronson viene decapitato da una bombola di gas sparata come un missile. La testa però continuerà a vivere, almeno fino al tempo necessario di sbirciare sotto la gonnellina della ragazza asiatica.

Film assolutamente “oltre”, dotato di un fascino peculiare che non ti permette di staccare gli occhi dallo schermo per capire dove vuole andare a parare o fino a che punto si spingerà. Diventato un piccolo cult, è consigliato solo ai durissimi e recuperabile pure per intero in italiano su  YouTube. 

Recensito da: Vidur

VOTI

TRASH: 91/100

Noia: 46/100

Ridicolaggine degli effetti speciali: 80/100

Presunzione della regia: 42/100

Incompetenza degli attori: 69/100



2 commenti:

Babol ha detto...

Che nostalgia. Non lo riguardo da anni, ché una volta mi è bastato, ma in effetti è un film che bisognerebbe provare almeno una volta nella vita!

Elfoscuro ha detto...

Gli anni 80....sempre così particolari in ogni genere

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