Ocean’s Eight riassume tutto ciò che c’è di sbagliato nei film hollywoodiani di oggi:
1) Riciclare qualcosa di già vista sotto forma di sequel, prequel, reboot, remake;
2) Fare della propaganda sinistroide liberal-gender-equal-inclusiva-femminista;
3) Metter su un grande cast sbattendosene il cazzo della trama e lasciando crateri di sceneggiatura convinti che lo spettatore medio non se ne accorgerà.
Sandra Botox (ops, Bullock) – la supposta sorella del George Clooney della serie originale Ocean’s 11 & co- e una Cate Blanchett in versione biker, decidono – pensate un po’ che cosa incredibilmente moderna e rivoluzionaria - di rubare una collana di Cartier. E per farlo assoldano un po’ di altre donne di diversa razza ed estrazione sociale, tra cui Rihanna coi rasta e Sarah Paulson, la cui classe è l’unica nota positiva di tutto il film.
Per il resto ci sono delle donne che parlano, un piano che viene portato a termine senza la minima sbavatura e un’indagine di un simpaticissimo ispettore inglese che viene chiusa nell’arco di 5 minuti. Manca il ritmo, mancano le battute, mancano i contrasti, mancano pure la tensione o la suspence che ci dovrebbero essere in un film di questo genere: tutto viaggia al minimo sindacale aldilà di un pseudo colpo di scena di nessuna rilevanza.
E’ tutto talmente anestetizzato che anche le protagoniste alla notizia che, alla fine del colpo quando Sandra Botox comunica loro che guadagneranno cento fantastiliardi di paperdollari a testa, fanno un sorrisetto indifferente. Per poi cosa? Aprirsi una sala biliardo, farsi un giro in moto e comprarsi un loft per fare i video su Youtube.
Ah, il cratere di sceneggiatura? Certo, la megacollana che devono rubare si apre solo con un magnete che hanno solo le guardie del corpo ex Mossad? Che problema c’è? Basta fare un video di merda, mandarlo alla sorella 13enne di Rihanna che fa una copia del magnete in mezz’ora, parlando anche un simpaticissimo slang giovanile.
I precedenti Ocean’s erano intrattenimento innocuo ma anche di qualità (diciamo il primo, gli altri già più grotteschi), ma erano divertenti, avevano un bel ritmo, belle scene d’azione e quei giusti momenti di suspence. Qui non c’è assolutamente niente. Solo delle false recensioni comprate, atte a far lievitare il voto sui siti specializzati oppure impossibilitate a parlare male di un film con protagoniste delle donne per il timore di venire accusati di essere razzisti, omofobi, sessisti, maschilisti, fascisti, nazisti, salvinisti. E noi di Pellicole dall’Abisso che siamo tutto questo e anche di più, e soprattutto non ci legge nessuno, possiamo dirlo: Ocean’s Eight fa cagare.
Recensito da: Vidur
VOTO
TRASH: 68/100
Noia: 84/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: -/100
Presunzione della regia: 77/100
Incompetenza degli attori: 41/100
1) Riciclare qualcosa di già vista sotto forma di sequel, prequel, reboot, remake;
2) Fare della propaganda sinistroide liberal-gender-equal-inclusiva-femminista;
3) Metter su un grande cast sbattendosene il cazzo della trama e lasciando crateri di sceneggiatura convinti che lo spettatore medio non se ne accorgerà.
Sandra Botox (ops, Bullock) – la supposta sorella del George Clooney della serie originale Ocean’s 11 & co- e una Cate Blanchett in versione biker, decidono – pensate un po’ che cosa incredibilmente moderna e rivoluzionaria - di rubare una collana di Cartier. E per farlo assoldano un po’ di altre donne di diversa razza ed estrazione sociale, tra cui Rihanna coi rasta e Sarah Paulson, la cui classe è l’unica nota positiva di tutto il film.
Per il resto ci sono delle donne che parlano, un piano che viene portato a termine senza la minima sbavatura e un’indagine di un simpaticissimo ispettore inglese che viene chiusa nell’arco di 5 minuti. Manca il ritmo, mancano le battute, mancano i contrasti, mancano pure la tensione o la suspence che ci dovrebbero essere in un film di questo genere: tutto viaggia al minimo sindacale aldilà di un pseudo colpo di scena di nessuna rilevanza.
E’ tutto talmente anestetizzato che anche le protagoniste alla notizia che, alla fine del colpo quando Sandra Botox comunica loro che guadagneranno cento fantastiliardi di paperdollari a testa, fanno un sorrisetto indifferente. Per poi cosa? Aprirsi una sala biliardo, farsi un giro in moto e comprarsi un loft per fare i video su Youtube.
Ah, il cratere di sceneggiatura? Certo, la megacollana che devono rubare si apre solo con un magnete che hanno solo le guardie del corpo ex Mossad? Che problema c’è? Basta fare un video di merda, mandarlo alla sorella 13enne di Rihanna che fa una copia del magnete in mezz’ora, parlando anche un simpaticissimo slang giovanile.
I precedenti Ocean’s erano intrattenimento innocuo ma anche di qualità (diciamo il primo, gli altri già più grotteschi), ma erano divertenti, avevano un bel ritmo, belle scene d’azione e quei giusti momenti di suspence. Qui non c’è assolutamente niente. Solo delle false recensioni comprate, atte a far lievitare il voto sui siti specializzati oppure impossibilitate a parlare male di un film con protagoniste delle donne per il timore di venire accusati di essere razzisti, omofobi, sessisti, maschilisti, fascisti, nazisti, salvinisti. E noi di Pellicole dall’Abisso che siamo tutto questo e anche di più, e soprattutto non ci legge nessuno, possiamo dirlo: Ocean’s Eight fa cagare.
Recensito da: Vidur
VOTO
TRASH: 68/100
Noia: 84/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: -/100
Presunzione della regia: 77/100
Incompetenza degli attori: 41/100