30 giugno 2013

CHICKEN PARK

Di Jerry Calà. Con Jerry Calà, Demetra Hampton, Alessia Marcuzzi. ITALIA/1994/RCS

Chicken Park (1994) on IMDb

Pensavate di esservi liberati di noi, eh? Ve l'avevamo detto che saremmo tornati, brutti stronzi.
E torniamo col botto, con una perla della cinematografia italiana: Chicken Park di Jerry Calà.
Uscito nel 1994 come parodia di Jurassic Park, Chicken Park è uno dei quei cult super-trash made in Italy che non poteva mancare nella nostra fornita bacheca.

Vladimiro Corsetti è un allevatore italiano che, stroncato da un atto di sabotaggio da parte della concorrenza, va nella Repubblica Dominicana con Joe, un pollo addestrato al combattimento per scommesse clandestine; quest'ultimo però gli viene quasi subito rubato, e Vladimiro cerca di recuperarlo. Così scopre che è stato portato a "Chicken Park", un parco dove polli giganti mutati geneticamente padroneggiano sul territorio, e si ritrova prigioniero dello scienziato che li ha creati da cavie sperimentali. Con l'aiuto della dottoressa Sigourney cercherà di liberare il suo Joe...

Questa è la trama, che in realtà è un semplice pretesto per mettere in atto una serie di gag da sganasciarsi dal ridere. Ah, no. No, non fa ridere. Ma proprio per niente. Noi abbiamo accompagnato la visione di questo film con un silenzio attonito. Ogni tanto ci scambiavamo degli sguardi di profondo disagio. Ogni tanto ridavamo, ma per l'imbarazzo.


Davvero una cosa raccapricciante. Tutto il film è una sequela di scene totalmente senza senso, illogiche, raffazzonate, messe in scena con due lire, senza un minimo di professionalità e competenza. Ah, tra l'altro è originariamente recitato in inglese (perchè? pensavano di distribuirlo all'estero?) e poi doppiato in maniera ignobile. Compresa una 22enne Alessia Marcuzzi, che fa il suo esordio cinematografico nel ruolo di una hostess in calore.

Il clou però giunge quando si arriva a Chicken Park, parco popolato da enormi polli, ideato da Mr. Eggs e dalla scienziata Sigourney, ovvero quella bella gnocca di Demetra Hampton, che di professione faceva la ginnasta.

I polli giganti sono resi con una sapiente alternanza di pupazzoni (nelle scene ravvicinate) e di normalissime galline che si aggirano per modellini. L'effetto è di una tristezza sconvolgente.

Sono numerosi i riferimenti ad altri film, oltre che a Jurassic Park. La Famiglia Addams, Lo Squalo, Edward Mani di Forbice, Mamma ho perso l'aereo e pure a Hot Shots. Ma non temete, nessuno di questi fa ridere.

Il finale con la dottoressa Sigourney che vuole farsi chiavare dal pollo T-Rex, poi sconfitto dal pollo Ibridus (cioè il pollo gay con tanto di orecchino) che poi vuole chiavare Jerry Calà, a sua volta salvato da delle patatine fritte giganti, finisce dritto dritto nel museo della merda su celluloide. E con un posto d'onore.

In conclusione Chicken Park, non fa ridere, né quando vorrebbe, né quando non vorrebbe. Però è una tacca immancabile nella cintura di ogni shit-hunter che si rispetti. E poi scusa, la colonna sonora è di Umberto Smaila.

Recensito da: Vidur

VOTI:
TRASH: 92/100
Noia: 45/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 88/100
Presunzione della regia: 22/100
Incapacità degli attori: 84/100

SE TI PIACE GUARDA ANCHE: Il Silenzio dei Prosciutti, che in realtà in confronto è un capolavoro di introspezione. 



4 commenti:

Anonimo ha detto...

Jerry Calà capo degli ultrà

Crios ha detto...

Il bello è che per ste stronzate, gli passano anche dei sovvenzionamenti statali. Povera italia.

Hunter ha detto...

Liberi di non crederci, ma ho trovato il dvd di Chicken Park in vendita a 1$ in un Walmart qui a Cleveland (OH).
E, incredibile ma vero, ha anche una discreta fama tra gli americani appassionati di serie Z, un po' come "Il silenzio dei prosciutti" di Ezio Greggio.

Anonimo ha detto...

Per quanto sia pessimo il film, la prima parte l'ho sempre trovata piacevole da seguire, al contrario della 2nda parte in cui sembrava che Calà avesse del tutto terminato le uniche poche idee che aveva. Su tutto la parodia della famiglia Addams, insopportabile.

Se si mette in conto che c'era, c'è e ci sarà molto di peggio in giro, non lo boccerei completamente.

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