14 aprile 2012

RUBBER

Di Quentin Dupieux, con Stephen Spinella, Jack Plotnic, Wings Hauer, FRA/2010.
Rubber (2010) on IMDb

Un bel giorno un tale di nome Quentin Dupieux, che di lavoro faceva il musicista ed il produttore discografico, ebbe una gran pensata: “perché non girare un film in cui un copertone prende vita, inizia a compiere omicidi con la telepatia mentre un gruppo di persone lo guarda con il binocolo in un deserto”... Ora, il nostro buon Quentin, non contento di aver semplicemente pensato una stronzata del genere, ha deciso di girare il film e di portarlo al festival di Cannes!!! Aggiungerò un ultimo elemento al quadro, il suddetto film manca totalmente di autoironia e trasuda da ogni singolo fotogramma una pretenziosità insopportabile; com'é insopportabile la sottesa moralina del cazzo secondo la quale, visto che noi quando vediamo dei bei film siamo disposti a concedergli qualche incongruenza senza farci troppi problemi, allora dobbiamo essere disposti a sorbirci le stronzate a catena che “Rubber” ci propina senza battere ciglio.
Ora, se una giustizia divina esistesse, se la vita umana avesse un senso e se la sofferenza avesse un perché ultimo, il caro Quentin sarebbe stato accolto a Cannes con secchiate di merda e gavettoni di piscio (altro che "recensioni tendenzialmente negative”) e da quel giorno avrebbe lavorato per il resto della sua vita in una miniera di carbone, lavorando 20 ore al giorno senza poter contare sulle minime condizioni di sicurezza, e una volta terminata precocemente (ma mai troppo purtroppo) la sua esistenza, ad attenderlo troverebbe le Erimni, il supplizio di Sisifo, un'aquila che tutti i giorni gli divora il fegato, l'ascolto non stop di “Un'altra opportunità” dei Dari feat Max Pezzali e altre pene ancora più terribili.
Purtroppo tutto ciò non é accaduto e non accadrà mai... Perché? Posso suggerire (come viene ripetuto ossessivamente in tutto il film): “No reason”? E che ne dite?


Recensito da: Azagthoth
Voto 22/100
Noia 100/100
Ridicolaggine degli effetti speciali 45/100
Presunzione della regia 100/100
Incapacità degli attori 62/100


SE TI PIACE GUARDARE ANCHE: non saprei, puoi chiedere allo stronzo che ce l'ha suggerito però...

8 commenti:

Ortnid ha detto...

Forse mancano un paio di Zeri, voto Trash più vicino a 22000 che a 22...

cosminscontra86 ha detto...

Malati di mente

Cani

Vi odio

iankulowvskij ha detto...

Buffoni

Anonimo ha detto...

Sbaglio o una versione italiana non esiste?

Anonimo ha detto...

il film critica il cinema americano contemporaneo.... se voi siete dei poveretti e non capite quando qualcuno fa film originali...

un Pellicolista ha detto...

Che siamo dei poveretti é fuori di dubbio,ma effettivamente potrebbe essere una constatazione veritiera......mi piacerebbe approfondire la cosa e capire meglio

Anonimo ha detto...

be come recensione non male.. solo insulti e zero focus sul film

djjeck ha detto...

Vi stimo in generale, ma secondo me in questo caso pensavate di guardare un horror e non avete capito bene.
Vi incollo una recensione che scrissi qualche anno fa.

Rubber - Gli pneumatici assassini conquistano Hollywood

Un film che critica e parodizza il cinema commerciale, in una maratona di nonsense a braccetto con la comicità demenziale.
Per comprendere il film bisogna fare molta attenzione alla premessa che viene fatta all'inizio: il personaggio narratore, che ci renderemo presto conto stia impersonando l'industria cinematografica, ci spiega che questo film è un omaggio agli elementi no-reason presenti in qualunque film. Lui stesso, però, ci porta degli esempi che non sono in realtà mossi dal non-sense, ma da semplici ragioni ovvie se si facesse una lettura non superficiale del film. Ciò che fondamentalmente insinua è che il pubblico idiota, che non si è mai spinto nella comprensione di ciò che vede, apprezzerà certamente ciò che non è neppure necessario tentare di comprendere.
Ciononostante, chi realizza il film nel film è svogliato ed incapace, e non essendo in grado di costruire il finale di una storia improponibile ma spettacolarmente audace, sceglie di sbarazzarsi del pubblico a metà dell'opera. La minoranza di spettatori esigenti diventa una scocciatura, che comunque fallisce nell'intento di esigere un finale logico rispettoso del pubblico.
L'epilogo della vicenda è tristemente scontato: i "mostri" di questo cinema si moltiplicano, e si muovono per conquistare Hollywood.

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