Di Jun Fukuda, con Masaaki Daimon, Kazuya Aoyama, Reiko Tajima. Giappone/1974
Ad Okinawa una profezia dice che un giorno un immenso mostro arriverà e distruggerà la terra, che sarà però salvata da altri due mostri. Tutto sembra avverarsi quando Godzilla arriva e comincia a fare strage...ma che succede? Arriva un altro Godzilla e si affrontanto! Infatti il primo mostrone non è altro che un gigantesco robot dalle sembianze del nostro mostro giapponese preferito, costruito da degli “esseri spaziali”.
Come avrete capito si tratta del classico delirio nipponico con protagonisti mostri gommosi simil-pokemon e dei robot simil-Gundam. E ci si fa anche delle grasse risate perchè gli effetti speciali sono a dir poco ridicoli, la trama è idiota e superflua, i protagonisti umani sono inutili e indistinguibili.
All'inizio ci si chiede come possano entrarci dei robot in tutto ciò...infatti sulle prime arriva Godzilla, cosa che per i giapponesi è assolutamente normale se non piacevole: “Arriva Godzilla!” dicono col sorriso sulle labbra e già pronti a divertirsi.
Sarà che saranno passati vent'anni dal suo primo arrivo (questo film infatti non è che il tredicesimo sequel dell'originale “Godzilla” del 1954), ma ormai Gojira è considerato buono. E infatti quando inizia a distruggere un bel modellino di un palazzo e attacca il suo vecchio amico Angilas (una specie di triceratopo sepolto nelle sabbie) tutti si sorprendono.
Ma ecco che tutto si spiega, infatti si tratta di un robot dalle sembianze di Godzilla, progettato da un gruppo di essere spaziali, cioè dei giapponesi con le tute argentate e che quando muoiono si trasfomano in scimmie.
E così tra agenti dell'Interpol con gli occhiali da sole che spuntano come funghi, archeologi, scienziati, figlie rapite, vecchietti, nipoti, profezie, statuette, lune rosse, soli che sorgono ad ovest...ecco che arriva un altro pupazzone. Infatti l'accozzaglia di esseri umani che si agita disperatamente per tutto il film, si affanna per evocare questa specie di cagnotto gigante che riposa nella roccia. Tale mostro, che viene evocato da un interminabile e tediosissima canzone giapponese cantata da una tizia sulla spiaggia, in realtà è una segaccia incredibile. E' un incrocio fra un cane, Argor della “Storia Infinita” e uno di quei patetici cattivi dei Power Rangers; nella battaglia finale, fra il vero Godzilla e il RoboGodzilla, è totalmente inutile e fa solo la comparsa.
La suddetta lotta è lunghissima ma pregna di megacazzate con missili, pali della luce, calamite, fulmini, laser dagli occhi, pugni, calci e fuoco dalla bocca: insomma il classico bordello giapponese che provoca attacchi epilettici e che ci fa tanto ridere.
Recensito da: Vidur
VOTI
TRASH: 85/100
Noia: 51/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 91/100
Presunzione della regia: 75/100
Incompetenza degli attori: 60/100
SE TI PIACE GUARA ANCHE: uno dei 7 milioni di film di Godzilla, Gorgo e soci.
La fantastica canzone riempitivo per evocare il cagnotto (vedere per credere gli ultimi secondi del video)
3 commenti:
A me la canzone evocativa piace......
Boh, ogni tanto me la risento, è veramente bella!
Troppo bella davvero
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