29 luglio 2024

OFFSPRING

Di Andrew van den Houten. Con Pollyanna McIntosh, Amy Hargreaves, Erick Kastel, Andrew Elvis Miller, Jessica Butler. 2009 / Modernciné / Stati Uniti

Un clan di selvaggi cannibali insegue una famiglia ignara e la loro innocente bambina. Riusciranno a sopravvivere?

Un titolo super generico, una trama banalissima riassumibile in mezza riga, una serie di illustri sconosciuti a dirigere ed interpretare, un chiarissimo sentore di budget miserrimo…sembra proprio la cazzatona ideale da guardare a cervello spento e poi da prendere per il culo! E i titoli di testa realizzati con Windows Movie Maker 98 sembravano confermare tutte queste impressioni…E invece.

E invece il titolo è sì super generico, la trama è sì banalissima, registi e attori sono sì degli illustri sconosciuti, il budget è sì miserrimo…ma…Offspring non è un’innocua cazzata girata in stile compilativo e impiegatizio come se ne trovano altre mille, bensì si tratta di un horror / splatter / slasher mostruosamente brutale, violentissimo e per certi versi sconvolgente, tanto che io stesso mi sono trovato in difficoltà a guardare alcune scene. 

E ve lo dice uno che a colazione guarda Cannibal Holocaust, a pranzo The Raid e a cena Muder-Set-Pieces, insomma il vostro Vidur alla violenza cinematografica è piuttosto abituato, ma questo Offspring indugia su alcune sequenze che difficilmente potranno lasciare indifferenti anche i più cinici. Mi riferisco soprattutto a quelle in cui vengono coinvolti dei bambini: violenza perpetrata da bambini verso adulti, da adulti verso bambini e persino da bambini verso altri bambini. 

In questo senso, il film restituisce perfettamente il concetto che sta alla base, ovvero quella di una famiglia di primitivi cannibali la cui unica ragione di vita è quella primordiale di cacciare per sopravvivere e non importa chi si uccide o cosa si è disposti a fare. Era facile scadere nel ridicolo o nel grottesco nel dipingere questa piccola congrega di efferati selvaggi, ma in qualche modo il film riesce ad evitarlo, soprattutto grazie alla mater familias, autrice di una prova tanto convincente quanto terrificante. 

Violenza e sangue a parte, il film mantiene un tono relativamente pacato, un approccio che rende ogni scena di offesa ai corpi ancora più inquietante. E il fatto che la narrazione sia ridotta all’essenziale, dove ogni orpello inutile è stato accuratamente evitato, è solo un ulteriore punto a favore. 

La confezione tecnica, tutto considerato, è ben più che dignitosa, con una regia piuttosto ispirata, una fotografia giustamente molto buia e sporca ed effetti speciali artigianali alla vecchia maniera che risparmiano solo saltuariamente i dettagli più raccapriccianti. È un film brutto, sporco e cattivo, che evita i cliché del genere e che non si preoccupa neanche di montare la tensione per gli avvenimenti più significativi. Tutto avviene in modo rapido, brutale, realistico, onesto. Non è un film indipendente che vuole essere hollywoodiano, né un film hollywoodiano fintamente indipendente. È solo quello che è e non vuole essere nient’altro.

Peccato per qualche inevitabile caduta di tono, come la stronzaggine oltre misura del personaggio di Steven o l’estrema dabbenaggine dei poliziotti del luogo.

A riprova della qualità del film, ne sono nati ben due sequel, il cui ultimo è stato scritto, diretto ed interpretato da Pollyanna McIntosh, “la donna”, come viene semplicemente accreditata nei generici, mentre il secondo, The Woman, gode di una certa positiva fama.

Consigliato solo ai durissimi, gli alti girino ben alla larga. 


Recensito da: Vidur

TRASH: 71/100

NOIA: 55/100

RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: 42/100

PRESUNZIONE DELLA REGIA: 54/100

INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: 54/100

9 luglio 2024

IL MONASTERO

Di Antonio Bonifacio. Con Francesco Venditti, Massimo Poggio, Rosa Pianeta, Licia Nunez. 2004 / Italia /Interno 11

Dopo aver dato un passaggio ad un autostoppista, alcuni amici giungono in un paesino del Lazio dove sorge un vecchio monastero abbandonato infestato dagli spettri.

Pellicola dall'Abisso se c'è n'è una, il qui presente horror italiano risalente ormai a vent'anni fa, si fa forte di un regista scultissimo (autore di perle quali La Strana Storia di Olga "O" ma soprattutto di Laura non c'è), e di un cast non da meno, tra cui figurano addirittura il figlio di Antonello Venditti, un ex concorrente del Grande Fratello (Fedro Francioni) e una ex concorrente di Ballando con le Stelle (Licia Nunez). 

Girato con evidentissima povertà di mezzi nella campagna laziale, Il Monastero pesca a piene mani dalla tradizione dell'horror italiano, tanto che più che nel 2004 sembra girato nell'83. E quindi tra disegni argentiani, paesaggi avatiani e spettri fulciani, più una dose di slasher un tanto al chilo, il risultato è al quanto misero, ma dopotutto neanche così terribile. E questo è forse l'aspetto più curioso di questo film che, nonostante una mole immensa di difetti, riesce in qualche modo ad essere anche piuttosto interessante, con un paio di colpi di scena mediamente riusciti e una storia che si rivela meno scontata di quella che sembra.

Dicevamo dei difetti che in effetti potrebbero riempire un rimorchio di un tir di 10 tonnellate: il più grave in assoluto è una fotografia raccapricciante, con un filtro notte patetico piazzato alla bella e meglio che manco Blood Delirium e Paganini Horror raggiungevano questi livelli. In più, questa sorta di filtro blu permea tutta la pellicola, tanto da rendere tutto così piatto e sfocato che a volte ho avuto il dubbio di essere stato colpito improvvisamente da una forma precoce di cataratta. Le ambientazioni, se meglio sfruttate, avrebbero potuto essere ben più inquietanti, anche perché la regia in sé, tutto sommato, non è neanche malissimo, al netto di qualche salto di montaggio criminale, in particolare nelle scene di "azione". Inoltre nella prima parte succede pochissimo, metà della scene sono riempitivi inutili, i dialoghi sono atroci e la morte della donna nel bosco...che cazzo c'entrava? Mi sono perso qualcosa io o non ha il minimo nesso con il resto della storia? 

Eppure. Eppure nonostante tutta questa imponente mole di difetti, non riesco ad essere troppo severo con questo film, che da canto suo può vantare una recitazione dignitosa (di sicuro salvata da un doppiaggio di professionisti affermati), una colonna sonora accettabile, un paio di morti cruente anche discretamente realizzate e uno sviluppo finale piuttosto ben riuscito, anche figlio di una durata di manco un'ora e venti che oggidì solitamente non basta neanche per i titoli di testa. 

Sarà che forse i miei standard negli anni si sono fatti decisamente bassi, ma mi è capitato di vedere tantissimi horror o presunti tali molto più pigri, raffazzonati, noiosi, insensati e maldestramente realizzati di questo Il Monastero, che mi ha dato almeno l'impressione di non essere il compitino fatto per pagare le bollette, ma un qualcosina di più.

Ma proprio qualcosina eh...insomma se una persona normale vedesse questo film probabilmente si strapperebbe gli occhi...ma se foste persone normali non leggereste questo blog...no? 

Recensito da: Vidur

TRASH: 81/100

NOIA: 65/100

RIDICOLAGGINE DEGLI EFFETTI SPECIALI: 72/100

PRESUNZIONE DELLA REGIA: 54/100

INCOMPETENZA DEGLI ATTORI: 64/100

P.S.: se non vedete le consuete foto in mezzo al testo della recensione non è perché sono pigro e non ho voglia di metterle, ma perché in rete non se ne trova mezza.