Di Zack Snyder. Con Sofia Boutella, Charlie Hunnam, Djimon Hounsou, Ed Skrein, Michiel Huisman. USA / 2023 / Grand ElectricInteressante notare come la trasformazione di Netlfix da servizio di streaming a casa di produzione stia accelerando e già arrivando alla sua fase finale. In casa della N rossa, infatti, hanno saltato il passaggio in cui producono bei film e/o successi commerciali per arrivare subito a defecare letame fumante. La montagna di escrementi in questione è bella grossa, 90 milioni di dollari di budget, e dalla firma prestigiosa, Zack Snyder.
È difficile capire il motivo del credito e della fan base di cui può disporre questo regista il cui unico film degno di nota rimane 300, risalente al lontanissimo 2006. Forse, le ultime chip se le è giocate con questo Rebel Moon, ed è equivalso ad andare in All In con in mano un 3 di picche e un 6 di fiori quando sul tavolo c’era un tris di assi. Basterebbe sapere che la sceneggiatura di questo film è stata scartata dalla Disney per un film della saga di Star Wars, per capire a quale abominio ci troviamo di fronte.
“Ah sì? Non volete che questo film sia uno Star Wars?” – si sarà detto Snyder – “E allora rifarò Episodio IV, ma di merda!”. E così ha fatto. La trama infatti vede una giovane donna contadina che finisce per andare alla ricerca di guerrieri da altri pianeti per combattere gli eserciti tirannici che terrorizzano la sua pacifica colonia.
L’Impero qui si chiama Mondo Madre, Luke Skywalker è una diverse strong female charachter -una Mary Sue senza personalità e carisma-, Darth Vader è un incrocio fra un cosplay di Cristiano Ronaldo e Hans Landa di Bastardi Senza Gloria, la ribellione è…la ribellione.
Ma abbiamo anche lo Han Solo in versione Lidl, incontrato alla cantina di Mos Eisley in versione gay bar, che pilota un Millennium Falcon in versione Penny Market.
I cattivi ovviamente sono cattivissimi e indossano divise uscite da un incrocio fra la Gestapo e l’Armata Rossa in un pessimo film steam punk, anche se il generale (o comandante, boh, non mi ricordo che grado avesse) Atticus Noble sembra essere l’unico personaggio con un minimo di caratterizzazione ed interpretato con il giusto entusiasmo da Ed Skrein. Ci sarebbe anche una sorta di Imperatore che vive al Polo Nord e che è interpretato da un tizio che si chiama Fra Fee (veramente!), ma ha talmente poco screen time da essere totalmente irrilevante. Immagino che avrà più spazio nel secondo capitolo che uscirà ad aprile, ma credo che non lo scoprirò mai visto che col cazzo che me lo guardo. Cattivissimi fortissimi per altro che hanno le navi interstellari, ma che non sanno come rendere fertile un terreno. Mah.
La parte peggiore è forse quella centrale, in cui vanno a reclutare i vari “guerrieri” per combattere il Mondo Madre. Questi tizi sembrano usciti da un picchiaduro anni ’90, ma non quelli fighi come Mortal Kombat o Street Fighter, ma piuttosto uno di quei ripoff poveri tipo Dangerous Streets o Time Killers: una sorta di indiano dagli addominali scolpiti che cavalca un ippogriffo, una donna samurai asiatica, un ex generale ubriacone trovato sul pianeta Gladiatori (perché lui è Djimon Hounsou, che ha fatto Il Gladiatore, eh ve lo ricordate? Eh eh eh?), più un altro cosplay, ma questa volta del personaggio di Gary Dourdan in Alien 4.
Il bello è che questi personaggi ci vengono introdotti con tutta una prosopopea tonitruante per poi praticamente sparire nella terza parte, in cui ogni tanto rispuntano inquadrati per cinque secondi giusto per ricordarci che esistono.
Avrei anche potuto perdonare l’estrema derivazione della storia, se almeno tutto il resto fosse stato buono, ma la realtà è che forse è anche peggio. Interpretazioni annoiate, regia fastidiosa, fotografia buia e deprimente, scenografie artefatte, CGI mediocre, musiche inesistenti, flashback eterni che interrompono la narrazione, monologhi imbarazzanti alla Gli Occhi del Cuore (“Non so se sono capace di amare! Sigh! Sob!”), manca un vero e proprio sviluppo della trama, combattimenti noiosi resi ridicoli dal solito uso smodato di slow motion e soprattutto è una grandissima rottura di palle. Dura due ore che sembrano tre mesi e alla fine non te ne frega un cazzo della storia, dei personaggi e del seguito (oppure della versione estesa del regista che dura un’ora in più, che probabilmente verrà usata come strumento di tortura per i prossimi interrogatori della CIA).
Un prodotto tanto povero di fantasia e qualità, quanto ricco della proverbiale presunzione e seriosità di Snyder, che ha pure avuto totale carta bianca per produrre questa roba. Ed ecco la carta che fine avrebbe dovuto fare.
Recensito da: Vidur
TRASH: 88/100
Noia: 87/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 62/100
Presunzione della regia: 98/100