26 aprile 2018

IL GIGANTE DELL’HIMALAYA (Aka Xing Xing Wang)



Di Meng Hua-Ho. Con Evelyn Kraft, Danny Lee, Norman Chu. Hong Kong/1977

Xing xing wang (1977) on IMDb

Pellicole dall’Abisso si scongela dal suo millenario sonno così come il gigantesco scimmione protagonista di questo piacevolissimo filmetto made in Hong Kong. Dalle montagne dell’Himalaya, il nostro amico si libera dai ghiacci senza un apparente motivo decidendo, come prima cosa, di distruggere dei simpatici modellini di villaggi locali. E' bello vedere che lo scimmione si presenti col pacchetto completo da mostro asiatico anni ’70: tutone posticcio, maschera da carnevale, occhioni dolci e pantofole pelose.

Ma degli spietati uomini di affari hongkongesi, hongkongiani, hongkongolesi, hongkongoloni, vabè, diciamo cinesi, vogliono catturarlo per farci un sacco di yen (oppure sterline, oppure dollari, fate voi). Assoldano dunque il famigerato cacciatore Johnny Felton (non è che è americano, è cinese, ma gli hanno dato un nome anglofono, almeno nel doppiaggio italiano). Tutto ciò succede nei primi due minuti di film; già perché questa pellicola ha il merito di non perdere tempo in ciance, di non prendersi la briga di introdurre nessun personaggio e in linea generale di tenere un ottimo ritmo, evitando tempi morti.

Durante la perigliosa strada per arrivare allo scimmione, l'allegra carovana viene attaccata da elefantini velocissimi e razziatori e da delle tigrotte morbide e coccolose, ma comunque capaci di svellere di netto una gamba ad un uomo con un solo morso. Interessante l'espediente utilizzato per simulare che gli uomini di fatica siano indiani: hanno preso dei cinesi, poi del fango e glielo hanno spalmato sopra.

Alla fine, visto che il viaggio si è rivelato troppo pericoloso, il povero Johnny (che in un flashback vediamo essere stato cornificato dalla fidanzata col fratello, ma in fondo era iniziata solo per 'ischerzo') viene lasciato da solo dalla carovana. Ovviamente il bel Johnny si imbatte subito nello scimmione, ma ci pensa a salvarlo una selvaggia cresciuta nella giungla, al secolo Evelyn Kraft. Una biondona di una bellezza abbacinante, che purtroppo ha lasciato il cinema molto presto e che è morta a 57 anni nel 2009.

Samantha (in seguito si verrà a scoprire il suo nome) è vissuta nella giungla dopo essere precipitata da un aereo da bambina. Ed è così selvaggia che sembra appena uscita da un photoshooting della SwimSuit Edition di Sport Illustrated: capelli pettinati, dentatura perfetta, lucidalabbra, un po' di ombretto, unghie smaltate e uno studiatissimo costumino di pelle giusto per coprire il fondamentale.

Johnny riesce a convincere Samantha a portare Hutam (questo il nome che Samantha ha dato allo scimmione) ad Hong Kong e così Hutam dall'Himalaya arriva a Bombay a piedi portando i due umani nella sua manona. Johnny incontra per strada lo spietato uomo d'affari cinese di cui sopra (che casualmente era lì) e insieme lo portano in nave ad Hong Kong.

Hutam viene fatto esibire incatenato e aizzato dai perfidi umani ed è un attimo che si libera per distruggere la città. Incredibile eh, chi l'avrebbe mai detto? E qui inizia il solito tran tran di militari che cercando di abbatterlo, lui che si arrampica su un grattacielo, Samantha che cerca di salvarlo, Johnny che limona con la sua ex e bla bla bla.

Il finale però è bellissimo. Talmente bello che non ve lo dico. Troppo poetico e poi mi commuovo.

Che dire.
Il Gigante dell'Himalaya è una classicissima Pellicola dall'Abisso, veloce e divertente, con un mostro pupazzoso, una bella gnocca, la moda anni '70 e un giaguaro sedato.

E comunque Johnny non te la prendere, era solo per ischerzo.

Ah, rimane comunque più bello di Kong Island.

Ah, comunque c'è completo su YouTube.

Recensito da Vidur

VOTI
Trash: 91/100
Noia: 43/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 92/100
Presunzione della regia: 34/100
Incapacità degli attori: 65/100



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