26 aprile 2011

CUT – IL TAGLIAGOLE

Di Kimble Rendall. Con Molly Ringwald, Jessica Napier, Kylie Minogue. AUSTRALIA/2000/MHE
Cut (2000) on IMDb
Ah, quei marpioni della Mondo Home Entertainment. La casa di distribuzione specializzata in merdate su celluloide, sa perfettamente come acchiappare i poveri gonzi quali il sottoscritto. Guardo infatti la confezione del DVD che strilla cose del tipo: “1980 IMMAGINI DA CARDIOPALMA! Livelli audio potenzialmente dannosi! Immagini ad alto contenuto shockante”, senza dimenticare che fra i contenuti extra c'è pure il “macking off” (scritto davvero così) e mi convinco di avere di fronte un'epica cazzatona degli anni '80, spacciata come un qualcosa di megaproibito e terrificante, tanto che miei pavidissimi compagni di ventura hanno avuto addirittura paura di vederlo.
E invece cosa mi ritrovo? Uno stupidissimo slasherino australiano girato nel 2000. Brava MHE, clap clap, ci sono cascato in pieno.

La trama narra sostanzialmente di un gruppo di studenti di cinema che vogliono portare a termine un film horror girato negli anni '80. “Hot Blooded” fu infatti lasciato incompleto a causa dell'assassinio della regista, interpretata da Kylie Minogue in un cameo (invecchiata male Kylie, che ti è successo?). Da lì in poi tutti quelli che hanno provato a portare a termine questo film o lo hanno semplicemente visto, sono stati brutalmente uccisi.
La regista Raffy e la sua troupe però, sono decisi a provare a finirlo e riescono anche ad ingaggiare l'attrice protagonista nel film originale, Vanessa, interpretata da Molly Ringwald. Cosa ci faccia Molly Ringwald (una vera star negli anni '80, ricordate “Breakfast Club”?) in questo film non me lo spiego, se si esclude il clichè “tutti hanno un mutuo da pagare”.

“Cut” è sostanzialmente divisibile in tre parti. La prima parte è abbastanza tediosa e autoreferenziale, con la presentazione dei personaggi, con continue invettive moraleggianti su quanto siano educativi i film horror e sulla metacinematografia.
Nella seconda entra in azione l'assassino, che ovviamente ha le fattezze dell'assassino del film che stanno girando, con tanto di camicia blu e maschera di cera. Il killer pazzo, dotato di un paio di cesoie, inizia a fare a fette chiunque incontri senza soluzione di continuità, rispettando il solito copione e ricalcando passo passo gli altri 700mila film di questo genere.
Nella terza però “Cut” inizia a deragliare con una serie di interessanti cagate, facendo impennare il suo voto trash, altrimenti bassissimo.

SPOILER
La spiegazione dell'esisitenza del killer? - “E' stato creato dalle energie creative del film!” - “E come possono delle energie creative aver prodotto uno psicopatico?” - “Basta parlare, andiamo!”.
Chiaro, no? E' stato la magia del film a creare l'assassino, quindi basterà bruciare la pellicola per farlo sparire!
Questa è sostanzialmente la soluzione, senza dimenticare che quello che salva la povera regista nelle mani dell'assassino, è riuscito a sopravvivere con una trave conficcata nel collo da parte a parte.
FINE SPOILER

Insomma “Cut – Il Tagliagole” è per buona parte il solito noioso e stereotipato slasher realizzato con due idee e quattro soldi, ma che grazie ad un finale particolarmente idiota, riesce a risollevarsi almeno in parte.

Certo, mi aspettavo una bella Menabrea ghiacciata e mi è arrivata una Virgin Colada, ma bisogna sapersi accontentare...

Recensito da: Vidur


VOTI
TRASH: 68/100
Noia: 70/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 44/100
Presunzione della regia: 84/100
Incompetenza degli attori: 53/100

SE TI PIACE GUARDA ANCHE: un qualunque “Scream”, “Halloween” o “Venerdì 13”.

12 aprile 2011

IL MOSTRO CHE SFIDO' IL MONDO

Di Arnold Laven. Con Tim Holt, Hans Conried, Audrey Dalton. USA/1957

The Monster That Challenged the World (1957) on IMDb

Dobbiamo dirlo, da questo fantahorror anni '50 ci aspettavamo qualcosa in più. Ci siamo fatti abbindolare dalle straordinarie finte foto sulla copertina del dvd in cui un vermone gigante disegnato sullo sfondo minacciava un marinaio. E invece niente. Cioè, non è proprio tutto da buttare, ma in sostanza è stata una parziale delusione.

In un lago della California alcuni soldati della marina americana vengono rinvenuti misteriosamente morti; a fianco dei cadaveri viene ritrovata anche una sostanza bianca e appiccicosa, che poi si rivelerà bava radioattiva. Il comandante Twillinger indaga e con l'aiuto del Dottor Rogers, scoprirà l'orrenda verità. Una maremoto, ha “risvegliato” delle uova preistoriche di una specie di mollusco, una sorta di incrocio fra un vermone e una lumaca, che ovviamente la radioattività del suddetto lago ha reso gigante.
“Il Mostro che sfidò il mondo” possiede tutte le caratteristiche tipiche dei film anni '50: ritmo catatonico, 10mila momenti morti, totale insespressività degli attori, povertà delle scenografie, fissità della regia...ma nel complesso non è fatto male.
I momenti di ilarità provengono soprattutto dalla vergognosa qualità audio con cui è stato commercializzato il dvd: ogni tanto sembra che venga acceso un aspirapolvere che copre le voci degli attori rendendo del tutto incomprensibili i dialoghi, già di per sé lunghi e tediosi.
Il mostrone inoltre non minaccia affatto il mondo, anzi non minaccia proprio nessuno. Già, perchè i poveri molluschi che riposavano nel lago vengono fatti esplodere, mentre l'unico mostro che entra in “azione” è quello nel laboratorio. Nato da un uovo portato nell base del dottore per essere analizzato, il mostro prende vita minacciando la segretaria e la di lei figlioletta. Questo vermone è proprio uno spietato predatore: alle ragazze infatti basterà fare un miniscatto e chiudersi dietro una porta di legno per mettersi in salvo, mentre lui si beve il caffè e inizia uno schema di parole crociate crittografate. Arriverà poi il comandante Twillinger, che nel frattempo si era invaghito proprio della segretaria, a sistemare tutto. Con un po' di schiuma di un estintore e un paio di fucilate, il mostro che minaccia il mondo è già bello che stecchito.
Tra l'altro il vermone risultava parecchio simpatico ed era anche realizzato piuttosto bene (consideriamo che è del 1957), ma purtroppo ci viene mostrato con molta parsimonia, privilegiando tutte le lunghe, inutili e noiosissime pratiche militari, nonché la pseudo-storia d'amore tra il comandante e la segretaria.
Solo per esperti.

Recensito da: Vidur

VOTI
TRASH: 72/100
Noia: 89/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 75/100
Presunzione della regia: 82/100
Incompetenza degli attori: 55/100

SE TI PIACE GUARDA ANCHE: tutti i film anni '50 in cui c'è un mostro radioattivo.


Il trailer è più bello del film...

5 aprile 2011

KULL IL CONQUISTATORE

di John Nicolella, con Kevin Sorbo, Tia Carrere, Thomas Griffith ed altre spine. USA/1997/Universal

Kull the Conqueror (1997) on IMDb

Hercules Kull è un "giovane" guerrierro barbaro che si affaccia sul mondo del lavoro, con il sogno di fare carriera a suon di botte in testa e colpi di martello da guerra. Come spesso accade il nostro eroe è vittima di mobbing, e viene deriso dai suoi colleghi più grossi e prepotenti che lo corcano regolarmente di mazzate, ma una serie di fortunati eventi lo porterà in brevissimo ai vertici più alti della società. Nello specifico amministratore delegato (leggi re). Gli arrampicatori sociali non piacciono oggi, figuratevi in un medioevo fantastico in cui si uccide per puro piacere personale. Aspettatevi dunque "una storia di inganni beffe e intrighi (di palazzo)", rivolte, mazzate, sesso perverso con secondi fini, flessioni di muscoli, pettorali (maschili) turgidi eccetera. 

E' facile comprendere come Arnold Schwarzenegger, quando gli venne proposto di partecipare a questo insipido sequel del suo ''Conan il barbaro" (il film avrebbe dovuto chiamarsi ''Conan il conquistatore") con una decina d'anni di ritardo, abbia rispettosamente rifiutato. Questo film non fa' schifo, non fa' ridere, non fa' piangere, è semplicemente inutile. Non fa' alcuna differenza nella tua vita averlo visto o meno. E' come scrivere in un curriculum che hai dato ripetizioni di latino a studenti locali. Non te ne fai nulla, è servito solo a te per racimolare qualche spicciolo all'insaputa del fisco. Proprio questa deve essere stata la motivazione che ha spinto il prestante Kevin Sorbo ad impersonare Kull, selezionato per la sua notorietà televisiva del periodo.  Arnold Schwarzenegger non è un grande attore, ma è perfetto per alcuni ruoli. Per Conan era perfetto, come del resto per il T-800 di Terminator. Kevin Sorbo no. Kevin Sorbo avrà anche fatto più gavetta di Schwarzenegger ma è Hercules, e sempre sarà. Quindi pipponi morali di sei ore, riflessioni di sto gran cazzo, buonismo sprecato... cioè, NO. Sei un barbaro a cui hanno pisciato in faccia per tutta la vita, ora sei diventato re. Incazzati. Uccidili tutti. Da solo. Conan avrebbe fatto così, e visto che tu sei Conan in questo film...

I combattimenti sono noiosi, gli effetti speciali sono gradevoli (anche perchè ricordiamoci che si tratta pur sempre di un film uscito al cinema e distribuito dalla Universal, anche se non se l'è cacato nessuno), L'eroe è noioso e politicamente corretto ed eccessivamente loquace. Per quanto mi riguarda questo film non merita neppure di avere un voto tanto è ininfluente per la nostra esistenza. Ma il lavoro è lavoro...

Recensito da: Imrahil

VOTI
TRASH 42/100
Noia 84/100
Ridicolaggine degli effetti speciali 38/100
Presunzione della regia 64/100
Incapacità degli attori 60/100




Se ti piace guarda anche: vai in palestra e dirigiti verso la zona macchine. Se no comprati tutte le 238 serie di Hercules e guardale. Poi ammazzati.

2 aprile 2011

LA DOLCE CASA DEGLI ORRORI

Di Lucio Fulci con Cinzia Monreale, Giuliano Gensini e Ilary Blasi(!!!). ITA 1989 

The Sweet House of Horrors (1989) on IMDb

Una coppia viene uccisa da un ladro sorpreso nella propria abitazione. Dopo il funerale i loro figli vi si trasferiscono con gli zii. Nella casa inizieranno a verificarsi strani fenomeni...

Chi é causa del suo mal pianga se stesso, ebbene si, la mia sciagurata decisione di voler continuare a vedere film schifosi con come oggetto case maledette, mi ha condotto alla rovina. Anzi mi ha condotto a questo abominio cinematografico intitolato “La dolce casa degli orrori” di Lucio Fulci, il che é molto molto peggio...
Un Lucio Fulci ormai in piena caduta libera dal punto di vista artistico, realizza, su commissione di Reteitalia, un horror fiacco, noioso e sciatto. Sciatto é proprio il termine che meglio può descrivere questa pellicola, non solo per gli effetti speciali pietosi , che costellano la pellicola, vedi le piccole fiammelle azzurre che dovrebbero rappresentare i fantasmi dei genitori, ma soprattutto per il pressapochisismo con cui sono realizzate molte scene, che anche con un budget scarso (come era quello a disposizione della pellicola) avrebbero potuto essere realizzate in maniera decisamente più dignitosa. Prendiamo ad esempio la sequenza della collutazione tra il ladro e il padre dei bambini, alcuni fotogrammi mostrano chiaramente che il ladro ha il passamontagna alzato, invece di averlo abbassato come dovrebbe, oppure prendiamo la scena in cui il ladro spinge giù da un burrone la macchina, per simulare un incidente stradale, ma l'inquadratura mostra chiaramente che i corpi dei genitori, che dovrebbero trovarsi al posto di guida, in realtà non ci sono! E queste purtroppo sono solo alcune...
Fallito il tentativo di creare tensione ed inquietudine nello spettatore, il film prova a giocarsi anche con scarsissimo successo la carta delle parentesi comica, usando espedienti avvilenti, come la classica scena del ciccione che cade da una scala e si fa tanto male! Ahahah che ridere... I bambini poi, che dovrebbero essere irriverenti, risultano solo insopportabili ed anche un po' stronzi; perché d'accordo vendicare l'assassino dei genitori, d'accordo far male ad un ciccione (che é sempre cosa giusta e divertente) ma perché prendersela con quei poracci dei vostri zii! Solo perché i poveretti vogliono tornarsene a casa loro e non vogliono starsene in una casa infestata da degli spiriti scassacoglioni? Lo so che é la vostra casa e ci volete rimanere, però insomma un po' di comprensione anche per gli altri, alla fine potevano tirarvi un calcio in culo, sbattervi in orfanotrofio e andarsene alle Maldive, invece di tenervi con loro.
Insomma “La Dolce Casa degli Orrori” rappresenta un colossale fallimento su tutta la linea, non diverte, non inquieta e mette solo una grande tristezza; concludo dicendo che per quel che mi riguarda questo é l'ultimo film del ciclo delle case che recensirò. Mi spiace, ma di fronte ad un simile squallore, non mi resta che alzare bandiera bianca.

Recensito da: Azagthoth

VOTI
TRASH 44/100
Noia 88/100
Ridicolaggine degli effetti speciali 91/100
Presunzione della regia 84/100
Incapacità degli attori 89/100


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